venerdì 6 agosto 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "La Buona Semina"

LA BUONA SEMINA

Ti svegli 
Apri gli occhi
E sei dentro un ritmo che non è il tuo
Sei rinchiuso in un mondo 
Che ti sta stretto 
Perchè 
Ogni luogo è lo stesso luogo
L'idioma parlato è lo stesso
Uguali, identiche
Pacificamente assimilate
Le tradizioni.

E poi ancora
Identici modi di pensare
Stessi piatti tipici
Analoghi modi di dire
Tutto si è omologato
Standardizzato
A causa della messa in atto
Della seconda parte
Del processo di globalizzazione
Ossia la cancellazione
Delle differenze culturali tra i popoli
Differenze che sono essenziali
Perchè ciascuna etnia è caratterizzata
Da aspetti tipici che la rendono speciale
Specifica
Unica.

Quando ti alzi
Ed avverti
Quella sensazione di essere fuori posto
Hai solo due strade da scegliere
Ma se sei coraggioso
E determinato a riavere la tua vita di prima
Nello stesso posto di prima
Alle stesse condizioni e maniere di prima
Allora sai che le possibilità si riducono ad una soltanto:

Scaldare bene la voce
Andare per le strade
Quelle strade che ami 
E nelle quali sei cresciuto
E gridare forte la verità
Anche se sei l'unico
Anche se altri 
Poveri sciocchi
Ti rideranno dietro.

Tu continua
Imperterrito
Che presto altri si uniranno 
Troveranno la forza ed il coraggio
Di seguirti
Per fare quello 
Che loro non avevano il coraggio di intraprendere
Per fare quello che 
Altri continuano ad irridere
E vedrai
Che
Giorno dopo giorno
Le fila del tuo esercito di pace e libertà
Si ingrosseranno sempre di più
Fino a quando avrai tutti i popoli con te.

E se anche tutto questo non accadesse
Se tu fossi l'unico ad utilizzare la tua voce
Come megafono di verità
Non ha la minima importanza
Tu avrai la coscienza pulita
E senza neanche rendertene conto
Avrai seminato il terreno 
Per quando maturerà a tempo debito
Il raccolto
Raccolto che forse neanche vedrai
Ma che già da ora sai che arriverà

Già da ora sai che avrai seminato
Per un futuro più giusto
A misura d'uomo
Solidale
Già da ora sai
Che la tua semina porterà i suoi frutti
Già da ora sai
Che la tua alla fine 
Non sarà stata una battaglia persa.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

14 commenti:

Pia ha detto...

È il coraggio che manca.
Ma non a te e continua così.
Parole che spronano, grazie Daniele. 😘

Ariano Geta ha detto...

Se devo essere onesto, credo che la "globalizzazione" intesa come standardizzazione e omologazione verso il ripetitivo debba essere vista in chiave più ampia.
In realtà l'evolversi delle società umane è un fenomeno che esiste da quando si è passati dalla preistoria alla Storia. Le specificità culturali di un gruppo etnico si modificano costantemente da sempre. Forse che l'Italia degli anni '60 (quando ancora non esisteva la globalizzazione mondiale) era la stessa del 1850? Forse che la musica dei cantautori era la stessa che andava in voga un secolo prima? I testi teatrali di Dario Fo erano forse simili a quelli di Alfieri? La cucina non era forse diversa? (basta leggere alcune pagine dell'Artusi, in cui l'autore propone delle ricette "prese da vecchi libri" aggiungendo che però ha tolto tutte le spezie perché in passato avevano un gusto "assurdo" e mettevano le spezie dappertutto).
Per essere un vero italiano dovrei ascoltare solo Dalla e De André e mangiare solo pizza napoletana? Personalmente preferisco musica rock americana, e sebbene mangi quasi esclusivamente cucina italiana ogni tanto mi piace provare quella cinese.
Il vero problema della globalizzazione io lo vedo semmai nell'incapacità di certi paesi (purtroppo il nostro è fra questi) di avere un proprio modello culturale di riferimento basato sulla storia. La Francia basa la propria cultura e ideologia sugli ideali della rivoluzione del 1789, e li porta avanti a ogni costo arrivando a mettere fuorilegge crocifissi e shador in nome della laicità dello stato. La Svizzera si basa su un localismo esasperato apparentemente inadatto a un'epoca come la nostra, eppure il modello dei tanti "cantoni" che sono tecnicamente stati indipendenti e che mantengono le loro specificità legali all'interno della confederazione, a quanto pare funziona. Un immigrato di seconda generazione ben inserito nella società si sente così "francese" o "svizzero" perché ha imparato a scuola (e in società) a condividere i valori proposti da quello stato.
Noi purtroppo siamo un po' un vaso di coccio, non abbiamo un modello forte, al massimo ci fermiamo alla cucina e alla nazionale di calcio, un po' poco per creare un'identità nazionale che regga l'urto della globalizzazione.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PIA geazie infinite, tranquilla non mi arrenderò

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARIANO la globalizzazione di cui tu parli è più integrazione, commistione di culture che si fondano ed evolvono liberamente. Diversa è l'omologazione dove un elemento imposto, che non nasce dalla normale evoluzione tra culture ma dall'introduzione di un corpo estraneo a tutte le culture in questione,diventa caratteristica globale

carlos portillo - podi-. ha detto...

La cultura dei piccoli di fronte alla globalizzazione... I popoli antichi avevano una propria cultura ma quella non credo che fosse stata decisa da tutti i loro integranti, invece loro stavano soggetti alle le condizioni geografiche, climatiche e a quello che i loro capi di ogni popolo decideva che poteva essere il meglio. Adesso, i possenti sono altri ma nè prima erano i miei avi nè adesso sono io.

Ciao,
PODI-.

Katrina Uragano ha detto...

La globalizzazione non è il male per me, o quantomeno io non la leggo così.
Che poi spesso abbia creato omologazione è anche vero, ma credo che le varie realtà territoriali sappiano ugualmente mantenersi "tipiche", pur evolvendosi.

Gus O. ha detto...

Una riflessine sacrosanta, perché l'omologazione si è verificata nel peggio e non nei Valori nobili.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CARLOS Interessante riflessione

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER LA DAMA BIANCA sempre meno purtroppo

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUS hai ragione

Caterina ha detto...

Anche questa poesia pone una grande riflessione. Tu sproni la gente a riflettere, a pensare. Complimenti, Daniele, come sempre del resto.

Franco Battaglia ha detto...

Io continuo a credere che i vaccini ci salveranno, come hanno salvato infinite generazioni nei tempi dei tempi.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FARFALLE LIBERE sono tempi complessi e drammatici dobbiamo tutti riflettere concretamente

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCO non questo vaccino