mercoledì 30 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Donna Di Questa Terra"

 DONNA DI QUESTA TERRA

Sono una Donna
Il mio nome
E le mie origini non hanno importanza
Perchè sono tutte le donne del mondo.

Esatto
Avete inteso bene
Perchè 
Eliminate le differenze di carattere, gusti,
E personalità
Differenze che caratterizzano anche voi maschietti
Per il resto a qualunque latitudine
La donna è uguale ovunque.

Ognuna di noi vorrebbe
Essere indipendente
Libera di essere se stessa senza paura
E desidererebbe fare quello che si sente
Vestirsi come preferisce
Amare chi sceglie.

E sì
Sono sicura che molte donne
Che sono indottrinate e forzate fin da piccole
Alla sottomissione
Se potessero decidere
Sgravate dalla barbara educazione subita
E liberate dalle catene di paura e violenza
Non vorrebbero certo
Sposarsi a dieci anni
Essere oggetto di compravendita come delle schiave
Non poter esprimere la loro sensibilità artistica
E dover dipendere dal maschio 
Prima nella figura del padre
E poi del marito
Marito ovviamente imposto.

E se ho scelto di parlarvi
Con questo scaldacollo
Come se fosse un burka
Burka atipico
Visto che copre soltanto
E parzialmente 
Il mio volto
È perchè 
La mia libertà deve sempre
Essere quella di scegliere consapevolmente
Cosa essere e come esserlo.

Io
Ora posso togliermi 
Questo orpello
Mostrare il mio viso
E guardarvi negli occhi
Sicura di me
Serena e sorridente.

E se qualcuno
Stesse già pensando
"Guarda questa femminista del cazzo
Che odia gli uomini e ci fa la lezioncina"
Mi permetto di dire
Senza perdere per loro il mio sorriso
Che io amo gli uomini
Quelli veri
Non i maschietti sfigati come voi.

Ho detto tutto
Ed ora vi lascio
Io ed il mio compagno
Questa sera andiamo a teatro
Sottobraccio
Innamoratissimi.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 28 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Vaccino Delta"

VACCINO DELTA

Minaccia inquietante
Si profila come un futuro già scritto
All'orizzonte dell'Autunno.

Variante Delta si chiama
Simbolo che curiosamente
Viene usato anche per indicare la Trinità
Ed anche Dio.

Quindi variante di Dio
Uccide i suoi figli
In sfregio ai vaccini
Inutili e pericolosi

Chissà quali saranno
Gli imperscrutabili disegni che Delta
Ha per noi
Se sterminarci tutti
O preparare il Vaccino Delta

Immagino già lo slogan della sua campagna

"Vaccino Delta
Approvato direttamente da Dio"

O ancora
"Vaccino Delta
Dio si sacrifica un'altra volta per voi
Ed ecco il nuovo vaccino per l'umanità"

E tutto questo mentre
Miscredenti ed atei privi di anima
Affermano che questa variante Delta
Non è così minacciosa
E che i vaccini in circolazione 
Sono già in grado di tenerla sotto controllo
Ed impedire di spiegare sulla gente i suoi pericolosi effetti.

Ma non sanno i disegni dell'Altissimo
Che poi non è altro che l'Oligarchia del Potere Centrale
Che ha già progettato tutto per noi
Ed ha già previsto tutto sempre per noi
E già sa quale sarà l'epilogo di questo inferno 
Di questa Valle dell'Assurdo

Ed intanto mentre aspettiamo di capire qualcosa
Alcuni già si portano avanti col lavoro
E girano con delle vecchie Api
Ripetendo lo slogan di successo
Il primo per intenderci

"Vaccino Delta
Approvato direttamente da Dio"

"Vaccino Delta
Approvato direttamente da Dio"

"Vaccino Delta
Approvato direttamente da Dio" 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 25 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Versi Insistenti"

Ispirata a sua volta da questa poesia di Franco Battaglia che ha postato sul suo blog due settimane fa.

VERSI INSISTENTI

I miei versi mi svegliano
Mi rincorrono 
Mi inseguono e mi perseguitano
Raramente mi abbandonano
Fino a quando non li ho assicurati
Ad un foglio bianco 
Ed on line.

Versi che mi cercano
Insistentemente
Versi suggeriti da un suono
Un'immagine 
Una notizia
Una sensazione
Versi che nascono da un sogno
Sogni che non solleticano i miei versi

Versi che raccontano il mio vissuto
Versi che più spesso denunciano il malcostume sociale

I miei versi sono tignosi
Insistenti
Raramente mi lasciano
Spesso 
Mi martellano ossessivamente
Fino a quando
Non si sentono al sicuro
Sul computer
E stampati su un foglio A4
Dove attenderanno solo di essere letti
Recitati
E vissuti 
Ancora ed ancora.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 23 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Sinapsi Spente"

SINAPSI SPENTE

Nella remota Valle della Mente
Luci spente causano disagi e difficoltà
Intere aree restano al buio
Un blackout che non era previsto
Non era atteso
Non era meritato.

