lunedì 30 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Let's Change!"

So che alcuni di voi l'hanno letta da Vincenzo Cavaliere e mi scuso se la rileggeranno qui, ma questo è e resta il mio unico modo sincero che conosco per augurare a tutti voi BUON 2020!!!

LET'S CHANGE!

Mai più occhi accecati da "bacche di gomma"
Mai più dittature
Mai più salari da fame
Mai più media conniventi con il potere
Mai più popoli sopiti e anestetizzati da programmi spazzatura

Rivoluzioniamo le nostre anime
Ribaltiamo l'assurda realtà
Riconciliamo il mondo con l'umanità
Chiediamo il progresso e non lo sviluppo.

Mai più guerre tra poveri
Mai più poveri
Mai più finti rivoluzionari 
E falsi "Masaniello" ispirati al potere
Mai più Solvay
Mai più pagliacci al governo. 

Mai più anni come questo
Rivalutiamo le nostre esistenze
Rivoluzioniamo questo millennio
Ed iniziamo da qui
Dal 2020.

Iniziamo da oggi
Da Adesso!

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®


Ci si rilegge  mercoledì 8 gennaio!!!!!

venerdì 27 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Therapy Of Life"

Mi scuso se in questi giorni un po' convulsi  forse non riuscirò a passare a trovarvi nei vostri blog, farò cmq il possibile per riuscirci.

Vi lascio con una poesia scritta qualche anno fa ma mai postata sul blog e che spero vi possa piacere:

THERAPY OF LIFE

Violini celestiali
Cantano lacrime del mondo

Percussioni incalzanti
Strattonano anime pigre

Echi di lamenti civilizzati
Sottili odori di passato

Esistenze annichilite
Magia quasi perduta
Piccole cose belle respirano ancora
A fatica
Nel calderone di un mondo che ribolle
Di fatiscente superficialità

Anime sofferenti
Scuole a pezzi
Cultura derisa

E la misura ancora non è colma
Sembra che si sia toccato il fondo
Ma invece ancora esiste un angolo di fogna
Dove inserire un ulteriore pezzo umiliante
Di questo puzzle immorale. 

Difficoltà ad arrivare a fine mese
Poveri contro poveri
Colori diversi che si odiano
Sguardi che si sfidano.

Amore ammesso solo se omologato
Dentro canoni di ragionevolezza 
E conveniente perbenismo

Scontri di pseudoculture 
Di popoli manovrati dal rancore
Apocalisse dei sensi.

Sordità sinaptica e del cuore
E non sappiamo perderci felicemente
Dentro i meandri del nostro cuore
Non cogliamo le tue note 
Quei tasti che con te prendono vita
Per insegnarci ad amare
Per curare la nostra fuliggine esistenziale
E per somministrarci una terapia di nuova vita.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 23 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Natale Delle Contraddizioni"

IL NATALE DELLE CONTRADDIZIONI

Natale
Colore rosso
Rosso come il costume di Babbo Natale
Rosso
Come il sangue di gente innocente versato per le strade

Natale ricco
Sereno
In famiglia
Negli agi

Natale in manette
In povertà
In carestia
Immersi nella violenza
Travolti dai soprusi.

Natale assente
Natale consumistico
Natale vissuto al sole di meravigliose isole
O nelle favelas.

Ad ognuno quindi il proprio Natale
Per ognuno diverso e non per tutti speciale,
Il Natale è ora, è qui,
Il Natale delle contraddizioni.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

BUON NATALE A TUTTI!!!
Ci si rilegge il 27/12 :-)))

venerdì 20 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Ti Portò L'Alba"

TI PORTO' L'ALBA

Ti portò l'alba
L'alba di Santiago,
Lievemente adagiata su un fianco
Sopra un marciapiede.

Un rivolo rosso lungo la fronte
Occhi chiusi e gonfi
Addormentata per sempre
Ma con intatta
La tua fierezza
Fierezza che neanche la morte
Ha saputo sottrarti.

Ti portò l'alba
Rannicchiata a terra
Con ben stretta nella mano
La bandiera del tuo Popolo
Ed intorno al collo un fazzoletto mapuche

E ti portò l'alba
Come il frutto malato
Di una "normale" notte di repressione e violenza.

Ti portò l'alba
Insieme alla rabbia della gente
E ad una promessa urlata al cielo dal tuo Popolo:

"Ni perdòn ni olvido"

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

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Siamo al 62° giorno di protesta in Chile e la repressione continua ma loro non desistono. Per chi volesse ascoltare e vedere la poesia appena letta, qui c'è il video.


mercoledì 18 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "La Gru"

LA GRU

Un urlo dal cielo
Ma non riesce ad avvisare in tempo,
Un tonfo sull'asfalto
Travolge una vita.

La Gru ha perso il carico
I materiali sono caduti a terra

La Gru è ferma adesso
Nessuno che la fa lavorare
Lui invece è a terra
Immobile
I suoi amici intorno a lui

Volti pallidi 
Sconvolti
Lacrime di disperazione e rabbia.

Osservando la scena 
Si nota subito come
Le funi di sollevamento abbiano ceduto
E Marco sia stato travolto dai materiali precipitati al suolo.

Disgrazia?
Probabile
Ma se le funi di sollevamento non fossero state usurate
E si fossero cambiate il mese scorso 
Forse la Gru ora sarebbe ancora in piedi
Con Marco a guidarla ed indirizzarla. 

Era scaduto il trimestre
E le funi dovevano essere controllate da un ispettore qualificato
Ma il capo non ne volle sapere
Per lui erano perfette così 
E non voleva spendere soldi
Per il loro controllo 
Ed eventualmente per il cambio delle stesse.

Ed allora ogni volta che uno di noi
Doveva salire su quella gru 
Era un momento difficile

Era come giocare alla roulette russa
Con la vita dei tuoi compagni

Una gru mortalmente pericolosa
Ed uno di noi a turno a salirci
Nella drammatica speranza che non toccasse a te
Che non fossi tu quello che "causava l'incidente"
Che non fossi tu a sentirti in colpa
Se un tuo amico e collega moriva
Che non fossi tu a piangere per aver ucciso Marco
Anche se non è davvero colpa tua. 

Il destino ha scelto Marco
Ma questo destino lo si poteva cambiare
Sostituendo quelle maledette funi.

Un urlo lanciato invano dal cielo
Un tonfo sull'asfalto
Una vita spezzata
Proprio come quelle funi 
E come il nostro cuore.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 16 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "The Show"

THE SHOW

Siamo su YouTube
Ed in diretta facebook
Un "onore" dal prezzo altissimo

Ci vedete a mezzobusto
Ma non siamo seduti

Ci vedete a mezzobusto 
Ma a breve vedrete perchè siamo in realtà quasi a figura intera

Ci vedete a mezzobusto
Ma con le mani e le braccia dietro la schiena

L'immagine si allarga
Siamo nel cerchio di centrocampo
E siamo in ginocchio.

Attorno a noi 
Figure non proprio amichevoli
Attorno a noi urla e disperazione
Attorno a noi nè calciatori nè arbitro
Solo divise militari

Tutto ebbe inizio tre giorni fa...

Mi fermano e mi dicono: 
"Venga ci segua
Lei scrive cose a noi poco chiare
Ci segua
Stia tranquillo è in ottima compagnia".

Ed oggi eccomi qui con tanti altri
Tanti colpevoli anche solo di aver espresso un dissenso educato
Sui social 

Ma torniamo alla nostra diretta
La telecamera stringe su di noi
La canna fredda della pistola
Sulla nostra nuca
E cadiamo a terra.

Show terminato.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 13 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "A New Sport"

A NEW SPORT

Uccidere per sport
Sembra essere un'assurdità
Una pazzia
Ma in Italia pare possibile.

Litigio in atto
Lui è accecato da una furiosa gelosia
Prende la pistola sul comodino
La rincorre 
Le spara tre colpi a bruciapelo 
E la uccide. 

Femminicidio
Femminicidio accaduto in questo caso
Grazie alla legale detenzione di un'arma per uso sportivo.

Leggi troppo permissive
Leggi non rispettate e non applicate
Più della metà di chi oggi detiene un'arma per uso sportivo
Al poligono non ci va nemmeno,
Possiede armi da far impallidire Rambo
E, dice, 
Le tiene per ragioni di difesa propria e della famiglia.

Forse è vero
Ma poi questi "giocattoli di morte"
Vengono tenuti in luoghi non sicuri
Già carichi
E, pertanto, 
Oltre alla possibilità di incidenti
Ecco che può scattare la furia omicida
Per svariate ed ingiustificabili motivazioni.

Armi che danno la morte ad innocenti
Detenute per uso sportivo
Ecco perchè sostengo
Provocatoriamente
Che in Italia
Uccidere per sport 
Per quanto assurdo 
Pare possibile. 

Omicidio per sport
Già lo immagino tra qualche anno
Come nuova disciplina olimpica
Con noi, oltre agli USA,
Come nazione fortemente candidata all'oro. 

