venerdì 5 maggio 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Camere D'Albergo"


CAMERE D'ALBERGO

Camere d'albergo
Piccoli microcosmi chiusi 
Invisibili ad occhi estranei
Esistenze anonime e silenziose
Clandestine o soltanto impaurite.

Camere di un Motel
Letti di passaggio
Bui e ripugnanti
Spazi sospesi
Collocati a metà strada
Tra il luogo da cui si fugge
E quello dove si è diretti
A metà tra il sogno della Route 66 
E l'universo delle proprie paure
Quasi ad un passo da dove  
Ci si augura di arrivare.

Camere di Hotel
Lussuose
Eleganti
Confortevoli macrocosmi 
Per chi ha disponibilità economica
Per chi vuole avere Comfort
E praticità.

Camere di alberghi 
Li chiamano Business Hotel
Sono meno caldi
Ma dotati di ogni possibile accessorio
Per briefing
Meeting
Conference call.

Viaggio dentro 
Solitudini in giacca e cravatta
Mondi impenetrabili
Mondi variegati
Mondi abbandonati
Da mogli stanche di aspettarli
Abbandonati
Da mogli che non li hanno mai amati
Ma anche
Solitudini al volante di una Porsche 
Che sfrecciano la sera
Sulla strada  più trafficata
E affollata da altri clienti come lui
E Business Women che li attendono
Per spennarli.

Camere d'albergo
Una uguale all'altra
Ma anche diverse l'una dall'altra
Tra un hotel e l'altro.

Camere d'albergo
Specchio anonimo sul mondo
Sono di diverso tipo e prezzo
A seconda di quale microrealtà
Si è parte
A seconda che si sia felici
O con un piede
Oltre la soglia dell'inferno 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA® 

29 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Grazie intanto.. le camere d'albergo offrono come un piccolo viaggio in universi paralleli, quelle che usi, quelle degli altri che sbirci, quelle che sogni di occupare un giorno ma non riuscirai neanche mai a entrare nella hall dell'hotel. Quelle che ti hanno fatto passare la voglia di viaggiare, quelle con memorie indelebili, quelle dove vorresti proprio vivere, uscendo al massimo per la colazione. Specchio anonimo, dici bene, dove esaltare la nostra personalità: ci sono camere d'albergo che hanno segnato davvero fasi essenziali di vita. Nuovi inizi, parentesi da sogno, drammatici epiloghi.

Gus O. ha detto...

X DANIELE

L'Albergo è un microcosmo dove si vive quasi come in un carcere. Orari da rispettare, odori sgradevoli e il lusso è solo un'illusione. Il cibo è scadente e una bottiglia di vino bevibile costa 'na cifra. I cuscini sono bassi, i letti non sempre puliti. A volte ho l'impressione che abbiano riaperto i bordelli per le tante puttane che si incrociano. Insomma, l'albergo è quello che esce dai tuoi versi, incisivi come sempre.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUS in effetti ci sono molte realtà che come dico nei miei versi sono nella migliore delle ipotesi anonime quando non peggio

Giovanni ha detto...

I migliori alberghi a mio avviso sono quelli situati in paesi, dunque una conduzione familiari. Profumni ed odori di quel luogo, che ti sa di famiglia.
Li preferisco.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GIOVANNI concordo.

Franco Battaglia ha detto...

Sono finito in spam?!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCO yes eri finito in spam per colpa di blogspot ma ho recuperato il tuo commento.

Vero anche il tuo punto di vista, ci sono aspetti anche particolari e realtà variegate per cui non tutto è negativo non tutto è anonimo.

MaratonetaGiò ha detto...

Sarò una rarità ma non ho mai soggiornato in una camera d'albergo per cui non saprei come commentare. Sicuramentecictuoi versi hanno stuzzicato la mia curiosità.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VALERIA: ogni albergo racconta storie e situazioni differenti, anche quelli di lusso secondo me.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GIO: riuscire a stuzzicare la curiosità è sempre un risultato importante

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Preferisco gli alberghi a conduzione familiare, rispetto alle varie catene. Comunque in vacanza vado in campeggio, amo la libertà.

Fabio Melis ha detto...

