Postata cinque anni fa, mi sento di riproporla oggi di nuovo sperando vi piaccia.
IL PELLEGRINO STANCO
Un Pellegrino stanco
Un porto lontano
Banchina solitaria
Nessun attracco.
Tornare a casa impossibile
Radici estirpate
Le sue parole ed i suoi respiri
Il solo bagaglio
I suoi ricordi
La più pesante zavorra.
Attraversa paesi abbandonati
Diaspore ed esodi incessanti
Solitudini vuote
Occhi inespressivi figli di una speranza violata
Luoghi dove il bello è morto,
Proliferazione di virtù codarde.
Il Pellegrino percorre questi scenari di dolore
E canta la sua rabbia
Disgustato da corbellerie irrituali
Non meno bugiarde di retorica spicciola
Ed informazione manipolata.
Il Pellegrino lotta
Lotta contro la sua fatica
L'ignavia della gente
L'apatia perversa di ipocriti
Dalla falsa faccina pulita.
Il Pellegrino urla al mondo
Ogni fatto che sia verità
Ogni cuore che sia sofferenza
Ogni respiro che sia amore.
Il Pellegrino stanco
Si accascia
Ma non muore
Fa un respiro profondo
Come una rincorsa verso la vittoria
E riprende il suo cammino
Cantando rabbia e speranza,
Augurandosi di non crollare mai.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
39 commenti:
Mi piace l'ultima strofa di speranza ^_^
PER IRENE: sperando non venga delusa...
Il "pellegrino" è il poeta?
PER ARIANO: anche ma non solo lui...
Non bisogna mai perdere la speranza.
Sereno giorno.
PER CAVALIERE: ci si prova.
Siamo noi, questi pellegrini stanchi.
Stanchi di una vita che comunque dà speranza, fantasia e emozioni;
stanchi di mura e di città che non sentiamo nostre.
Forse, stanchi di noi stessi.
Moz-
PER MOZ: grande, tu spieghi benissimo perché siamo tutti noi quel pellegrino, amante della vita ma disilluso e stanco di lottare invano.
Tu scrivi delle bellissime poesie , talmente reali che a leggerti mi fai soffrire...
Si , per un motivo o l'altro siamo tutti pellegrini stanchi ma , alla stanchezza di
MikiMoz non ci credo proprio .
Buona giornata . Laura
PER LAURA; ti ringrazio per i complimenti. Sì siamo tutti quel pellegrino.
L'importante è riprendere sempre il cammino.
Stanchi ma mai arresi.
Bellissime come sempre le tue poesie.
Non ho nulla contro i pellegrini. Il problema è che nessuno ha ancora capito che l'ospitalità di qualunque Stato ha un limite. limite dato non solo dalla bontaà d'animo del suo popolo ma dai soldi a disposizione e dalla possibilità di fare vivere a queste persone una situazione quasi accettabile. In Italia questa cosa c'era già poco all'inizio per mancanza di soldi, ma ora dopo tanti anni ed una invasione sempre crescente non c'è proprio più. E' facile parlare di accoglienza come fà la Sinistra senza poi coprire i problemi che nascono da questa accoglienza. Oppure coprirla poco e male togliendo nel contempo agli italiani i pochi sussidi economici che avevano a disposizione. Non sono razzista ne opportunista ma una cosa cozza sempre, inevitabilmente contro l'altra. Come una coperta troppo piccola.
Un saluto Daniele e buon fine setimana in arrivo
PER CLAUDIA non facile ma quel pellegrino ci prova.
PER ARWEN tu alludi più ad un migrante che ad un viaggiatore. Questo pellegrino non ha il problema di dove fermarsi ma ha quello di non sopportare più l'orrore di quello che vede attraversando luoghi vari e soffre per certa gente priva di sensibilità. Buon fine settimana anche a te
È decisamente una delle tue più belle ed incisive poesie. Questa dolente infinita umanità pellegrina che non si accascia me si erge e riemerge dalle continue sofferenze, abbarbicandosi ad esse come fossero l'unico veicolo di salvezza rimasto, perché le sue radici sono state estirpate e capestate, i suoi villaggi distrutti, la sua storia, le sue esperienze sono legate coi naufraghi per i quali ogni approdo viene negato, non assolti da nessuno, ma condannati da tutti, ti aggrediscono allo stomaco, noi gente comune e sofferente.