Nella remota Pianura del Cervello
Intere piantagioni di sinapsi 
E numerose coltivazioni di ricordi
Svaniscono
Travolte da un'inondazione 
Ma lui non cede
Articola nell'aria i suoi pensieri confusi
Confusi per noi.

Nei meandri nebbiosi di una struttura
Una figura si allontana in lontananza
La sua camera un taboo inviolabile per i parenti

Passo dopo passo
Potrebbe riprendere a camminare discretamente
Quel ragazzo 
Quel fisiatra sa il fatto suo

Intanto lei lo visita tutti i giorni
E tenta di penetrare quelle coltri della mente
E violare quelle barriere che offuscano il suo cervello.

Si riconoscono
Si abbracciano
E lui 
Il frutto del loro amore
Li osserva poco più in là
Poi si avvicina e diventa un abbraccio collettivo

Lo porteranno presto via da lì
Deve solo riuscire a camminare meglio
E magari 
Se certi effetti di un Nazi-Pfizer Impfstoff
Termineranno
Anche a riprendere 
Qualche luce spentasi troppo presto
E tornare con i lampioni della mente
Ad illuminare ancora certi boulevards del cervello.  

Lo porteranno presto via da lì
Non perchè stia in un lager
Ma perchè non è casa sua
Non è casa loro
Non è come stare insieme
Mangiare insieme
Litigare insieme
Per le astrusità che lui inventa
E di cui si convince senza motivo apparente.

E loro continuano a ripetersi come un mantra
Sperando in un suo recupero 
Compatibilmente con la sua malattia:

"Lo porteremo via da qui
Lo porteremo via da qui
Lo riporteremo presto a casa"

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 21 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "No Name, One Name"

NO NAME, ONE NAME

Corro 
Con la mente
Ascolto voci di luoghi senza nome
Sussurro loro il mio disappunto
Nascondo loro la mia disperazione.

Voglio imparare
A non avere male
A non sentire le mie gambe dure come mattoni
Solo perchè la mia testa non le vuole liberare
Da questa gabbia 
Con sbarre fatte di lacrime.

Voglio spaziare
Dentro aree ampie e rigogliose
Voglio camminare dentro labirinti
Perdermi nella luce dei loro diabolici vicoli
E deviazioni assenti
Direzioni senza indicazione alcuna
E percorsi senza nome

E continuo a correre
Senza fiato
Senza sosta
Crampi alle gambe
Arranco
Stringo i denti
Mordo le labbra
Ma non rallento
Voglio un mondo alternativo
Dove nessuno
Nessuno ha un ruolo predefinito 
E preventivamente assegnatoli dalla società 
Fin dalla sua nascita

E voglio una società alternativa
Immaginaria
Visionaria se preferite
Dove arte e sogno
Riempano l'aria di suoni
Immagini 
Ed idee coraggiose ed avveniristiche
Una società senza quartieri ghetto
E quartieri militarizzati e protetti fino all'esasperazione

Voglio una società senza nome
Una società non rigida e schematica
Ma liquida e libera
Una società che invece abbia un nome
Uno solo:
UTOPIA.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA® 

venerdì 18 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta® : Aiutiamo Lisa!

Prendo spunto dal post di Cristiana e dalla proposta di Mariella sul suo blog, e do voce ed eco a questa richiesta d'aiuto in punto di morte pensata da una madre per aiutare una figlia. I fatti sicuramente molti di voi li conosceranno già ma mi permetto cmq per chi non li avesse noti, di riportarli sinteticamente:

(Fonte: La Repubblica - Enrico Ferro):
PADOVA - Sonia Campagnolo, uccisa a 47 anni da un tumore al pancreas, sul punto di morire aveva un'unica grande preoccupazione: la figlia Lisa Campagnolo e il suo percorso di studi alla facoltà di Giurisprudenza a Padova.

"So di avere pochi  'seguaci'  e ancor meno commenti. Il mio blog si occupa, principalmente, del sociale , di aneddoti della mia vita e del mio cane. Filosofeggiare lo lascio fare ad altri, più bravi di me.
Quindi so che sarete in pochi a leggere questo post, purtroppo, ma spero che vogliate aiutare  Lisa, in ricordo della sua mamma "

Per chi volesse contribuire a questa causa:

 IBAN IT96E0103062470000001807112 -  causale: in memoria di Sonia

Io vi lascio il mio appello teso a chiedervi di darle una mano anche spargendo e diffondendo con i nostri blog questa sua richiesta d'aiuto, con questi versi:


ABBRACCIO D'AMORE

Mi chiamo Sonia
Ma in realtà
Da lunedì scorso 
È più corretto che mi presenti così:

Mi chiamavo Sonia
Mi ha stroncata un tumore al pancreas
E sono evaporata abbandonando questa vita
All'età di soli 47 anni.

