GIOVANNA
Giovanna
35 anni
Occhi azzurri come il mare
Capelli biondo oro
Impiegata
Adesso soprattutto in modalità smart working
Ossia..... Da casa.
Giovanna la vedi
È intelligente
Fiera
Sorridente
Buona d'animo
Sempre disponibile
E sul lavoro ineccepibile
Eppure
Se anche prima di questa pandemia
Ti soffermavi a guardarla meglio negli occhi
Potevi leggere un velo di tristezza
Quasi timore.
Giovanna è una donna emancipata
Combattiva
Energica
Ma c'era sempre quella patina di triste mistero
Nel suo sguardo.
Giovanna ora è a casa
Ed ha paura
Paura perchè prima almeno si toglieva da quella gabbia
Per un certo lasso di tempo
E poteva evenutalmente anche decidere di non rientrare
Ora invece
È di fatto sotto sequestro
Il cellulare costantemente monitorato dal marito
E lei che tiene gli occhi bassi
Con quel sentimento di odio misto a paura
E vorrebbe chiedere aiuto ma lui non la perde mai di vista.
Spesa consegnata a domicilio
Lavoro in smart working
Ove sia possibile uscire
Solo in coppia
Da sola mai.
Giovanna è una donna vitale
Solare
Piena di voglia di vivere
E stamattina con un occhio nero.
Giovanna al telefono
Dice a sua madre di non preoccuparsi
D'altronde il suo aguzzino è solo a un metro da lei
Giovanna prima della pandemia
Quando durante il giorno poteva scappare da quell'inferno
Con una motivazione inattaccabile
Come il suo lavoro
Assolutamente imprescindibile per le entrate familiari
Si sentiva più sicura
Sentiva di avere una via di fuga.
Giovanna proprio pochi giorni prima
Che scattasse lo smart working
Fece un passo molto importante
Si confidò con la sua migliore amica
Da cui trovò curiosamente sostegno pratico
(Le disse di denunciarlo ed andarasene da casa)
Ma poca empatia
E forse anche paura per se stessa
Vista la fama del marito di Giovanna
Per cui non trovò appoggi da nessuno
Appoggi concreti
Come essere ospitata dalla sua amica
Andare con lei dai carabinieri per la denuncia
Cose di questo tipo.
Peccato che solo otto anni prima
Giovanna aiutò Sonia ad allontanare Marco
Compagno della sua amica
Scopertosi presto molto violento,
Non limitandosi a due striminziti consigli
Che chiunque è in grado di dare
Ma facendo molto di più
Andò da lei
Fecero le valigie insieme
E la ospitò in casa sua
Visto che all'epoca Giovanna era ancora single
E riuscirono a farlo desistere anche attraverso una denuncia.
È notte
E dopo aver tristemente esperito
Ai doverosi e rivoltanti obblighi coniugali
Un'autentica violenza nella violenza
Giovanna si alza
Prova a scappare
Ma la porta è chiusa
Le chiavi lei non le ha più
E non trova il mazzo del marito
Lui
Avverte dei rumori
Nota la sua assenza e si sveglia.
I dettagli li trascuriamo
Drammatica colluttazione
Tra un energumeno ubriaco e violento
Ed uno scricciolo impaurito anche se determinato a proteggersi
Lui però ha con sè un jolly tra le mani
Un coltellaccio da cucina...
L'esito di questo "ultimo incontro" potete immaginarlo.
Giovanna era una donna straordinaria
Aveva sempre una buona parola per tutti
Aveva occhi azzurri come il mare
E capelli biondo oro
E quello che mi fa più male è che
Quando ha avuto bisogno d'aiuto
Nessuno vicino a lei ha mosso un dito
E nessuno di noi
Nessuno
Ha saputo e potuto aiutarla
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
53 commenti:
Giovanna è la nostra vicina di casa, la nostra collega, la nostra amica.
