mercoledì 11 ottobre 2023

L'Angolo del Rockpoeta®:"Res Nullius"


RES NULLIUS

Non fai a tempo ad adeguarti
A digerire un cambiamento umiliante
Che ti stravolgono le regole
Ti tolgono le carte che ti hanno servito
Per dartene altre
Sempre segnate negli angoli
E sempre peggiori 
Di quelle che già avevi prima a disposizione.

Prima abolirono i nomi
E diventammo per disposizione di legge 
Numeri unici in sequenza
Come fossimo stati in un campo di concentramento
Anche se visto quanti siamo
Un po' concentrati
Ammassati
Ci sentivamo
Ed ancora ci sentiamo.

Ora anche i numeri verranno aboliti
Ora siamo il nulla
Non siamo una persona
Un nome
Nemmeno più un numero
Non siamo niente
Semplicemente
Noi non siamo.

Per chiamarci 
Ci diremo "Ehi tu, non tu , tu sì proprio tu"
E staremo bene attenti a non essere spiati da intercettazioni ambientali 
Perchè anche chiamare "amore" la tua donna è vietato.

Loro però
Chi siamo
Che nome abbiamo
IL nostro codice fiscale
La nostra età
Il nostro lavoro o ex lavoro
Li sanno bene.
E potrebbero usarli per chiamarci
Un modo per farci sentire ancora unici e speciali,
Una persona anche se solo per un soffio di tempo

Ma non lo fanno
Non lo permettono
Se vogliono parlare con uno di noi
Una luce simile all'occhio di bue
Illumina gli interessati
E costoro sanno di essere loro
I destinatari di qualunque cosa
I registi crudeli di queste nostre vite
Abbiano intenzione di fare

Noi siamo i reietti pensanti
Quelli che microchip
Sieri particolari
Lavaggi dei cervelli
Non sono riusciti
A scalfire la nostra simpatica materia grigia

Per noi nessuna prigione
Viviamo in società come tutti
Solo siamo messi all'indice
E senza diritti
Siamo res nullius
Non siamo.

Per loro, invece,
Inconsapevolezza 
Assenza di valori ed ideali da condividere
Sono il pane quotidiano

Per questo loro hanno un nome
Sono una persona,
Lo hanno e la sono
Perchè intanto 
Di quanto sia importante
Tutto questo
Non ne hanno minimamente idea

Loro si inoculano
Ed oltre a parecchi superalcolici il sabato sera
Si bevono ogni frottola che viene loro 
Enunciata come un dogma
Ed in un certo senso
Stanno peggio di noi
Anche se 
Vivendo nell'ignoranza si sentono meglio e si credono meglio.

Io mi chiamo "Io"
Io sono e mi chiamo "Me Stesso"
Io sono e mi chiamo"Daniele"
Io non ho più un numero
Non sono e non sono mai stato un numero
Io sono un essere umano.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

16 commenti:

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Stiamo andando verso un punto di non ritorno.

Gus O. ha detto...

X DANIELE

Grazie.
Noi conserviamo la nostra identità anche a costo di morire.

Essere protagonisti significa avere la capacità di testimoniare agli altri la possibilità di una vita umana che si realizza oltrepassando i soliti modelli freddi e incomunicabili. Se così non è, essere protagonisti si risolve sempre, in un modo o nell'altro, in una sopraffazione, in una violenza sull'altro: questa sarebbe una definizione di protagonismo del tutto inumana. La via che porta a un diverso modo di pensare il protagonismo umano è quella di consentire agli altri di realizzare fino in fondo la vocazione al proprio destino promuovendo la vita sul piano di una continua partecipazione. Guardare chi è protagonista è guardarci in uno specchio che ci restituisce un'immagine piena di speranza, affrancandoci dall'angoscia e dalla banalità dell'insignificanza quotidiana.
Nel momento in cui uno diventa un'annoiata comparsa la realtà si lascia docilmente colonizzare dall'abitudine, dalle abitudini che l'uomo acquisisce nella vita quotidiana contattando identità diverse. E quasi scompare.
Nel reticolo delle abitudini, la realtà non si realizza, si nasconde, svanisce.
La coscienza non rimane più sveglia e si occupa soltanto di quello che ha davanti, di quello che capta sul momento.
Il tempo si contrae, si divide il suo fluire diventa impercettibile.
La coscienza si spegne e perde la sua identità, e l'essere stesso, l'essere a cui questa coscienza appartiene si nasconde altrettanto, o ancora più della realtà. Il comprimario accetta passivamente ogni violenza, diventa incapace di amare, di proporre e si fa trascinare dagli eventi.
Il comprimario perde la sua libertà di poter scegliere chi e in cosa credere, decidere in piena autonomia e cambiare anche idea. Bisogna essere liberi.
Liberi di esprimere il proprio io senza preoccuparsi troppo delle opinioni altrui e soprattutto senza farsi troppo influenzare dalle stesse.
Solo la nostra identità personale nel tempo rende sensate cose come l’assunzione di responsabilità e ci permette di vivere da protagonisti, e non da spettatori, la nostra vita.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAVALIERE credo che quella ciao,la si sia imboccata già da un po'

