lunedì 30 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: " Lei È Lucia"

LEI È LUCIA

Lei è Lucia.

Lucia non si filma nè si fa selfie
Lucia non si lamenta
Lucia non spettacolarizza la sua malattia
Ma Lucia è in terapia intensiva
E fino a ieri avrebbe potuto filmarsi
Pubblicizzarsi dicendo da quanto era sotto ossigeno
Raccontando le sue giornate da malata di covid di soli 32 anni
Mostrando la sua figlioletta di soli 3 anni
Singhiozzando ogni giorno per elemosinare 
Un po' di pietà e compassione da like su facebook

Invece ha sempre pensato a stare meglio
Usando il cellulare solo per contattare le persone che ama
E salutarle per quei pochi istanti in cui riusciva a parlare senza fatica.

E questo nonostante la storia di Lucia sia intricata
Un incubo senza fine

Un matrimonio fallito alle spalle
Debiti contratti dall'ex marito 
Caduti anche sulle sue spalle
Una bellissima bambina
Avuta per sua fortuna col nuovo compagno
Difficoltà economiche dovute anche al covid
Covid che ha fermato a casa sia lei che il suo uomo
Ed i soldi, già pochi in tempi normali, 
Con questa situazione mancano totalmente.

Sono giorni intensi e di forte preoccupazione
Il suo compagno l'attende
Seduto notte e giorno 
Costantemente
Su quella panchina scheggiata color verde marcio
Antistante l'ingresso del Pronto Soccorso.

La bimba l'ha lasciata alla madre di Lucia
E quando può 
Si prende una piccola pausa per non crollare
E corre a vedere Nicole
Questo il nome della loro figlia.

Lei è Lucia
Era in terapia intensiva da oramai 5 giorni
Oggi l'ha abbandonata
Ha liberato il posto per il prossimo "fortunato"

Lei è Lucia
Debole ma cosciente
Felice perchè il peggio è passato

Lei è Lucia
La riconoscete facilmente
È quella che non si è fatta un selfie
Non ha speculato sul suo dolore
Nè fatto appelli sui giornali 
Munita di casco ed altri accessori vari. 

Lei è Lucia
Quella che dal vetro della sua stanza in isolamento
Saluta sorridente Nicole ed il suo compagno
Unici suoi pensieri in tutto questo tempo. 

Lei è Lucia
Un esempio per tutti noi. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 27 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "20 Righe Alla (Nostra) Fine"

 20 RIGHE ALLA (NOSTRA) FINE

20 righe alla fine
19 secondi al lockdown senza ritorno
18 respiri prima di scendere in piazza e lottare con tutta la nostra rabbia
17 lacrime per non poter stare con te diviso da queste frontiere assurde
16 passi al primo posto di blocco pronto a forzarlo col cuore in gola 
15 mila persone che in Chile oggi cantano per il sogno di una nuova Costituzione
14 gli alunni rimasti in una materna a causa della paura dei genitori del contagio
13 anni quando Janine fu violentata dal padre sotto gli occhi impassibili della mamma
12 ore, durante le quali Victor Jara fu torturato, seviziato e lasciato morire nel 1973
11 settembre 2001: un popolo ignaro ed innocente colpito al cuore, da chi veramente?
10 la fantasia al potere, il riscatto sociale, pallone incollato ai piedi, ecco Pelè
 9cento i ristoratori che decidono di non chiudere per non morire di fame e di stenti.
 8 in Honduras ogni 23 ore c'è un femminicidio, ne mancano otto al prossimo...
 7 i vizi capitali, ma solo tre deturpano il mondo: Superbia, Ira, Avarizia
 6 milioni, gli ebrei sterminati da un folle che l'umanità ha seguito e subito. 
 5 mesi, quanto mancherebbe alla nostra fine, in realtà mancano solo queste 20 righe 
 4 gli anni che sei mancato lasciandoci soli a vivere in questa Blackstar che è la terra
 3 il numero perfetto in nome del quale tante guerre abbiamo visto, tante morti subito
 2 gli occhi, i miei, perchè possiate vedere attraverso di essi l'orrore dei nostri tempi 
 1 Il mio epitaffio come mio lascito a voi "Vincente come uomo, fallito per la società"

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 25 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: " L' Abbraccio Rimandato"