Cosa ci sia dietro la porta delle case degli altri, a volte è difficile da sondare. Ma tendere una mano concreta, se qualcuno ci chiede aiuto, deve essere un obbligo morale per ognuno di noi.
Grazie per la straziante poesia, così vera.
Non posso che scrivere le stesse cose di Mariella.
Grazie Daniele.
Sono aumentati i femminicidi. Tutti i matrimoni sbagliati o le convivenze odiose con queste restrizioni aumentano i tormenti delle donne, che come al solito sono quelle che pagano di più.
Si, dovremmo sapere tutti cosa accade almeno sul nostro pianerottolo, intuire, percepire, e non far finta che tutto vada bene. Perché non è così che va il mondo. E dipende anche da noi.
PER MARIELLA: concordo con te in pieno ed è vero quello che dici tendiamo a non renderci conto che spesso queste realtà sono ad un passo dalla nostra casa sono a casa del nostro vicino, o di una collega di lavoro o di una parente. E se lo sappiamo dobbiamo agire concretamente.
PIA: Lo so , concordo in pieno anch'io
PER GUS:purtroppo è così, situazioni già anche difficili con la pandemia hanno trovato ulteriore aggravamento.
PER FRANCO:giustisssimo quello che dici, dipende anche da noi e non dobbiamo dimenticarlo mai.
PER VALERIA: verissimo e sta anche a noi porre attenzione alle realtà che abbiamo intorno.
Lo vedi che allora la pandemia è un bene? Le restrizioni riflettono, come uno specchio, i problemi che già si avevano.
Giovanna prima fuggiva, ma non vedeva il problema.
Io ringrazierei quei pipistrelli da cui è partito tutto, se grazie al lockdown la gente si è messa finalmente davanti allo specchio, capendo che ha bisogno di aiuto.
Moz-
Ho letto il post velocemente sperando in un finale diverso..poi l'ho letto di nuovo con un nodo alla gola..ho visto tempo fa un servizio ma eravamo nel pieno del lockdown con un paese intero, l'Italia, in zona rossa..con queste chiusure si è tutto amplificato e purtroppo situazioni di violenza aumentate, nel servizio interviste varie su realtà inimmaginabili almeno per me..il coraggio non è scontato..spesso una donna entra in vortici a nostro avviso inspiegabili..non so neanche se aiutare può essere semplice o risolutivo..Buona giornata Daniele
PER MOZ: spero tu stia scherzando hai detto una assurdità colossale, Giovanna se hai letto bene e fino in fondo la mia poesia, muore. Forse senza pandemia e quindi senza restrizioni avrebbe cmq trovato il coraggio e sarebbe ancora viva.
Giovanna non fuggiva cercava il coraggio che stava trovando e forse avrebbe trovato ed è colpa della pandemia che l'ha costretta in casa se non l'ha forse potuto fare perchè senza smart working lei avrebbe potuto una sera nel rientrare passare da una caserma dei carabinieri e denunciarlo. Con la tua tanto amata pandemia lei era controllata a vista non poteva più uscire da sola e quindi con il cell controllato a vista neanche telefonare per chiedere aiuto. Direi il contrario, l'assassino è quel bastardo del marito, ma complice stronza ed infima è stata questa pandemia. Perché lei è stata uccisa e già prima della pandemia si era aperta alla sua "migliore" amica.... Quindi ripeto il tuo commento mi lascia sbalordito e molto perplesso.
PER NESS1 per una donna in quelle situazioni è sempre durissima e mai facile ed è importante che trovi aiuto non solo morale ma concreto per uscirne. Purtroppo questa pandemia costringendo in casa ha portato a moltiplicare questi fenomeni.
Moz forse è stato solo drastico nel dire che la pandemia ha fatto da pettine a molti nodi ancestrali. Certo morire per mano del proprio aguzzino non è la fine ideale delle problematiche. Ma uno stimolo così pesante, esterno e vincolante, come la pandemia, può aiutare in molti casi ad uscire dalla pigrizia mentale e gridare aiuto a voce alta, a fare da trampolino per la salvezza, ad uscire da quello stato catatonico di immobilismo e paura.