No, no
Non desidero nessuna commiserazione
O sano sentimento di pietà, dolore o dispiacere
Da parte vostra
Io mi sto rivolgendo a voi
Per chi è vivo
Per chi davvero ha adesso bisogno 
Del vostro aiuto.

Sto alludendo a mia figlia Lisa
Lei studia giurisprudenza
E la mia unica e sola preoccupazione
Da quando ho conosciuto la mia sorte
E mi è stato brutalmente diagnosticato il mio destino
Nonché la mia presumibile data di scadenza
È sempre stata soltanto mia figlia.

Lo so
Vi sento già rumoreggiare
E dire che di madri al mondo ce ne sono tante
E tante hanno ed avrebbero bisogno d'aiuto
Per i loro figli
Ed io vi rispondo che è vero
Avete ragione
Ma se non iniziate a decidere 
Di aiutare alcune di esse
Con il pretesto 
Che non potete aiutarle tutte
Non ne aiuterete mai nessuna
E non aiuterete mai nessuno nella vita.

Un alibi molto comodo
E di facile presa per cavarsela
E trarsi d'impaccio 
Dallo scomodo fastidio di essere altruisti
E mostrare di avere un cuore.

Ed io ora sono qui
Davanti a voi
Affinchè mia figlia possa ancora studiare
Avere un futuro
O almeno avere le armi migliori possibili 
Per tentare di realizzarlo
Ed affinchè un domani
Possa avere un'indipendenza economica
Una sua vita
Una famiglia.

Quindi
Diffondete vi prego questo mio accorato appello
E se potete
Appoggiatelo anche in concreto
Con un piccolo aiuto
Ma non lasciate sola mia figlia
Non permettete che la mia malattia
Mi faccia sentire colpevole
Per non averla potuta sostenere 
Come si deve
Fino in fondo
Come stavo già facendo
E come avrei voluto ancora 
Continuare a fare.

Aiutatemi a regalare a me e mia figlia un sogno:
La sua laurea
Con lei sorridente davanti al suo relatore 
Ed io dall'alto 
Che la osservo 
Accarezzandole idealmente il viso 

Un viso che si ricorderà di voi
Che le avrete permesso di arrivare 
A vivere quel giorno
Un viso velato da una lacrima
Per non avere sua madre accanto

Ma mi auguro
Che in quel preciso istante
Possa avvertire il mio amore
Avvolgerla in un abbraccio infinito
Un abbraccio di gioia. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA® 

mercoledì 16 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®:"La Conta Degli Sfruttati"

LA CONTA DEGLI SFRUTTATI

Questa è la conta degli sfruttati
Da coloro che andrebbero ammanettati
Questa è la conta degli sfruttati
La conta di coloro che rischiano quotidianamente
Lavorando
Di morire ammazzati
Questa è la conta degli sfruttati
Di tutti coloro che non vengono considerati

Un due tre
A parlare tocca a te
Un due e tre
Ascolteremo proprio TE

Era una mattina come tante
Dobbiamo raggiungere dei silos
Con dentro sostanze tossiche
Chiediamo le mascherine protettive
Ma riceviamo risate
Pacche sulle spalle
E tante moine

Ed è così
Che disgraziatamente
Un'esplosione fu fatale
Perchè respirammo tutto quel tossico letame.

Questa è la conta degli sfruttati
Da parte di coloro che andrebbero arrestati
Questa è la conta degli sfruttati
Di coloro che rischiano costantemente
Di morire ammazzati
Questa è la conta degli sfruttati
Di coloro che non sono mai considerati

Un due tre
A parlare tocca a te
Un due e tre
Ascolteremo proprio TE

Ho fatto il lavapiatti
Ero in un ristorante 4 stelle
Pretendevano flessibilità, professionalità,
Che lavorassi come uno schiavo
Che facessi i doppi turni, saltassi i miei riposi
Ed io mi adeguavo per necessità.

Un giorno
Mi permisi solo di chiedere le scarpe antinfortunistica 
"Fai senza" fu la risposta
Alla quale seguì una fragorosa risata.

Per fortuna
Non mi successe niente
E sono ancora vivo per raccontarlo.

