lunedì 30 gennaio 2023

L'angolo del Rockpoeta®: "Manichini Penzolanti"

Questa poesia nasce.... no questa volta provo ad essere, spero almeno, più scherzoso. Dunque, questa poesia ha 3 colpevoli. Due i mandanti ed uno, ossia io, l'esecutore materiale. I due mandanti, o forse più corretto dire istigatori, sono Alligatore in primis, un eccellente blogger ottima persona e profondo conoscitore di musica che in questo suo post intervista Dagger Moth alias Sara Ardizzoni, e poi proprio lei,  Dagger Moth  . Sara è una cantante, compositrice, strumentista, insomma si occupa personalmente di ogni aspetto artistico e non. Ascolto il suo ultimo lavoro e lo trovo sensazionale per testi, sonorità, voce, arrangiamenti. È per me di fatto un'autentica scoperta. Vado a sfruculiare indietro nel tempo e trovo su You Tube un suo pezzo solo strumentale suonato live a Pola in Croazia dal titolo Nodi e che trovate QUI. Non me lo levo dalla testa e siccome molti di voi sapranno che in passato più volte ho fatto Reading con mie poesie recitate anche con l'ausilio di autentici brani musicali originali suonati per me da uno o più chitarristi, beh l'ho scritta immaginando di seguire il ritmo di quel suo brano. Posso recitarla perfettamente anche senza la sua musica sotto, la mia poesia ha un ritmo tutto suo, ma vi garantisco che quando ascolterete anche quel suo pezzo dopo aver letto la mia poesia, vi renderete conto che i due elementi insieme, per il mio modesto parere, sono in sintonia. Non so che cosa ne pensi lei, né se apprezzerà il contenuto della mia poesia, ma lo scoprirò presto penso 🤞 

MANICHINI PENZOLANTI

Come un nodo in gola 
All'improvviso
Come un flash
Senza preavviso
Ecco la verità

Si presenta a noi
Con i vestiti stracciati
Ed il volto di chi
È stata abusata
Strumentalizzata
Umiliata a più riprese
Ha lo sguardo di chi
Forse ora è al traguardo

Ancora però
Non è finita
Fari abbaglianti
Coprono e accecano
Chi non ha 
Occhiali per decifrare la menzogna
E sinapsi per guardare oltre il bagliore dell'inganno.

Coriandoli di sterco
Dall'alto dei balconi gentilizi
Carnevale senza Pulcinella
Maschera scomoda 
Peggio lui di Masaniello,
E senza Arlecchino
Che nonostante sia uno scaltro
Opportunista
Un voltagabbana pronto a cambiare
Opinione e schieramento 
Alla prima occasione 
Non per niente è servitore di  ben 2 padroni
È comunque temuto
Perchè è meno pericolosa una voce ribelle ma stupida
Che spara proteste ed invettive "A salve"
Che un servitore furbo ed intelligente
Perchè se decidesse di non voler più servire
Lui sì 
Che saprebbe colpire i centri vitali del Potere.

Nodo in gola
Boccone amaro da sputare
Manovra di Heimlich
Per dar respiro alle sinapsi 

Nodo al fazzoletto
Per non dimenticarvi
Cosa sono stati questi ultimi tre anni

Nodo in gola per noi
Che non riusciamo a dimenticare
Nemmeno un solo istante
I soprusi subiti

Nodi al pettine
Quelli che stanno finalmente emergendo

Fremito di paura
Per il timore fondato
Di essere sempre un passo indietro
Nei confronti di coloro
Che vogliono falcidiarci
Nei confronti di chi
Ha ben chiaro
Quale nodo immagini per noi
Un nodo da poggiare intorno al nostro collo

Colpo secco
Un calcio allo sgabello sotto di noi
Ed intere masse spariranno

Un unico rammarico
Quello di accomiatarci da questa vita
Pur essendo stati uomini fino all'utlimo
Nello stesso modo di chi 
Per ignoranza o convenienza
Non ha mai ascoltato nulla
Ossia...

Come manichini penzolanti.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

sabato 28 gennaio 2023

L' Angolo del Rockpoeta®: "L'Imbarazzante Suono Del Silenzio"

Il titolo l'ho deciso in quanto anche nella giornata della memoria, le loro morti il loro sterminio le loro deportazioni passano sotto il più totale ed assordante silenzio. A chi alludo? Leggiamolo...

L'IMBARAZZANTE SUONO DEL SILENZIO

Perchè no?
Perchè io no ?
Solo perchè non sono ebreo?
Non credo sia questa la ragione.

Disabili
Sinti
Anche di loro si parla poco 
In questa giornata
Nonostante la persecuzione
Riguardasse anche loro.

Su di me non si dice nulla
Silenzio imbarazzante
Perchè?

Eppure in quelle docce
Ammassati come bestie al macello
C'eravamo anche noi
Noi che venivamo perseguitati
A prescindere dall'essere ebrei o meno
Noi deportati perchè considerati
Errori della natura
Da alcuni
Autentico abominio da parte di altri

Ancora non lo hai capito chi e cosa sono?
Sono quello che anche oggi definite 
In modo dispregiativo 
Con numerosi vocaboli poco eleganti

Per chiarirvi ne scelgo una a caso
Mi chiamo Alfredo e sono finocchio.

Non sono ebreo
E molti come me
Mi dicevano che rastrellavano solo loro
Ma io non ero sereno
Avevo visto portare via anche disabili
Sinti ed omosessuali.

