venerdì 26 febbraio 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Clown"

 IL CLOWN

Entravo in scena
Ogni sera
Sotto quell'enorme tendone colorato
Per farvi ridere con l'arte più antica del mondo
Con gag classiche e più attuali
Senza l'uso della parola
Ma con le mie ciabattone enormi ed il mio naso rosso

Ero un clown
Sono ancora un clown
Al vostro servizio come il giullare di corte
Senza che voi abbiate mai visto veramente
La malinconia del mio sorriso

Oggi vorrei poter lavorare
Ma ancora non è possibile
Anche se non so cosa potrei mettere in scena

Credo infatti che non potrei
Non potrò
Essere più quello di prima

Forse immaginerò una gag
Dove con i miei ciabattoni enormi 
Prendo a calci nel sedere il coronavirus 
Finalmente debellato
Ma 
Credo
Che non potrei esimermi dall'inserire un momento
Un flash malinconico
Nel fissare chi ha perso la vita
E chi ha perso tutto il resto, tutto quanto.

E poi guardare voi
Con occhi diversi
Venendovi incontro
Per elargire il mio sorriso luminoso ai bimbi
A chi mi confida il suo sguardo buono e sofferente

E poi voltarmi di scatto
Con il mio sguardo di disgusto 
Verso coloro dai cui occhi traspare arroganza
Senso di trionfo 
Perchè loro da questa pandemia ci avranno pure guadagnato

Sguardo di disgusto
Verso chi verrà a vedere la Prima 
Con la sua vomitevole auto blu 
Come un salvatore della Patria
Quando non ha mai salvato nulla
E occhi gelidi e freddi
Verso chi 
Economicamente protetto e garantito
Pontificava di lockdown costanti
A discapito di chi vedeva la sua attività affondare
La sua famiglia impossibilitata a sostentarsi
E la sua vita precipitare.

Sì,
I miei nuovi show nel circo a cui appartengo
Se potremo resistere 
Se riusciremo ad evitare di scioglierci
Saranno diversi da prima
Metteranno in luce una dicotomia profonda
Fino ad ora non considerata

Qualunque cosa rappresenterò
Su quella pista di sabbia
Avvolta da quel tipico odore che ogni circo possiede
Quello che farò
Sarà evidenziare con forza
La differenza tra un clown ed un pagliaccio.

Nonostante l'apparente similitudine tra i due termini
Profonda è la differenza che li divide: 
Io sono un Clown
Vi faccio ridere, piangere, emozionare, pensare
E lo faccio con dignità
Perchè i clown hanno una dignità

Voi
Molti di voi invece
Durante l'arco di tutta la vostra miserevole vita
Siete solo dei pagliacci
Senza dignità
Senza onore
Senza lealtà
Capaci di vendervi al migliore offerente
E bravi solo a chiudervi dentro il vostro piccolo orticello
Avendo rimosso
O forse neanche mai conosciuto
Cosa sia e significhi la solidarietà 
E quello spirito di umanità 
Che distingue un'anima vera
Da un corpo caldo
Clinicamente vivo
Ma emotivamente morto
E di fatto mai pervenuto.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 24 febbraio 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Lei Si Veste Di Rosso"

Poesia che ho scritto scritto vedendo quest'opera di Daniele Muraro sul suo profilo fb, opera postata anche qui sotto la mia poesia. Ringrazio l'artista per essere stato con essa fonte di ispirazione nonché per avermi concesso l'onore di postare il suo lavoro sul mio blog.

 LEI SI VESTE DI ROSSO

Lei non ci sta
Non accetta la fatiscenza ed il degrado
Sovrani in quell'area popolare
Non accetta che questa desolazione
Soffochi e cancelli la gioia dell'anima
Si ribella al solo pensiero che quel grigiore
Quel decadimento ambientale ed etico
Possano davvero alterare gli animi
Ed abbrutirci dentro.

Lei si veste di rosso
Un rosso sgargiante, allegro
Vivo
Elegante ed al contempo casual
Vuole staccarsi dal grigiore e dalla rabbia
Che dominano in quell'area.

Lei si veste di rosso
Per dare un segnale forte di rinascita
Perchè l'uomo non è orrore o triste rassegnazione
Ma lotta
Vita
Creatività
Gioia e compartecipazione
L'uomo è anima 
Un'anima colorata e pulita.