Sembra che io parli di un problema da nulla
Ma questi soggetti dal grilletto facile
Uccidono più della mafia
Uccidono più dei rapinatori 
E di più dei famigerati extracomunitari.

E sottrarre questa licenza 
È un'impresa ardua
Anche se magari uno ha subito un TSO

E poi ci stupiamo 
Quando un pazzo 
Esce di casa e spara senza motivo
Sulla folla in pieno centro.

Italia
Nuova frontiera del Far West
Nuovo mondo di violenza assecondata dalla legge
Non contrastata con la necessaria severità.

E mentre sono qui 
E vi sono davanti
Chissà chi di voi adesso è armato
O chissà se non lo sono io

Voi nel dubbio applaudite
Non si sa mai…

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 11 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta® : "Fino A Quando?"

FINO A QUANDO?

Solitudine silenziosa
Aggredisce tranquillità interiore
Lui sa che questa volta non arriva a fine mese
Che lo ammazzeranno prima
Lui sa che la situazione è seria

E tu
Testimone di giustizia
Che con il tuo contributo
Hai fatto condannare decine di mafiosi
Ti trovi 
Senza più la scorta
Da un giorno all'altro
Senza motivo.

D'altronde, che vuoi,
Non sei un politico
Nè uno scrittore famoso
Quindi di te lo Stato si può dimenticare
E ti può ignorare.

Ed inizi a chiederti 
Perchè l'hai fatto
Che senso ha se poi lo Stato 
Sembra parteggiare più per i mafiosi
Che per i buoni

Ma è solo un attimo
Poi
Nonostante la paura ti salga in gola
Fino a soffocarti
Non rinneghi quello che hai fatto
Anzi, sai che lo rifaresti ancora
Ed ancora
Ed ancora se fosse necessario.

Ti fai sentire
Alzi la voce
E ti ridanno la scorta

Non è la prima volta che succede
Non è la prima volta che ti fanno uno scherzo simile
Solo che
Adesso che è passata la paura
Tra il preoccupato e lo sconsolato.
Ti domandi... "Fino a quando?"

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 9 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Tamburi Di Lotta"

TAMBURI DI LOTTA

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Calma apparente
Non illude 
Ed intanto rumori di spari arrivano da fuori
Ed intanto urla 
E terrore.

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tamburi marciano
Scandendo il ritmo di voci di pace e giustizia
Ed uno scatto d'amore per il tuo Paese
Immortala quel suono di libertà.

Ma i manganelli hanno occhi ovunque
E tu vieni notata
E come una stigmate sul cuore
Viene decretata la tua condanna a morte.

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Ed il ritmo di quei tamburi
Stride con il silenzio assordante dei media europei
Dove un eliminato di un reality fa più rumore
Di lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo
Perquisizioni irregolari
Torture.

Ma il ritmo di quei tamburi
Saprà resistere e trionfare

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

Tum - Tum - Cha
Cha - Tum - Tum- Cha

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®


Vi suggerisco il video perché questa poesia è molto…."sonora"….


venerdì 6 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "18"

18

Poche cose con te
L'essenziale 
Hai solo 18 anni

Famiglia cattolica
Ligia
Osservante
Qualcuno direbbe anche bigotta
Un padre rigido e severo
Una madre più succube 
Ma comunque sulle stesse posizioni.

18 anni
E devi andare via di casa
Cacciato via come un appestato
Oggi nel 2019
Quando oramai è normale essere gay
Quando, ti dici, nessuno o quasi ci fa più caso.

Ma non è così
Non lo è per i tuoi
E non lo è in realtà anche 
Per una grossa fetta della società.

Bullizzato a scuola
Tu resisti
Fai coming out con i tuoi

Lo sai che è dura
Ma speri nella comprensione di tuo padre
E nella misericordia cristiana di tua madre
Speri in questo quando dovresti solo essere amato
Abbracciato e sostenuto
E non come atto di pietà
Ma come tuo diritto.

I diritti,
I diritti oggi sono la nuova utopia del terzo millennio
Soprattutto i tuoi

Tua madre è disperata
Tuo padre ti preferirebbe morto
O perfino membro dell'ISIS

Nessuna pietà
Decisione anacronistica
Assurda
Ma irremovibile.

Via da quella casa.

E tu piangi ragazzo
Piangi
Solo
Allontanato per sempre. 

Andrai dai tuoi nonni
Forse
Anche loro poco entusiasti di accoglierti 
O magari
Cambierai città
Drasticamente
Per sempre.

Ti incammini 
Scioccato
Rabbioso
Sconvolto
Con il tuo zaino in spalla
Con dentro il tuo futuro ed il tuo dolore.

Comunque vada
Da oggi sei orfano di entrambi i genitori
Comunque vada
Dovrai farti forza da solo.

È vero
Tu hai subito un qualcosa di assurdo
Ma anche chi non riceve questo trattamento
Non ha spesso anche oggi vita facile.

Raggiungi i tuoi amici e lui
Un abbraccio
E si volta pagina
Hai 18 anni 
Ed il futuro 
Nonostante questo dramma
È lì da afferrare
Per avere una vita radiosa

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 4 dicembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "El Mismo Mundo"

EL MISMO MUNDO

Marciano compatti
Poi si sparpagliano
Si dividono
Per inseguirti meglio
Ti raggiungono e ti percuotono

Sei disarmato
Ti percuotono
Sei a volto scoperto
Ti percuotono
Sei nel pieno dei tuoi diritti di manifestare
Ti percutono ugualmente.

Come cani sciolti
Non rispettano la legge
Anzi la violano
Spesso spinti e protetti in questo 
Dai loro superiori.

Impunità promessa
Stato di massima allerta
Sembrano esserci in vigore le leggi marziali
Anche se non è così.

Tu manifesti per avere giustizia
Equità sociale e libertà
Tu manifesti per cose che danno fastidio
Tu manifesti
E questo è già troppo.

Vi chiederete dove siamo.   

Scegliete voi
Cile, Cina, Italia, USA, Francia
È uguale
Scegliete liberamente il luogo che preferite
Perchè
Quando si tratta di reprimere con la forza 
Che si sia in uno Stato definito democratico
O in uno Stato liberticida è lo stesso
Perchè quando si tratta di porre in essere una repressione
Todo el mundo
Es el mismo mundo

El mismo mundo. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 2 dicembre 2019

L'angolo del Rockpoeta®:"Dignity"

DIGNITY

Sei solo tra la massa
Ti confondi nel rumore della folla
Ti mimetizzi nel bisbigliare della gente
Sei un perfetto nessuno
Lo sai
Ma te ne fai una ragione
Non hai il coraggio di stravolgere la tua vita
Per inseguire il tuo sogno
Non hai interesse a cambiare la tua vita
Perchè in realtà tu
Un vero sogno non ce l'hai.

Per te essere qualcuno è possedere qualcosa
E tu ora sai cosa
Hai visto lo spot
Lo vuoi ad ogni costo
E lo spot ti dice come averlo gratis

I primi 100 
Che domattina alle cinque 
Saranno davanti alla vetrina
Di un Apple Store della loro città
Vestiti da gallina
E starnazzeranno continuativamente come una gallina
Avranno l'ultimo modello di I Phone gratis

D'altronde il jingle era chiaro

"Sell your soul
Get your I Phone"

"Sell your soul
For the I Phone"

Non ci pensi neanche un attimo
Decidi che sarai anche tu in piazza
Ma non per difendere i tuoi diritti 
Di lavoratore sfruttato 
No 
Sarai in piazza
Svendendo la tua dignità
Per conquistare il tuo simbolo di rivalsa
Con addosso un costume da gallina noleggiato il giorno precedente.

E non leverai alta la tua voce di sfruttato e di schiavo moderno
Ma il suono della tua starnazzante gola 
Forte e potente per sovrastare gli altri 99 imbecilli

Tu furbo insieme ad almeno altri 50 
Davanti al negozio già dalla sera prima
Notte passata all'addiaccio 
Ma sei il primo
Il primo!!!

Primo davanti al negozio
Primo a perdere l'unica cosa che avevi di prezioso
Te stesso

"Sell your soul
Get your I Phone"

"Sell your soul
For the I Phone"

Ed ora che l'hai ottenuto
Con il tuo sorriso da ebete
Che offende l'umanità intera
Ti scatti un selfie e lo posti su facebook
Gongolante
Trionfante. 

E ti senti un Dio
Ma sei soltanto un coglione
E non ti rendi conto che tu ed i tuoi simili
Siete la rovina di questa società. 

E mentre tu festeggi il tuo premio 
Starnazzando sui social
100 tuoi colleghi
Messi temporaneamente in cassa integrazione
Ed a forte rischio licenziamento
Sono da quella stessa sera
Davanti alla fabbrica
Per lottare per la loro vita
Per il loro posto di lavoro. 