Un sentimento che tu hai il coraggio di mostrare, di valutarne i pregi, di concorrere a traportarne i valori infiniti, senza paroloni e squilli di tromba, in silenzio, questo tuo stato d'animo che precede i rimorsi palpabili della nostra Umanità e che violentemente viene assorbito dal buio della convenienza in quell'altra zona nera che osa chiamarsi Umanità senza esserlo.
Un gran bel componimento, da mandare a memoria.
PER VINCENZO sono senza parole uno dei tuoi più bei commento. Sono commosso,emozionato e profondamente toccato dalle tue parole. Grazie sei una persona unica.
Ciao, posso usare questa tua poesia (ovviamente con tutti i link ed i copyright del caso)all'interno del mio prossimo post di segnalazioni?
In un primo momento avevo pensato che tu stessi parlando dei migranti, ma poi mi sono ricreduta. Quei pellegrini stanchi e disillusi siamo tutti noi. Ma tuttavia non ci dobbiamo arrendere ma dobbiamo , con coraggio, continuare il nostro cammino , anche se spesso è iffiile. E' molto bella, bravissimo ! Saluti.
PER NICK certo è un onore!
PER MIRTILLO esatto siamo tutti noi. Grazie per le tue bellissima parole.
il pellegrino lo leggo come la voce della coscienza che riflette e agisce..
quasi in sincrono..e che in ogni porto rinnova la promessa di fedeltà verso l'idea intesa come ideale..verso sè gli altri e la Storia.
PER JULIETTE bellissima interpretazione.
Laura, ahaha... ogni tanto sono stanco anche io **
Moz-
Io mi vergogno di vivere in un Paese che nega qualsiasi aiuto, chiude i porti e se ne vanta
Perché fra i pellegrini ci metto gli immigrati, i più numerosi , oggi come oggi.
E' un problema immane che non si può liquidare così.
I tuoi versi, lo gridano e dovrebbero leggerli tutti.
Cri
Bellissima poesia. Grazie per averci descritti così bene.
Si lotta, si cerca di sopravvivere, si emigra, si torna.
Lo sguardo sempre avanti e il cuore aperto. Siamo molti di più di quello che pensano, quelli che ci vorrebbero defunti e senza luce negli occhi.
Ma resistiamo, nonostante tutto.
PER CRISTIANA grazie mi emozioni sempre con i tuoi commenti
PER MARIELLA quali stupende parole hai avuto per i miei versi ne sono onorato e commosso
Ci sono giorni in cui ci sentiamo tutti un po' pellegrini stanchi e alla deriva. Però abbiamo almeno la fortuna di poter tornare a casa.
Buon week end.
Ciao Daniele, ogni volta che vengo a trovarti mi chiedo perché ho scelto di fare un blog semplice per quanto mi riguarda. Leggere i tuoi versi mi tonifica e mi fa riflettere. Sono partito dall'Italia nel 2000 e, pur non avendo vicissitudini particolari come gli attuali emigranti, mi sono trovato un po' spaesato. Mi ha salvato il fatto di restaurare la casa che avevamo acquistato mia moglie ed io. Certo che questo non è possibile alle persone cui fai riferimento in questo testo e mi aiuta ancora di più a comprendere le tue idee. Un amichevole abbraccio.
C'è una dolcezza nascosta in questi tuoi versi, che non mi disturba affatto ... Buona domenica.
PER LA DAMA BIANCA però tutti noi metaforicamente siamo quel pellegrino e la sua stanchezza è la nostra.
PER ELIO bentornato è sempre un grande piacere leggere un tuo commento. Grazie per la tua testimonianza.
PER MARIA è proprio così e sono felice che tu l'abbia colta ed apprezzata.
Sono parecchi quelli che non hanno capito che i migranti, quelli dei gommoni, non c'entrano un tubo.
PER GUISITO vero l'ho evidenziato anch'io questo misunderstanding di alcuni.
Credo che ogni essere umano sia quel pellegrino più o meno sofferente, più o meno stanco.
L'ultimo verso di speranza è da gridare e non da sussurrare DAni. Da gridare a chi di dovere perchè decida per il meglio. A chi di dovere perchè faccia sì che chi deve decide lo faccia bene!
PER PATRICIA: sì siamo più o meno tutti quel pellegrino e quella speranza proveremo ad urlarla.
Fatto!
https://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2019/03/accade-in-italia-50-le-segnalazioni-di.html
PER NICK:grazie, ho letto e già commentato, è un onore per me essere postato sul tuo blog.
Posta un commento