Ed allora lei è un contrasto vivente
È il contrasto per eccellenza
È il contraltare di quei muri plumbei
Di quei rumori sordi
Di quegli sguardi tra l'impaurito ed il minaccioso
Ed è il contraltare all'omertà sulla violenza 
Che può annidarsi in certe abitazioni
Non appena la porta di casa si chiude dietro di loro.

Lei si veste di rosso
Provocatoria
Provocatrice
Provocante perfino
Perchè vuole venirvi a dire
Che l'essere umano è lotta
È vita
È socialità 
E non è isolamento
Abbrutimento
Violenza
Silenzio
Grigiore del cuore.

Lei si veste di rosso
Per andare a fare la spesa
E quando è sul balcone della sua casa
Così come era vestita di rosso durante tutto il primo lockdown

Lei anche oggi esce
E si veste di rosso
Perchè ancora troppe persone 
Vestono un triste completo grigio fuliggine
Con una cravatta grigio plumbeo,
Veste di rosso
Perchè ancora in molti
Hanno una felpa grigia con disegni minacciosi
O hanno una felpa ingrigita ed infeltrita dal tempo
Perchè non hanno i soldi per comprarne un'altra
E non sanno neanche dove rubarla.

Lei si veste di rosso
Ma non si limita a questo
Lei aiuta il quartiere
Tiene lezioni private
A ragazzi in difficoltà con gli studi
Cerca di raggruppare persone per feste di condominio
Ed ora con questa odiosa pandemia
Tenta di non far spegnere del tutto 
Chi già vive in una realtà morta.

Lei si veste di rosso
Un marito, un gatto
Un figlio che vive e lavora a Londra
Ma lei non ha mai voluto abbandonare quel posto
Nonostante avrebbe anche potuto
Perchè il suo posto è lì
Perchè è lì che c'è bisogno di lei
Perchè è lì dove lei sente il bisogno
E capisce quanto sia fondamentale
Il vestirsi di rosso.

Lei si veste di rosso
Ed ogni mattina in cui esce con quell'abito
Accende il sole 
Dove il sole non c'è
Accende la vita
Dove il tempo per pensare a vivere non c'è
Dove anche solo pensare di avere tempo per vivere
È considerato folle, impensabile.

Lei si veste di rosso
E tutti la amano
Lei si veste di rosso
Ed io so
E voglio credere
Che quel colore di lotta e vitalità
Un giorno 
Saprà definitivamente
Donare la vita e la gioia a tutta quella gente

Lei si veste di rosso
Ed io le dico solo grazie
Grazie per sapersi vestire di rosso sempre
Ogni mattina
Anche forse quando poteva essere triste
O poteva non sentirsi a suo agio 
Con quella tinta sgargiante su di sè

Ed è anche per questo che le dico GRAZIE
Grazie perchè nonostante tutto
Non ha mai ceduto di un passo
Perchè accendere in ognuno di loro la luce della vita
E della speranza
Non aveva prezzo
E non poteva certo venire minato
Da un suo sguardo triste uscendo di casa.

Lei si veste di rosso
Anche stamattina
E dalla mia finestra virtuale sul mondo
Le rinnovo il mio più sentito GRAZIE
Perchè Lei
Con quel sul suo vestito rosso
Indossato caparbiamente ogni mattina
Non può neanche lontanamente immaginare
La forza ed il coraggio che sa infondermi
E la determinazione a resistere che mi dà

Lei si veste di rosso
E tutto quello che ora sappiamo essere dietro
A quella scelta d'abito e soprattutto di colore
Accende in me un sorriso di luce ogni mattina
Anche quando motivi per sorridere 
Apparentemente 
Non ce ne sarebbero

Lei si veste di rosso
E noi dovremmo emularla
Per accendere la vita di nuovo in noi stessi
E per essere noi a donarle un sorriso
Anche soltanto in una di queste mattine. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®




Autore: Daniele Muraro
Titolo: Il mistero della signora in rosso 
Tecnica: Fotografia concettuale
Anno: 2021

lunedì 22 febbraio 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "I Dimenticati"

 I DIMENTICATI

Di tutti
Ma proprio di tutti si è parlato in questa pandemia
Nel bene e nel male
Ma di noi poco o nulla

Forse perchè 
Affrontare la tematica che ci riguarda
Significherebbe ancora una volta
Scoperchiare un autentico vaso di Pandora
Vorrebbe dire
Mettere il dito nella piaga di una sanità
Organizzata in modo pietoso
Ed ammettere anche che se noi
Fossimo stati messi in condizione 
Di lavorare al meglio ed in sicurezza
Forse 
Anzi senza forse
Avremmo avuto meno morti
Meno affollamento nei reparti di terapia intensiva
E meno ospedalizzazioni.