Ma tu non sei stato toccato
Ti senti invicibile
E non sai che 
Presto toccherà anche a te
Che presto sarai anche tu colpito da questa mannaia

In questo caso non per primo
Ma qui non conta arrivare primi
Intanto tutti presto o tardi ottengono il loro "premio":
Il licenziamento in tronco

E quando succederà
Starnazzare non ti servirà a nulla

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®



E chi volesse la stessa poesia  la  può vedere e sentire recitata da me…


venerdì 29 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Fiocco Rosso"

Domenica 1° dicembre sarà la giornata internazionale per la lotta all'Aids. Passi avanti nella ricerca ce ne sono stati anche se non ancora definitivi. Passi indietro invece mi pare si evidenzino sotto il profilo della prevenzione visto che oggi sempre più giovani di nuovo lo contraggono non usando il profilattico.

Vi lascio con questa poesia dove lei, il personaggio che vive in questi versi, non è proprio così entusiasta ed innamorata di questa giornata (anche se poi tra le righe si capisce come anche lei pensi che possa essere utile per poi permettere alla ricerca di trovare una cura ed un vaccino) per ragioni più legate al suo vissuto personale e quotidiano. Un modo per provare di nuovo a dare voce anche a chi quella malattia la vive ogni giorno.

FIOCCO ROSSO

Anno 2019
Un fiocco rosso
Ancora quel fiocco rosso 
Rosso sangue
Sangue infetto.

Dieci anni fa 
Di anni ne avevo 14
E sono stata stupida
Troppo poco consapevole e superficiale
Di Aids tra noi ragazze non se ne parlava più

Io poi
Ero con lui
Lui che per me era di una categoria superiore
Il più figo della scuola.

Tre anni più di me
Lui l'aveva già fatto
Ero imbambolata 
Quasi ipnotizzata
Ho insistito per farlo "con"
Anche perchè non volevo rischiare di rimanere incinta
Ma lui non ne volle sapere
Mi promise che non ci sarebbero stati pericoli 
Ed almeno da quel punto di vista tutto andò liscio.

Solo che dietro l'angolo
Mi aspettava un'altra sorpresa
L'Aids.

Ora sono 10 anni che ho questa malattia
E nonostante dicano che oramai chi ha l'aids 
Non sia discriminato e svantaggiato nei rapporti sociali
Trovare un compagno è difficile

Appena sanno che ho l'aids
Scappano come avessi la peste
Che poi forse ce l'ho davvero
Diversa da quella di un tempo
Ma egualmente devastante.

Oggi avete tutti il fiocco rosso
Tutti tranne me
Io quel maledetto fiocco ce l'ho già  
Annodato dentro il mio sangue

Io quel fiocco rosso lo voglio 
Su un flacone che contenga la cura
E su una fiala che contenga il vaccino.

Lo so
Voi mi direte che proprio per quello fate questa giornata
Ma siccome oggi mi portate sul palmo della vostra mano
E da domani sarà di nuovo tutto come il giorno prima di questo
Io non riesco ad essere così comprensiva.

Certo
Fino a quando non dico nulla 
Visto che ancora nulla, quasi, si nota esteriormente
Va tutto bene
È quando lo rivelo che come vi ho già detto
Battete tutti in ritirata

Quindi oggi non cercatemi
Contattatemi solo quando saprete farmi guarire

Oggi avete tutti quel fiocco rosso
Fiocco rosso sangue
Sangue infetto: il mio.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 27 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Giulia"

GIULIA

Mi chiamo Giulia
Ma il mio nome non è importante
Ciò che conta è la mia storia 

Nasco in Calabria
Da famiglia legata alla 'Ndrangheta
Dove mio padre era un pezzo grosso.

Se nasci in una famiglia come quella
Il tuo destino è segnato 
Non puoi essere una donna libera
Indipendente 
Desiderosa di costruirti il tuo futuro
Sei una cosa
Uno strumento per realizzare il bene della famiglia.

Cresci ubbidendo
Subendo
E poi esci da quella casa solo con l'abito bianco
Ma non per amore

Matrimonio combinato
Per unire le forze tra famiglie diverse
E tu subisci
Violenze
Abusi
E tu subisci
Un matrimonio per convenienza

Fai una figlia
E poi capita l'incredibile

Fai un incontro
Ti innamori
E senti il tuo cuore palpitare fortissimo
Lo senti battere all'impazzata
E la tua anima è inquieta
Non sta più ferma e non sa più ubbidire
Non vuole più ubbidire.

Vieni scoperta
Ed ecco la tragedia

Il mio amore
Il mio vero amore viene barbaramente ucciso
Ed io ho paura
So che è solo questione di tempo 
E poi toccherà anche a me
E quello che è più grave 
Anche alla mia bambina molto probabilmente. 

Allora prendo mia figlia
E scappo
Denuncio
E lo Stato incredibilmente mi aiuta
Associazioni ad hoc mi sostengono.

Mio padre e mio marito
I carnefici del mio amore vengono arrestati
E prendono l'ergastolo

E ricordo ancora mio padre
Quando ero piccola
Indottrinarmi
Spiegarmi le mie funzioni
I miei compiti
Ma io non li seguo più
Sono libera.

Nuovo nome
Nuova identità
Località segreta
Un lavoro
Ma nonostante ancora ci sia la paura
Paura di essere trovata
Sono felice
Libera
Ed orgogliosa di me stessa
Perchè finalmente ho una mia vita
E sto regalando un vero futuro a mia figlia

Io che ero creta sottomessa ed impaurita
Ora sono una donna forte e serena.

Mi chiamo Giulia
Ma il mio nome non è importante
Quello che conta per tutte voi 
Tutte voi che subite ancora quella realtà
È conoscere la mia storia
Ed agire di conseguenza

Denunciate
Fuggite
Ed iniziate a vivere
Ribellatevi
Non meritiamo un'esistenza da recluse nell'anima
E da schiave di fatto.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 25 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Danza Scimmietta, Danza!"

DANZA SCIMMIETTA, DANZA!

Ho vissuto come ho sempre voluto
Vita movimentata,
Ricca di emozioni
E non sarà certo ora che lascerò perdere 
E non sarà certo adesso che mi lascerò ingabbiare
Vecchio sì, morto no.

Loro mi guardano e mi dicono 
"Qui starai bene"
E mi sorridono come ad una scimmietta ammaestrata

E mi immagino relegato su una sedia triste e solo
No
Anche se non sono più fresco come un tempo
Anche se sono un "ragazzino" di 78 anni 
Non sono un relitto o una mummia

E loro vorrebbero avermi sotto il loro controllo
E vedermi bravo e tranquillo
Come una scimmietta ammaestrata
E come tale
All'arrivo di qualche controllo
Vedermi danzare con accanto a me un inserviente con l'organetto

"Danza Danza Danza per l'Ispettore
Danza, danza, danza per noi solo per oggi."

Ed invece no
Meglio morire all'alba del tramonto
Che vivere un tramonto d'amianto
Vuoto
Spento
Malato
Inquinato.

Io in una stanza
E loro che arrivano e mi dicono
"Prendi queste pillole"

E poi la domenica festa
E tutti noi in crinolina a danzare come scimmiette ammestrate

"E danzate, danzate, danzate
Divertiteci little monkeys
E divertitevi
E poi per una settimana non rompete oltre
Fate i bravi
Prendete le medicine
Guardate la Tv
Andate a nanna alle ore prestabilite"

Ed io ho detto No
Preferisco una morte anticipata
Ma aver vissuto fino all'ultimo giorno
Respirando ed azzannando la vita

E quando non sarà più possibile vivere
Non starò lì a trascinarmi oltre
Io sarò la scimmietta di me stesso
Io danzerò per me stesso soltanto
Io canterò per me stesso soltanto
Io urlerò la mia gioia per me soltanto
E durerò solo fino a quando potrò fare tutto questo

E se tu sarai ancora al mio fianco
Danzeremo insieme
Come abbiamo sempre fatto
Come due aggraziate scimmiette
Libere
Senza padrone
Strette in un abbraccio infinito.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 22 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Lucha De Libertad"

Hong Kong, Cile, Bolivia, Venezuela, Ecuador, Iran… Molte popolazioni sono in lotta per combattere disparità sociali e rivendicare libertà e diritti, una lotta di libertà...

LUCHA DE LIBERTAD

Tarperanno le nostre ali
Estirperanno corde vocali
Amputeranno dita
Cancelleranno lettere dalle tastiere
Bruceranno alberi di carta.

Ma il nostro cervello non lo potranno resettare.

Liberi di pensare sempre
Spenti solo se morti.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

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Esiste un'altra lotta per la propria libertà, indipendenza ed uguaglianza, in questo caso dall'uomo, che combattono tutte le donne del mondo e che spesso pagano a prezzo della vita. Questo Lunedì è la giornata contro la violenza sulle donne ed io ne voglio trattare con questo video dove parlerò di femminicidio con una poesia che postai già a febbraio dell'anno scorso: "Follia"  Pubblico queste due poesie nello stesso post perché, come ho scritto, anche questa è una lotta di e per la libertà.

mercoledì 20 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Giustizia Sommaria"

GIUSTIZIA SOMMARIA

Chi sei?
Perché continui a scrivere questo ciarpame sociale?
Pensi che interessi a qualcuno?