Anche in questo caso, come capirete già leggendo la poesia se conoscete il fatto, prendo ispirazione da una storia vera che avevo letto e che ho ritrovato trattata più in profondità, sul blog di Mariella al cui post vi rinvio per maggiori dettagli.  Non poteva non colpirmi e lasciarmi insensibile ed allora ho scritto questi versi che posto qui oggi. Ringrazio poi ancora Mariella (grazieee!) che sabato scorso mi ha commosso ed onorato postando questa stessa poesia sul suo blog 

L'ABBRACCIO RIMANDATO

Arrivo in ospedale
Covid19 ovviamente
Sono il prototipo perfetto della vittima 
I miei anni li ho e sono molti, 90

Peggioro
Sono assistito in modo impeccabile
Ma peggioro e mi mettono un casco in testa
Non proprio come quello da motociclista che avevo da giovane
Però fatico a respirare
E questo casco mi regala ossigeno

Una cosa non ti manca in queste situazioni
Il poter pensare
Ed allora mi rendo conto che ho avuto una vita intensa
Lunga e piena
E che posso anche suggellarla con la parola fine
Qui tra queste bianche mura di questa stanza asettica.

Lui è giovane
Capace 
E dall'animo buono
Lo fermo
"Lasciami perdere, ho già fatto il mio percorso
Dedicati a chi ha il diritto di fare il proprio 
Ed ha più anni davanti a sè"

Lui mi guarda 
Con gli occhi di un figlio che sta guardando suo padre
Scuote semplicemente il capo in segno di dolce dissenso.

Questo suo dolce "accanimento"
Porta i suoi frutti
Sto meglio, mi sto riprendendo
Gli devo la vita

I nostri sguardi si catturano reciprocamente
Un segno d'intesa
"Grazie Dottore" 
"Grazie a lei, non sa quanto le dobbiamo noi in realtà"  
Mi sento incredibilmente rispondere
E due sorrisi sostituiscono purtroppo
Quell'abbraccio che avremmo voluto scambiarci

Poco male
L'abbiamo solo ritardato, posticipato
Ho intenzione di vivere ancora a lungo 
E sicuramente a sufficienza
Per veder finire questa maledizione planetaria
Ed assaporare quel momento in cui ci incontreremo di nuovo
Per quest'abbraccio lasciato in sospeso
Per un abbraccio infinito di affetto e riconoscenza

Ho 90 anni
Quasi 91
Ed ho ancora più voglia di vivere adesso
Di quanta già mi animasse il cuore
Prima di arrivare qui.

Si allontana
Prosegue lungo la corsia
Continua il giro dei malati
Un ultimo sorriso commosso 
In attesa di quell'abbraccio
Solo rimandato.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 23 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®:"Sterminio"

 Ecco cone potrebbe  andare come si potrebbe  fermare il virus, volendo lasciar volare la fantasia,,  in un modo che l'uomo conosce bene... Vi suggerisco anche di vedere il video che ha alcune particolarità non solo recitative...

 STERMINIO 

È giunto il momento di fare sul serio
Di farti capire con chi hai a che fare
Di farti capire che siamo noi i padroni del mondo

L'ora del tuo sterminio è giunta
E mi farò piccolo ed invisibile come te
Ma più bastardo di te
Più vile 
Più crudele e sadico
Insomma sarò un ottimo rappresentante della razza umana.

Di simile a te 
Povero coronavirus
Avrò solo le tue dimensioni.

Ed uno alla volta sterminerò i tuoi amici
La tua famiglia
Ti mostrerò cosa significa assistere dal vivo ai nostri orrori
Vedere i tuoi piccolini morire con la testa sgozzata
E tu che vorresti infettarmi
Ma io strutturalmente ora sono come te
E quindi immune fino a quando mantengo questa forma.

Il nostro odio
Si sfogherà su di voi
E realizzeremo la prima, unica, sola e giusta
Pulizia etnica della Storia
Voi coronavirus
Voi assassini che avete osato toccarci
Minacciarci
Ucciderci.

Che poi 
Fossi un virus intelligente
E sterminassi quella vasta parte di umani
Ladri
Viscidi
Assassini
Sfruttatori 
Invece no, tu colpisci random
E ti attacchi anche tu ai più deboli:
Più che un virus sei uno schifoso parassita

Ed adesso basta parlare
Dobbiamo ottenere la tua estinzione.