Infatti fu così
Destinazione Mauthausen

Sono sopravvissuto per miracolo
Per ragioni imperscrutabili
Che ancora adesso non comprendo.

Ma anche in questa giornata
Siamo discriminati
A prescindere dall'essere ebrei o no
È proprio che se sei finocchio
Tu sei un reietto sociale
Perfino oggi
Perfino quando si parla di olocausto.

Si parla tanto di quel fenomeno disgustoso
Come il negazionismo dell'olocausto
Ma per noi sembra quasi che l'olocausto
Non ci abbia riguardato

Vero
I nostri numeri sono inferiori 
Confrontati con quelli di intere famiglie ebraiche
Deportate e cancellate dalla faccia della Terra
Ed infatti
Vorrei che non mi si equivocasse
Non sto ponendo la questione in termini
Di contrapposizione col popolo ebraico
Nè di macabra gara a chi ne hanno uccisi di più
Sto solo chiedendo
Che non ci si dimentichi di molti di noi
Che si parli anche di noi in questa giornata.

Noi che come voi 
Abbiamo subito gli stessi orrori
Le stesse torture
Gli stessi esperimenti
E frequentato le stesse "docce"...

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 27 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®"Out Of Order" (Questa Funivia Non S'ha Da Fare)

Mi spiace dedicare meno spazio al post precedente, ma di necessità virtù. Parliamo in questo video di Genova e di un progetto illogico e pericoloso che il Comune vorrebbe attuare: Post che nasce per merito di Maratoneta Giò che ha segnalato il problema. Domani si mobiliterà l'intera città con più presidi in più aree di Genova. Luoghi e nomi di associazioni e comitati partecipanti li potete trovare nella descrizione del mio video e poi più sotto nel file in jpeg del volantino aggiornato. Io, per chi non avesse letto il post di Angela Maratoneta, posso solo dire che questa funivia non s'ha da fare ed al contempo invitare a vedere il mio video dove spiego il perchè di questa lotta e l'ora in cui scatteranno le proteste nei vari presidi oltre a recitare la mia poesia "Out Of Order"che ho scritto e lasciato ieri tra i commenti nel post di Angela. Appuntamento per chi fosse di Genova e potesse e volesse partecipare, domani nei luoghi a voi più vicini o cmq dove preferite essere presenti per dare un segno.


  

E QUI SOTTO 
IL VOLANTINO AGGIORNATO DEI LUOGHI
DOVE I VARI COMITATI E ASSOCIAZIONI
 PARTECIPANO
CON I LORO PRESIDI IN CITTA'

L'Angolo del Rockpoeta®: "Dietro Al Muro", Io Ricordo" e "El Pueblo Tiene Alma"

Giornata della memoria e la prima poesia è appena nata, ispiratami dalla foto di Marco Cavallini alias Marcaval che ringrazio sempre per l'onore che mi concede  nel permettermi di postare insieme alla mia lirica anche la foto da cui ho tratto ispirazione e che trovate in fondo a questa prima poesia.

DIETRO AL MURO

Dietro al muro 
Omertà
Paura
Orribili misteri

Dietro al muro
Filo spinato
Docce di massa inquietanti

Dietro al muro
Auschwitz
Ma anche Guantanamo
Mauthausen
Ma anche i voli di morte:
Elicotteri in volo
Che scaricavano legati e bendati 
I prigionieri condannati a morire
In pieno oceano

Dietro al muro
Si nasconde la vergogna dell'umanità
Che, mi domando,
Come faccia a denominarsi ancora tale
Dopo quanto visto e sentito

Dietro al muro
Una tenue speranza:
Che di fronte al ripresentarsi
Di un qualunque rigurgito
Di una deriva liberticida e psicopatica
Come quella di allora
L'allarme legato a quelle parole 
Si metta a suonare 
Come le loro sirene dei campi

Perchè un giorno di questi
O forse è già successo in parte
Senza che la sirena desse l'allarme,
Dietro quel muro ci potrei essere io
O tu
O tu
O tutti voi.

Ed allora 
Riconoscere fin dalle origini
Fin dai primi orrendi vagiti
Questa creatura malefica
Capite tutti 
Che è essenziale
E dipende da noi
Dal grado di memoria storica che possediamo
E di quanto duttile sia per riconoscere
Il ripresentarsi di fenomeni come questi 
Simili ad essi
Magari più blandi, non identici 
Ma ampiamente riconoscibili
E riconducibili a quest'ombra dietro al muro
Ombra di orrore
Ma anche di silenzio
Omertosa vigliaccheria
Ed incredulità 

Un cervello che non riesce a credere
Di fronte a quello che vede
Che sia vero 
Se i media non lo dicono.

Anche allora
L'incredulità
Ebbe il sopravvento
Anche allora arrivavano voci
Voci di verità
Sull'orrore che si stava consumando
Nel loro Paese
Ma non potevano crederlo
Visto che il governo taceva 
Anzi continuava a parlarne
Con toni entusiasti e distorti.

Dietro al muro
Ci attende minaccioso l'oblio
Se non sapremo
Mantenere memoria storica

Memoria storica per ricordare
Memoria storica per vigilare

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®




Foto di Marco Cavallini
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IO RICORDO

Io Ricordo
Sì anche se non c'ero
E ricordo grazie anche a chi
È sopravvissuto a quell'orrore 
E non lo dimentica

Ricordo con gli occhi di chi
Ha visto
Ricordo perchè 
Senza Memoria Storica 
Non esiste futuro
E non si può scongiurare
Un eventuale rigurgito 
Di un terrificante ritorno al passato
Quel passato.