Per quel che mi concerne è solo un posto in cui dormire. Non mi serve la TV e neanche il frigobar. Basta che sia una camera decorosa o silenziosa visto che, quando viaggio, passo l'intera giornata in giro per città o montagne. Anche le tanto decantate colazioni degli hotel, ormai, non mi attirano granché.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER RFABIO insomma, basta l'essenziale.

Caterina ha detto...

Io sono stata poche volte in albergo, preferisco le case vacanze. Il confort degli alberghi non so perché dopo un po’ mi stanca.. è paradossale, lo so. Lenzuola che assaporano diverse realtà, spesso desolate e silenziose, ma anche allegre e familiari. Ma io non mi sento a mio agio nelle camere d’albergo, a me piace sentirmi a casa una volta rientrata.

Ariano Geta ha detto...

Io nelle camere d'albergo mi ambiento subito, mi trasmettono un senso di relax automatico poiché, almeno sino a oggi, quando sono stato in albergo è sempre stato per una vacanza, quindi la camera d'albergo per me è il luogo in cui inizia ogni nuova villeggiatura.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VALERIA: beh si può andare in alberghi belli ed anche di lusso, essendo una coppia regolare

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CATERINA: per me dipende: se mi fermo pochi giorni magari per un Reading, allora l'albergo dignitoso per me è perfetto, se invece dovessi partire per un viaggio lungo anche 20 giorni, allora una casa potrebbe essere la soluzione insieme agli adorabili Bed Breakfas, anche per me maggiormente preferibile.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARIANO: anch'io non ho in realtà particolari problemi; nella mia poesia ho però voluto fotografare emotivamente gli aspetti anche meno edificanti che un albergo anche a seconda delle stelle che ha, si trova a vivere.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAVALIERE quello anch'io, li trovo più vicini al cliente ed a misura d'uomo.

Maria D'Asaro ha detto...

Grazie delle tue riflessioni poetiche sulle "Camere d'albergo
Specchio anonimo sul mondo...". Buona giornata.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIA grazie a te di cuore.

katherine ha detto...

Hai descritto bene tutte le realtà. Personalmente, come altri che mi hanno preceduto, vado in albergo, o nelle cabine delle navi, soltanto quando sono in vacanza. Le ho sempre trovate pulite e gradevoli, ma in quelle camere ci sono stata giusto per dormirci di notte, stanca morta dopo una giornata di camminate. Non riuscivo nemmeno ad osservare il colore delle lenzuola! :D

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER KATHERINE: beh anch'io oltre alle volte in cui ho fatto Reading ovviamente fuori Genova, per cui era necessario pernottare la notte.

Dark Miryam ha detto...

Io in hotel ci ho lavorato, un tre stelle a conduzione familiare, quindi relativamente piccolo rispetto ad altre realtà. Premesso che mi ci sonotrovata benissimo, posso dire che quel che si vive lavorando in un hotel è un'esperienza che ti cambia la vita perchè, come dici nella poesia che hai scritto, quelle camere sono uno specchio sul mondo... Nel bene e nel male.
Mi permetto di consigliarti, visto che siamo in tema, la canzone "Albergo a ore" di Herbert Pagani (riadattamento di Les amants d'un jour di Edith Piaf), qui reinterpretata dai Roma Amor: https://www.youtube.com/watch?v=v4qiEwqUo9o

Pia ha detto...

Interessante il tuo punto di vista. Non sempre si trovano ottimi alberghi e l'uso che se ne fa è tra i più svariati. Grazie a te ed all'ottima fonte d'ispirazione. 😉
Abbraccio.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER DARK MIRIAM grazie per aver condiviso la tua esperienza e benvenuta in questa agorà. Ascolterò quella canzone.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PIA: grazie a te per i tuoi commenti sempre sentiti e significativi.

Dark Miryam ha detto...

Figurati Daniele, è un piacere! Ti leggo sempre ma non avevo ancora avuto occasione di lasciarti un commento, e questo mi è sembrato il modo migliore per rompere il ghiaccio ;)
Mi farai sapere cosa ne pensi della canzone poi, sono molto curiosa!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER DARK MIRYAM: conoscevo il brano è famoso mi piace, non associavo a quella canzone il titolo.