Pagato 4 euro l'ora
Quando non soltanto a numero di consegne
Giubbotto d'ordinanza
E via
E pedalo, pedalo
Ma non vincerò mai la maglia rosa
Io trasporto pizze
Sono un gregario senza capitano
Sono un corridore senza corsa.
Ho una fidanzata
Io sono il suo ragazzo ad ore:
Quando ho due ore libere la vedo
Poi di nuovo in sella
A pedalare senza sosta
Senza neanche una borraccia per bere
O uno snack per rifiatare
E nessuno a darmi il cambio a tirare.
Sono in una costante fuga verso il nulla
Senza alcun traguardo
Senza alcuna garanzia
Senza una visione di futuro.
Siamo i riders
Gli schiavi su due ruote del terzo millennio
I'm a slave, man,
And I ride my bike,
Yes I ride and I ride and I ride.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
25 commenti:
È solo una questione di salario, perché altrimenti sarebbe un lavoro piacevole: conosco gente che fa il rider, può essere dura, ma è lavoro... :)
Moz-
PER MOZ: salario, diritto ai giorni di malattia, insomma diciamo che è una questione di non essere sfruttati. E poi il grosso problema che si è creato è che un tempo questo era visto come un lavoro temporaneo per racimolare due soldi, ora invece per molti è il vero e proprio impiego, cosa che non avrebbe mai dovuto essere ma con la crisi che c'è invece accade, e quindi bisogna che anche questo lavoro sia tutelato ed i lavoratori difesi da uno sfruttamento a livello di vera e propria schiavitù.
Il problema in effetti è sempre di tipo economico e contrattuale... Quando dicono "i giovani non vogliono più fare i camerieri", "i giovani non vogliono più fare i braccianti", forse è più giusto dire che magari uno non è tanto felice di fare un lavoro molto faticoso con contratto a giornata e retribuzione ridicola... se uno avesse maggiori garanzie contrattuali e uno stipendio decente sarebbe diverso, ma le aziende sanno bene che la disoccupazione è alta e se ne approfittano proponendo condizioni da disperati, un atteggiamento del tipo "Non ti sta bene? E tanto qualcuno più disperato di te che accetta lo trovo".
La liberalizzazione selvaggia ci ha portato a questo, lo stato dovrebbe tornare a porre dei paletti sugli eccessi...
PER ARIANO: una disamina lucida e chiara che condivido in toto. Oggi i lavori più umili, e non solo quelli, sono sottopagati, mancano delle minime garanzie contrattuali proprio perché se non accetti quelle condizioni capestro le società puntano sul fatto che un altro disperato le accetterà. Hai ragione, lo Stato dovrebbe, anzi deve, tornare a porre paletti e limiti a tutela di quei lavoratori.
Perché alla gente pesa il sedere di andarsela a prendere la roba, vogliono sempre tutto su un piatto d'argento.
PER LA DAMA BIANCA: questo è anche vero, ma ciò non toglie che se uno chiede una pizza a domicilio non deve sentirsi in colpa perché colui che gliela consegnerà è sfruttato come uno schiavo. È giusto che i riders godano dei diritti primari e basilari di qualunque altro lavoratore.
Hai ragione Daniele.
Una volta questi erano lavori temporanei, da conciliare allo studio o a una professione part-time.
Adesso, invece, sembrano professioni "normali", sebbene non abbiano alcuna tutela.
La situazione lavorativa italiana (e non solo) si fa sempre più triste ed intricata.
Siamo alle solite, in Italia. Lavoratori sfruttati, paghe da fame, nè malattia nè ferie...
Lo stato latita in proposito di garanzie lavorative e le aziende (tutt) ci speculano sopra con la scusa della crisi. Oggi è la crisi, ieri cosa era? E domani? Che si inventeranno?
Pronto, parlo con lo stato italiano?
tu tu tu.... occupato!
PER CLAUDIA: infatti hai ragione, lavorare in Italia è complicatissimo sia perché il lavoro non lo trovi sia perché se e quando lo trovi spesso è a condizioni vergognose.