Sì oggi io ricordo
Ogni giorno lo ricordo
A maggior ragione in questa giornata
Ma anche oggi 
Come tutti gli altri giorni
Non dimentico
E non potrò mai più dimenticare
Neanche il mio recente vissuto
Fatto di nuove leggi "razziali"
Ghettizzazione ed altro ancora.

Io oggi ricordo
Li ricordo
Ne parlo
Ma al contempo
Anche oggi e per sempre
Non dimentico e non dimenticherò. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

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EL PUEBLO TIENE ALMA

E se qualcuno
Uomo o donna non fa differenza
Vi dirà che questa guerra
Ogni guerra 
È giusta
È per proteggerci dal male
E quindi la fa per noi
Non credetegli mai.

Ed io lo dico qui a gran voce
Forte e chiaro 
Chiunque si arroghi il diritto
Di combattere una guerra
Non lo faccia in mio nome
Non dica di farlo anche per me
Se non me l'ha mai chiesto

Nessuno faccia la guerra in mia vece
Che non gli ho firmato alcuna procura
O delega di alcun tipo per farla
E so che non può avermela mai chiesta
Nè potrà mai chiedermela
Perchè il mio NO come risposta
Si leggerebbe luminoso
In cielo
Squarciando nubi di guerra

E nessuno mi parli di patria
Io scelgo chi sono 
E dove mi sento a casa

Solo da dove vengo non posso cambiare
Ma non è una mia colpa
Le proprie origini non si scelgono
La propria provenienza non può mai essere una colpa.

Stermini di massa in nome di Dio
Genocidi compiuti con terrificante meticolosità
In nome di una inesistente razza superiore
Ed anche allora
Avete detto che tutto questo era per noi
Noi che eravamo "razza superiore".

Io non sono di una razza superiore
Ma so di essere sempre superiore a voi
Voi che fate le guerre e non avete le palle
Di dire che siete solo sporchi assassini
E che le fate in nome vostro 
E per i vostri sporchi interessi
E non in nome del vostro popolo.

I popoli di tutto il mondo 
Non vogliono mai la guerra
E se manifestano pacificamente 
O se necessario lottano a mani nude
E con le pietre contro carri armati 
E camionette che spruzzano acido
Lo fanno in prima persona 
Per la loro libertà

Ma questa non è guerra
È rivoluzione
E quando scatta
Il popolo non la delega a nessuno
La vive e la porta avanti
Sulla sua pelle
Con coraggio e dignità

Il Popolo lotta
Non stermina                                                                                                                                                  
Il Popolo si libera
Non conquista
Perchè il Popolo ha un'anima

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

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Appuntamento con tutti voi oggi alle ore 15.00

giovedì 26 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Consigli In Caso di Reincarnazione Ancora In Essere Umano"

 Eccezionalmente posto anche oggi. Non potevo infatti esimermi dal prendere posizione su quanto ho letto su Open e cioè che Messina Denaro, come tutti sapete affetto da un tumore al colon, abbia chiesto ai dottori che lo seguono di farsi reperire farmaci specifici contro questa patologia presenti solo in Israele.Oltre a ciò fa regolarmente la Chemio, e non ci sono impedimenti particolari, per lui la sanità pubblica funziona alla grande. Quindi come dicevo, lui "suggerisce garbatamente" quello che vuole. Ok e poi cosa ancora? Ah beh certo, riscaldamento acceso nella sua cella singola H24....  Mi sono allora permesso, alla luce di queste news, di buttare giù alcuni consigli nel caso in cui morendo scoprissimo che esiste anche la reincarnazione e che ci toccasse quella sorte tornando per la seconda volta ancora e nuovamente, esseri umani. Vi lascio ai miei "suggerimenti"...

CONSIGLI IN CASO DI REINCARNAZIONE ANCORA IN ESSERE UMANO

Consigli
Per una eventuale vostra
E nostra prossima vita
Suggerimenti preziosi
Nel caso scoprissimo
Che davvero ci si può reincarnare
E nel farlo
Venissimo abbinati nuovamente 
Alla razza umana.

Pensate al futuro per tempo
A quando si invecchierà
E per quando
Dio non voglia
Alcuni si dovessero ammalare
Di un tumore o di una malattia rara.

Se volete cure speciali
Particolari
Forse sperimentali 
Ma che decidete voi di assumere
E che magari è difficile e costoso reperire
Non rifate gli errori della vita precedente

Quindi
Non fate un lavoro onesto
Non siate onesti mai
Possibilmente cercate di far parte
Di una massoneria o meglio della mafia
Quella che conta però

Va detto 
Che almeno in quell'ambito
Si va ancora tutto sommato
Avanti per merito e non per raccomandazioni
Pertanto dimostrate il giusto valore
E sarete premiati.

Quindi
Carriera negli ambiti giusti
Cercando di fare favori 
Ogni volta che potete
Onde poi in seguito
Sapere di avere un credito esigibile
In ogni momento
Favori concreti che vi dovranno restituire

E così
Per celiare un po'
Se per esempio
Ti ammalerai di tumore
Anche dal carcere
Dopo essere stato il capo di tutto
Dopo essere stato latitante
Almeno per 20 anni 
Minimo Sindacale
Potrai in quel caso
Avanzare richieste concrete
Sul come vuoi essere curato
Da chi, con cosa
E come.

