mercoledì 8 luglio 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Nuovo Titanic"

IL NUOVO TITANIC

Il futuro a ritroso 
È il nuovo volto di questo futuro
Come i gamberi arretra
Ed il passato torna di moda
Il passato ritorna ad essere futuro
Ed il presente diventa il momento preparatorio
Di questo vecchio cambiamento. 

Noi siamo i nuovi poveri
Prima mediamente benestanti
Poi sempre più vessati
Ed infine atterrati sulla soglia di povertà

Ed ora dopo quest'ondata pandemica
Auspicheremmo volentieri
Di espatriare 
Come i nostri antenati
E come loro emigrare
Verso nuovi lidi
E nuove fortune
Anche dovessimo viaggiare pure noi
In terza classe.

Ma la nostra terza classe è qui
Senza mai avanzare
Un viaggio in forma statica
Su un piedistallo di pannolenci
Che incolla i nostri piedi
Condannandoli ad un futuro immutabile

Oggi la pandemia non lascia scampo
Non fornisce possibilità di cambiamento
Non permette di raggiungere luoghi di speranza
Nazioni dove alimentare sogni di gloria 
O semplicemente una vita meno disperata ed umiliante
Di quella vissuta qui.

Brande per la strada
Auto come abitazione
Questa è la nostra terza classe
Anzi quarta
Oppure ci sono i più fortunati
Quelli che hanno ancora un tetto sulla testa
Ma anche loro
Come noi
Cenano presso la Caritas "a menù fisso".

E dopo aver cenato 
molti di noi si guardano negli occhi
Occhi lucidi e malinconici
E parlano delle loro speranze
Aprono il loro cuore ai loro vicini di tavolo
Raccontando i loro sogni.

E tutti noi sogniamo di andare via
Sogniamo il Titanic

Sì perfino quella nave di morte
Ed accetteremmo pure la terza classe
Perchè almeno loro sono deceduti portandosi dietro un sogno
Un sogno infranto
Ma, almeno, loro per un soffio di tempo hanno potuto sperare
Illudersi di poter avere un altro futuro.

Ma il nostroTitanic è ancorato in porto
E non partirà mai
Il nostro nuovo Titanic è adesso
È qui
È questo viaggio quotidiano 
Abitazione - Caritas
Caritas - abitazione
Un viaggio senza speranza fin dall'inizio
E con un solo punto in comune con quel transatlantico:
Anche in questo viaggio
Si salpa sapendo che molti di noi
Sono destinati a morire
Sì, a morire 
Senza aver potuto portare con sè 
Nemmeno per un attimo, l'illusione di un sogno. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

24 commenti:

Gus O. ha detto...

I tuoi versi rivelano uno stato d'animo dove mi riconosco.
La pandemia come futuro ci offre cinicamente il triste passato.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUS: è un'ipotesi plausibile e purtroppo anche molto triste ed amara.

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Non si prospetta un bel futuro, bisogna tornare a lottare.
Sereno giorno.

Claudia Turchiarulo ha detto...

Nemmeno la pandemia è riuscita a farmi venire il desiderio di lasciare la mia Italia, in particolare la Puglia.
Come dico sempre, il vero coraggio è restare e reinventarsi, sebbene sia difficilissimo, ma il mio dizionario non contempla la resa.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAVALIERE: concordo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CLAUDIA: non è una questione di resa ma di presa d'atto del fatto che qui non esiste futuro. Purtroppo questa pandemia ha reso per il momento difficile anche l'emigrazione verso altri lidi.

Riky Giannini ha detto...

Bellissimo il paralellismo con il Titanic.

Sì perfino quella nave di morte
Ed accetteremmo pure la terza classe
Perchè almeno loro sono deceduti portandosi dietro un sogno
Un sogno infranto

Questi versi sono bellissimi..è vero, abbiamo perso la forza di sognare..lo dice uno che ha sempre tenuto i piedi per terra e guardato un po' con compassione chi sognava...ma la mia era invidia :)

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER RIKY: l'abbiamo persa perché sono riusciti a togliercela, ma noi dobbiamo essere forti e sapercela riprendere. Grazie per le tue bellissime parole sui miei versi.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VALERIA: è una scelta difficile, sofferta, da valutare e ci vuole coraggio per realizzarla, ma puoi vederti costretto a porla in essere. Auguro a questa tua coppia di amici tutto il bene possibile.

