lunedì 14 febbraio 2022

L'Angolo del Rockpoeta®: "Lame Su Ghiaccio"

 LAME SU GHIACCIO

Pattino sul ghiaccio
Danzo leggiadro
Affondo le mie lame
Sul ghiaccio di Pechino

E sento il respiro corto
Notte inquieta
Le mie lame tagliano il ghiaccio
E fosse comuni di dissidenti
Sotto i miei piedi
Si schiudono come uova
Giunte al termine della cova

E sotto sento ancora voci 
Di superstiti coperti dai cadaveri
E vi vorrei salvare
Ma affondo sempre
E vi vorrei liberare
Ma ho anch'io le catene ai piedi

Non mi sollevo 
Tirato giù
Un triplo Salchow
Non basta
Quadruplo Toe Loop
Per sollevarvi fino in cielo
Per portarvi via da quei lager

E mi sveglio
Ma sento ancora le vostre urla soffocate
Sudo freddo
Domani pattinerò 
Con la paura e la voglia 
Di incidere quella pista ghiacciata
Domani sotto avrò una maglietta
Con la scritta:
"Freedom for people in China"

Sono il favorito all'oro
Attenderò la premiazione
E la mostrerò

Ci siamo
Inno nazionale
Sono medaglia d'oro
Mostro la t - shirt
Pugno in alto
Tempo di guardare il cielo
Un sibilo e mi accascio

Ora so che sto per raggiungervi
Ora vi posso salvare.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA® 

17 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Purtroppo per ora non succederà. La Cina è un "mercato" che fa gola a tutti, e anche una "manifattura" a basso costo per l'occidente. Nessun governo avrà mai il coraggio di inimicarsi una superpotenza simile, e certamente gli atleti di tutte le nazioni sono stati "istruiti" dalle rispettive federazioni per evitare ogni possibile provocazione contro il paese ospitante...

Gus O. ha detto...

I cinesi imbrogliano pure sulla neve e sul ghiaccio che con varie strumentazioni può variare intensità e temperature. La buona gente uccisa dai dittatori sa tutto. Tu sei un combattente nato e devi ribellarti.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARIANO: tutto vero quello che dici, sarebbe bello che almeno la gente comune si ribellasse

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUS: la brava gente ha paura purtroppo, la Cina è una dittatura spietata

Berica ha detto...

Hai evocato l'immagine dei pugni chiusi di Tommie Smith e John Carlos del 16 ottobre 1968 a Città del Messico. Due atleti vincenti sul podio olimpico che hanno pagato a caro prezzo il loro magnifico gesto poetico e politico, contro il razzismo e il segregazionismo negli Stati Uniti.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER. BERICA: vero è stato istintivo penarlo ed al contempo scriverlo.

Anonimo ha detto...

Beh, a dire il vero fra aprile e giugno 1989 c'è stata la protesta civile della gente in Piazza Tienanmen. L'esercito cinese sparò sulla folla ma la cifra esatta delle vittime non si è mai saputa. Si parla di centinaia o di migliaia di morti e altrettante centinaia di feriti. A contestare c'erano varie classi sociali studenti, operai e intellettuali e tutto il mondo ricorda quell'uomo che da solo bloccò un carro armato.

Quello fu un grande anno perché fra il 9 e il 10 novembre del 1989 crollò il muro di Berlino con tutto quello che venne dopo. Per quanto mi riguarda posso dire che sono stato in Germania per stage e lavoro prima e dopo la caduta del muro di Berlino...e posso garantire che la differenza era abissale! Quando incontravo persone dell'Est (ex Germania est, Polonia, ex Cecoslovacchia e Ungheria) fra cui molti musicisti, professori d'orchestra, cantanti ecc. (il settore dove lavoravo) li vedevo, come dire, sottomessi e con il capo chino salvo quelli che approfittavano della situazione perché stavano dalla parte dei regimi.