Certo se è un male incurabile
I miracoli non li fa nessuno
Ma stai tranquillo
Che se ci sarà anche solo una chance
Per tentare di guarire
Su di te la proveranno

Noti qualche differenza
Con la tua misera vita precedente?

Noti come 
Tu aspettavi mesi per esami
Di come la Chemio la facevi
Ma guai a nominare altri farmaci nuovi
E magari qui non ancora autorizzati

Quindi
Tieni a mente queste osservazioni
E se rinasci un'altra volta uomo o donna
Ricorda solo questa mia poesia
E pensa ad essere potente, 
Temuto
E ricco
A qualunque prezzo
E senza mai avere titubanze
Perchè gli scrupoli se li fanno i deboli
I vincenti mai.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 25 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Free Tango"

FREE TANGO

Inseguimento
Fuga a piedi
Tra un dedalo di vicoli inestricabile

Eleganti
Leggiadri
Ma spaventati
Sembrano fuggire
Danzando
Come una giovane coppia
Che si concede un tango
In mezzo ad una piazza.

Musica vietata
Danza considerata
Partner del demonio
Libri bruciati
Con la scusa che 
Per risparmiare su legna
Pellet e riscaldamento classico
Bruciare la carta delle pagine di un libro
Visto quanti libri esistono al mondo
È molto più utile e conveniente.

E non è finita qui
Perchè se ti trovano in possesso
Di più di 30 libri
O anche meno 
Se i titoli trovati
Fanno parte della Blacklist
Allora ti prendono con loro
E finisci in carcere.

E poi iniziano le torture
Potresti infatti essere a conoscenza
Di altri che sono o vengono considrati
Spacciatori di cultura
Sia essa contenuta in un libro
Un brano musicale
Nell'immagine di un dipinto o di una scultura
In una pellicola digitale di un film o di un corto
Anch'essi banditi 
Soprattutto poi se fanno pure parte 
Di quella famigerata blacklist.

Liberi
Innamorati
Ribelli
Danzano al ritmo di un bandoleon
E celebrano la vita
Quella vera
Quella lucente
Quella corredata dai sentimenti
E dal libero pensiero.

Giungono ad un portone
Entrano furtivamente
Hanno seminato la Polizia Culturale
Arrivano nel loro nascondiglio.

Felici
Elettrizzati
Ancora tremanti per il rischio corso
E per la passione che sentono scorrere 
Nelle loro vene
Schiacciano "play"
E sin dalle primissime note
Si riconosce Libertango di Piazzolla
Uno dei primi tre brani messi in quella lista nera

Occhi negli occhi
Gamba intrecciate 
Passi di libertà
Fieri e bellissimi
Giurano morte al regime
Ed eterno amore
L'uno verso l'altra.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 23 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®:"Dramma In Atto Unico"

Commentando la crisi ed il degrado della scuola pubblica in relazione all'evento realmente accaduto e di cui ho scritto in "Assurda Realtà" il 18 gennaio, rispondendo a Giorgio del blog  Easily Change osservai che si poteva non essere così distanti, più per disperazione in questo secondo caso, da ipotizzare seriamente quanto scrivo in questa poesia.... Cosa? Leggetela per saperlo😊

DRAMMA IN ATTO UNICO

Gino
Un 19 gennaio di 2 anni fa
Fa richiesta per una risonanza.
Al fegato ed al pancreas

Gino due anni fa aveva 38 anni.

Gino è fiducioso
Aveva già una volta avuto a che fare
Con la sanità pubblica
Anche se indirettamente.

Sua sorella, Barbara,
58 anni
Protesi all'anca
Nulla di grave
Ma Primario e reparto
Da standing ovation
E senza andare privatamente.

Gino non è ricco
E nemmeno i suoi familiari
Gino non può andare privatamente
E pensa che due anni sono tanti
Ma è giovane e forse
Quel gonfiore addominale
Non è poi nulla di serio
E comunque lui può solo attendere.

Oggi Gino di anni ne ha 40
E dopo due anni d'attesa
Vede confermato 
Quanto larvatamente prospettatogli 
Dal suo medico curante:
Tumore al fegato
Trapianto unica alternativa
E con la massima priorità.

Messa così
Mette già paura
Ma Gino avrebbe una speranza
Anche concreta.

Ma 
Sono passati due anni
E quei 24 mesi scandiscono
Una impietosa differenza

Se Gino avesse potuto
Fare quell'esame subito
Si poteva sicuramente 
Evitare il trapianto
E agire chirurgicamente
Asportando quel pezzetto di fegato malato
Per poi monitorare negli anni
Ciclicamente la situazione.

Ma due anni fa
Gli dissero che i tempi nel pubblico
Erano quelli
Che nulla lasciava presagire una reale urgenza
E pertanto doveva attendere il suo turno
Oppure c'era sempre l'opzione del privato.

Tornò con la richiesta urgente
Scritta dal suo medico di base
Per l'esame.

Ma oramai i tempi erano gli stessi
Gli dissero 
Nel senso che
Nonostante la richiesta urgente 
Del suo medico curante
Per via del Covid
E delle tante altre urgenze accumulatesi
La sua "urgenza" era meno pressante
Di altre che lo precedevano

Quindi due anni con l'urgenza
Due anni e quattro mesi senza
A Gino sembrò un'autentica presa in giro.

Ora Gino è in corsa contro il tempo
E nonostante la sua grave situazione
Non è più al primo posto in lista d'attesa
È slittato al secondo
E lui sa che tra 4 mesi 
Anche il trapianto
Potrebbe risultare inutile
Se peggiora.