Questo dicono i dati in Germania
Dove le cose funzionano un po' meglio che qui
Questo dicono anche alcuni report italiani.

Scusate non mi sono neanche identificato
Sono Roberto
Medico di base di 45 anni
E nel mio piccolo
Ho lottato contro il covid
Aiutando ogni mio paziente
Fin dai primi sintomi
Ed anch'io ho avuto ottimi risultati
Intervenendo per tempo e tempestivamente
Ai primi sintomi.

Io qualche paziente l'ho perso
Non ho fatto percorso netto come altri
Ma parliamo di 7 pazienti sui 1.500 che ho
E che sono il tetto massimo di pazienti per ognuno di noi. 

E questo
Lavorando in condizioni più che precarie:
Nessuna protezione 
Nessuna tuta particolare
Niente di niente
Abbandonati a noi stessi
Ed al contempo lasciati al loro destino 
Anche i nostri pazienti.

Io mi sono rimboccato le maniche
Sostenuto anche dalla mia famiglia
Che mi ha incoraggiato a non mollare

E mi sono procurato tutto da solo
Ma non è stato facile
E non parlo dell'aspetto economico
(Perchè ovviamente mi pagavo tutto io)
Ma della difficoltà a reperire l'occorrente
Sia perchè erano tempi in cui 
Non si trovavano neanche le FFP2 o le Chirurgiche
Ma soprattutto in quanto ero anche un soggetto privato

Di fatto nei primi tempi
Andavamo allo sbaraglio
Come i primi tecnici di Chernobyl 
Allo scoppio del reattore. 

Nonostante tutto 
Sono riuscito a trovare un canale valido
E sicuro
Ma non è giusto
Avremmo tutti quanti
Dovuto essere messi in grado di lavorare al meglio
Ed invece...

Malasanità ma anche, forse,
Interesse ad ingigantire un problema reale
Molto serio
Ma meno drammatico di quello che invece poi è stato.

Ed intanto
Oggi
Continuo ad essere in trincea

Casi, meno di prima
Ma paura sempre tanta
E molti miei pazienti che
Da un lato mi chiedono del vaccino
E dall'altro, alcuni di loro, ne hanno sincero timore.

Io non so cosa rispondere loro
Perchè strumenti scientifici e report seri
A disposizione
Non ne ho.

Spiego le caratteristiche
Esprimo un mio giudizio assolutamente sindacabile
E poi suggerisco di decidere secondo la loro coscienza
E di non farsi influenzare da nessuno
Io fornisco loro solo più elementi per decidere.

Ed intanto
Domani altra visita ad un paziente affetto da covid
Lievemente sintomatico

E di nuovo
Pronti ad indossare la nostra tuta
Per provare a combattere questa iattura
Sperando davvero che non dico tutti
Anche solo uno di questi vaccini
Funzionasse senza alcun tipo di problemi.

Sono Roberto
Medico di base
Ho 45 anni
E sono solo un servitore di Ippocrate
Ed un sostegno per i miei pazienti
Solo questo
Ma lasciatemi dire che
Di questo piccolo grande fatto
Ne sono profondamente fiero.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 19 febbraio 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "I Giovani Fanno Grandi Sogni"

I GIOVANI FANNO GRANDI SOGNI

I giovani fanno grandi sogni
Almeno una volta forse sì

I giovani sognano il loro futuro
Lo sognano luminoso ed esagerato
Lo dipingono con i colori della gioia e del successo
O almeno così facevano una volta
Forse ancora solo ai miei tempi.

Già prima della pandemia
Sognare 
Se non era legalmente vietato
Se non era minimamente proibito
Era però auspicabile evitarlo
Privilegiando una visione più pragmatica:

Abbandono del loro Paese
Esilio necessario per il lavoro
Costruzione di una vita lontano da qui
Lontano da noi. 

Ora il futuro è ancora più oscuro
La pandemia ha
Temporaneamente almeno
Cancellato anche l'unica speranza di futuro
Quella di spostarsi e lavorare all'estero

I giovani facevano grandi sogni
Li facevano ad occhi aperti 
Tra un accordo di chitarra 
Ed un bacio al loro primo batticuore

La realtà da incubo che stiamo vivendo
Sta consumando la luce nei loro occhi
Ma è il nostro momento
Noi dobbiamo dare loro forza
Noi così rassegnati ed impacciati
Noi che abbiamo avuto il lusso di poterci almeno illudere
Di poter ancora fare grandi sogni
Ed in alcuni casi anche di realizzarli

Ed allora tocca a noi
Scuoterli
Dare loro forza, rabbia, determinazione
E soprattutto
Restituire loro la pretesa incrollabile 
Ed imprescindibile di poter sognare ancora.

