venerdì 12 maggio 2023

L' Angolo del Rockpoeta®: "No Reason"

NO REASON

Dormono
Notte fonda
Tutto tace 
O quasi.

Smartphones inanimati
Prendono vita
Come Intelligenze Artificiali
Il loro microfono si attiva
È una app che li accende da remoto
Ed ascolta.

Possesso cibernetico
Nessuna via di fuga
Loro sono con te
Vengono ovunque con te
Ti possono registrare
Ascoltare
Senza il tuo permesso
E non si torna indietro.

Fantascienza? No Whatsapp

Molti utenti
Denunciano 
Che questa app
Accede al microfono del loro smartphone
Per esempio di notte quando dormono.

Un bug
Risponde Mark
Pochi ci credono
E comunque
Anche fosse
È preoccuppante
Resta inquietante.

Elettrodomestici che parlano
App con cui comandi quasi ogni cosa
Dentro la tua abitazione
App che ti illudono di avere il controllo
Ma sono loro a controllare te
A sorvegliarti
Ad ascoltarti
A consolarti
Forse perfino a sedurti.

E fu così
Che come un'oscura entità
Che inconsapevolmente 
Ci trascinavamo sempre appresso
Fummo fagocitati e distrutti.

Spiati dai migliori amici dell'uomo del terzo millennio
Traditi
E resettati

E come esseri lobotimizzati
I pochi supersistiti continuavano
A vagare catatonici per le strade
Senza darsi pace
Boffonchiando due sole ma eloquenti parole
A testimonianza del loro ignorante stupore:

No reason
No reason
No reason

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

30 commenti:

carlos portillo - podi-. ha detto...

Mi sento insicuro, perso, disorientato... Ho dimenticato lo smartphone.

Allo stesso tempo so che sono libero, non controllato, e che posso agire a seconda delle proprie decisioni.

podi-.

Giovanni ha detto...

Belle rime
Stupendo problema sociale.
Questa è tecnologia avanzata .....non eravamo consapevoli di tutto questo, ma l'abbiamo fortemente voluta ........."abbiamo voluto la bici? si ed ora pedala"
Non vogliamo lasciare lo smartphone a casa come dice Carlos, forse capoiya che lo dimentichiamo ...........Evoluzione tecnologica Wuauuuuuuuu

Franco Battaglia ha detto...

Schiavi della teconologia.. problema atavico.. ma non se ne esce credo..

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CARLOS: ottima riflessione, per essere liberi dobbiamo superare il disorientamento di non essere rintracciabili e non poter comunicare ovunque e sempre con lo smartphone. Ed a pensarci. può pure sembrarci un'ingiustizia non poter avere entrambe le cose, ma è così ed è ora che si scelga cosa è più rilevante, se la nostra libertà o la nostra bramosia e smania di essere connessi h24

Gus O. ha detto...

X DANIELE

Io, niente WhatsApp. Il cellulare lo uso solo per le telefonate e le operazioni bancarie che a ogni passaggio inviano un codice che devi citare e SPID per entrare in determinati siti.
Bisogna stare attenti a chi chiede le credenziali. Sono i truffatori e non i gestori.
Per il resto sono tranquillo. Niente da nascondere e di segreto nel mio Samsung.
Io vivo solo. Quando vengono parenti, io guardo la TV e l'altro gioca con il cellulare. Non ho nemmeno la curiosità di sapere cosa cerca.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GIOVANNI: hai ragione, il problema è che non avevamo considerato gli "effetti collaterali" di questa decisione. Il cellulare peraltro se non se ne fa un uso bulimico, sono utili se devi avvisare di qualcosa di importante le persone a te vicine, puoi cmq conoscere in tempo reale eventuali accadimenti puoi chiamare i soccorsi se necessario. Poi oggi se ne fa purtroppo un uso distorto e bulimico. Certo è che come dicevo a Carlos, oggi siamo sempre più chiamati ad una faticosa scelta tra l'accettare il disorientameneto emotivo di tornare a quando non esistevano i cellulari o scegliere un ulteriore ed invasivo elemento di controllo delle e sulle nostre vite che si aggiunge a quelli già esistenti come telecamere ovunque, controllo su dove siamo e quanto spendiamo usando le carte di credito o bancomat, ecc...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VALERIA: se si mette in funzione il microfono da solo può di fatto ascoltare quello che in quella stanza tu stai dicendo, diventa in sostanza come una cimice nascosta che raccoglie ogni informazione: sente se parli di un problema a scuola di tuo figlio, sente se fai l'amore con una persona se il cellulare è in camera da letto, sente se parli di un problema personale e segreto di una tua amica, insomma è una spia che registra illegalmente ogni tuo respiro. Sì penso che il caricarlo da spento possa eliminare tale rischio.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCO: prima o poi si dovrà scegliere se essere schiavi non solo della tecnologia ma anche di chi o cosa la controlla e la nostra già oggi esigua libertà.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUS: nemmeno io ho Whatsapp ma anche messenger potrebbe per me avere questo rischio e forse anche altre app lo hanno. Tu. prendi anche in esame i casi di hackeraggio e furto di dati privati on line che è pure un altro grave e grosso problema di questo tempo. Nel caso però della poesia, la questione è più subdola perchè si mette in funzione da solo da remoto e quindi diventa come una cimice messa nella stanza dove hai posato lo smartphone. Il fatto di non aver nulla da nascondere non vuol dire non avere diritto alla privacy. Ad esempio avere un tumore non è una cosa di cui vergognarsi, non può causare un giudizio negativo sulla persona che lo ha, ma resta il fatto che per ragioni diverse il malato può ed ha il diritto a non volerlo far sapere a tutti. E pensa se quella notizia fosse di dominio di un server di un social e la potesse girare a società interessate commercialmente o ancora se la si usasse per suggerire al malato di tumore ma ancora in grado di avere una vita normale, di abbandonare il suo lavoro. L'invasione nella sfera intima di una persona è potenzialmente devastante a prescindere dall'avere o non avere nulla da nascondere.