PER FRANCO: in primis non deve aver letto fino in fondo la poesia credo e poi è un commento illogico ed assurdo perchè proprio la pandemia ha tolto quel poco di libertà che Giovanna aveva e che le avrebbe permesso di salvarsi. E poi non ha fatto da pettine a niente, non nel caso della mia poesia se la si legge bene e fino in fondo. Altro non aggiungo non mi va di commentare Moz con altri che non siano lui ed in sua assenza penso capirai è una questione di correttezza.
Assolutamente no, perché i tuoi versi lasciano intendere che lei era vittima di un marito violento PRIMA della pandemia, quindi avrebbe potuto denunciarlo anche prima che succedesse questo caos.
La pandemia non la amo, ovviamente, ma mi scoccia quando la si mette in mezzo SEMPRE come causa dei mali del mondo.
E invece, magari scoperchia solo vasi di pandora già in essere... ma prima non volevamo vedere questi problemi.
Moz-
PER MOZ: continuo ad essere sbalordito dalle tue risposte e perfino incredulo! Primo è morta senza la pandemia forse no, poi è vero il marito era violento già prima ma non è stata la pandemia a smuoverla perchè nella mia poesia si legge anche che aveva parlato e si era aperta con un'amica Poi se non fosse arrivata magari la pandemia lei poteva parlare con altri telefonare mentre reclusa in casa era impossibilitata ad uscire non poteva telefonare e come si salvava? Infatti non si è salvata. Vorrei sottolineare che io non ho parlato in questa poesia della pandemia come scusa o pretesto è stata usata come spartiacque temporale per spiegare il peggioramento della situazione, sei tu che continui ogni volta che scrivo la parola "pandemia" chissà quali complotti da parte mia. Quando io sono contro certe restrizioni lo scrivo direttamente senza messaggi subliminali. Ci vuole coraggio a fare certi passi e non credo che una donna vada colpevolizzata per questo e la pandemia non ha dato né coraggio né consapevolezza perchè la seconda l'aveva già e la prima si stava formando prima della pandemia. Quindi l'unica cosa che la pandemia ha portato è stata la totale impossibilità per Giovanna di agire per salvare la pelle. Quanto a noi, non io e te ma noi società continuiamo e continueremo a mettere la testa sotto la sabbia per non vedere tutto questo perchè la società di oggi è così e la pandemia non la cambierà
C'è anche la privacy che frena le persone a denunciare rumori o voci sospette, proprio per non rischiare loro stessi una denuncia.
Anche secondo me la pandemia , oltre a non far diminuire i femminicidi, ha aggravato la situazione in quelle famiglie in cui le donne vengono insultate e picchiate.
PER CRISTIANA: infatti ha peggiorato la situazione perchè una donna che magari lavorava o che magari non lavorava ma aveva il marito fuori in ufficio mentre adesso magari non lavora perché in cassa integrazione o magari invece lavora da casa, si trova ora nella più totale impossibilità di chiedere aiuto.
Non bisogna restare in silenzio, ma chiedere aiuto prima possibile.
Saluti a presto.
PER CAVALIERE: certo, ma a volte le donne si sentono non protette perchè vedono che nonostante la denuncia il loro aguzzino fa quello che vuole o resta libero e poi non sanno magari dove andare ed allora anche a livello pratico ed oserei dire organizzativo devono trovare una soluzione e questo può rallentare sia l'azione che il trovare il coraggio di muoversi. È la società tutta che deve essere ricettiva verso queste donne che hanno bisogno di giustizia, difesa e protezione.
Denunciare di certo è fondamentale ma la solidarietà degli altri è davvero importante. A volte il sentirsi soli può togliere il coraggio e la forza di reagire. In questi casi, l'aiuto concreto e non fatto solo di parole può determinare la salvezza di una donna. Grande poesia, veramente bella.