I giovani facevano grandi sogni
Ora torneranno a farli
Dovranno pretendere il diritto a viverli
E con il nostro aiuto
Il diritto a poterli esaudire

E non me ne frega niente
Se rideranno loro dietro
Se diranno che lottano per un cumulo di vacue illusioni 
Perchè questi spenti burocrati dell'esistenza non sanno
Che la Felicità ha da sempre la faccia pulita di un adolescente
E lo sguardo ingenuo di un desiderio fortissimamente voluto
Che si è schiuso davanti ai suoi occhi

È giunto il momento di comprendere 
Cosa ci lascerà in eredità la pandemia

Oltre ai morti
E ad uno sconquasso economico senza precedenti
Ci lascerà una luce
Deve lasciarcela
E sarà quella di occhi
Che devono affacciarsi alla vita da adulti
Con quel cipiglio
Quella baldanza
Quel pizzico di sana sfrontatezza e presunzione
Che ha caratterizzato ogni generazione di giovani 
Da sempre nel corso dei secoli
Che avessero lo smartphone o meno.

E questa pandemia non sarà venuta invano
Se riusciremo ad alzarci tutti insieme
E saremo riusciti a restituire ai nostri ragazzi
La voglia di volare ancora.

Perchè se c'è una cosa di cui sono sicuro
È che da sempre 
I giovani fanno grandi sogni.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 17 febbraio 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Crisi"


CRISI

Crisi dell'anima
Crisi respiratoria
Crisi sociale

Libertà in crisi
Minacciata da restrizioni e divieti infiniti
Alcuni logici
Altri incomprensibili
Incoerenti.

Crisi politica
Inetti, incapaci , incompetenti
Mettono in ginocchio il loro Paese
Il mondo intero
E tutta la sua gente.

Crisi
Crisi di pianto
Crisi di luce
Buio crescente

E su questo velo di oscurità
Sento le mie forze cedere
Avverto la mia mano afflosciarsi appesantita e stanca
E la mia testa accasciarsi sulla tastiera

Crisi di speranza
Latitanza di sogni
E dentro questa sfera triste ed abusata
Mi rannicchio solitario
Cercando un angolo
Dove potermi spegnere per sempre
Senza che nessuno possa rianimare il mio cuore stanco
Andando in crisi per l'ultima volta
Una crisi cardiaca.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 15 febbraio 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "InsabbiaItalia"

INSABBIAITALIA

Classe politica
Assente
Incompetente
Ladra ed incapace

Magistratura
Luci ed ombre
Estremamente politicizzata

Politica che entra pertanto anche in questi ambiti
E sporca l'indipendenza della stessa
Mina la verità della medesima
Già da tempo:
Giochi di potere? WHY NOT?

Stiamo scoperchiando un vaso di Pandora
Pericoloso
Anche venendo ai giorni nostri

Da Palamara fino ad altre realtà inquietanti
Sordide
Ancora poco chiare
Ma che per il solo fatto di esistere 
Destabilizzano il potere giudiziario
Creano sgomento tra la gente comune
Creano incredulità e paura tra chi immagina
Quale potrebbe essere il passo successivo
Nella storia di un Paese dove nulla funziona
Tranne (forse) l'esercito...

E tutto questo
Accade
In un Paese dove Di Matteo ed altri eroi sconosciuti
Sono lasciati soli perchè cani sciolti
Ed in quanto persone integerrime

E tutto questo succede
In un Paese dove politica e magistratura 
Sono quantomeno latitanti rispetto alla realtà nostrana
Latitanti e disinteressate.

Ed a tutto questo ed altro ancora
Si è aggiunta la pandemia
Traduzione: baratro spalancato
E nazione pronta a caderci dentro.

E la verità 
Assai probabile
È che presto 
Anche l'ultimo velo di ritegno
Verrà gettato
E quel giorno
Un esecutivo di unità nazionale
(Forse non questo e non ora)
Un esecutivo di scopo (e che scopo!)
Realizzerà una maxi-legge 
Che chiamerà: "InsabbiaItalia"
Dove di fatto darà un colpo di spugna
Sanando ogni illegalità 
Compiuta da politici, magistrati, sottosegretari
E così via.