Cosa dici? Ti abbiamo creato noi
E quindi saremmo da sterminare quanto te?

Vero,
Ma ti ricordi quando ti dicevo che noi 
Siamo più bastardi di te?

Ecco ora lo vedi
Addio covid19!

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®



venerdì 20 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Tutto L' Amore Del Mondo"


TUTTO L'AMORE DEL MONDO

Spero che mi ascolterai anche da lì
Ti ricordi?
Ancora fino a pochi giorni fa la suonavo in casa
E non ho mai smesso di dedicarti una serenata al giorno
E tu sorridente mi dicevi "Ok ora basta"
Ma sorridevi ed i tuoi occhi mi dicevano che ti piaceva.

Poi questo essere invisibile e cattivo ti ha catturata
Ed a me ha preso la paura e la solitudine
Ma soprattutto il dolore di non poterti più dedicare 
Le mie serenate

Ed allora sono qui
Sotto la tua finestra
Una bianca finestra d'ospedale
Proprio come si fa con una vera serenata
Con i miei 81 anni
Il mio fido strumento
La mia storica fisarmonica 
Ed il mio immancabile berretto da alpino.

E parto
Con tutto il mio amore
Pronto a raggiungere la tua stanza
Aiutato da queste note sincere.

Tutti questi anni insieme
E ti amo come e più del primo giorno

E ti aspetterò qui 
Qui sotto dove sono ora
Perchè so che uscirai in salute
E potrò nuovamente deliziarti tuo "malgrado"
Con le mie serenate
Ogni giorno
Dentro le nostra mura domestiche

E mentre
Questi e tanti altri pensieri si affastellano 
Dentro la mia testa impaurita ma forte
Le mie dita freneticamente suonano per te
Per darti tutta la forza del mondo
Tutta la forza che può darti il mio amore
Il nostro amore.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 18 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Perfino Le Api Baciano I Fiori"

PERFINO LE API BACIANO I FIORI

Api
Siamo come tante api 
Chiuse nelle loro cellette
Con sbarre fatte di miele e paura.
Consci del fatto che non è nella nostra natura 
Restare rinchiusi come carcerati
Consapevoli che la nostra regina 
Potrebbe chiedere il nostro sacrificio.

Solo che noi non siamo programmati
Non siamo abilitati
Ed ancor meno abituati
A chinare il capo e morire per un capriccio
 
Stordimento 
Impasse sul nostro futuro 
E ci domandiamo 
Per quale incomprensibile ragione 
Il nostro percorso evolutivo 
Dovrebbe terminare a breve. 

Poi mi guardo attorno 
E temo di conoscere la risposta 
Temo di sapere la terribile verità. 

Consumiamo ormai 
Le nostre patetiche esistenze
Dietro superficiali.luci di illusoria speranza 
Immersi in un mondo virtuale i cui sapori 
E le cui regole sono dettati
Da display ultrapiatti.

E comprendo in un istante 
Come la nostra strada evolutiva.
Si sia già arrestata tempo fa.

Il viaggio
I profumi 
I colori
L'incontro tra culture diverse 
Respirare la gioia di nuovi amici
Sensazioni che vorremmo riassaporare
Per avere una seconda occasione 
E per chi già viveva questi momenti 
Per tornare alla vita e sorridere 
Alle carezze del vento
O ai buffetti affettuosi di un'onda.

E questa incertezza
Questa insicurezza sul futuro 
Sono come un sipario abbassato
Impietosamente 
Sui nostri sogni
E non è giusto 
Perché perfino le api
Godono di un regime di semi - libertà
Perfino la api baciano i fiori.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 16 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "La Pianta Grassa Ed Il Vecchio Scarpone"

Ancora una volta Marcaval alias Marco Cavallini, con un'immagine pubblicata nel suo blog e postata sotto la mia poesia, mi ha portato a scrivere questi versi. Grazie Marco per avermi concesso di postare la foto e per l'ispirazione che mi hai suscitato ancora una volta.   

LA PIANTA GRASSA ED IL VECCHIO SCARPONE   

Contaminazione
Solidarietà 
Aiuto
Reciproco sostegno
Cooperazione

Di questi tempi
Ma forse sempre
Una scarpa vecchia
Abbandonata
Può essere il rifugio amorevole
Di chi cerca un riparo
Un'occasione di vita
Dopo tante cicatrici vissute
Cicatrici che spiegano le spine 
Cicatrici che testimoniano le ingiustizie subite.