Due mesi e mezzo
Ed il primo in classifica
Ha il suo organo per il trapianto

Da quel giorno 
Ne passano altri 30
Ma la fatidica chiamata non arriva.

15 giorni prima della fine
Lui non può più attendere
Ed agisce.

Esce di casa
Giaccone dalle ampie tasche
Si dirige prima al CUP 
Dove gli avevano di fatto 
Negato l'urgenza

Giunge sul luogo
Caso vuole che incontri
Lo stesso uomo di quella volta

Lo fissa negli occhi
Lo sguardo di Gino parla da solo
Poi parte un colpo di pistola
Ed il primo della sua lista è stato sistemato

Ma la sua lista d'attesa non è finita
Raggiunge l'ospedale
Perché anche qui ha dei conti da regolare.

Il primo della lista per il trapianto
Infatti
Non era un bambino
O cmq un soggetto che clinicamente
Avesse il diritto di passargli avanti
Era solo un ricco sessantenne  
Munifico donatore e sovvenzionatore di quell'ospedale
Nonché grande amico e giocatore di golf del Direttore della Struttura,
Che non avrebbe avuto il diritto di scavalcare Gino

Entra dal pronto soccorso
Nessuno si accorge di lui
E secondo un suo criterio di giustizia
Senza fare "favoritismi"
Va perfettamente in ordine di "merito"

Prima fulmina il Direttore
Poi il Primario del reparto 
E tutta la sua equipe
E poi mette una taglia on line
Su chi gli aveva rubato il suo fegato
Spiegando dove trovarlo e perfino quando.

Gino sa che qualcuno lo vendicherà.

Infine arriva all'ultimo della sua lista
Spara
E si uccide.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 20 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Voglio Camminare Sui Tuoi Passi"


"Voglio Camminare Sui Tuoi Passi"

Voglio respirare i tuoi passi
Lenti ed incessanti
Li voglio ascoltare 
Resettando il frastuono di fondo
Che cerca di soffocarli.

Voglio camminare sui tuoi passi,
Libertà
Per imparare a crearne crescendo
Di nuovi
Come una danza mai ballata prima. 

Voglio seguire le tue orme
Ed udirle mentre
L'emozione di saperle vive
Medica la straziante pena
Delle sempre più crepate
Pareti del mio cuore
Non ancora del tutto annichilite 
Nè uccise
Dal nauseante ribrezzo del nostro tempo
Dalla ributtante ed arrogante afasia
Di molte tristi esistenze di oggi

Voglio donarti il mio cuore, Libertà,
Voglio vedermelo cavare
Strappare a morsi
Se il mio sangue scorrendo per le strade
Sarà servito per liberare popoli da opprimenti regimi

Voglio vivere, Libertà,
Insieme a chi amo
E con la tua costante presenza

Consacro a te la mia vita
Una sola cosa ti chiedo:
Se già sai che perderai
Se già sai che ti sei stancata di lottare
Se già sai che ogni mio, nostro, sacrificio
Non ha fin dall'inizio 
Nemmeno un briciolo 
Di tiepida speranza di successo
Sussurramelo all'orecchio
Adesso
Affrancami da una lotta inutile
Da una gara che già sai truccata
Fallo ti prego
Per non farmi morire per una menzogna
Per non morire avendo creduto in una menzogna
E prima che chiuda gli occhi per sempre

E raggiungerlo. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 18 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Assurda Realtà"

ASSURDA REALTA'

Io non potevo crederci:
Degenerazione sociale devastante
Educazione e Rispetto
Latitanti di lunga data
O forse più probabilmente ormai
Degli autentici desaparecidos
Vittime di genitori sempre più lassisti
E poi quella sensazione a pelle
Di questi teppisti scolastici 
Di godere nei fatti
Di una totale ed assoluta impunità.

Sensazione più che mai reale purtroppo.

Ed ecco a voi
Con le poche eccezioni
Lo stato concreto della scuola italiana.

Però che si arrivasse a tanto
Non l'avrei mai creduto:
Ad inizio e fine lezione
Mi hanno letteralmente sparato
Con una pistola ad aria compressa
Filmato il tutto e pubblicato sui social.

Ho aspettato
Convinta
Che avrei avuto 
Tutti dalla mia parte
Dal Dirigente Scolastico
Ai genitori 
Tutti i genitori
Invece....

Silenzio
Sguardi altrove
Tentativi puerili 
Di ridimensionare e minimizzare l'accaduto.

Tre mesi sono passati
Mi sono stancata 
Di questo omertoso immobilismo 
Ho denunciato l'intera classe
E vedremo quali saranno gli sviluppi!

Per chi non conoscesse il fatto
Potrebbe sembrare una storia inventata
Un caso ipotetico portato all'estremo
Per fornirmi il pretesto di parlare 
Di cosa accade 
In molti Istituti scolastici italiani

Purtroppo però
È un fatto vero
Nulla è stato nemmeno un po' romanzato.

Ecco cosa succede
Ad affossare l'istruzione pubblica
Ecco cosa accade
Ad aver perduto oramai da tempo
Quei confini delimitati 
Dall'educazione e dal rispetto
Verso chiunque
A maggior ragione verso una professoressa.

Se mai avessi fatto io
A quell'età
Non un atto del genere
Ma anche solo mostrato il dito medio all'insegnante
Non avrei nemmeno finito l'anno
Ed i miei non sarebbero stati teneri con me.