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUS la tua definizione iniziale di protagonismo nel tuo commento è bellissima e la condivido in pieno. Oggi invece il protagonista è solo un arrogante individualista che pensa solo ad arrivare, guadagnare tanto e magari avere ina certa effimera notorietà

Franco Battaglia ha detto...

Vorrei un Papa malato di protagonismo, lo vorrei veder prendere un aereo, arrivare a Gaza, negoziare de visu il rilascio degli ostaggi e non tornare finché non si sono stabilite le basi per uno Stato palestinese rispettato da tutti. Questo un protagonismo da applausi.

Giovanni ha detto...

Che rime tristi, sembra di sentire una campana situata molto alta in modo che tutti odano il suono a morto, scusa a morti.
E' vero che c'è una società che va a rotoli, ed è anche vero che chi ci sta sopra ........ci vergogniamo di loro, perchè loro stessi non hanno nemmeno il numero come riconoscersi tra di loro, perchè di tanti si fondano l'un l'altro.Apparendo dei protagonisti ignoranti ed arroganti.
Giusto il tuo finale "Me Stesso"Io sono e mi chiamo"Daniele"Io non ho più un numero Non sono e non sono mai stato un numeroIo sono un essere umano.

Ho detto sempre arriverà quell'uno ........... ricordi?

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCO un vero, l'unico vero protagonismo

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GIOVANNI Purtroppo chi ci comanda nel nostro minoritario disprezzi se ne sbatte altamente e fino a quando questo fregarsene non causerà ripercussioni, nulla potrà mai cambiare

Farfalla Legger@ ha detto...

Ho letto una frase e qui te la ripropongo perché la condivido in pieno "Come è strana la vita: nel giro di due anni siamo passati da: "se non ti buchi non puoi salire su un mezzo pubblico" a "non voglio salire su mezzo pubblico guidato da un bucato".
Il tempo è galantuomo per chi resiste e non molla MAI.
Anche io sono un essere umano e continuerò ad esserlo finché sarò in vita. Ah dimenticavo: mi chiamo Anna Maria. Più bel nome non c'è, mi ricordano due persone speciali vissute più di 2000 anni fa
Abbraccio di solidarietà ❤️🍀
PS quando l'umanità si sveglierà, dimmelo. Spero di essere ancora viva per gioirne

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ANNA MARIA a volte il tempo è galantuomo hai ragione. Contraccambio l'abbraccio di cuore

Ariano Geta ha detto...

Nessuno di noi sarà mai un numero, saremo sempre noi stessi, esseri umani con un'identità, una storia, una vita.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARIANO no ma i tentativ in passato ci sono già stati

Mariella ha detto...

La storia è piena di corsi e ricorsi storici. Magari siamo vicini all'apocalisse...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIELLA forse si

Arwen Elfa ha detto...

Che tristi rime Daniele. Non credo sia una cosa nuova, nella storia già svariate volte hanno tentato di togliere la personalità, l'identità e la capacità di scegliere alla gente. Prima tra tutte resta il trattamento riservato da Hitler agli ebrei (che già ai tempi erano identificati con dei numeri stampati sulla pelle) Tutti rimaranno sempre e comunque se stessi, su questo non c'è alcun dubbio. Non credo che ci si stia avvicinando ad alcuna apocalisse ma ritengo che la situazione mondiale sia sempre andata man mano peggiorando e che ora l'equilibrio sia più precario che mai in passato

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARWEN ELFA apocalisse in stile biblico forse no, ma guerre, dittature digitali e finanziarie, nonché sanitarie, questo sì