Perchè la legge è uguale per tutti
Tutti quelli che se ne possono avvantaggiare
Tutti quelli per i quali quella legge 
Crea un barriera di impunità

Perchè "La legge è uguale per tutti"
Ha di fatto acquisito una valenza relativa
Laddove con un'interpretazione ormai consolidata
"Tutti" va inteso come "Molti" o forse anche "Pochi"...

D'altronde l'interpretazione della legge
È una delle prime cose che si studia a Giurisprudenza
Ci sarà una ragione no?

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 12 febbraio 2021

L'Angolo del Rockpoeta®: "Giovanna"


GIOVANNA

Giovanna
35 anni
Occhi azzurri come il mare
Capelli biondo oro
Impiegata
Adesso soprattutto in modalità smart working
Ossia..... Da casa.

Giovanna la vedi
È intelligente
Fiera
Sorridente
Buona d'animo
Sempre disponibile
E sul lavoro ineccepibile

Eppure
Se anche prima di questa pandemia
Ti soffermavi a guardarla meglio negli occhi
Potevi leggere un velo di tristezza
Quasi timore.

Giovanna è una donna emancipata
Combattiva
Energica 
Ma c'era sempre quella patina di triste mistero 
Nel suo sguardo.

Giovanna ora è a casa
Ed ha paura
Paura perchè prima almeno si toglieva da quella gabbia
Per un certo lasso di tempo
E poteva evenutalmente anche decidere di non rientrare

Ora invece
È di fatto sotto sequestro
Il cellulare costantemente monitorato dal marito
E lei che tiene gli occhi bassi
Con quel sentimento di odio misto a paura
E vorrebbe chiedere aiuto ma lui non la perde mai di vista.

Spesa consegnata a domicilio
Lavoro in smart working
Ove sia possibile uscire 
Solo in coppia
Da sola mai.

Giovanna è una donna vitale
Solare
Piena di voglia di vivere
E stamattina con un occhio nero.

Giovanna al telefono
Dice a sua madre di non preoccuparsi
D'altronde il suo aguzzino è solo a un metro da lei

Giovanna prima della pandemia
Quando durante il giorno poteva scappare da quell'inferno
Con una motivazione inattaccabile
Come il suo lavoro 
Assolutamente imprescindibile per le entrate familiari
Si sentiva più sicura
Sentiva di avere una via di fuga.

Giovanna proprio pochi giorni prima
Che scattasse lo smart working
Fece un passo molto importante
Si confidò con la sua migliore amica
Da cui trovò curiosamente sostegno pratico
(Le disse di denunciarlo ed andarasene da casa)
Ma poca empatia
E forse anche paura per se stessa
Vista la fama del marito di Giovanna
Per cui non trovò appoggi da nessuno
Appoggi concreti
Come essere ospitata dalla sua amica
Andare con lei dai carabinieri per la denuncia
Cose di questo tipo. 

Peccato che solo otto anni prima
Giovanna aiutò Sonia ad allontanare Marco
Compagno della sua amica 
Scopertosi presto molto violento,
Non limitandosi a due striminziti consigli
Che chiunque è in grado di dare
Ma facendo molto di più
 
Andò da lei
Fecero le valigie insieme
E la ospitò in casa sua
Visto che all'epoca Giovanna era ancora single
E riuscirono a farlo desistere anche attraverso una denuncia.

È notte
E dopo aver tristemente esperito
Ai doverosi e rivoltanti obblighi coniugali
Un'autentica violenza nella violenza
Giovanna si alza
Prova a scappare
Ma la porta è chiusa
Le chiavi lei non le ha più 
E non trova il mazzo del marito

Lui 
Avverte dei rumori
Nota la sua assenza e si sveglia.

I dettagli li trascuriamo 
Drammatica colluttazione 
Tra un energumeno ubriaco e violento 
Ed uno scricciolo impaurito anche se determinato a proteggersi

Lui però ha con sè un jolly tra le mani
Un coltellaccio da cucina...

L'esito di questo "ultimo incontro" potete immaginarlo.

Giovanna era una donna straordinaria
Aveva sempre una buona parola per tutti
Aveva occhi azzurri come il mare
E capelli biondo oro
E quello che mi fa più male è che
Quando ha avuto bisogno d'aiuto
Nessuno vicino a lei ha mosso un dito
E nessuno di noi
Nessuno
Ha saputo e potuto aiutarla

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®