A noi che siamo quelli che contesti fai il solletico
A noi che siamo quelli che attacchi puoi anche dare fastidio
Ma allora ti schiacceremo
Ti daremo l'oblio mediatico e fisico se necessario

Peccato perchè scrivi bene
Potresti scrivere d'altro
D'amore, di boschi, pinete, paesaggi,
Del sapore di un'alba
Invece di rompere i coglioni con i problemi di questa società

Una società che non vuole cambiare
Noi vogliamo restare ricchi
Ed i poveri
I poveracci credi ti ascoltino?
Loro saranno i primi a metterti alla gogna
A farti un processo sommario
E giustiziarti
Loro 
Il popolo della D'Urso...

Peccato perchè potresti anche essere uno di noi
il poeta della bellezza 
Potresti raccontare il fascino dell'agiatezza
Della sensualità di un tramonto a Porto Cervo 
Magari a bordo di uno dei nostri yacht.

Voi illusi
Un giorno urlerete il mio nome
Disperati
Con odio
Perchè il popolo che voi disprezzate
Si sarà levato contro di voi
Grazie alla mia voce
Grazie al loro ascolto
Grazie alla loro potente voglia di riscatto

E fino a quel giorno
Instancabile
Con le piaghe ai polpastrelli
Ed il cuore sanguinante di sofferenza e rabbia
Continuerò a scrivere del disagio della gente
Delle ingiustizie che infangano questo pianeta

E se un giorno scriverò della bellezza di un'alba
Sarà perchè riguarderà un'alba di cambiamento
Sarà perchè si tratterà dell'alba di un nuovo giorno.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®


E chi volesse la stessa poesia  la  può vedere e sentire recitata da me…



lunedì 18 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Formidabili"

FORMIDABILI

Rido
Sì rido perchè vedo come mi state guardando
Sì cazzo, sono sbronzo
Ho bevuto
Come anche voi immagino

No? Non avete brindato
Non avete levato in alto i calici 
Per il vostro strepitoso risultato?

700 lavoratori a casa dall'oggi al domani
Che poi "A casa"...
"A casa" fino a quando non la perderanno
Requisita dalla Banca per un mutuo impagabile
Senza un lavoro.

Però è vero
Sono io quello in difetto adesso
Voi siete fantastici
Buoni
Straordinari

Io invece sono solo un ubriacone disoccupato
Con un mutuo da pagare 
Due figli ed una moglie
Anche lei disoccupata.

Ma tutto questo era necessario
Poverini
Stavate diventando poveri
A pagarci come cristiani

Ed allora
Via
Com'è che dite?
Ah sì, delocalizziamo
Portiamo tutto
Dove a lavorare ci siano schiavi
E non dipendenti.

Come se anche noi oggi
Non fossimo già schiavi.

Ma è vero
Ora sono io in difetto
Sono io lo sbronzo
Qui davanti a voi
A rendermi ridicolo
O forse a terrorizzarvi un pochino.

Ma è così che va il mondo
Io preso a calci in culo
E voi che condannate gente a morire
(Persone che chiamate "risorse")
Invece sarete promossi
O comunque avrete una gratifica.

Ma quello sbagliato sono io
Io sono lo sbronzo
Voi no
Non preoccupatevi
Voi siete perfetti
Siete formidabili!

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

Per chi vuole c'è il video che vi invito vivamente ad ascoltare e vedere. Recitata questa poesia cambia nettamente rispetto al leggerla soltanto.


venerdì 15 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Acqua Alta"

ACQUA ALTA

Acqua Alta 
Allaga vite e luoghi noti
Invade anime ferite da questa devastazione
Suscita pensieri maliziosi
Molto Oltraggiosi, Scrupolosamente Eziologici.

Acqua Alta 
Dentro cervelli vuoti
A riempire di liquido marcio
Menti impotenti ma arroganti
Ricche di follower imbecilli
E seguite da masse immense
Immerse ancora dentro il liquido amniotico 
E poi nate prematuramente
Con profondi danni cerebrali
E pronte per l'indottrinamento. 

Acqua Alta nei nostri cuori 
Non affoga le ferite
Ma le lascia drammaticamente galleggiare
Mentre siamo noi ad andare a fondo. 

Acqua Alta 
Arriva alle nostre bocche
Le invade
Le penetra per zittirle
Senza sapere che abbiamo già un bavaglio
Apparentemente meno fastidioso
Per molti perfino piacevole
Che è la propaganda a cui abboccano tanti Italioti
Figli di una società guasta e malata.

Ed ingoiamo melma
E respiriamo miasmi 
Ed i nostri occhi lacrimano fango
Pietà
E polveri sottili 

E dopo valanghe
Mareggiate
Alluvioni
Terremoti
Ecco, vista l'eccezionale gravità del fenomeno,
Un nuovo refrain da cavalcare per i nostri politici
Per raccogliere consensi sulle disgrazie altrui
Un nuovo refrain da intonare per giorni
Fino a quando sarà trendy
Fino a quando reggerà le classifiche dell'auditel
Come una nuova Superstar
Come una Rockstar dannata e maledetta:  
L'Acqua Alta.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 13 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Cammino"

IL CAMMINO

Un passo dopo l'altro
Valigia in mano
Cammino nel tempo di un sogno sbiadito
E percorro la strada lacerata della nostra epoca.

Attraverso città e paesi
Come villaggi d'una volta
Tocco con mano la desolazione
E giungo dopo tanto dolore a destinazione.

Qui un tempo foste sepolti vivi
Prima da una valanga di neve
E poi di fango
Quello immorale fatto di insabbiamenti
Incompetenze e disinteresse.

Rigopiano
Potevate salvarvi
Ma chiamare e chiedere aiuto non è bastato
E non può bastare se certi posti
Sono occupati da incompetenti forse raccomandati 
E maiali con la fascia tricolore

E così vi piangiamo ancora un'altra volta
Ma questa volta sono lacrime di rabbia

Telefonate di richiesta di intervento
Utenti messi in vergognosa attesa 
E rimbalzati da una sede all'altra
Come una pallina magica impazzita
Come si trattasse di un volgare match di ping pong.

Persone grette 
Dozzinali
Inette
Messe a gestire i centri di soccorso

Sindaco ed assessore competente, al bar
Perchè non c'era emergenza
No, per carità, 
La sera prima c'erano solo metri di neve
Strade bloccate
Ed allerta meteo conosciuta da giorni

Ma il maiale dalla fascia tricolore
Ed una scrofa della Prefettura fanno spallucce
Quest'ultima perfino nega ci sia un'emergenza.

Eppure potevate salvarvi
Ed invece la tragedia si è compiuta

Ed avete mangiato neve 
Come ultimo vostro pasto
Neve candida e mortale

Atroce fine
Stravolgimento di intere vite
Crimini che dovranno essere puniti.

E lascio questo luogo di dolore
Valigia in mano
E riprendo il cammino 
Un cammino senza speranza
Alla ricerca di un mondo equo, civile
Dove giustizia e solidarietà
Siano i pilastri fondanti della società.

E riprendo il cammino
Su questa strada lacerata della nostra epoca
Lastricata di scandali, ipocrisia, inettitudine

Mondo ingiusto
Tre giorni per morire
Quando c'è chi in tre giorni è resuscitato
Tre giorni per morire,
Se non cedi subito,
Sono un'eternità

Hai tempo per pensare
Hai tempo per piangere
Hai tempo per soffrire
Hai tempo per sentire la tua fine avvicinarsi
Hai tempo, troppo tempo.

E riprendo il mio cammino
Con il mio bagaglio di dolore
Un peso che mi inarca le spalle
E mi schiaccia la schiena
Ma riprendo lo stesso il mio cammino
Perchè non smetterò mai di lottare
Non cederò mai sotto il peso di questa amarezza
Non mi farò annientare dalla rassegnazione

E potrò inciampare in alcuni momenti
Ma saprò rialzarmi
Perchè la mia voce 
Per quanto sola
E forse insignificante
Non permetterò che si spenga
Nè che la spengano.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 11 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Uomo Mangia Uomo"

UOMO MANGIA UOMO

Uomo mangia uomo
Oggi Abele mangia Caino
Carneficina in corso
Fratricidio in atto
Caos globale.

Uomini di Dio
Flagello della Terra
Eccoli a voi in tutto il loro nauseante splendore
Con le loro disgustose crociate
Contro il libero vivere civile
Contro chi non è etero
Contro l'etero che non si sposa
Contro la donna che non vuole figli
Contro la donna che vuole abortire
Contro la donna e basta. 

E poi ci sono i preti:
Tranne poche eccezioni
Satana in terra.

Uomo mangia uomo
Abele mangia Caino
Carneficina in corso
Fratricidio in atto
Caos globale.

Genocidi in corso d'opera
Alla luce del sole
Autorizzati per interessi di Realpolitik
Non si fermano
E non hanno mai una fine. 

Voci di rabbia e dolore
Voci che chiedono la cessazione di questi abomini
Come urla mute
Si perdono nel nulla.

Oggi chi raglia più forte ha ragione
Oggi chi ha le mandibole più possenti è dominante
E queste mandibole sono i soldi ed il potere finanziario.