Ora invece
Un silenzio imbarazzante:
La vittima
È la colpevole
I colpevoli
Sono innocenti
O al massimo 
Hanno fatto una piccola bravata:
Non vorrete mica sospenderli
O far loro perdere l'anno scolastico
Per così poco?

Qui non si tratta nemmeno più
Di studiare
Comprendere la matematica
Conoscere la storia,
Ma di tornare ad insegnare
Educazione, rispetto e civiltà
Iniziando prima dai loro genitori
Costringendoli ad un corso accelerato
Di questi valori
Affinchè possano poi instillarli ai loro pargoli.

Se tuo figlio
Spara con una pistola ad aria compressa
In orario di lezione
Contro la sua Prof
Filma il tutto e lo pubblica on line
Ci vuole polso e carattere

Niente violenza
Ma tante e serie limitazioni della loro
Piccola indipendenza
A cominciare dal sequestro
Di ogni dispositivo elettronico
Abilitato per navigare in rete
Fino a data da destinarsi.

Ora 
Chiudendo gli occhi per un istante
Immaginando di essere
In una società giusta
Logica
Dotata di buon senso
Potremmo vedere
Questi giovinastri
Puniti in modo severo
Anche dalla legge oltre che dal Preside

Peccato che l'istante sia già trascorso
E gli occhi li si debba riaprire.

Il Preside...
Ecco fra tutto quell'assordante silenzio
Il suo
È stato il più sconcertante:
Come puoi pensare di ottenere
Educazione e rispetto
Dai tuoi studenti
Se questi sanno bene 
Che il Preside non si schiera 
A favore del docente
Ma cincischia 
Perde tempo
Prende tempo!

Come puoi illuderti di ottenere rispetto
Sapendo inoltre che anche a casa
I loro genitori li difenderanno a spada tratta
Non potendo nemmeno escludere a priori
Una standing ovation in onore dei loro pargoletti!

È una società a due facce:
Anarchica e senza regole
O comunque anche se ci sono
Totalmente ignorate
Tra il popolo
E dall'altro una società 
Interamente dominata da figure chiare
Che sono molto coese tra di loro
E vogliono tutto da noi
A cominciare proprio da Noi stessi
Dalle nostre poche menti pensanti
Fino a quella oramai dimenticata
Tranquillità economica

Vogliono renderci schiavi nei bisogni
Primari e voluttuari
Vogliono soggiogarci
Vogliono tutto
Perfino la nostra auto usata.

E per fare questo
Ci vuole caos 
E preordinata anarchia
Nei ceti più bassi

Ed ecco che la scuola
Da crogiuolo di menti in formazione
Diventa area di sfogo collettivo.

Senza educazione e rispetto
Senza sensibilità e cultura
Senza buon senso
La società si "evolve"
In un mondo di violenza e prevaricazione
Ignoranza e disprezzo del prossimo

In una realtà così
Non mi stupirei
Se la volta prossima
Quella pistola 
Avesse proiettili veri.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 16 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "L'Uomo Con Le Stampelle"

L'UOMO CON LE STAMPELLE

L'uomo con le stampelle 
Sguardo diffidente
Barba incolta
Coltiva immagini fugaci
Di esistenze frettolose

L'uomo con le stampelle
Vive in spazi ricavati
Dentro la stazione metro di Missori
Non ricorda più perchè
Non gli interessa nemmeno ricordarlo.

Dieci anni prima
Era anche lui
An empty eye walking
Un automa con le gambe
Proprio come le vite 
Che osserva quotidianamente
Sfrecciare da sottoterra alla luce
E viceversa.

Era sera tardi
Quattro balordi lo rapinano 
E lo pestano
Gamba amputata
Vita recuperata per miracolo.

Da allora 
Non era più utile
Troppo ingombrante 
Per svolgere il suo lavoro
E poi 
Lui, pubblicitario,
Come poteva attrarre i clienti
Ed essere cool
Con quel "nuovo look" non voluto
Ma ormai in dotazione perenne.

Perde tutto
Ma acquista la vista
Quella vista fino a quel momento
Accecata dal mito del successo
E dallo sbiadito ricordo della Milano da bere 

Vita ingiusta
Società ancora una volta
Solidale a parole
Ma poi non nei fatti 

Oggi se resti indietro
E nemmeno per colpa tua
Sei come un pesce sanguinante
Diventi cibo per squali affamati

Ma la verità
È che oggi il vero squalo
Sei tu
Lo sei diventato a caro prezzo
Ma anche se loro poveretti non lo sanno
Non lo hanno ancora capito
Tu sei il loro predatore
E loro sono solo esistenze inanimate
Facce inespressive
Cuori imbalsamati.

Forse alcuni di loro hanno soldi e cose
Ma quanti di loro invece
Saranno forse solo 
Galoppini al servizio
Di professionisti o imprenditori
Loro sì ricchi 
E benestanti
Anche se pure loro
Automi privi di anima.

È vero 
Tra quelle gambe
Che vanno di fretta 
Consumando senza viverli davvero
Istanti di vita che non torneranno più
Forse ci sono anche quelli 
Che sono in cima alla vetta della piramide
Ma a quale prezzo?