PER PATRICIA: più che occupato, direi disinteressato che forse è peggio. Concordo in pieno con il tuo commento, la situazione è davvero penosa.
Il lavoro precario degli schiavi da pizza un tanto a pedalata senza mancia è quello che fa veramente schifo. Solo certe bestie fanno qualcosa più degradante. E se un giorno avesse un attacco di diarrea? Un raffreddore "cola cola" a più non posso? Una vescica sotto un piede?
C'è chi pensa che siano solamente giovanotti in cerca dei soldi per le sigarette? Ho visto a Roma recentemente anche giovanotti di sessanta anni in bicicletta. Gente che magari cercava di rimediare la cena.
PERE VINCENZO: infatti, ci sono persone anche di età più avanzata e tutte lo fanno come unico lavoro. Bisogna che questa situazione trovi una svolta in positivo, non è accettabile questa schiavitù su due ruote.
Lavoratori sfruttati e sempre meno diritti, ma vedo che in questo Paese, le persone credono più alle favole, che alla realtà.
Saluti a presto.
PER CAVALIERE: favole di pessima qualità peraltro, e che come hai sottolineato anche tu obnubilano le persone non mostrando loro come stanno le cose.
Vita difficile per queste persone. C'è un approfittamento scandaloso. E anche se vedo che alcuni diritti iniziano ad essere riconosciuti resta un problema sostanzialmente non risolto
Un saltuone
Mi pare che sono state fatte tante "promesse" dal governo italiano che riguardano proprio la categoria dei rider che hai descritto molto bene.
Sembra quasi che la legge sia sul punto di essere approvata. Dai facciamoli lavorare i nostri "governanti" tra una litigata e l'altra, un'elezione e l'altra, ce la possono fare...(forse).
PER ACCADEBIS: giusto, c'è ancora molto da fare per garantire equità salariale e non solo a queste persone.
PER MARIELLA: speriamo perché la situazione di questi lavoratori è davvero insostenibile.
A Barcellona, tre quattro giorni fa, un camion della spazzatura si è portato via un ragazzo ventiduenne che andava in bicicletta, lavora per Glovo, una ditta che fa che i ragazzi vadano su e giù con la bicicletta e lo zaino con il Glovo ben visibile... È morto, il ragazzo.
Ciò ha fatto che gli "glovers" a Barcellona siano scesi in piazza. Loro dicono che non sono lavoratori autonomi (l'azienda non li contratta, per l'azienda sono autonomi), che in realtà dovrebbero essere lavoratori con le assicurazioni di un lavoratore normale,...
In più, Glovo dice che il ragazzo non era registrato nemmeno come autonomo, che faceva il lavoro per un altro,... Quello che succede è che si non fanno un minimo c'è la penalizzazione e ciascuno di loro devono cercare qualche amico che abbia del tempo per arrivare a quel minimo...
Certo che la bicicleta la mettono loro, ma l'applicazione è di Glovo, lo zaino è di Glovo,... quindi, non possono essere "autonomi" che vendono un servizio a Glovo: sono lavoratori!
podi-.
PER PODI grazie per questa testimonianza mi spiace per quei ragazzo. Aggiungo anche che hai perfettamente centrato la questione.Le aziende dicono che sono autonomi ma se si fermano li licenziano e questo è un controsenso. Sono solo sfruttati e sono dipendenti e come tali devono avere tutte le garanzie del caso. Grazie del tuo straordinario commento.
A te Daniele, per offrimi la possibilità di esprimermi.
podi-.
I nuovi lavori sottopagati e schiavizzati del nuovo millennio come quelli che lavorano nei call center ... rispettare i diritti ormai non è più nemmeno un optional.
PER MARCAVAL vero ormai sembra andare sempre peggio
C'è il rider, l'operatore di call center, la donna di pulizie con contratto a progetto... di schiavitù ce n'è tanta. E' sempre bene ricordare le differenti forme. Ti abbraccio, moltissimo <3
PER IRENE vero sembra essere un mondo pieno di schiavitù
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