ANALISI COSTI - BENEFICI
Desolazione
Frustrazione
Analisi costi - benefici
E la vita perde di significato.
Tremolio costante e circostante
Furia anestetizzata
Rincorsa alla vita stroncata
Quando sopravvivere
Diventa un pietoso sinonimo di vegetare.
Ridicola illusione di stare bene
Terminarsi l'unica soluzione.
Ed il mondo pianse
La fine della vita
Ed il pianeta in perfetta solitudine implose.
Ed il mio mondo interiore
Sorride amaro all'estinzione
E piange il non aver potuto vivere il suo sogno
Ascolta uomo il suono della fine
Il ritmo controlla il tuo fioco respiro
il tuo ansimare
Il tuo precario stato di salute ed il mio.
Rassegnazione
Disgregazione
Girare in circolo come automi
Disegnando il nulla
Affogando dentro immagini sonore:
Ascolta uomo, la sinfonia della tua morte.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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34 commenti:
Hai con questa poesia, ben calibrata nel suo interno, esaltato "il nulla della vita" cui tanti prediligono far parte, come se per altro non valesse la pena di vivere e gioire. Loro, quelli che la pensano così, non si degnano di prendere forza e voce dalle cose minimali, delle quali mai hanno imparato ad apprezzare il valore "grande" delle "piccole" emozioni che il mondo nei pressi dei nostri porti conduce.
Così rimarremo chi di qua, chi di là, nella terra di nessuno, a rimuginare dalle opposte trincee il meglio di noi di cui tutti insieme avremmo potuto godere senza sforzo.
Ma non impareremo mai a cnvivere con semplicità, confondendo di continuole "piccole e buone occasioni che la vita ci mette ogni giorno davanti, nel tentativo di non mostrare LE NOSTRE DEBOLEZZE, o almeno quelle che ci farebbero sembrare inutili schik.
Non capiremo mai nulla, a quel che pare.
Non si può rimanere impassibili davanti alla fine dell'umanità, l'avidità umana ha rovinato l'esistenza di molti, prevedo un finale scontato.
Saluti a presto.
Sopravvivere quando in realtà è vegetare.
Già.
Non so quando sia iniziata questa "crisi", ma l'uomo oggi sembra aver perso la voglia di "sognare".
Molto influisce la crisi economica che ha prodotto un terremoto nella nostra società.
Si lavora uguale e si guadagna meno.
Il lavoro è sempre nella nostra testa, perché non possiamo concederci neanche un rallentamento.
Così si finisce per sopravvivere con il rischio appunto di "vegetare".
E forse ci siamo circondanti anche di troppe cose superflue.
PER VINCENZO: vivere superficialmente, lasciarsi vivere, o voler solo sopravvivere cancella la nostra vita e porta all'indifferenza anche su temi importanti della nostra società. Da lì il pericolo di estinguerci, pericolo sempre più concreto. E questo esaltare il "nulla della vita" porta anche ad una difficile e non solidale convivenza tra i vari esseri umani.
PER CAVALIERE: l'avidità e l'indifferenza oltre che l'apatia.
Tristissime e realistiche osservazioni, ma l'uomo non ascolta, neanche il rumore sinistro della fine auto-inflitta...
PER RICCARDO: disamina lucidissima e giusta. A questo aggiungerei proprio quanto hai scritto tu ossia il circondarsi di cose superflue o di emozioni superflue che porta all'indifferenza e disinteresse sui temi dell'esistenza più importanti nonché ad uno stato vegetativo di vita tale da non fare gustare i veri sapori della stessa.
PER SABINA: la sordità del genere umano sembra sempre più conclamata ed inguaribile.
Un quadretto niente male: siamo allo stato vegetativo, tenuti in vita come robot da macchinari di perenne marketing...
Moz-
PER MOZ: un quadro perfetto il tuo, ed amaro.
Rassegnazione è una parola che nel mio vocabolario non esiste.
E dovrebbe essere abolita anche da tutti gli altri.
PER CLAUDIA: vero ma non è facile a volte e soprattutto è impossibile per chi sceglie di vegetare.