Uomo mangia uomo
Uomo mangia bambino
Oggi Abele mangia Caino

Il Ricco divora il povero
L'uomo uccide la donna
I più deboli soccombono
Carneficina in corso
Devastazione sociale in atto.

Ignoranza e disinteresse
Sono le ciliegine su questa torta perversa
Che tutti mangiano voracemente:
Chi vigliaccamente a capo chino
Perchè conscio ma pavido
E chi invece di gusto
Perchè non si fa domande gli basta nutrirsi
O semplicemente perchè non si fa scrupoli
In quanto lui non è ancora un ingrediente di quella torta
E forse non lo sarà mai. 

Apocalisse etica
Primi segnali di amoralità
Primi cenni di estinzione della civiltà.

Uomo mangia uomo
Abele mangia Caino
Carneficina in corso
Fratricidio in atto
Caos globale.

E la fame di odio avanza
Si nutre di se stessa
Cresce e si espande.

Uomo mangia uomo
Fino a quando non rimarrà più nessuno 
Fino a quando Abele e Caino si saranno divorati a vicenda
E pace finalmente sarà.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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PS: "Uomini di Dio" è da intendersi come uomini e donne che credono in Dio in modo fanatico e bigotto.

venerdì 8 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Saltimbanchi"

SALTIMBANCHI

Saltimbanchi 
Rubano tempo alla strada
La interrompono 
La bloccano
Con i loro giochi
Figli del degrado contemporaneo
Espressione di un romanticismo perduto. 

Saltimbanchi dal sorriso forzato
Intrattengono automobilisti distratti e spenti,
Pallore artificiale
Non nasconde il loro sguardo malinconico.

E quei birilli volano 
Alti
Ma non alti abbastanza da toccare i nostri sogni
Non abbastanza alti da sfidare la spessa coltre grigia
Barriera di un cielo asfissiato e morente
Imprigionato dentro sostanze gassose mortali
Figlie di inquinamento chimico e discariche abusive.

Saltimbanchi piangono
E sono gemiti al silicio,
I loro attrezzi sono le loro lacrime 
Il loro grido inascoltato 
Scagliato alto nel cielo per essere raccolto 
Compreso
Seguito
Da chi li osserva
Ma "Automobilisti - Automi"
Non sanno cogliere quel messaggio.

Saltimbanchi cantano
L'amore per la libertà
Ed i loro attrezzi volteggiano nell'aria
Danzando la voglia di un nuovo futuro
Sussurrando respiri di nuova vita.

Saltimbanchi
Esausti
Muoiono
Sepolti sotto i loro birilli bianchi
Avvolti nel candore di una luce chiarissima
Figlia di quegli attrezzi orfani del loro padre. 

Corre l'anno 2040
L'uomo non viaggia ancora su macchine volanti
Ma respira aria polverosa ed inquinata
E si rinchiude sempre più nella sua solitudine virtuale
Figlia dell'odio e della paura dell'altro

Corre l'anno 2040
E l'ultimo saltimbanco muore
Estinguendosi così l'ultimo elemento della Resistenza

Siamo nell'anno 2040
Dove avere un cervello pensante è un optional
E si può sopravvivere benissimo con una versione più semplice
Sufficiente a compiere i movimenti basilari 
Ed i pensieri più elementari.

Corre l'anno 2040
L'ultimo saltimbanco è stato schiacciato da un'auto
E quelle gocce di sangue sull'asfalto 
Saranno per sempre l'ultima stilla di lotta per la libertà
Uccisa da barbara ignoranza. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 6 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Joker"

JOKER

È lui il nostro eroe
Lui il coraggio lo trova

E lo cataloghiamo come un disturbato mentale
Perchè fa paura pensare
Che lo vorremmo fare anche noi ma non ne abbiamo il coraggio

Ed allora ci rifugiamo dietro il suo problema 
Ci raccontiamo la storia che noi non ne siamo capaci 
Perchè siamo sani di mente
Ma intanto quando lo vediamo agire
Ipocritamente
Siamo con lui
Tifiamo per lui
Vorremmo essere lui
In lui ci identifichiamo. 

Lui che gli ha sparato,
L'ha ucciso perchè apparteneva a quel mondo di ipocriti, sadici e corrotti
Che molti di noi odiano
E che quando subiamo un torto vorremmo strangolare.

È un'incitazione alla rivolta
A scendere in piazza per combattere le ingiustizie sociali
È una spinta ad eliminare politici fasulli
E conduttori di media venduti
Ed alla mercè di emittenti dal sorriso incancrenito
Risultato di programmi vuoti, sterili, manipolatori
Figli dell'ignoranza creata ed assorbita
Da questa società ormai del tutto imbarbaritasi.

Ed io
Novello Joker
Verrò da voi 
Giullari della televisione
Per spararvi.

Cancelliamo questi spacciatori d'oppio televisivo
Spariamo le nostre pallottole attraverso il nostro telecomando
Stacchiamo l'antenna uccidendo la loro audience
Giriamo su altri canali
O se non ce ne sono, spegniamo questo elettrodomestico visivo.

E come Joker
Non accettiamo un mondo malato e che ci schiaccia
Non lasciamoci sedurre da promesse impossibili
O parole false e di pancia che ci fanno solo lottare tra noi
Ma cerchiamo questi imbonitori nauseanti e patetici
Diamo loro la caccia
Ed abbattiamoli.

Ridiamo vita alle nostre sinapsi
Facciamo tornare a respirare le nostre anime
E riaccendiamo la nostra capacità di giudizio.

Diventiamo anche noi "pazzi"
Per discernere di nuovo quello che è giusto da ciò che è sbagliato
Diventiamo tutti dei ribelli
Per non accettare supinamente ogni misura che ci riduca sempre più poveri,
Rifiutiamoci di lasciarci soverchiare dalle stesse parole di sempre
Da questo ipocrita senso del dovere che ci viene costantemente richiesto
Sempre e soltanto a noi
Noi lavoratori dipendenti
Noi consumatori
Noi disoccupati
Noi malati
Noi con la Partita Iva
Noi, che siamo solo povera gente. 

Ed allora sento la tua disperazione
Il tuo malessere
E capisco che è la nostra disperazione
Il nostro malessere
Figli di un mondo globale
Solcato da profonde disparità sociali ed economiche
Capace di travolgere come in un tritacarne
Anime deboli ed innocenti. 

Restare automi
Incapaci di ribellarci 
Impossibilitati a difenderci
È il modo più sicuro
Per acquire quel solco tra chi ha tutto e chi niente
È il modo più sicuro
Per lasciarci spegnere l'anima.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 4 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Cassetto"

IL CASSETTO

Rientro a casa
Silenzio e solitudine
Tende ocra assorbono un tramonto metropolitano.

Pace inquietante
Avvolge i suoi pensieri
Poggia la ventiquattrore sul divano
Si prende da bere
Consulta lo smartphone
Viene distrattamente attratto 
Da poche nuove notifiche sui social.

Calma apparente
Un servizio in Tv
Gli mostra le lotte del mondo per la libertà
Un altro i soliti battibecchi dei politici nostrani.

Un malinconico sbadiglio d'indifferenza ed apatia
A commento delle notizie che pigramente ascolta.

Rientro a casa
Una casa vuota come la sua vita
Vita dove le sue speranze si sono estinte
Annientate dal peso di un'esistenza ingiusta
Schiacciate da amarezze e disillusioni. 

Apre un cassetto
Fissa il suo interno
Abbozza un timido sorriso
Porta quel suo ultimo sogno alla tempia
E lo realizza. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 1 novembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Atlantide 2.0"

ATLANTIDE 2.0

Corri in avanti
Avvicinati ad un futuro sintetico ed alterato
Scivola verso società artificiali
Sprofonda sul divano di un'etica artificiosa
E ti annullerai.  

Umanità immolata su altari insanguinati del mondo globale
Intere masse convogliate al macello 
Uomini destinati al macero come libri scaduti che nessuno legge più

Corri di lato 
Schiva le insidie 
Schiva il passato, ti dicono. 

Fuoristrada della memoria
Ripercorrono ricordi desueti e consunti,
Equità sociale e libero pensiero
Resti ormai sommersi di un'Atlantide mai esistita. 

Umanesimo vituperato ed irriso
Ragionamento dell'essere imprigionato dentro emoticon amorfi
Lotta sociale anestetizzata.

Pochi popoli coraggiosi reagiscono
Si ribellano
Non cedono al ricatto di una società evanescente,
Occidente
Invece
Che scatta il suo ultimo placido selfie
Anticamera della sua estinzione.

Ricchezza concentrata in poche mani
Povertà che coinvolge un unico grande pugno chiuso
Formato al suo interno da tanti palmi innocenti aperti al futuro.

Corri in avanti
Respira lotte di piazza
Cancella schermi corrotti
E monitor malati.