MAX ha detto...

Desiderare il Titanic è un po’ come desiderare il suicidio?
Non mi ritrovo in questi tuoi versi...sarà perché da me la ripresa c’è stata e la vedo in maniera tangibile...pure con tutte le incoscienze che ha portato.
Io non ho perso la speranza ne per me ne per gli altri.
Poi vorrei chiedere a Gus di che ha paura..sinceramente non riesco a capire il suo stato d’animo.
Se ha paura per lui o per quello che lo circonda?
Ciao

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MAX: il concetto è che vorrebbero andare via visto che di fatto quella non è vita e sono così disperati dall'agognare perfino il Titanic perchè morire avendo avuto un sogno è meglio che morire ugualmente per fame e povertà senza neanche aver nutrito un sogno piccolino. Il commento di Gus fa riferimento alla paura di una crisi drammatica ed una situazione di povertà assoluta. Da te hai avuto la ripresa ma da altre parti non è per niente così e posso dirti di conoscere molte persone che la Cassa Integrazione la stanno ancora aspettando adesso da marzo.

Gus O. ha detto...

Max, paura che il passato possa diventare futuro significa morte del desiderio e quindi dell'uomo.

Ariano Geta ha detto...

Quando si perde la speranza si perde tutto. Quando si passa dallo star bene allo star meno bene (o direttamente male) è ancora più traumatico.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARIANO: sei stato perfetto.

Katrina Uragano ha detto...

Tutto il mondo è paese, non credo in un luogo dove si possa andare a cercare fortuna.
Bisogna cercare di far funzionare questo, di mondo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER LA DAMA BIANCA a volte non dipende da te farlo funzionare

Maria D'Asaro ha detto...

La tua lirica comunica molta tristezza. Ma, ahimè, non è tristezza gratuita o infondata...
"Ma la nostra terza classe è qui
Senza mai avanzare
Un viaggio in forma statica
Su un piedistallo di pannolenci
Che incolla i nostri piedi
Condannandoli ad un futuro immutabile"
Trovo molto plastica quest'immagine ... E credo che sia una poesia perfetta per essere recitata.
Buona serata.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIA in effetti ho provato e recitata è molto intensa. Grazie per i tuoi commenti sempre profondi

fulvio ha detto...

Oggi la povertà avanza inesorabile, ma sono fiducioso noi italiani siamo bravi e intraprendenti e avvieremo presto il secondo miracolo economico e il nostro Titanic sarà lo stivale.
Come sempre un'ottima poesia piena di crude realtà.
Ciao fulvio

Mariella ha detto...

Ma non possiamo andare da nessuna parte.
Bisogna combattere, affinché il futuro non diventi deserto.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FULVIO io ho fiducia negli italiani ma non in chi ci governa e senza un esecutivo che dà una mano gli italiani da soli non possono farcela

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIELLA il problema è che ora con la pandemia non sai nemmeno dove emigrare

Franco Battaglia ha detto...

Si sta peggio altrove, per ora. Noi ne usciremo fuori. Perché non ci ha ucciso nessuno - e non voglio mancare di rispetto ai tantissimi morti -
Sai perché ne usciremo fuori? Perché non vedo ravvedimento, non scorgo pentimento, o prese di posizione.
Si ricomincia a galleggiare. Al mare tutti appiccicati, nei bus vicini vicini, non ci ha insegnato nulla questa pandemia.
Per questo ne usciremo fuori.
E quelli in Caritas sono gli stessi di prima.
Tutto sommato la vedo peggio ancora di te...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCO purtroppo l'ISTAT mi pare abbia confermato che molte famiglie che prima cela facevano ora sono alla Caritas. Capisco il tuo ragionamento ma credo che se recupereremo il modo di vivere precedente alla pandemia, purtroppo anche le pessime abitudini questononsaràabbastanzaper ripartire con le attività economiche senza un aiuto concreto

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