E' dura, inutile negarlo. Per qualcuno più che per altri.
Non tutti hanno le stesse possibilità, la stessa forza, la stessa tempra.
PER LA DAMA BIANCA: o anche la stessa voglia…con voglia di vivere e non di vegetare non alludo a vincere nella vita ma lottare sempre e vivere pienamente ogni giorno. Quindi sotto questo aspetto, tutti partiamo alla pari secondo me.
Daniele, non ce la faccio a non dirlo. Questa poesia è veramente tanto triste, tanto... Chi sceglie di vegetare, di annientarsi nel nulla, probabilmente non ha i mezzi - mi riferisco anche a sensibilità, intelligenza di conseguenza forza interiore - o magari la vita ha colpito duramente.
Poi dipende da quale punto di vista si osserva la faccenda: se parliamo di menefreghismo universalizzato è un conto, se parliamo di essere umani alla deriva è un altro.
PER IRENE: la poesia è triste ed affronta entrambi gli aspetti. Sul menefreghismo nulla da aggiungere, la pensiamo allo stesso modo. Sull'altro aspetto, se sei alla deriva vegetare allunga solo la tua agonia e forse quella degli altri.
Parole troppo colte e troppo belle per un argomento che tanto nobile non è
PER CARMINE: grazie del complimento.
Ho capito... E che si fa? Sopprimiamo ad esempio tutti i depressi? 😳
PER IRENE: ovviamente no. Dico solo che non reagire non è la soluzione.
"Ed il mio mondo interiore
Sorride amaro all'estinzione
E piange il non aver potuto vivere il suo sogno"
Ma io non mi arrendo mica, e non credo di essere l'unica. Penso che ci sveglieremo da questo letargo. Non si può pensare che il mondo possa autoinfliggersi la morte.
Questa corsa, questa frenesia insulsa che respiriamo, malgrado noi, arriverà al capolinea.
PER MARIELLA: mi fa piacere leggere questo tuo forte ottimismo.
Ciao Daniele, sinceramente non mi sento di dissertare su questa bella poesia perché non è solo da oggi che l'umanità sta andando in rovina. Da anni si continua a distruggere sia fisicamente che moralmente le persone che credevano in un avvenire migliore. Tutto sta crollando attorno a noi e siamo lì a bocca aperta che aspettiamo quello che arriverà. Io non so se la vedrò, ma la fine della società attuale va ad arrivare prima o dopo (Unione Europea compresa). Scusa il pessimismo, ma alla mia età posso permettermelo. Un caro saluto.
Senza ottimismo, sarei disperata. Ciao Grazie Dani💛
PER ELIO: è un pessimismo che sento mio anche se cerco di pensare ottimista ma con difficoltà. Bellissime parole le tue, Eiio.
PER MARIELLA: lo capisco. Grazie a te, i tuoi commenti impreziosiscono sempre questo mio umile spazio.
Daniele, comunque preferivo la prima versione della tua risposta XD... Sai che anche mio marito dice sempre la stessa cosa? :))... "potrebbero far da se"... Ci può stare come battuta :P
Certo, non reagire non è la soluzione. Io ho una persona in famiglia che "vegeta" da sempre, ma in maniera grave, a volte mi arrabbio, a volte ho compassione, a volte provo a reagire per lei... non sono ancora riuscita a trovare una soluzione... uff!
PER IRENE: bisogna trovare una soluzione o almeno lottare e provarci altrimenti si è morti dentro e quindi non si vive ma si vegeta soltanto e si spreca la vita.
bisogna lottare, provarci.
PER ERNEST: la penso esattamente come te.
Purtroppo è stato fatto un grosso lavaggio del cervello e per molti è normale che si viva alla soglia della depressione e in completa apatia.
Non voglio arrendermi e forse è per questo che continuo a prendere solenni batoste
Non riesco a fregarmene. Nel privato ancora meno. WE pensare che me lo ripeto ogni giorno che sono soltanto stupida, Che i mulini a vento non si fermano a mani nude
PER MARCAVAL triste ma assoluta verità.
PER PATRICIA una sola mano non può tanta si
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