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Whatsapp come tanti altri servizi, non sono sicuri per la privacy. La tecnologia aiuta tanto, ma è anche troppa invadente.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAVALIERE vero aiuta ma fino a quando il gioco varrà la candela?

Paola D. ha detto...

Oggi siamo inquadrati e identificati e il fine, dicono, è di mandarci pubblicità mirata. Ma su WhatsApp non c'è pubblicità, quindi come ci guadagnano?

Angela ha detto...

pochi decenni fa avremmo sorriso di queste cose relegandole nella dimensione fantascientifica. E invece...
lo smartphone può diventare una vera e propria schiavitù (e per tantissimi lo è già), sempre con la frenesia di accenderlo, di controllare notifiche.., un pensiero fisso, insomma.
Che tristezza pensare che tutta questa tecnologia rischia di renderci delle marionette, dei lobotomizzati, altro che più liberi.

Paola D. ha detto...

Gli eccessi sono sempre negativi. Bisogna usare le cose con la giusta misura

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PAOLA: non conosco quella app in dettaglio non avendola, ma il padrone di essa è lo stesso Zuckenberg che ha Facebook e credo che almeno il 90% degli utenti di WhatsApp sia su Facebook e lì la pubblicità mirata esiste eccome.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ANGELA: amara disamina, la tua, ma purtroppo vera

Ariano Geta ha detto...

Beh, certamente anche quando la domotica arriverà a livelli tali che si potrà accendere e spegnere luci e elettrodomestici e aprire porte e finestre con un'app sul cellulare, il rischio ci sarà eccome. Infatti io sono vecchio stile, a casa mia ogni cosa si accende e si spegne o si apre e si chiude esclusivamente se un arto fornito di mano (possibilmente il mio, ma va bene anche quello di un famigliare ;-) provvede materialmente all'operazione.

Alligatore ha detto...

Viviamo in una realtà sempre più inqiuetante e tu con questi versi scarni l'hai perfettamente fotogrtafata.

Fabio Melis ha detto...

Gli aggeggi informatici possono esserci di grande aiuto ma costituiscono anche uno strumento di intrusione nella nostra vita da parte di indesiderati e indesiderabili soggetti. Bisognerebbe fare come Antoine de Saint Exupery che, quando era in volo, di tanto in tanto, interrompeva le comunicazioni. Io, spesso , spengo il cellulare per garantirmi tranquillità e concentrazione. Ma non basta. Son convinto che si tratta di uno strumento infido. Ti promette mirabilie ma ha mille modi per rubarti la vita. "Timeo Danaos et dona ferentes."

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARIANO: è già così, ci sono lavatrici che puoi programmare da remoto col tuo cell con una app,ì frigoriferi, allarmi per abitazioni, esiste Alexa.... anche da me è tutto più "manuale" 😁

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ALLIGATORE: grazie per i complimenti. La realtà sta purtroppo sempre più sopravanzando la nostra più sfrenata fantasia,.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FABIO: Io spesso lo silenzio ma non è una protezione per i rischi di cui tratto nella mia poesia. La serenità rubataci è anche una nostra scelta così come la dipendenza eccessiva da essi, l'essere invece spiati a nostra insaputa è più grave perchè non lo scegliamo e non lo vogliamo noi.

MaratonetaGiò ha detto...

Dire che sono preoccupata è poco, a volte ho paura di queste tecnologie che ci spiano perché diventeremo sempre più fragili. I tuoi versi spiegano bene questa sensazione.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARATONETA GIO': concordo in toto col tuo timore che è molto fondato.

Giorgio ha detto...

Giusto, condivido. E stiamo anche insegnando ai nostri figli che quando lo smartphone é spento noi non esistiamo.

Sbagliato alzarsi al mattino e come prima cosa consultare lo smartphone.

Buon fine settimana :-)

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GIORGIO: approvo ogni tua parola, purtroppo è vero non solo i genitori insegnano ai figli che senza lo smartphone non si esiste ma danno anche il cattivo esempio essendo sempre connessi. Inoltre sempre di più per farli stare. tranquilli invece di leggere loro una fiaba, già fin da piccoli, danno loro in mano tablet e/o smartphone per inebetirli e rimbecillirli del tutto.

decliviodomani ha detto...

Leggendo la poesia a volte ho sorriso, altre volte ho letto con preoccupazione. Viviamo in un mondo troppo "informatizzato" e chissà cos'altro verrà inventato. Mi consolano le grandi e benefiche scoperte tecnologiche che di tanto in tanto leggo da varie fonti. Scoperte su nuove tecnologie che facilitano operazioni chirurgiche complicate e che danno ottimi risultati.

Ma per quanto mi riguarda il cellulare è per telefonare, mandare qualche messaggino e stop così. Non sono di quelli che smanettano, a tarda serata lo spengo e buona notte!

Bel post Amigu de Zena
Un salutone e alla prossima

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER DECLIVIO DOMANI: tu fai un uso sano dello smartphone ma il problema è quando tu non ti rendi conto pur non usandolo di essere spiato.

Caterina ha detto...

Soprattutto le nuove generazioni sono completamente dentro la tecnologia ..una tecnologia che ci dà tante comodità, ma ci sta facendo diventare più stupidi perché proprio stiamo perdendo le nostre abilità pratiche. Concordo con Franco: non ce ne usciamo più.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CATERINA il non uscirne potrebbe essere causa della nostra estinzione