Questa è la conta degli sfruttati
Da parte di coloro che andrebbero arrestati
Questa è la conta degli sfruttati
Di coloro che rischiano costantemente
Di morire ammazzati
Questa è la conta degli sfruttati
Di coloro che non sono mai considerati

Un due tre
A parlare tocca a te
Un due e tre
Ascolteremo proprio TE

Io purtroppo sono morta
Morta a soli 22 anni
E lascio un figlio di cinque.

Muoio schiacciata da un macchinario tessile
Per un qualche problema strano
Perchè di solito se si viene "catturati" dalla macchina
La stessa si ferma subito
Ma nel mio caso non è successo
Ed ora mentre indagano 
Sempre a posteriori ovviamente
Sulle responsabilità del mio datore di lavoro
Io sono su questa nuvoletta a guardare la solita pantomima
Restando in apprensione per mio figlio.

Ed infine ci siamo noi
Noi che cadiamo da una gru
Noi schiacciati da un trattore vecchio e stanco
E noi che non veniamo dotati delle doverose imbracature 
Quando lavoriamo sulle pareti dei grattacieli
Oltre a tanti altri ancora 
Che finiscono nel silenzio dell'oblio.

Come esiste il milite ignoto
Forse dovrebbe essere istituito
Il monumento al "Lavoratore oppresso"

Questa è la conta degli sfruttati
Da coloro che andrebbero ammanettati
Questa è la conta degli sfruttati
La conta di coloro che rischiano quotidianamente
Lavorando
Di morire ammazzati
Questa è la conta degli sfruttati
Di tutti coloro che non vengono considerati

Un due tre
A parlare tocca a te
Un due e tre
Ascolteremo proprio TE
Un due e tre
Alla prossima perchè 
Un due e tre
Un'altra vittima ora c'è
Un due e tre
E la conta finisce qua
Per il rispetto di quei due bimbi
Che devono piangere papà.
 
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 14 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Vita Incrinata"

VITA INCRINATA

Casa vuota
Torna all'ovile 
Dopo una giornata di lavoro
Una delle prime nuovamente in ufficio
E non più in smart working. 

Una parte di lui è apparentemente felice
La routine di sempre sembrava essere ripresa
Pareva essere ricominciata. 

Finestre abbassate
Luci spente
Solo il monitor del computer
Ad illuminare la stanza

Lui ha 63 anni
Il lockdown lo ha vissuto male
Soprattutto perchè non ha più potuto andare a lavorare
Ossia vivere a pieno l'unico momento di interazione sociale
Con persone in carne ed ossa 
Che gli era rimasto

Svolgere anche le mansioni del suo impiego 
In totale solitudine 
Senza un contatto umano 
Lo aveva profondamente logorato.

Moglie mancata pochi anni prima
E da quel momento
La luce nei suoi occhi si era spenta

Una cena parca
Spesa fatta portare a domicilio

In realtà
Lui fisicamente è integro
Potrebbe andare dove vuole
Ha qualche acciacco
Un po' la schiena con qualche problemino
Ma di fatto è in discreta forma
È la volontà che gli difetta
È la forza di volontà che è assente.

Naviga in rete
Scrive sui social
Ma soprattutto legge, ascolta musica
E guarda la tv satellitare.

Poco prima che si scatenasse la pandemia 
In realtà sembrava stesse rialzando la testa
Pareva iniziare a scuotersi 
E riprendere lentamente a vivere.

Era entrato a far parte 
Di un movimento ambientalista
Aveva conosciuto molti giovani 
Che lo stimavano
Ed una signora coetanea
Con cui forse stava nascendo una simpatia.

Ma la pandemia ha cancellato tutto
La signora è morta di covid
E molti giovani dell'associazione
Hanno adesso rinunciato a riprendere l'attività
Spenti e svuotati
Disillusi e pragmaticamente rivolti
A cercare i cocci di un loro sempre più incerto futuro.

Eccolo quindi
Di nuovo solo
Di nuovo tradito dalla vita.

Un'altra cena
Sempre parca
Sempre la stessa
Poi prende dall'armadio un vestito di lei
(Li aveva tenuti tutti)

È un vestito nero
Elegante
Da sera
Lo poggia sul letto
Dalla parte dove lei era solita dormire
Poi prende un tubetto di pastiglie di sonnifero
Si corica accanto a lei 
Spegne la luce
Ed attende con pazienza
Di potersi addormentare 
E finalmente raggiungerla

Gli occhi si chiudono
Ed un sorriso luminoso 
E felice
Si manifesta attraverso le sue labbra stanche

E due luci abbaglianti
Si ricongiungono
Per l'eternità.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 11 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Mano Nella Mano"


Due giovani mano nella mano
Entrambi indossano un paio di jeans
Un indumento comune
Nulla di particolare
Sono semplici jeans.