Ma ora
Dentro quel vecchio scarpone
Una nuova amicizia è nata
Un reciproco sostegno morale
Una testimonianza concreta
Di come dopo lunghe peripezie
La vita può concedere finalmente il tuo punto d'arrivo
Per un nuovo inizio
Definitivo
E questa volta non più sgretolabile. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 13 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Eravamo Pronti..."

ERAVAMO PRONTI...    

Eravamo pronti
Preparati a tutto
A lottare contro fili spinati e mitra
Figli di una dittatura un po' retrò 
Ma che è un autentico evergreen
E tira ancora in certe aree più povere del mondo.

Eravamo pronti
E stavamo già lottando
Contro le soft-dittature
Quelle che contagiano le menti
E tante ne hanno infettate purtroppo,
Rintronandole con fiction e falsa informazione
Ma non ci aspettavamo lui
O meglio speravamo di non incontrarlo mai
Sapendo che si sarebbe stati più indifesi
Sempre combattivi
Ma con armi molto più spuntate. 

Eppure ora è qui
E chiude confini
Rinchiude menti libere dentro abitazioni ristrette
Impedisce la libera circolazione della gente
E della cultura
E stuzzica qualcuno
A lasciarsi andare a derive eccessivamente autoritarie.

Armi batteriologiche
I film ne sono pieni
Certi laboratori anche.

Ora siamo stanchi
Ribelli
Spaventati
E vogliamo solo che questo essere muoia
Si estingua
Sparisca
E non torni più
Restituendoci le libertà perdute
Che niente e nessuno deve sottrarci.

E pensare che
Per certi aspetti
Questa società è 
Come era in precedenza: malata

Prima, infatti, eravamo una società malata
Sotto l'aspetto etico e sociale, 
Ossia quello dell'anima
Ora lo siamo
Anche sotto quello del corpo
Mentre con tutta questa rabbia e queste paure
La nostra anima si è già dissolta da tempo. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 11 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "La Zona Bianca"

LA ZONA BIANCA

È successo
Sembrava fantascienza
Ed invece è la realtà.

Prima zone rosse
Arancioni, gialle
Divisioni per diffusione del virus
Difficoltà di ricezione delle strutture sanitarie
E tanti altri parametri più o meno criptici.

Oggi tutto è diverso
Paradossalmente più facile
Ma profondamente più sconsolante.

Oggi il mondo è tutto zona rossa
Ovunque la circolazione è libera
Intanto non esiste difesa da lui
Quindi chi vuole si muove, lavora, rischia.

Oggi il mondo è quasi tutto zona rossa
In realtà esiste un luogo 
Una piccola porzione di terra
Una striscia lunga e sottile
Che per ragioni mai comprese
Non ha più contagi da un paio d'anni.

Prima il tentativo fallito di studiare gli abitanti
Poi  i primi contagi di ritorno
E la decisione forte e decisa delle autorità locali:
"Fuori tutti i forestieri
Quest'oasi felice si chiude al mondo
Saremo "Zona Bianca" e nessuno più entrerà qui
Fino a quando anche il resto del mondo
Non avrà debellato il virus"

Quello che non fu detto 
Ma era facilmente intuibile
È che il divieto era in entrambi i sensi
Quindi divieto assoluto di uscire dall'oasi protetta
Dalla gabbia dorata
Salvo mettere in conto di non rientrarvi mai più.

Affetti divisi
Scelta penosa
Uniti nell'ampia, estesa e libera zona rossa
O separati per sempre

E gli abitanti di quella Zona Bianca
Come tanti panda in cattività
Rassegnati a vivere sani ma prigionieri
Senza poter uscire da quella striscia di terra
Senza più poter visitare il mondo
Con militari schierati ed armati fino ai denti 
A proteggere le frontiere
Con la paura di attacchi e tentativi di forzare i confini
Con la paura che dopo tanta prigionia 
Ci fosse anche la beffa di ripiombare nel baratro della malattia.

Anno 2049
Sono ancora Zona Bianca
Popolazione soprattutto anziana
Giovani pochi
Molti preferiscono perfino andarsene 
E sfidare la sorte del virus ma vivere 
E farsi una vita a rischio ma pur sempre una vita
Rifiutando le sbarre di una cattività sicura ma infelice.