Corri di lato
Schiva le ipocrisie
Riappropriati dei tuoi diritti
E crea una nuova Atlantide 
l'Atlantide 2.0

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 30 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Bombe"

BOMBE

Cadono
Come grandine sul terreno
Cadono fragorosamente

Armi covenzionali
Irrispettose delle più basilari convenzioni del vivere civile

E cadono
In ogni angolo del terreno
Cadono
E tu puoi solo pregare. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 28 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Destiny Can't Change"

DESTINY CAN'T CHANGE

Cerca la sua strada
La cerca per strada
Sperando di abbandonare la strada

E canta:
"Ora, ora, ora andrò via da qui"

Cresce
Si diploma
Ma ancora non basta per spiccare il volo
Non è sufficiente. 

Ma ancora lui sussurra dentro di sè:
"Presto, presto, presto andrò via da qui"

Si laurea
Fa il grande passo
Grazie anche ai sacrifici dei suoi genitori
Ma ancora deve attendere a lasciare quel ghetto di violenza e disagio
Manca l'ultimo tassello
Il più difficile: il lavoro.

Ma ancora lui dentro di sè fischietta:
"Presto, presto, presto andrò via da qui"

Un giorno 
Quattro balordi di una banda 
Tendono un agguato alla sua ragazza e la uccidono.

Dolore immenso
Voglia di vendetta
E fa vendetta.

Ovviamente le forze dell'ordine
Che non sarebbero mai riuscite a prendere quei 4 balordi
Arrestano lui.

Fine di un sogno.

Ma lui ancora nel suo cuore canta:
"Presto andrò via da qui"

E poi con un velo di tristezza
Ed un sorriso amaro sussurra:
"Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta ad andare via da qui"

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 25 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Ammutinamento"

AMMUTINAMENTO

E se le lettere e le parole evadessero dai libri
Stanche di una prigionia insensata
Soffocate da polvere figlia di pagine mai sfogliate?

E se le consonanti si ammutolissero
Seguendo chi ha già scelto quella strada
Come un capo silenzioso ma carismatico.

E se le vocali urlassero isolate
La loro rabbia
Il loro impotente senso di inutilità?

E se noi
Non potessimo più parlare
Pensare
Scrivere, narrare, sognare?

E se le lettere evadessero dalla Storia
E dalle nostre corde vocali
Dalla nostra mente e dalle nostre emozioni,
Sapremmo e riusciremmo di nuovo a piangere ed amare?

E se quel giorno fosse oggi,
Davvero l'uomo capirebbe l'insulsa essenza della violenza?
E comprenderebbe il senso vitale del loro ammutinamento?

Sguardi
Tatto
Lacrime e sorrisi
Si intensificherebbero
Cancellando l'odio
O diventeremmo ancora più crudeli ed efferati?

Apriamo gli occhi
E sentiremo ululati bestiali di uomini senza espressione
Uccidere
Appellandosi a significati distorti di parole pulite.

E se i nostri sensi
Stanchi di violenza
Ci abbandonassero?

Prima le lettere dei nostri alfabeti
Poi udito e vista, olfatto
E poi il tatto...
Ed un corpo inerme, vuoto
Uno spento involucro
Vagherebbe senza meta
Cancellato dalla sua stessa ferocia.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 23 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Chile Herido"

Vergognoso, inaccettabile e fascista il coprifuoco stabilito in Cile a seguito delle sacrosante proteste dei cileni sugli aumenti previsti ed ora tolti dal loro Presidente in carica. Questi aumenti sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso in un Paese che ha ancora profonde diseguaglianze e disparità economiche e quindi di riflesso sociali. Il titolo della poesia vuol dire "Cile ferito" ed ho scelto lo spagnolo apposta per ricordare il titolo di un famoso brano degli Inti - illimani.

CHILE HERIDO

Cile ferito
Mia Terra
Non versare più
Lacrime di diseguaglianza
Non accettare più
Lacrime di ingiustizia

Voci di libertà
Non possono permettere il coprifuoco
Coprifuoco di fatto e di pensiero.

Cile martoriato
Dove certe perdite ancora non hanno nome e sepoltura
Dove certe morti ancora non hanno un corpo
Ora rinasci 
Non permettere il ritorno di recrudescenze passate
Prendi la vita nelle tue mani
Prendi il tuo futuro e fanne raggi di sole 
Afferra il tuo destino
Non permettere che i tuoi sogni non abbiano nome
Non lasciare che le tue speranze non abbiano futuro e identità.

Cile ferito
Da disparità sociali mai smussate
Mai cancellate,
Torna a sorridere libero

Cile ferito
Sanguino con te
Lotto con te
E reclamo le tue istanze 
Sognando di rivederti di nuovo
Presto 
Luminoso,vivo e libero. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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 "...Sono pronto a resistere con ogni mezzo, anche a costo della vita, in modo che ciò possa costituire una lezione nella storia ignominiosa di coloro che hanno la forza ma non la ragione"
Salvador Allende 11 settembre 1973

lunedì 21 ottobre 2019

L'angolo del Rockpoeta®: "Irene"

IRENE

Intarsio sanguinoso nel cuore
Intarsio volgare che umilia il tuo corpo
Incesto subito ancora una volta

Tu, ora sedicenne, patisci tali violenze
Inferte da tuo padre
Da quattro anni ormai.

Ubriaco
Quasi ogni sera
Sale le scale
Tenendo ancora in mano 
Il collo dell'ultima bottiglia che ha bevuto
E barcollando apre la porta della tua stanza.

Momenti interminabili
E la mattina dopo
Ti sorride come se nulla fosse successo
Mentre tu vaghi per la cucina come un fantasma
E fissi tua madre che abbassa lo sguardo.

Ti senti persa
Sola
Abbandonata
Ma questa volta giuri a te stessa che deve finire.

Denunci
Vieni allontanata da quel luogo di follia;
Giulia, la tua amica del cuore,
È sempre accanto a te,
Non ti lascia mai.

Sono stati anni difficili
Faticosi
Logoranti ma necessari per ricostruirti dentro
Ed iniziare una nuova vita. 

Oggi a 28 anni
Sei felicemente sposata 
Lavori e sei mamma di Luca.

Quell'inferno è alle spalle ormai
Ma talvolta il tuo sguardo
Si vela ancora di una patina di tristezza
Un'ombra che oscura i tuoi occhi.

Ma è solo un attimo
Poi ti volti
Prendi in braccio tuo figlio
Sorridi a tuo marito
E cancelli così
Quelle ultime residue scorie d'orrore. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 18 ottobre 2019

OPINIONE DEL ROCKPOETA®: La Manovra Finanziaria (Poveri Noi)...

È stata varata, salvo intese, salvo modifiche ulteriori parlamentari (speriamo in meglio), la manovra finanziaria di questo nuovo esecutivo che in sostanza sembra dare qualcosa ad alcuni ma che poi in pratica aumentando alcune tasse quello che ha dato, con l'altra mano toglie. Davvero pochissime le iniziative positive, forse quasi nessuna.

È stato varato il DEF ed ecco che tutti (tutti chi? Forse la maggioranza di governo, ma in realtà neanche quella nel suo insieme) gioiscono per una manovra che crede di combattere l'evasione fiscale solo riducendo di fatto il limite d'uso del contante quando tutti sappiamo come sia complicato a volte convincere il negoziante ad usare la carta di credito soprattutto per le alte commissioni che devono pagare. Carta che poi ha un limite mensile che, se non si usassero anche i contanti, si rischierebbe di superare e tutto questo quando sappiamo benissimo che chi vuole evadere troverà cmq il modo di pagare in nero superando agevolmente tale limite. Saranno come al solito gli onesti a subire le conseguenze di questo disagio inutile.

Lotta all'evasione che invece di realizzarsi attraverso controlli incrociati più severi ad alti livelli, incentivi e riduzione delle imposte, trova nel limite del contante il suo unico e patetico strumento. La Germania e non solo lei, insegna che anche senza limiti all'uso del contante si può combattere l'evasione, basta fidelizzare di più la gente allo Stato ( mi rendo conto, qui da noi visto lo Stato è un'impresa ardua) e stabilire una maggiore equità: chi ha tantissimo paghi un po' di più (e ci si accerti che lo paghi, quindi più ispettori a controllare) chi ha poco o abbastanza (leggasi ceto medio ed anche ceti più deboli) paghi meno e chi è veramente povero, nulla. Non mi soffermo sulla "lotteria" per incentivare l'uso della moneta elettronica perchè è una misura su cui stendere un velo pietoso e che al massimo può suscitare profonda ilarità.

mercoledì 16 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Hevrin Khalaf"

HEVRIN KAHLAF

Hevrin
Ambasciatrice di armonia e concordia
Vera operatrice di integrazione
Membro del Partito Futuro Siriano

La tua battaglia di pace
Era scomoda per chi non vuole pace in quell'area
Per chi vuole caos e violenza
Per chi non può accettare 
Che sia pure una donna a chiedere tutto questo.

Era solo questione di tempo
In un mondo che non sostiene donne coraggiose e forti come te
Era solo questione di tempo
Per un'area in guerra dove non esiste nè legge nè giustizia
Era solo questione di tempo
E poi sapevi che sarebbe successo
Era solo questione di tempo. 