PER FABIO: concordo con te è quello che penso anch'io. E grazie per i complimenti grazie di cuore.
Giovanna è una delle tante vittime di mostri.
Trovare aiuto concreto non sarà mai semplice per. C'è ancora troppo maschilismo nella testa di molti uomini. Tanta paura in quella di troppe donne.
L'aiuto reale c'è. Qualcuno che può farsi carico dei suoi grandi problemi anche.
Lei per prima deve vincere il terrore. Urlare di rabbia con qualcuno. Sperare di incontrare la persona giusta per darle sostegno.
Oi, gli omuncoli così ben presi e messi palla al piede a rifare asfalti
PER PATRICIA: vero ma a volte in quei momenti il coraggio è difficile trovarlo e l'aiuto di qualcuno che le sta vicino è fondamentale. Speriamo che le alre Giovanna possano trovare aiuto ed il coraggio per liberarsi da quell'incubo.
PER PATRICIA: io darei pene molto più severe a quei bastardi
Castrazione manuale con cesoie s partire dalle dita de pidfi
PER PATRICIA: diciamo castrazione chimica dai non siamo così brutali :-)))
Tempo fa avevo parlato con un poliziotto un ispettore capo e mi aveva spiegato che a volte insistere sulla denuncia da parte di un l'amica può essere contro producente. Che l'amica deve poco per volta aiutare la vittima a rendersi conto che qualcosa da fare c'è. Starle vicina e ogni giorno pian piano farle comprendere che non deve arrendersi.
Scusa gli errori ma sono al cellulare
PER PATRICIA no no certo io intendevo dire che l'amica avrebbe dovuto accompagnare Giovanna al commissariato per farle fare la denuncia e poi magari ospitarla e starle vicino. Cosa che Giovanna nella poesia lo si legge, aveva fatto per la sua amica.
Per me chimica non serve a nulla. toglie la forza ma lascia l'istinto.
Comunque partirei dalle dita dei piedi poi ci andrei su, un pezzetto per volta
PER PATRICIA importante è anche cambiare la mentalità perchè bisogna che questi maschi capiscano fin da piccoli che si deve essere uomini e rispettare le donne e la loro volontà.
L'educazione dovrebbe partire dall'infanzia. Poi società e scuola dovrebbero fare il resto. Se non cambiano le fondamenta non andremo da nessuna parte...
PER MARIELLA: concordo con te.
Se si vuole davvero affrontare il problema occorrono misure con impatto effettivo. Prendiamo una donna (o una persona in generale) che abbia infine denunciato le violenze subite e abbia ottenuto che il giudice emetta un'ordinanza per impedire al violento di avvicinarsi... Ma questa ordinanza, allo stato attuale, quante possibilità ha di essere rispettata? In altre nazioni esistono misure di controllo tipo il braccialetto elettronico, che qui da noi è ancora in fase sperimentale. Inutile parlare tanto di "cultura" e "educazione" se non si creano misure per tenere sotto controllo quelli che non hanno alcuna intenzione di rispettare il proprio prossimo. Purtroppo qui da noi tra vige questa ideologia della "cultura" panacea di tutti i mali: educo un violento e lo trasformo in un francescano, è solo un problema culturale della società italiana... Per me sarebbe opportuno prendere misure più concrete e più effettive partendo dal principio che certe persone violente non possono essere "fermate" da nessuna cultura, ma solo da una volante della polizia che li blocca per aver violato l'ordinanza restrittiva alla quale erano sottoposti.
PER ARIANO la cavigliera è già attuata da poco in via sperimentale e concordo con te sul fatto che si debba garantire il rispetto delle pene date. A fronte di questo è giusto anche lavorare sulle nuove geneerazioni per formare una nuova cultura del rispetto. Sono due strade che devono essere seguite entrambe e concordo su quanto hai detto in toto. Aggiungo solo che a fronte appunto di quanto dici tu aggiungerei una operazione di formazione di un animo diverso e che faccia propria la cultura del rispetto fin da piccoli.