Quelli di lei
Sono strappati sul ginocchio
Quelli di lui sono più classici
Insomma
È inutile che stia a soffermarmici oltre
Sono due comunissimi paia di jeans
Forse...

Stanno passeggiando per le vie della capitale
Le forze dell'ordine li fermano
Chiedono loro delucidazioni sul loro abbigliamento
E poi a forza
Li trascinano via e li arrestano
Colpevoli di aver violato la legge
Colpevoli di indossare entrambi i jeans.

Non è fantascienza
Siamo in Corea del Nord
Dove Kim ha promulgato una legge 
Che vieta film e capi di abbigliamento "stranieri"
Americani principalmente
E quindi anche e soprattutto i jeans.

La paura si impossessa dei due giovani coreani
Loro nemmeno erano a conoscenza della legge
Non in modo dettagliato
Pensavano di rischiare una multa e
Un po' per sfida 
Un po' perchè trovavano assurdo rinunciare
Ad un capo di abbigliamento comodo, giovanile 
E che si usa da decenni
Li avevano comunque indossati per uscire.

Terrore e sgomento nei loro occhi
Non immaginavano di rischiare perfino la pena capitale

Morire per un paio di jeans
Prima che aberrante è inimmaginabile
Assurdo ed inconcepibile

Vivessero in un altro Paese
Anch'esso liberticida
Ma non così repressivo 
Il giorno seguente al loro arresto
Ed alla notizia diffusa dai media 
Che dipinge quei due giovani
Come dei pericolosi sovversivi
Ed una autentica minaccia terroristica occidentale
Per la Nazione
Rappresentata come una perla da proteggere
Dal fango mondiale che la minaccia,
Il giorno seguente 
Una fiumana di giovani 
Ma anche individui di ogni età, sesso, razza e religione
Sarebbe sfilata per le vie delle città in jeans.

Ma lì prevale la paura
Ed un indottrinamento feroce
Che inizia fin dall'infanzia dentro gli asili
Ed allora quella sfilata non ha luogo
Quella sfilata è sì purtroppo vera fantascienza.

Sono in giudizio 
Aula del tribunale eccezionalmente
Colma di gente che vuole assistere all'evento
E che desidera solo che quei due pazzi vengano
Severamente puniti.

L'aria che tira è facilmente intuibile
È il primo caso di violazione della legge
Si vuole mostrare fermezza con una sentenza esemplare
La loro condanna a morte è già scritta.

E così è
Pena capitale
Ed il giorno dell'esecuzione
Milioni di coreani 
Festosi e sorridenti
Potranno assistere in diretta televisiva
A questa barbarie di Stato.

E così è deciso
Pena capitale
Ed in quell'istante nei due innamorati
Scatta un acceso e lucido sguardo d'intesa.

Quel giorno 
Andranno a morire fieri
Senza paura
Mano nella mano
Con addosso solo un paio di jeans 
Jeans e nient'altro
A parte il loro amore
Ed i loro corpi innocenti condotti al macello.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 9 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "An Angel Called Saman"

 AN ANGEL CALLED SAMAN

"Se non hai mie notizie entro 48 ore
Avverti le forze dell'ordine amore"

"Mi vogliono uccidere
Vogliono ammazzarmi perchè rifiuto
Di sposare un mio cugino
Perchè non voglio un matrimonio combinato,
Se mi devo sposare 
Sposo te amore"

Sento le loro parole
Il tono alterato delle loro voci 
Percepisco stralci di frasi 
"Deve ubbidire, deve sposare 
Chi diciamo noi e basta!"

La mia paura cresce
Provo a scappare ma sono senza documenti 
Vorrei fuggire ancora 
Ma so che sicuramente mi troverebbero
E denunciarli 
È complicato.

Vero
Potrei avere anche dei testimoni
Il mio ragazzo per esempio
Ma loro farebbero fronte comune

Insomma dovrei finire massacrata,
Allora 
E solo allora
Forse
Riuscirei a dimostrare quanto vorrei sostenere

Certo
A quel punto sarebbe una magra soddisfazione
Cbe me ne farei di vedermi riconosciuta la ragione
Una volta che fossi cadavere.

Alla fine hanno vinto loro
No
Non nel senso che ho accettato le loro condizioni
Ma in quanto mi hanno uccisa per essermi rifutata 
Di accettare quell'orrore di matrimonio combinato. 

Avevo solo 18 anni
Il mio cuore palpitava d'amore per lui
E la mia anima pulsava senza sosta per i suoi occhi
E non per quelli di quel pervertito del mio Paese d'origine.