Ma tu non hai smesso di lottare per la causa
Non hai ceduto alla paura
Non hai voluto rinunciare ad agire per la pace.

E ti hanno uccisa
In un vile agguato
Trivellando di colpi l'auto sui cui viaggiavi
E giustiziandoti.

E noi 
Tutti noi siamo colpevoli quanto i tuoi assassini
Colpevoli per il nostro disinteresse
Colpevoli di vivere a ritmo convulso e frenetico
Non fermandoci un solo istante a pensare, riflettere
Colpevoli di superficiale ignoranza.

Hevrin
Il suono della tua voce
Come monito per noi poveri mortali
Il suono della tua voce
Come sprone a seguire le tue orme
Il suono della tua voce
Per non lasciare che il tuo percorso di vita
Svanisca nella sabbia
Il suono della tua voce
Per non permettere che cresca il deserto 
Anche dentro l'animo umano. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 14 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "U238"

U238

Improperi allo zenzero
Piccanti non abbastanza
Non mandano in sollucchero il palato
Ma non bruciano le pareti dello stomaco
E ti succhiano la vita come l'U238

Dai Balcani a Kabul
Volontari per dovere
In volo verso la disperazione
Non avremmo mai pensato 
Giunti a terra 
Di respirare morte.

E così torniamo
Non immaginando affatto
Di avere impoverito la nostra aspettativa di vita futura

Come un nemico silente
Col tempo
L'Uranio impoverito ha assottigliato le nostre esistenze
E quelle dei figli che le nostre donne hanno concepito al nostro ritorno.

Noi con tute ridicole degne di Superpippo
Gli Americani con equipaggiamento da Resident Evil
Questa la differenza.

E poi le Alte Sfere 
Come sempre pronte ad insabbiare
A negare
A non voler risarcire le nostre famiglie

E tu
Patriota ridicolo
Che canti stornelli vuoti e nostalgici 
E ti vesti in stile militare
Solo per sembrare più figo e duro
Apri gli occhi
E se ami davvero il tuo Paese
Fai l'uomo 
Chiedi insieme a noi verità e giustizia.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 11 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Inattivo"

INATTIVO

Sono un Inattivo
Inattivo non pelandrone o scansafatiche
Esiste una profonda differenza.

Sono anni che cerco lavoro
Curriculum inviato ovunque
Colloqui di lavoro sostenuti 
Imparando a rispondere 
Come certi super - esperti ti consigliano di fare
Imparando a gestire comportamenti verbali, 
Paraverbali e non verbali.

Tutto inutile
"Ti faremo sapere"
Oppure "Troppo qualificato per questa occupazione"
O ancora "Lei è troppo inesperto" 
O il contrario "Cerchiamo uno da formare, 
Lei ha già troppa esperienza" 
Solo perchè magari ho lavorato per pochi mesi 
In quel settore l'anno precedente.

Tenti ovunque
Comunque
Mettendo da parte i tuoi sogni
Quelli per cui hai faticato sui libri 
Per tutti questi anni
Ma è assolutamente inutile.

Ed allora da un paio di mesi
Sono quello che voi 
Vigliaccamente
Definite, con squisita ipocrisia, 
Inattivo. 

Mi sono temporaneamente arreso
Ho esaurito le forze
La capacità di umiliarmi
Ho esaurito perfino la fantasia
Sì, la fantasia, quella che ti permette 
Di provare a fare domande perfino per i lavori più impensabili.

Ho chiesto il reddito di cittadinanza
Negato
Ho lavorato per due mesi l'anno prima 

Peccato che non venga fuori
Che ho lavorato per 12 mesi interi in nero
L'anno prima ancora
Perchè o così o c'è un altro disperato 
Che quel posto 
A quelle condizioni
Lo prende.

E così sono inattivo
Con la dignità sotto i piedi
La tristezza nel cuore
Ed un forte sentimento di rabbia impotente
Dentro la mia testa.

Cucina - sala
Sala - cucina
Computer 
(Ogni tanto un'occhiata alle offerte la do ancora
Da inguaribile folle romantico ed illuso)
Cucina - divano della sala.

Tv accesa
Sento l'onorevole di turno
Che parla di crescita e rilancio dell'economia
E trasalisco

Scatto di corsa
Sala - bagno
Vomito. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®


E se volete la stessa poesia la potete vedere e sentire recitata da me...



mercoledì 9 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Kurd"

È notizia di due giorni fa che la Turchia attaccherà la Siria settentrionale dove ci sono i Curdi con il beneplacito  degli USA che abbandoneranno l'area con le loro truppe non volendo così  né sostenere né partecipare all'operazione, di fatto lavandosene le mani. Questa progettata invasione sarà fatta solo allo scopo di sterminare quella parte di popolo curdo (che tra l'altro gli USA appoggiavano, begli "amici"…) che vive in quei luoghi, perché dichiarato da sempre, da Ankara, popolo di terroristi...

KURD

Siamo Curdi
Popolo dalle tradizioni storiche antichissime
Antiche quanto le persecuzioni che subiamo

Vivo nella Siria del nord
Altri di noi nella Turchia sud-orientale,
Nell'Iran nord-occidentale e nell'Iraq settrentionale

Si chiama Kurdistan
Ma noi non abbiamo un nostro Stato 
Noi siamo fantasmi in carne ed ossa che respirano
E  solo per il fatto di esistere già diamo fastidio. 

Ci perseguitano perchè noi non meritiamo una nostra terra
Perchè non abbiamo il diritto di rivendicare una nostra cultura

Terroristi ci chiamano
Eppure l'Isis lo abbiamo combattuto noi in prima linea
Noi abbiamo fermato l'ombra nera del Califfato
E tutti noi abbiamo imbracciato i fucili
Anche le nostre donne
Senza indugi
Per amore della libertà 
Contro il fanatismo religioso
E per amore della nostra terra.

E la Storia si ripete
Potremmo ricordare gli Armeni
E tante altre popolazioni quasi sterminate
Prima di riuscire ad essere riconosciute libere persone in libero Stato.

E canto 
Canto con la mia donna e mio figlio
Il dolore e la sofferenza 
Nostri e del nostro popolo

E cantiamo compatti 
Uniti nei nostri differenti idiomi

E levo alta la mia voce
In Kurmanji ed in Zazaki,
Ed in ogni lingua in cui il mio popolo si esprima.

Noi
Tanti idiomi diversi, tante tradizioni differenti, 
Un'unica entità.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 7 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Voce"

VOCE

Voce di lotta e libertà
Si perde nell'aria, nell'etere
E nella vasta gabbia del web,
Avvolta in un sudario d'oblio
Privata dell'eco che meriterebbe
Impedita di spiegare le proprie ali
Per colpa della vostra sordità sociale

Voi schiavi felici di esserlo,
Vi lamentate, è vero, per molte cose
Ma poi ci passate sopra
Abbacinati dalle sirene ammaliatrici dei media
Abbagliati dalla voglia di mostrarvi sempre e comunque
Sedando la vostra temporanea frustrazione
Godendo sul web di quella altrui, se riuscite a trovarla,
E placando la vostra mediocre sete di apparire 
Con un selfie davanti alla vostra pizza
Appena giunta al vostro domicilio. 

Voce di denuncia
Linciata da una massa ormai 
Ben domata ed ammaestrata dal Potere.

Nebbia di ignoranza
Offusca la visuale della verità
Sfuma, come in un volgare fade out,
Voci di informazione e conoscenza.

Voci fuori dal coro
Invece di emergere come in un gospel di libertà
Sono isolate e bandite attraverso l'oblio mediatico.

Voce, voce, voce
Sentite questa voce?

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 2 ottobre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®:"Metamorfosi E Riconversioni"

Postata nel 2008 e scritta qualche anno prima, la poesia racconta di un fatto vero ma come leggerete voi stessi è attualissima ancora oggi, mentre intanto abbiamo un nuovo esecutivo che ci ammorba con tante belle promesse così ampie e vaghe che sembra difficile si possano mantenere. Ed intanto il Paese affonda…(vedi ad es. caso Whirlpool a Napoli)

METAMORFOSI
e
RICONVERSIONI

Metamorfosi radicali
Sconvolgono
Realtà inermi.

Città, paesi, persone
Subiscono 
le leggi implacabili del mercato.

Una Fabbrica chiude
E 470 persone – in maggioranza giovani –
Restano sul ciglio della strada
A guardare
Il loro futuro che muore.

Carotidi piangenti
Latrati di voci avariate
Corde vocali 
Imputridiscono
Perdendo
L’ultimo brandello di credibilità.

Impianti riconvertiti
Fagocitano
Lavoratori obsoleti…

Ma se a 35 anni
Sei Vecchio
Perché vivere fino a 80?

La Vita biologica s’allunga
Quella dell’Anima si abbrevia

Allungateci l’Anima

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 27 settembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Basta!"

