VITI
Viti fredde
Richiudono legno caldo
Ed il tuo sonno
Ora ha un letto nuovo
E non trovo il senso
Se non nella tua eterea presenza
Nella mia aria
La città scorre sulla mia pelle
Incongruenze materne
Ed io ti proteggo
Ed io ti vorrei donare il mio respiro
Ed io ti accompagnerò fino all'ultimo passo
Tra le fiamme del paradiso.
Le fiamme del paradiso
Ti accoglieranno a braccia aperte
Perchè le fiamme non sono all'inferno
All'inferno c'è ghiaccio, freddo, disumanità
Ci sono i bugiardi
I meschini
Chi dispensa consigli non richiesti
Invidiando chi invece sceglie il sentiero più impervio
Quello del coraggio delle proprie scelte.
Viti fredde
Richiudono legno caldo
Ed il suono del loro avvitamento
Come una distorsione malefica
E la città colpevole mi scorre sulla pelle
E tu
Tu lo sai
Che sono triste
Triste perchè ora sono orfano
Viti fredde ti chiudono
Nonostante le mie lacrime incandescenti
Tentino inutilmente di scioglierle
E rianimare il tuo cuore
Viti fredde
Non hanno colpa
Altri sono i colpevoli
Viti fredde
Un giorno chiuderanno me
E sarà un suono diverso
Una melodia meravigliosa
E da quel giorno
Non potrà colpirmi più niente
Viti fredde
Ti chiudono per sempre
E da oggi non potrà ferirti più niente.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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Ps: domani il post sulle malattie rare non ci sarà, slitta al 5 marzo.
33 commenti:
Semplicemente splendida. R.I.P.
Sono sicuro che la stia leggendo. Con un sorriso lieve solo per te
Questi versi sono bellissimi e mi arrivano dritti al cuore.
Non saprei cosa aggiungere, ma mi hanno fatto ripensare ad una delle mie canzoni preferite, "Nei giardini che nessuno sa" di Renato Zero.
La conosci? Magari, ascoltala adesso, con le orecchie diverse di chi può davvero e purtroppo comprenderla.
PER FRANCO si lo penso anch'io.
PER CLAUDIA: L'asscikterò
Sono commossa. Ti invio un abbraccio fraterno (da sorella)
Concordo in pieno con @Franco Battaglia
PER BERICA: contraccambio con tutto il cuore il tuo abbraccio, grazie.
Come sempre belle rime ma accompagnati da un gran dolore.
Un accompagno in una ipotetica destinazione.
PER GIOVANNI vero a suo modo è anche quello
La poesia è bella. Ho pensato alla splendida Monica Vitti.
Non credo che una persona che muore legga la tua poesia e nemmeno alle definizioni di Paradiso e Inferno. Chi crede in Dio tace su questi argomenti, chi non crede sforna licenze poetiche assurde.
PRT GUS io ho un mio ideale dell'aldilà che non è legato alla religione cristiana e probabilmente forse a nessuna religione tra quelle monoteiste. Non so se l'anima invece magari la legge, chi di noi ha la verità in tasca su temi come questi?
C è tanto dolore in questi versi, e quel senso di impotenza davanti alla morte, che ci lascia smarriti e persi.
Non si è mai pronti né troppo adulti per diventare orfani.
Siamo e restiamo figli, sempre, anche quando i capelli cominciano a diventare bianchi pure a noi.
Ti rinnovo il mio abbraccio e la mia vicinanza.♥
PER ANGELA: forse la parola "Orfano" andava da me virgolettata, spiegata e chiarita ma mia mamma è viva
E' splendida e toccante allo stesso tempo. Mi dispiace tanto Daniele. Ti abbraccio forte e ancora condoglianze.
Lo so!! Intendevo orfano di tuo padre.
PER LA DAMA BIANCA grazie di cuore
PER ANGELA scusa!!! Ho pensato che non potevi saperlo.
L'orgoglio di tuo padre per te lo leggo nel mio cuore.
Lui le ha lette per primo queste parole...
Di fronte alla scomparsa di una persona così importante come il proprio padre ci può essere solo un dolore profondo. Ma vedrai che col tempo, in qualche modo, anche se ora non c'è più il tuo papà troverà il modo di farti sentire la sua presenza e di alleviare il dolore e il freddo che ora senti dentro di te. Qualcosa di lui continua a vivere in te.