Ho voluto lottare per essere libera ed indipendente
Per scegliere chi amare
E come vestirmi
Ed il prezzo che ho dovuto pagare è stato altissimo.

Ciononostante lo rifarei
Non rinuncerei a lottare per la mia felicità
Forse
Col senno di poi
Sarei scappata prima
Molto prima
Senza più tornare.

E tu amore mio
So che andrai avanti
Devi andare avanti
E so che lo farai 
Portando per sempre nel tuo cuore 
I miei occhi
Il mio sorriso
E la mia anima
Che saprà proteggerti
Dovunque io sarò
Ovunque tu ti troverai. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 7 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Mascherine"


"Mascherina
Mettete la mascherina"

"Ehi tu
Sei senza Ffp2 
Ti multiamo!"

Eh già
Per queste mascherine 
Abbiamo un'attenzione spasmodica
O forse poi anche per queste
Adesso
Meno assillante di quanto possa sembrare.

Mascherine
Loro le dovevano avere
Gliele doveva fornire il loro datore di lavoro
E non quelle per il covid
Ma quelle specifiche per il lavoro che facevano
E per dove lo facevano.

Due operai 
A Pavia
Lavoravano alla Digima di Villanterio
Azienda specializzata nella lavorazione di scarti animali 
Per la produzione di farine per mangimi.

Incidente
Si sprigionano gas tossici e nocivi
Problema grave
Grave ma forse risolvibile
Basterebbe che indossassero la mascherina
Ma non la Ffp2 per il covid
Quella per difenderli proprio da questi gas.

Peccato che loro non ce l'abbiano
Che non sia stata loro fornita
Peccato che per questo siano morti

Alessandro 
Lascia moglie e due figli
Il suo collega lo segue a ruota
Entrambi coetanei 
Entrambi morti per asfissia
Ma state tranquilli che del loro diritto
Ad avere la mascherina non si parlerà 
Per molto ancora. 

Alessandro 
È morto proprio il giorno del suo compleanno
Compiva 50 anni.

E la sua morte assurda
È stato il suo ultimo beffardo regalo di compleanno

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA® 

domenica 6 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Magico Sorriso Di Ester" (E.I.T.R.D.)

Nuovo appuntamento con il post contro la violenza sulle donne che fa parte
dell'iniziativa E.I.T.R.D alla quale partecipano i blogger che vedrete segnati in fondo a questo post. Per saperne di più su questa iniziativa vi rimando QUI al primo post che la spiegava in dettaglio. 


IL MAGICO SORRISO DI ESTER

"Dove credi di andare?
Credi davvero di sfuggirmi? Vieni qui!"

Rumori sordi
Piatti rotti
Posate per terra
Urla
Concitate e rabbiose quelle di lui
Squillanti e terrorizzate quelle di lei

L'agguanta
Ed Ester sa 
In quel preciso momento
Che è destinata ad essere un nome in più
In quella lista funerea di donne uccise da un uomo.

Femminicidio
L'ha sempre infastidita questo termine
Da un lato comprendeva che era pratico
Permetteva di avere subito ben chiaro 
Di che tipo di omicidio si trattasse
Dall'altro però
Le sembrava che 
Con questo termine
Si discriminassero le donne
Anche da morte

"Perchè - si domandava Ester - 
Dare a queste morti un nome tutto loro? 
Siamo donne, ma come tali siamo esseri umani 
Proprio come i maschi. ed allora perchè non scrivere
Di un omicidio per mano dell'ex compagno? 
Non era uguale, anzi meglio?"

Ester ora è a terra
Il suo aguzzino
Il suo assassino
Simula un'effrazione
E vuole far credere ad un'aggressione
Commessa magari da un extracomunitario
Questo quando dovessero scoprire il fatto

Nel mentre
Lui cerca di costruirsi l'alibi
Vuole far credere che all'ora della morte
Fosse fuori città per lavoro.

Una volta inscenato il tutto
Prende e va via 
Va a 200 Km da lì
In attesa che lo avvisino della tragedia
Pronto ad interpretare la sua parte da premio oscar
Quella del maritino sconvolto da un orrore simile.

Passano i giorni
Sono già cinque
E lui non capisce
Abitano in un condominio ampio
Di quelli con giardino esterno
Ma pur sempre un condominio mica una villetta privata
Eppure nessuno lo contatta per dargli la...ferale notizia

Ed i giorni passano 
Sono già dieci
E nessuno la va a cercare
Nessuno che la reclami
O nessuno che si domandi che fine abbia fatto.

I suoi genitori erano fuori combattimento
Padre morto, madre in casa di riposo
Amiche, pochissime quasi nessuna
Lui era stato abile a farle terra bruciata intorno
Ma i vicini? I vicini la conoscono, la stimano
Avrebbero dovuto già chiedersi il perchè di questa sua assenza
Invece...