In una società 
Dove l'unica vera legge non scritta
Ma applicata con rigore assoluto
È quella della giungla
Ossia chi è più forte schiaccia il più debole
Anche se sei in alto
Non sei mai tranquillo
Tutti sono pronti a farti cadere dal piedistallo
Per farti precipitare in una voragine senza fine
Dove se sei fortunato
Ti ritroverai a cibarti degli avanzi 
Di quelli dei piani alti

Oppure apri gli occhi
E vivi con regole più sane
Decidi di invertire la rotta
Ti giri
E continui a camminare ostinatamente
Contromano
In direzione opposta a quella 
Di tutti gli altri
Quella stessa direzione 
Che solo fino ad un attimo prima
Era anche la tua. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 13 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "L'Arrivo"

L'ARRIVO

In questo luogo di vita e natura
Era un'alba come tante altre 
Rosso fuoco di un sole che stava sorgendo 
Luminoso e potente
Ma nessuno è sveglio
Sono tre giorni che tutti dormono.

Altrove
Era un'alba come tante altre
Color rosso fuoco degli altiforni 
E per questo un'alba 
I cui colori coincidono con il tramonto

L'uno e l'altra attingono dalla stessa
Perversa ed inquinata sorgente
Il loro colore.

Ed anche qui l'umanità continua 
A non destarsi da tre giorni.

Nessuno si sveglia
Letargo a sorpresa
Senza una spiegazione alcuna
Senza nulla di particolarmente cambiato
Se non per un'infiorescenza a racemo
In mezzo ad ogni piazza di ogni luogo.

Probabile che si tratti di un sonno riparatore
Rigeneratore
Catarsi dell'Umanità

Potrebbe trattarsi
Di una mutazione esistenziale
Una nuova creazione
Magari nascendo 
Con maggiore sensibilità e saggezza
Un'autentica sintesi con susseguente metamorfosi.

Siamo alla settima alba
E qualcosa sta succedendo
Alcuni esseri umani
Si stanno svegliando 
Un profondo ed intimo momento collettivo.

Tutto sembra apparentemente
Come prima
Tranne per la presenza di uno striscione 
A circa 100 metri da ciascun essere umano
Su cui campeggia la scritta "ARRIVO"

Uomini, donne e bambini lo notano
E decidono di sprintare 
Al massimo delle loro forze
Per raggiungerlo e tagliare quel traguardo
L'ultimo passaggio, pensano tutti, 
Per la consacrazione della definitiva rinascita

Tutti noi oltrepassiamo quella linea 
Quella sottile cordicella che sancisce l'atto finale
Scoprendo tragicamente
Che quello era proprio il punto d'arrivo dell'Umanità
Il suo ultimo passo prima della sua estinzione

A volte il sottile e differente senso delle parole
Le famigerate sfumature
Fanno una profonda differenza.

L'arrivo non è necessariamente 
Un vero traguardo:
Quest'ultimo è davvero 
Un inno al successo
L'altro invece segnala anche
Un punto di fine corsa
Di conclusione di ogni cosa
L'essere cioè definitivamente giunti
Al capolinea.

E tutti noi eravamo giunti al nostro capolinea
Alla nostra ultima fermata
Senza più alcuna possibilità di ripartire
Di rinascere. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 11 gennaio 2023

L' Angolo del Rockpoeta®: "Questione Di Ruoli"

Poesia ispirata dal commento di CARLOS - PODI  nella poesia precedente. Lui al termine del suo commento si pone un'ottima domanda e cioè: "Perchè si continua a pensare che tra i due genitori sia più logico e normale pensare che sia la madre a stare a casa a badare ai figli e non lavorarando o lavorarando solo parzialmente, mentre è ancora così difficile per la società attuale immaginare un padre casalingo? " Vi lascio ora alla mia poesia:

QUESTIONE DI RUOLI

Mi chiamo Roberto
Ho 32 anni
Una splendida moglie di nome Lara
Ed una figlia, Sonia, 
Di appena sei mesi.

Mia moglie è Direttrice marketing
Di una multinazionale di abbigliamento
Io ero ragioniere in una piccola impresa
Che ha chiuso da poco.

Ho preso una buona liquidazione
Abbiamo dei risparmi da parte
Mia moglie guadagna bene
Ed allora mi domando perchè
Se decidessimo di invertirci i ruoli
Anche solo temporaneamente
Tutti ci guarderebbero malissimo?

Gli stereotipi tra uomo e donna
Vanno cancellati in entrambi i sensi:
Come mia moglie non è un"uomo"
Solo perchè ha una carica di grande responsabilità
Io non devo essere indicato come "mammo" 
Se sto a casa a badare a Sonia.

Inoltre
Sto valutando di aprire
Una mia partita IVA
E dare consulenze private
Anche on line
E quindi potrei lavorare 
Tra qualche tempo 
Anche da casa
O come dicono oggi quelli più cool
In Smart Working
Ed allo stesso tempo stare dietro a nostra figlia.

A noi sembra normale
Stiamo provando questa soluzione da pochi mesi
E tutto pare funzionare benissimo
E soprattutto
Noi siamo felici

Ci spiace per il mondo esterno
Che non avendo di meglio da fare
Ci giudica appiciccandoci addosso
Opinioni precotte e stereotipate 
Giusto per il piacere di infangarci
E per una sostanziale invidia di fondo

Sì, ci spiace,
Ma noi andremo avanti per la nostra strada.

È trascorso un paio d'anni
Da quella decisione
E Roberto, Lara e Sonia
Non potrebbero essere più felici.

Lui
È riuscito in questo biennio
Ad organizzarsi ed avere un buon numero
Di clienti importanti e fidati
Lavora da casa
E bada sempre a Sonia
Che a breve andrà all'asilo.

Lara continua ad avere lo stesso lavoro
E Sonia non potrebbe essere più radiosa.