Si sente benissimo questa mescolanza di sentimenti, di caldo e freddo, cose vere e cose irreali, passato e futuro, e il diventare, in un certo senso lui... forse ora questo non lo senti, ma con il passare del tempo sì. Io dopo quasi vent'anni dalla morte di mio padre lo sento, anche fisicamente, nell'aspetto (anche se per anni dicevano che assomigliavo a mia madre). Un grande fraterno abbraccio.
PER PIA: grazie di cuore delle tue parole
PER ARIANO: Grazie Ariano, sì lo so, hai ragione.
PER ALLIGATORE: Grazie lo so che è come dici tu, un grande abbraccio.
Una poesia che mi fa tremare. Un abbraccio grande.
PER MARIELLA contraccambio con tutto il cuore il tuo abbraccio, grazie 🥰
PER VALERIA grazie di cuore
Mi sono venuti i brividi, Daniele. La presenza di tuo padre sarà sempre presente anche se non fisica, il suo amore, i suoi insegnamenti, le sue idee, i suoi principi vivranno per sempre. Ti mando un abbraccio immesnso.
PER CATERINA vero, lo credo anch'io
Caro Daniele, quando hanno chiuso la bara di papà ho avuto sensazioni simili. Tu le hai espresse con la forza immensa dell'espressione poetica. Spero che ti arrivi il calore dei/delle blogger a te vicini in questo momento doloroso. E che ti scaldi la fiammella della nostra vicinanza affettuosa. Un abbraccio.
PER MARIA si tutti voi mi siete accanto e siete stupendi.
La chiusura della bara è quel momento terribile che segna l'addio definitivo alla persona che abbiamo tanto amato. Da quel momento non la vedremo mai più e la sensazione è straziante. Parlare di questo nostro sentimento, condividere le sensazioni con altri, sia in forma prosaica che poetica, come fai tu, è un modo per sfogare il dolore e cercare di accettarlo e non può fare altro che bene.
Io ho perso entrambi i genitori. Entrambi sono mancati tra le mie braccia in un momento in cui eravamo soli. Non potrò mai dimenticare quegli attimi. Mio padre se n'è andato con l'immenso dolore di lasciarmi con mia madre malata gravemente di Alzheimer. Sapeva che, qualsiasi cosa sarebbe successa, una delle due avrebbe sofferto. Avrebbe sofferto lei se l'avessi messa una casa di riposo, avrei sofferto io se l'avessi tenuta con me. Ho scelto di soffrire io, e sono contenta di averlo fatto, perché mia madre ha trascorso i suoi anni serenamente, anche se non l'ha mai saputo e non mi ha mai riconosciuta. Ma ancora penso a mio padre e al fatto che non avevo saputo rassicurarlo. Io non sapevo se sarei stata capace di sopportare quel peso e non ero stata in grado di prometterglielo.
Ci vorrà del tempo, ma riuscirai ad accettare questo distacco e a ripensare a lui senza soffrire così tanto. Tienilo nel cuore, sentilo vicino a te, parla di lui, pensa ai bei momenti trascorsi insieme e, soprattutto, stai accanto a tua madre, non colpevolizzarla per ciò che ha fatto pensando di fare bene. Lei lo ha amato quanto te e ha fatto il possibile pensando di farlo stare bene. Goditi tua madre e amala anche per lui. Un abbraccio!
PER KATHERINE: ecco, una cosa speciale in mezzo a tutto questo dolore è che fino al penultimo giorno di vita lui, mi ha praticamente quasi sempre riconosciuto (magari non ricordava a volte il mio nome) e ha sempre cmq provato affetto per me non considerandomi mai un estraneo verso il quale provare timore o indifferenza: Ricordo una volta quando venne a visitarlo un dottore e gli chiese se sapessi chi fossi io o se avesse dei figli. Lui rispose che non era sicuro di avere un figlio e che io fossi suo figlio. Il dottore stava per procedere oltre col test ma lui ebbe un moto di ribellione. e disse"Aspetti, non ho finito" ed aggiunse che non sapeva se io fossi suo figlio ma che ero il suo più grande amico e che mi voleva un bene infinito. Ecco queste parole le ricorderò per sempre perchè sono la prova che puoi dimenticarti del nome di una persona, del rapporto parantale eventuale che hai con essa, ma non puoi dimenticare i sentimenti del cuore. Quelle per me resteranno per sempre le più belle parole d'affetto che mio padre ( che di parole di tal fatta me ne ha sempre dette tante non essendo certo stato mai un padre anaffettivom anzi..) mi abbia mai detto in tutta la sua vita. Quanto all'ultima tua richiesta, non posso promettere nulla.
Grandiosa! Semplicemente grandiosa!
PER NICL: grazie
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