Con punte sempre più drammatiche ma il femminicidio e la violenza casalinga sono un problema da tempo immemorabile e in questo "belpaese" dalle tendenze medioevali non si fa mai niente se non spargere quotidianamente lacrime da coccodrillo.
PER MARCAVAL: certo questa vergogna è da tanto che esiste e questa pandemia ha solo peggiorato i dati di una realtà terribile.
Straziante !!! Giovanna potrebbe essere una persona vicino a noi e noi potremmo non sospettarne nulla perchè non si confida e resta chiusa nelle sue paure e nel suo dolore.
Io penso che, anche se una persona non si vuole aprire,che c'è qualche cosa che non va lo si può intuire e la si può sostenere e quasi vegliare su di lei, ma è difficile. Tante donne nn si fidano della giustizia, anche se l'unica cosa da fare è parlare, denunciare, hanno comunque paura di mariti violenti , che possono fare peggio per vendetta. E allora... non so quale sia la soluzione, se ne parla tanto ma il problema è ben lontano dall'essere risolto, anzi, sembra peggiorare. Forse è tutta una cultura, una mentalità da cambiare a cominciare dall'infanzia ma il cammino è lungo. Bella poesia. Saluti
PER MIRTILLO la soluzione è quella di cambiare registro e rendere più sicure le vittime di violenza, sicure che denunciando le cose cambieranno sul serio, sicure del fatto che se esiste un'ordinanza restrittiva una cavigliera elettronica segnalerà se quell'essere immondo si avvicina troppo alla zona dove sta la donna che lo ha denunciato e poi a fronte di questo anche cominciare a lavorare su un cambio di mentalità fin dall'infanzia, concordo in pieno con te. Grazie per i tuoi complimenti sui miei versi.
Il femminicidio e la violenza sulle donne è la più tragica delle sconfitte della società del nostro tempo. Le leggi senza dubbio possono fare molto e l'impegno dei politici e di tutti noi deve essere continuo perché questa è una piaga tremenda. Ma il cambiamento di mentalità parte anche dal singolo, da ogni persona, la quale deve capire che il femminicidio è un atto obbrobrioso, un atto infame. Da dove ha origine tutto questo? Dalla famiglia? Oppure è da mettere sulle spalle interamente alla società in cui viviamo? Anche questi aspetti vanno capiti si si vuol risolvere il problema, ma intanto chi ha potere di decidere DEVE agire subito per lanciare un messaggio: colpire le donne, ucciderle, è un gesto vile e infame e la legge deve essere forte con questi omicidi.
Un salutone
PER ACCADEBIS: il tuo messaggio è assolutamente anche il mio e concordo con ogni tua parola. Quanto alle domande che intelligentemente ti poni e contemporaneamente e giustamente poni a tutti noi, sono molto importanti. Io penso che la società siamo noi quindi i primi rudimenti anzi gli elementi principali per far arrivare ai più piccoli questo cambiamento di mentalità sia la famiglia, in modo tale che già quando arrivano all'asilo in un ambiente nuovo di socializzazione ci giungono già indirizzati nel modo giusto e poi a quel punto la scuola nei vari ambiti di ordine e grado a partire proprio dall'asilo, continuano questo processo di insegnamento di questo principio del rispetto della volontà di chiunque ed in particolare di una donna. A questo si deve anche aggiungere nel mentre, una maggiore sicurezza per chi denuncia, circa l'efficacia delle misure prese, il rispetto delle medesime e magari una reclusioni preventiva nel senso di tenerlo in prigione appena scatti la denuncia soprattutto se ci sono stati casi di violenza piuttosto gravi tali da far ipotizzare un pericoloso reiterarsi del fenomeno.
"Nessuno ha saputo ascoltarla"..