E poi ci sono loro
Gli invidiosi
I retrogradi
Ed ora anche rosiconi. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 9 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Figli O Lavoro?"


FIGLI O LAVORO?

Irene
Questo il mio nome
Ho 34 anni e non ho figli

Questo mi limiterei a dire
Se mai un giorno
In un distopico futuro 
Dovessi essere presa
Tradotta in carcere
Ed interrogata come le "streghe"
Ai tempi dell'Inquisizione.

Sono Irene
ho 34 anni non ho figli
E non ne voglio

D'altronde anche te
Mia cara ipocrita società
Sei lievemente stronza
Ci vorresti mamme e manager:
E se lavoriamo solo 
Siamo come e peggio degli uomini
Se facciamo soltanto le mamme
Siamo mantenute e retrograde
Se invece facciamo entrambe le cose
Siamo sicuramente pessime madri
Che non dedicano ai loro figli
Tutto il tempo che meriterebbero

Insomma
Come scegliamo, sbagliamo.

Figli, lavoro o entrambi?
Curioso
Con tutti i problemi che ci sono al mondo
Sembra essere questo 
Il dilemma Shakespeariano del terzo millennio

Sono Irene
Ho 34 anni 
Non voglio figli
Anche se mi piacciono i bambini
E mia ipocrita società
Se ti avvicini 
Ti confido un piccolo segreto all'orecchio:
Scegliere se essere solo madre
Solo lavoratrice
O entrambe le cose
È una decisione solo nostra
Ed il perchè l'abbiamo presa
Sono solo fatti nostri.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 6 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Italiano Distratto"

ITALIANO DISTRATTO

Difesa siciliana
Richiesta di asilo in Europa
Scacchista iraniana
Senza il velo
A coprire la sua anima coraggiosa
Vuole le donne del suo Paese 
Libere come la Regina 
E non schiave come il pedone.

Dignità e vergogna
Molti in fila
A chiedere un pasto
Anche chi prima
Viveva senza particolari problemi

Senso di vergogna ingiustificato
Non hai colpa se lo Stato ti ha rovinato
Non sei tu a dover camminare a testa bassa
Ed il viso coperto
Non sei tu a doverti sentire in difetto

E tu 
Italiano distratto 
Che non vedi cosa sta accadendo

Non vedi che stiamo morendo
Anime lacerate da menzogne
E private di speranza sul futuro
E non vedi che stiamo precipitando
Dentro un infernale oblio
Noi anime minacciate
Da Intelligenza artificiale
E da una lenta decostruzione 
Delle nostre sinapsi.

E l’uomo col megafono
A suo tempo ignorato
Inascoltato
Snobbato
Oggi verrebbe deriso
Linciato
Sbeffeggiato.

Eppure oggi  
Quel messaggio
E più attuale che mai
Ma non c’è niente da fare
Perchè tu 
Italiano distratto 
Proprio non vedi cosa sta accadendo

Non vedi che stiamo morendo
Anime lacerate da menzogne
E private di speranza sul futuro
E non vedi che stiamo precipitando
Dentro un infernale oblio
Noi anime minacciate
Da Intelligenza artificiale
E da una lenta decostruzione 
Delle nostre sinapsi
E non vedi che
Abbiamo perso lentamente
Coraggio
Dignità
Rispetto di noi stessi
E non vedi che
Non sappiamo più reagire
Non sappiamo più solidarizzare
Non sappiamo più comportarci
Come esseri umani.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 4 gennaio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Sine Pecunia"

In primis benritrovati. Spero che le feste le abbiate passate bene e le possiate concludere al meglio Detto ciò veniamo alla poesia di oggi per la quale devo ancora una volta un immenso e gigantesco grazie a Marcaval alias Marco Cavallini per avermi concesso la pubblicazione in questo mio post, della sua stupenda fotografia che mi ha ispirato questi versi:

SINE PECUNIA

E poi dicono 
Che i pensieri
Almeno quelli più persistenti
Non restano nel cervello.

Questo che vedete
È il mio cranio
Mi chiamavo Valerio
E nonostante 
Fossi un docente di latino 
In un liceo classico di Parma
Il vortice della crisi ha risucchiato anche me.

Sine pecunia
Sine pecunia
Sine pecunia

Ricordo che lo ripetevo in latino
Perchè avevo la sensazione
Che pronunciandolo in quella lingua
Il suono ingentilisse un po'
Il drammatico senso e l'amaro suo contenuto. 

Ma era solo un modo per illudermi
Quando i debiti vennero al pettine
Debiti normali come le bollette, il condominio, ecc...
Non ebbi più scampo
E mi suicidai.

Che ironia
Il mio cervello ha più valore 
Adesso che sono morto
E sulle ossa della mia testa
Si è impressa incredibilmente la scritta latina
Da me tanto pronunciata da vivo,
Che quando il mio cuore batteva.

Homo sine pecunia est imago mortis
Io non ho mai voluto credere
A questo proverbio latino
Ma devo dire che io 
Sono la prova concreta 
Della sua triste verità.

Il mio cranio
Mi abbraccia 
Ed idealmente
Sento un senso di serenità.

Sine pecunia
Mi ripeto sempre
Ora dove sono lo dico lo stesso
Lo urlo perfino
Con fierezza ed orgoglio
Perchè dove sono ora
Tutti siamo sine pecunia
Ma non siamo affatto il ritratto della Morte

Qui dove sono ora
Homo sine pecunia est imago libertas.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®



Foto Di Marco Cavallini