Dodicesimo giorno
Ora il puzzo è forte
Sale alto ed aggressivo
Una fragranza figlia dell'odio 
E del disprezzo
Una fragranza inconfondibile.

Il vicino di casa
Onorio
Già si era insospettito da un po'
Ma ora 
Ora con quell'odore purtroppo inconfondibile
Non poteva più esimsersi 
Dal chiamare le forze dell'ordine.

Dodicesimo giorno
Ester è già in stato di decomposizione
Ed arriva la telefonata.

La recita ha inizio
Lui è bravissimo
D'altronde aveva avuto tutto il tempo
Di preparare la sceneggiatura nei minimi particolari
E provare più volte 
Per essere davvero convincente
Perfetto
Senza sbavature ed eccessi.

Nonostante il suo lavoro certosino e fantasioso
Per ingannare tutti e convincerli della sua innocenza
Gli inquirenti presto scoprono delle falle nel suo racconto

La deposizione da lui rilasciata
Ha numerosi punti che danno adito a dubbi
E questi dubbi
Come crepe in un muro di cartongesso
Si allargano smisuratamente

Oramai quell'ignobile assassino 
È all'angolo
Due ora ancora 
E crolla
Confessa

Racconta tutto
Singhiozzando 
Volgari lacrime di coccodrillo
L'interrogatorio si trasforma così
In un suo disgustoso monologo
Dove per filo e per segno 
Racconta cosa ha fatto.

E mentre
Quel bastardo 
Descrive l'accaduto fin nei minimi dettagli
Gli inquirenti non smettono di porsi una domanda
Domanda che frulla nella loro testa già da un po'
E che li atterrisce 
Pensando alla risposta che se ne deduce
Dalla confessione del marito.

E mentre quel maledetto
Non ha ancora terminato la sua deposizione
Coloro che lo stanno ascoltando 
Si pongono poche domande 
Che, forse, sarebbe meglio 
Non trovassero risposta

"Possibile che nessuno la sia andata a cercare
Possibile che nessuno abbia sentito nulla
Possibile che nessuno si sia posto il quesito
Sul dove questa ragazza così bella, giovane e spigliata
Fosse finita
Visti i numerosi e, per lei, inconsueti giorni di sparizione?"

Giustizia è fatta
Ma Ester è morta
Nessuno ha saputo o voluto 
Provare ad anticipare e scongiurare
La possibilità 
Che tutto questo accadesse

Giustizia è fatta
Apparentemente
Perchè in un mondo giusto
Nessuno di noi avrebbe oggi perduto
Il magico sorriso di Ester

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
-------------------------------------------------------------------------------------------

UN GRAZIE GIGANTESCO AI SEGUENTI BLOGGER CHE HANNO ADERITO A QUESTA INIZIATIVA IN ATTESA ANCHE DI CHI VOLESSE AGGIUNGERSI: C'È SEMPRE TEMPO :-)))



3) POSTO DI BLOGGO DI FRANCO BATTAGLIA 

4) WEB SUL BLOG DI CAVALIERE OSCURO DEL WEB 

5) LILLADORO DI CRISTIANA

6) MYRTILLA'S HOUSE DI PATRICIA MOLL

venerdì 4 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Sesto Senso"


SESTO SENSO

Lui non era mai stato lì
Conosceva i luoghi 
Sapeva quale strada percorrere 
Ma niente di più. 

Degli incidenti 
Di quella maledetta curva 
Non sa nulla 
Lui non legge le pagine locali
Spesso il suo lavoro 
Lo porta altrove
Ma domani 
Domani il destino 
Lo avrebbe fatto passsre
Proprio di lì.

Passa la giornata
Tranquilla 
Quasi monotona
Ma il tempo scorre
Ed inevitabilmente 
Ecco sorgere la mattina seguente.

Si alza nervosamente 
Un incubo notturno 
Lui che muore in quella curva
Curva per lui sconosciuta
Di cui non conosce 
La sua triste fama.

Nel sogno
Lui ormai privo di vita 
Sente parlare
I soccorritori 
"È già il sesto morto 
Eppure giornali e blog 
Ne scrivono"
Ma quello che più lo colpisce
È un ricordo
Poco prima dell'impatto

Un gatto nero 
Sul ciglio della strada 
Con un cartello che recita:
"LEGGIMI"

Lui ora è sveglio 
Ma quell'incubo 
Lo ha vivido nella sua mente 
E soprattutto ricorda 
Con insistenza 
Quell'avviso del gatto nero. 