2049 
Ancora Zona Bianca
Oramai sono quasi 30 anni che non si muore più di covid
Qui la percentuale più alta di morte sono i suicidi.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 9 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Diamonds & Lives"

 DIAMONDS & LIVES 

Marciamo compatti
Come tanti piccoli e bravi soldatini

Piccoli in effetti lo siamo
Io ho 10 anni
Yossuf ne ha 8 come Jabar
Najib 13
E Kolaf 7

E marciamo ogni mattina all'alba
Come soldatini ubbidienti 
Verso il nostro campo di battaglia
Loro in trincea
Noi sotto terra.

Miniera di diamanti
Siamo in Congo
Raccogliamo queste pietre taglienti
Ci feriamo per recuperarle
Ed il nostro sangue ci rende eroi
Agli occhi dei nostri compagni
Sono come medaglie al valore

Lo so 
Vi sembrerà sciocco
Ma ogni tanto dobbiamo avere una ragione per ridere
Anche stupida, ma una.

Tutto il giorno al buio
Aria poca
Elmetto che scivola via
Tutti quanti in cunicoli stretti 
A metri di profondità
Con poca luce fatta dalle lampade ad olio
Che devi augurarti non si mettano a fare luce davvero
Altrimenti una fiammata creerebbe l'inferno
E noi ci moriremmo in quell'inferno
Ci moriamo spesso in quest'inferno.

Giusto due giorni fa
Apparentemente tutto tranquillo
Ma la terra ad un certo punto trema
Lieve scossa di terremoto
Ma noi la sentiamo eccome

Proviamo a strisciare fuori
Più velocemente possibile
Ma era difficilissimo
Tra massi che cadevano verso di noi
E l'oscurità che non mostrava il cunicolo giusto per risalire
(mica tieni accesa la lampada ad olio pensa se cadesse di mano
in questo caos) 

Finalmente noi riusciamo a trovare la strada per tornare su
Riusciamo ad evitare le trappole mortali dei fondali terrestri
Noi ce la facciamo.... Noi... Ma Jabar no.
Aveva solo otto maledetti anni
Infanzia finita
Come se avesse mai avuto un cazzo d'infanzia!

Sapete che vi diciamo? Meglio così
È stato fortunato
Passare la vita,
E poi proprio questo periodo della vita,
Come schiavi - talpa
Al servizio di multinazionali senza scrupoli
Non ha senso.

Piangiamo
Ci abbracciamo
Ci calmiamo
Anche se il dolore lancinante al cuore non passa
Non ci lascia stare in pace.

Pomeriggio libero  oggi
Troppo generosi....

Rientriamo verso casa
Marciamo compatti
Ma con il capo chino

Jabar
Oggi questi piccoli soldatini 
Ti rendono omaggio:
Un fiore
La maglia di Messi 
Il tuo fumetto preferito
E poi ti richiudiamo con la terra
Per dirti infine un ultimo "Ciao"

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 6 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Respiro Del Mare"

IL RESPIRO DEL MARE

In silenzio muore 
Il respiro del mare

Non lo avremmo mai creduto possibile
Eppure è spirato 
Tra le mie braccia
Mentre entravo in acqua
Per purificarmi e disintossicarmi
Da tutta questa spazzatura mediatica.

Una lacrima prima di lasciarci:
"Qualunque cosa accada
Non abbandonate la vostra vita precedente
Le vostre abitudini più genuine
Abbracciarvi, respirare a pieni polmoni 
I profumi della natura, andare a teatro, stare insieme..."

E poi si è spento
E nonostante ci sarà chi 
Lo annovererà tra i morti per covid
Poichè aveva tra le sue onde del catarro di chissà chi
È mancato invece per tutta una serie di patologie 
Che noi gli abbiamo fatto contrarre
Grazie alle sostanze chimiche scaricate in mare
Dai fiumi e da noi direttamente
Grazie al petrolio sversato a piacimento
Sulla sua superficie lucente
Grazie alla plastica
Di cui era più pieno di quanto 
Siano pieni i pronti soccorso di pazienti covid.

Oggi in silenzio
È morto il respiro del mare
Lo piangono...
No mi correggo
Non lo piange nessuno.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 4 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Giocoliere"

Ancora una volta Marcaval alias Marco Cavallini, con un'immagine pubblicata nel suo blog e postata sotto la mia poesia, mi ha portato a scrivere questi versi. Grazie Marco per avermi concesso di postare la foto e per l'ispirazione che mi hai suscitato ancora una volta.    