Una frase che colpisce al cuore. E' vero che non è facile aiutare una persona che vive una situazione così grave. Infatti si rischia di subire ritorsioni dall'uomo violento.
Io dico sempre che bisogna avere il coraggio di denunciare, ma purtroppo so che ci sono anche casi in cui le forze dell'ordine non riescono a intervenire.
Comunque la soluzione del braccialetto elettronico non sarebbe una malvagia idea, anzi..
PER RIKY infatti non sempre è così facile per la donna avere quel coraggio se si sente sola e non è sicura di essere poi protetta.
La situazione di clausura che stiamo vivendo ha di sicuro inasprito la vita di tante donne, che magari prima potevano avere anche qualche piccola via di fuga, ma che adesso sono costrette a vivere in casa quasi 24 ore al giorno col proprio aguzzino.
Vorrei che scappassero, che trovassero la forza di andarsene, denunciare, allontanare da sé certi omuncoli. Ma non è facile, non lo è per niente.
PER LA DAMA BIANCA lo vorrei anch'io ma non è semplice soprattutto poi in questo periodo come anche tu hai giustamente osservato
Si sa che per una donna sia sempre molto difficile denunciare il marito o il fidanzato. Spera sempre che possa cambiare, si vergogna, teme di non essere creduta...La pandemia ha peggiorato la situazione in modo grave, perché ha di fatto recluso la vittima con il carceriere. Se con la possibilità di uscire per andare al lavoro le opportunità di denunciare erano comunque poche, con la pandemia si sono azzerate per la povera Giovanna, che aveva saputo aiutare un'amica proprio perché conosceva la situazione, mentre a sua volta non era stata compresa quando si era confidata.
Purtroppo situazioni come quelle di Giovanna stanno aumentando di giorno in giorno.
I vicini potrebbero aiutare chiamando i carabinieri, ma so che la giustizia italiana potrebbe rendere difficile la situazione. Solo se colto sul fatto il marito potrebbe essere arrestato, diversamente ci sarebbe la parola del vicino contro la sua e non è detto che la moglie, davanti al marito, confermi la versione del vicino. Così come esistono casi di denuncia da parte delle mogli che vengono risolte con un semplice divieto, per il marito, di avvicinarsi ad esse. Abbiamo già visto che quei mariti non osservano i divieti e uccidono comunque la moglie o la fidanzata in questione.
La situazione è veramente complicata e tu hai ragione. La reclusione dovuta alla pandemia, sicuramente, ha messo ulteriormente in pericolo le donne come Giovanna.
PER KATHERINE nulla da aggiungere condivido ogni tua parola, disamina ineccepibile
Ciao Daniele, le moltissime Giovanne non diventano delle recluse da oggi al domani ma accettano i soprusi che giorno per giorno aumentano fino a trasformarsi in vere torture con finali tragici. L'uomo violento dovrebbero, sempre, abbandonarlo al primo schiaffo.
Ciao fulvio
PER FULVIO Giovanna non era reclusa infatti prima della pandemia e stava trovando la forza per denunciarlo ma poi il non poter più uscire per lavorare l'ha di fatto reclusa. Le donne non accettano le violenze le subiscono per paura per errata forma d'amore ma sono solo e sempre vittime e teniamo conto che non è niente facile denunciare visto poi quanto sia in grado lo Stato di fare rispettare anche una semplice ordinanza restrittiva. Certo concordo con te che al primo segno di violenza ogni donna dovrebbe lasciare subito l'uomo in questione.
Se fossimo meno indifferenti, concentrati su noi stessi e basta, se imparassimo ad ascoltare parole e a volte anche silenzi, ci accorgeremmo di quante richieste di aiuto silenziose e timide ci circondano. Mi rendo conto che nn è facile chiedere aiuto e confidarsi su cose private ed è triste pensare che queste donne sono spesso sole e per questo rimangono vittime di uomini che uomini, in Realtà, non sono :-(
PER ANGELA condivido le tue parole in toto
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