Chiamatelo intuito 
Sesto senso
Destino
Lui va su internet 
E scrive 
Senza un'apparente ragione 
" CURVA MORTALE E GATTONERO"

Lancia la ricerca
E per un attimo 
Per una infinitesimale frazione di secondo 
Ha un gesto di stizza 
Per l'errore di battitura
Ma è giusto il tempo 
Di un respiro
Poi trova il link
Ad un blog "Gattonero"
Lo apre legge il post
E capisce 
Capisce il rischio 
E comprende quel suo strano sogno 

Quel giorno 
Prese una strada diversa 
Tutto andò bene.

Al suo rientro a casa 
Abbraccia la sua famiglia 
Racconta loro tutto quanto 
E si stringono
In un abbraccio liberatorio.

Poi
Accende il computer 
Va su quel blog
E commenta quel post
Con il volto 
Ancora solcato dalle lacrime 
Scrivendo una sola parola:
"GRAZIE"

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 2 giugno 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Mio Trattore"

Morti sul lavoro, non se ne parla mai abbastanza ma, soprattutto per quelle di cui tratterò oggi in questa mia poesia, non se ne parla mai. Agricoltori morti sul lavoro, spesso per colpa di trattori obsoleti che si ribaltano e li schiacciano, agricoltori che non vengono sorretti dai governi neanche nel dare loro degli incentivi per potersi permettere semplicemente un nuovo trattore, il loro trattore... Ah quasi dimenticavo buona festa di questa simulata e penosa cosa che chiamano Repubblica...

IL MIO TRATTORE

Eccomi solo con lui
Il mio fedele bestione:
Quattro ruote enormi
Ed io sopra di esse.

È come un TIR
Solo sensibilmente più lento
E poi non deve fare grandi percorsi
E non sempre
Anzi quasi mai
Su strade asfaltate
Ma in mezzo ai campi che coltivo

È un mio fedele aiutante
Un valido alleato
Ma
Non per colpa sua
Anche il mio più pericoloso ed acerrimo nemico

Io 51 anni compiuti
E da oltre trentacinque sui campi
E lui che non mi ha mai abbandonato
Da quando ho iniziato a faticare sotto il sole

Lui che non ho potuto mandare in pensione
E sostituire con un suo "collega" più nuovo e sicuro

Trentacinque anni di lavori sui campi
E sempre lo stesso trattore
Ma
Come me
Più stanco
Logoro
Acciaccato 

Ed allora 
Può accadere
Che un pomeriggio
Uno dei tanti, soliti, 
Caldi pomeriggi assolati
Per cause ancora in via d'accertamento
Ti sei ribaltato
Non hai più retto gli sforzi a cui eri sottoposto
E nel ribaltarti
Mi hai travolto
E schiacciato

Sono morto all'istante
Ma non gliene faccio una colpa

Che colpa può averne lui
Se da anni ormai
Chiediamo al governo di aiutarci
Con fondi
Incentivi
Sgravi fiscali
Insomma con ogni mezzo possibile
Per permetterci di rinnovare il nostro 
Oramai obsoleto ed insicuro parco di veicoli agricoli?

Che poi 
Detta così sembra che noi si abbia 
Una rimessa piena di trattori 
Un po' come i ricconi con le auto di lusso
Ma la realtà è diversa
Di tratatori ne abbiamo uno 
A volte due
Ma sono sempre veicoli di venticinque anni fa
Non più sicuri
Non più efficaci e produttivi
E che cerchiamo di far durare il più possibile
Perchè comprarne un altro nuovo di zecca
Senza incentivi governativi
È impossibile.

Sono morto sul colpo
Schiacciato dal mio fedele ed incolpevole trattore
Proprio come tanti altri miei amici
Anche loro costretti a subire una fine analoga
Costretti a morire sul lavoro
Obbligati a morire su quei campi che sono stati
La loro intera vita
E che sono stati anche la mia.

Mi spiace dover lasciare così
Mia moglie Giada
Ed i miei due figli Luca e Sandro

Unica mia piccola consolazione:
Ora anche tu 
Mio fedele alleato
Mio compare di tante giornate assolate
A faticare sui campi
Potrai finalmente
Concederti un pieno e meritato riposo
Guadagnato sul campo in tutti questi anni.

Quanto a me
So già che mi stanno aspettando trepidanti
I meravigliosi campi del Paradiso
Dove sicuramente 
Non troverò mezzi obsoleti e mortali
A sostenermi nel mio lavoro
E cioè 
In quella che è stata comunque
La passione della mia intera vita.

E chissà se un giorno
Ritroverò anche te mio fido aiutante
Te 
Vecchio rottame con dentro un'anima onesta
Che ti posteggerai accanto alla mia finalmente felice,
Sorridendomi

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®