Oggi ci doveva essere una poesia che invece vi posterò più avanti. Questo cambio di lirica è dovuto alla dolorosa e per me straziante scomparsa del nostro caro Vincenzo Iacoponi. Scritta qualche giorno fa è una poesia più forte di altre e particolare. Non ero convinto se tenerla poi ho ripensato ad un commento di Vincenzo ad una mia poesia postata tempo fa dal titolo "Non Pervenuti" sulla guerra dimenticata in Yemen. Vincenzo in quella occasione scrisse testuale: "Bell'intervento, Daniele, pulito, sulla palla, senza staccare il piede dell'avversario, senza fargli male, ma dicendogli chiaro e tondo tutto il tuo sdegno. Eppure qualche volta sarebbe salutare un bello scivolone a gambe unite e tese a rompergli una caviglia, a farlo rotolare ben bene sull'erba strillando che lo sentano anche attraverso il satellite nei continenti lontani. …"   Finita la poesia che oggi leggerete. mi sono posto proprio il problema che fosse più "violenta"e scorretta, insomma un intervento a piedi uniti sulle gambe dell'avversario, cosa che non è nel mio stile. Stavo per cestinarla poi ho ricordato quelle parole di Vincenzo e l'ho tenuta. Oggi la posto in suo onore ed in sua memoria sicuro che questa entrata a gamba tesa della mia poesia gli sarebbe piaciuta.

Questa poesia te la dedico con la mia anima straziata. Ti porterò sempre nel cuore. 

BASTA!

Ora basta con le parole
Basta con una forte, seria ma vana denuncia sociale
Ora si agisce!

Violenza
Bombe
Colpire le ingiustizie della vita e di questo pianeta
Straziarle
E con esse cancellare
Quegli uomini che hanno inflitto tale dolore.

Qualcuno obietterà 
Che questa filosofia la Storia l'ha già vista mettere in pratica
Che ciascun essere umano potrebbe ragionare così
Applicando a tale pensiero le sue tesi.

Vero
Ma a questo punto 
Meglio che sia guerra totale
Inferno e distruzione
Estinzione del genere umano
Per cancellare ogni tremore nefasto
E pazienza se a rimetterci saranno anche
Poveri innocenti
I negletti di questo mondo.

Ed anche la mia sorte sarà segnata
Ma la morte sarà come quiete
Lo stacco da una vita inutile
Dove parole di lotta non furono ascoltate
Dove parole di risveglio sociale 
Non destarono l'umanità dal suo artificiale torpore.  

Che il conflitto abbia inizio
Che la strage finale si compia
Estinzione assoluta!

Ed un enorme fungo
Inghiottì queste imperfette esistenze.

Mi sveglio
Un sogno
Ed in bocca uno strano sapore di piacere misto ad orrore. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 20 settembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Cuscino"

IL CUSCINO

"Piangeva troppo forte signore
Ho solo cercato di calmarla
E silenziarla con il cuscino"

Sono pentita
Dicono che sono pazza
Isterica
Ma provate voi a sopportare
Quella piccola creatura che non capisce i tuoi comandi.

Ora dicono che l'ho sempre odiata
Solo perchè è capitata per caso
Solo perchè io non ero convinta
Solo perchè essere mamma è un ruolo
Che non ho mai sentito nelle mie corde.

Era una bimba adorabile di pochi mesi
Ora giace dentro la culla immobile e muta
Ma io non la odiavo
Ero così emozionata durante la gravidanza.

Dicono che ho stretto forte
Molto forte quel cuscino
Ma io non lo ricordo neanche
E pensare che quando si era zittita
Ero così orgogliosa di me e delle mie capacità di mamma
Ed invece ora mi dicono che l'ho uccisa.

Non ci posso credere
Ora arrivano strizzacervelli
Che dicono che ero troppo giovane ed instabile
Per fare da mamma ad un bambino.

Che ero troppo giovane
Ho 22 anni
L'avevo già fatto notare anch'io a mio marito
Ma si sa
Tutti assumono come dogma il luogo comune che
Una donna è per definizione mamma da sempre

Ora mi portano via
Mio marito mi odia
Il suo rancore è insopportabile
E torno a ripensare a quei momenti
E sorrido soddisfatta
Perchè penso che forse amava più mia figlia di me

Ed ora accada quel che deve accadere 
Li seguo spontaneamente
Conscia che almeno in carcere
Non ci sono bimbi.

Sono confusa
Alterno momenti di disperazione
Ad altri di soddisfazione.

Mio marito mi odia
Ed io la sola cosa 
Che continuo imperterrita a pensare
È che se solo lei avesse smesso di piangere…

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 16 settembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta® : "Dying In Memphis" (Video)

Oggi facciamo un esperimento. Una mia poesia letta da me in video, un video non come quelli ufficiali che avrete visto dove recito dal vivo, ma molto amatoriale fatto da me e dove non mi vedrete a figura intera ma seduto davanti al mio Mac fissando la telecamerina del medesimo. Spero che nonostante tutto apprezzerete la poesia e la recitazione.  Vi lascio al video, buona visione. 


venerdì 13 settembre 2019

OPINIONE DEL ROCKPOETA®: Le Emergenze Dimenticate

In questo turbinio di promesse e programmi di governo appiccicati insieme bellissiimi a leggersi, improbabili nella loro realizzazione (anche per diverse vedute su alcuni temi tra iPD e cinquestelle),, osservo che ci sono delle emergenze di cui non si parla più, dimenticate ma che non per questo sono svanite. Vediamone in breve qualcuna:

1) Le morti sul lavoro: eh sì perchè benchè non se ne parli,basta guardare le statistiche per rendersi conto che questo fenomeno esiste ancora. E se poi capita che siano in diminuzione è perchè, come dico sempre, se c'è meno lavoro ci sono anche meno incidenti.

2) La Criminalità organizzata: se ne parla pochino ma loro non vanno in ferie. Beh forse una decina di giorni ad agosto se li fanno anche loro ma poi tornano sul pezzo. Eppure non sembra più una priorità dell'Esecutivo.

3) La ricostruzione dei luoghi terremotati ed ancora disastrati. Da L'Aquila ad Amatrice solo per fare due nomi.

Sono, queste qui riportate, priorità di rilievo ma di cui non ci si interessa più perchè non fanno più audience al momento. Intanto questo Governo - pastrocchio mette insieme tante idee che poi voglio proprio vedere realizzate. In primis la revoca ai Benetton della concessione per le autostrade, revoca che ora è diventata revisione nel programma di governo e revoca su cui il PD sembra meno convinto. E poi gli asili nido gratuiti per i ceti meno abbienti. Bellissima iiniziativa, vedremo se troveranno i fondi per farla.

Tante sono le emergenze, e se non parlo di politica, quella di cui si tratta nei tg,  è perchè mi sembra che ci siano solo chiacchere ed accordi per difendere le poltrone (come per questo Governo) e quindi io continuo a denunciare le ingiustizie sociali senza occuparmi e preoccuparmi se Di Maio e Zingaretti litigano come due bambini su un sottosegretario piuttosto che un Viceministro. Intanto quelli che erano i programmi dei cinquestelle, anche giusti in certi casi, possiamo molto probabilmente, considerarli accantonati per sempre.

mercoledì 11 settembre 2019

L'Angolo del Rockpoeta® :"I Veri Eroi"

I VERI EROI

Pagati una miseria
Orari e turni durissimi
Sempre pronti ad affrontare il pericolo
Sempre pronti a convivere con la morte.

Una volta eroi dei bimbi
Oggi forse non più
Sono coloro che con coraggio ed abnegazione
Si tuffano tra le fiamme per spegnere incendi.

Molti di voi si ricorderanno di loro 
Per l'alto tributo in vite umane fornito
Quel famoso 11 settembre 2001;
Ma la vita, loro, la rischiano sempre
Ogni giorno, in ogni momento. 

Sono i vigili del fuoco
O più romanticamente i Pompieri
Sono quelli che notte o giorno
Sole o pioggia
Appena sono chiamati non indugiano un istante
E partono subito per la destinazione prestabilita.

Sono quelli che hanno salvato vite umane 
Anche durante le alluvioni
Sono dei veri eroi quotidiani
Perchè il pompiere non lo fai per soldi
Lo fai per vocazione:
È come una voce interiore che ti spinge 
Ad aiutare il prossimo a discapito della tua vita.

Sono coraggiosi
Sono sottopagati
E come se tutto questo non fosse già abbastanza
Sono anche pochi rispettto a quanti ne servirebbero sul territorio

Li vediamo tutti i giorni
Siamo loro riconoscenti per il lavoro che fanno
Ma poi nessuno li celebra
Nessuno canta le loro gesta
E soprattutto
Nessuno denuncia in quali condizioni di enorme difficoltà
Siano costretti a lavorare
Per mancanza di uomini e di mezzi.

Ed io so che se uno di loro
Adesso potesse parlare dentro questa poesia
Ci direbbe di chiedere ai politici meno parole 
Meno fanfare, ma più fatti.

E questi miei pochi versi
Per dirvi grazie
Per confessarvi che siete i miei eroi da sempre
E per sperare che queste parole di denuncia 
Possano risvegliare certe anime sorde e restie all'azione.

Scatta la sirena
Un nuovo allarme
E siete di nuovo sul campo
Per noi.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®