Una volta dovevo dare il benvenuto ad una orchestra sinfonica della Polonia dato che ero l'assistente del direttore di un festival in Germania. I musicisti scesero da un bus che definirei scancasciato (tu che sei di Genova dovresti capire, per i più direi scassato) e si vedeva lontano un miglio che erano in soggezione. Non capivo perché e loro non parlavano. Poi vidi scendere dal bus un tizio vestito con abito nero, camicia bianca e cravatta nera che si avvicinò e in perfetto inglese mi disse: "Il direttore del festival non le ha detto chi sono?". Gli dissi che non ne sapevo niente. Lui replicò: "Io sono qui per controllare l'orchestra e tutti i loro passaporti sono nelle mie mani. E da questo momento in poi io e lei non abbiamo più niente da dirci!" e parlò con un disprezzo tremendo.

Hai capito Amigu de Zena? Quel tizio teneva in ostaggio l'intera orchestra e ognuno di loro non era neanche padrone di avere il proprio passaporto e cioè il più importante documento di riconoscimento.

Un anno dopo, nel 1990, tornai in Germania per il mio terzo periodo di stage e lavoro nello stesso festival. Tornò quell'orchestra dalla Polonia, il loro bus era sempre scancasciato ma loro scesero dal bus contenti e sereni. Il primo violino dell'orchestra mi riconobbe, mi salutò in modo amichevole e mi disse: "Ti ricordi quel tizio dello corso anno? Quel tizio torvo e lecchino del potere? Beh, adesso e dopo la caduta del muro gli abbiamo detto: vattene a quel paese!" ed ho scritto queste ultime parole con tono educato perché gli dissero una ben nota parolaccia che non voglio scrivere per educazione.

Un salutone bella poesia che descrive il male insidiato nei paesi dove manca la democrazia e la civiltà umana perché anche quella è importante.

Nick Parisi. ha detto...

Tra le altre cose ho visto anche una foto di un impianto sciistico posto a due passi da una centrale elettrica. Alla faccia anche delle Olimpiadi eco sostenibili.

Caterina ha detto...

Mi son tanto piaciute le immagini che hai usato in questa poesia. Le tue poesie sono sempre profonde.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ACCADEBIS: che bella storia con un lieto fine! Sono commosso. Sono queste storie che devono farci resistere e lottare senza demordere.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER NICK le parole "Cina" ed "Ecosostenibilità" a quanto so non vanno proprio molto d'accordo 😁

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CATERINA: grazie!

Anonimo ha detto...

Grazie Amigu de Zena. Anche io sono commosso per il tuo commento. Perché ciò che ho visto e vissuto un quei periodi di stage e lavoro in Germania in quegli anni mi ha fatto capire tante cose su come vivevano le persone di là dal muro di Berlino rispetto a chi viveva in Occidente.

Ho capito quanto sia importante la libertà e la Democrazia e, come dicevi tu nel commento, resistere e lottare per ciò che conta veramente.
Un salutone e alla prossima

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ACCADEBIS: ricambio il tuo saluto Amigu Zeneize. PS dovresti scrivere un libro, hai tantissime esperienze di vita che arrivano al cuore ma anche alla testa di chi le legge. È sempre un'emozione leggere i tuoi commenti.

Maria D'Asaro ha detto...

Grazie, caro Daniele, di questa poesia/denuncia della dittatura cinese. Il mio minimo contributo è non comprare nulla nei negozi cinesi, che ci inondano di cianfrusaglie inutili e inquinanti. E non rispettano i diritti umani sacrosanti.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIA: questa è già un'idea anche se in teoria i cinesi qui da noi potrebbero essere paradossalmente fuggiti da un regime e non complici del medesimo.

Anonimo ha detto...

Ci sto pensando da un paio di anni. Ho già messo insieme tanto materiale e prima o poi ne nascerà qualcosa. Devo trovare la soluzione migliore perché nell'editoria in Italia i veri editori indipendenti sono pochi. Ma penso che troverò una soluzione.
Un salutone e alla prossima