IL GIOCOLIERE

Il sorriso al potere
Equilibrismo e destrezza
Per muoversi dentro i tornanti della vita.

Sorriso al potere
Ma il tuo 
Mio caro giocoliere
È solo un velo che copre la nostra malinconia.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®


MARCO CAVALLINI

lunedì 2 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "I'm Not A Hero"

 I'M NOT A HERO

Sono le 18
Mutuo da pagare per il locale
Fido datomi dalla Banca
Ed il mio ristorante non può aprire

Io però devo disubbidire
Non chiamatemi eroe o ribelle
È solo profondo stato di necessità.

Ieri eravamo in piazza
Tutti con la mascherina
Distanziamento sociale
Ma fermi e decisi a chiedere regole serie
Ma non impossibili da rispettare.

Le norme c'erano
Erano rigide 
Ed io mi ci ero rigorosamente uniformato
Ma non è bastato
Noi chiusi e le Chiese aperte
Ed ammesse a celebrare la messa

Eppure perfino Gesù per accomiatarsi
Dai suoi Apostoli
Fece l'ultima cena
Spezzò il pane
Diede il vino...
Ma niente da fare
Oggi anche quell'evento 
Sarebbe stato vietato
Sarebbe stato considerato assembramento.

Assenbramenti che non ci sono nel mio locale
Assembramenti che ci sono invece al mattino per scuole ed uffici;
I miei clienti vengono con la loro auto
Oppure in taxi
Non esiste assembramento neanche fuori dal locale
Lo sanno che non devono
È una clientela storica la mia
Mi rispettano
Quanto ai turisti al momento ovviamente non ne ho.

Ma nulla da fare
Chiusura è stato deciso
E più noi si chiude
più salgono i contagi
E se il problema fosse altrove?

Non è compito mio stabilirlo
Mio compito invece è proteggere la mia vita
Il mio lavoro e la mia famiglia
E quindi apro
E se mi chiuderanno
A costo di forzare i lucchetti
Riaprirò ancora.

E se mi arresteranno
Chiederò che siano rispettate anche in carcere
Le severe norme di sanificazione e distanziamento
Che hanno imposto a me 
E poi vedremo quanto potranno tenermi dentro
Neanche fossi un temibile omicida.

Altri faranno come me
Ma non chiamateci eroi
È sopravvivenza.

E non datemi neanche del negazionista
Io ho paura del virus
Ci credo
Non ho mai detto che non esiste
Indosso sempre la mascherina
Rispetto il distanziamento sociale
D'altronde l'ho fatto anche nella manifestazione
A cui ho partecipato
Ma se continuo a non aprire
Il virus della povertà mi ucciderà
Molto prima e con assoluta certezza
Rispetto al Covid19.

Io avevo chiuso nel primo lockdown
E rispettato nel dettaglio tutte le regole 
Avevo anche atteso speranzoso gli aiuti dal governo
E così anche i miei 5 dipendenti
Ma tre di loro aspettano ancora adesso gli ulltimi tre mesi di CIG.

Quanto a me
Un tozzo di pane
Un'inezia quasi una presa in giro
Con quello che mi hanno dato
Ci potevo recuperare non più dell'incasso
Di un fine settimana soltanto.

Sono le 18.31
I primi clienti arrivano
Passa un vigile
Ci conosciamo da anni
Mai un problema con lui.

I nostri sguardi si incrociano e si fissano
Io per la verità lo vedo appena
Complici i miei occhi lucidi
Lui alza le sopracciglia
Sospira
Si mette una mano sul cuore
Si gira dall'altra parte
E prosegue oltre.

Un atto inqualificabile diranno i giustizialisti
Quelli più severi ed inflessibili
Che poi magari sono anche quelli con più scheletri nell'armadio
Un gesto d'umanità 
Secondo me
Gesto che, comunque vada,
Non dimenticherò mai

Ora ho un motivo in più per resistere
E sperare che questa pandemia muoia presto,
La riconoscenza verso Giovanni

Mi asciugo gli occhi
Respiro profondo
E si torna in cucina

Abbiamo da soddisfare le prime ordinazioni.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®