PLACENTA
Madre Terra
Entra in travaglio
Milioni di anni fa
Partorisce alberi
Animali, mari.
Madre Terra
Fa crescere i suoi primi figli
E fa un ottimo lavoro
Tutti i suoi figli
Avuti fino a quel momento
Crescono in prosperità
Nel pieno rispetto reciproco
In un clima di pace assoluta
Salvo le piccole scaramucce per il cibo
Ovviamente protagonisti assoluti i carnivori.
Madre Terra è così felice
Che decide che è giunto il nostro momento
Parto difficile
Al primo tentativo
Esce prima la placenta
Madre Terra vede il suo nuovo cucciolo
Nascere morto
Quasi impiccato dalla placenta
Di fatto strozzato.
Ma non si arrende
Ci riprova
E questa volta il parto è perfetto
Tutto va bene.
E siamo nati noi
Ci siamo evoluti
All'inizio con deferenza
E rispetto verso i nostri fratelli maggiori
Piante, animali, mari...
Poi crescemmo
E capimmo di essere superiori
Rispetto ai nostri buffi ma bellissimi fratelli
O credemmo di esserlo.
E fu in quel preciso momento
Che qualcosa sfuggì di mano alla Terra
Da quel momento
Come tanti Giuda arroganti
E sentendoci
Come L'Angelo Nero nell'Eden
Forzammo la mano alla Natura
Madre Terra non aveva previsto
Questa ribellione
Il cui esito sarà nefasto.
Assoggettammo i nostri fratelli più deboli
Animali, piante, terreni,
E decidemmo che i nuovi Re eravamo noi,
L'Umanità.
E siamo ai giorni nostri
Noi folli
Stiamo martirizzando nostra madre
In ogni modo possibile
E lei
Con tutto l'amore del mondo
Piange
Vedendo i suoi primi figli disboscati
Od estinti per pellicce inutili nel XXI° Secolo
E non può fare a meno di domandarsi
Se i nostri antenati soffocati dalla placenta
Sarebbero stati migliori di noi.
Ed all'ennesimo atto di violenza
Davanti all'ulteriore atto di barbarie
Madre Terra urla tutta la sua rabbia
Maledicendo quel giorno in cui
La sua placenta non uccise anche noi
Noi
Apparentemente sani nel corpo e nella mente
Ma cianotici nell'anima
Noi
Che non vediamo
Che a forza di guerre
Odio
Superbia ed ignoranza
Stiamo stringendo al nostro collo
Con sempre maggiore forza e ferocia
Una cappio mortale
Senza comprendere
Perchè troppo occupati
In idiote lotte di predominio sociale
Che quella corda
Altro non è che la placenta
Di coloro che
Sono già pronti a prendere il nostro posto
La generazione umana 3.0
Che abbatterà l'IA
E saprà contemperare
Con saggezza ed amore
Equilibrio e cuore
Logica e sudore
Il nuovo mondo del futuro
Mix perfetto di natura ed umanità.
E noi
Cianotici
Asfittici
Patetici
Agonizzanti
Avremo anche la facciatosta
Di chiedere stupiti:
"MADRE, PERCHÈ?"
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
20 commenti:
Non riesco a capire come i nostri caporioni(di tutto il mondo)non si mettono d'accordo una volta per tutte di fare qualcosa di concreto per il nostro povero pianeta,guarda adesso gli incendi in Canada per dirne una,tra qualche decennio salteremo tutti per aria...
Ciao.
PER BLOGREDIRE: perchè non hanno interesse a farlo se ne fregano e pensano a sfruttare a loro vantaggio quanto più possono le risorse e le opportunità che hanno a disposizione per arricchirsi: vedi per esempio la direttiva che vorrebbe far adeguare tutte le case a standard presunti green del giorno d'oggi. Vorrebbe dire distruggere il mercato immobiliare da noi ed al contempo anche risparmiare se non ricordo male lo 0,8% ed avere un miglioramento energetico che se non ricordo male dovrebbe essere circa pari all'1% o qualcosina in più A questo pensano invece che eliminare la plastica invece che riuscire a convincere Cina ed India a non emettere più così tanto CO2, ecc,,,,
Magari pensano di vivere in eterno,e chi lo sa?
PER BLOGREDIRE: no più il contrario, sono vecchi, quasi tutti i leader mondiali sono vecchi e, se ne fregano del futuro e sono ben foraggiati dalle multinazionali tecnologiche nonché farmaceutiche e di altro tipo. Loro sanno che non vedranno mai la possibile fine del pianeta e men che meno la nostra estinzione e quindi di fatto loro, quando ricevono in una intervista una domanda sull'ambiente
loro potessero rispondere sinceramente, risponderebbero così: "Chissene..."
X DANIELE
Francesco d’Assisi nel 1226 circa, noto anche come Cantico di Frate Sole, il cui nome in latino è Canticum o Laudes Creaturarum.
Cantico delle Creature: il testo
Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che ’l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;
Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ’l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate
Cantico delle Creature: commento e analisi
Il Cantico delle Creature è una lode a Dio, al suo operato, alla vita stessa. La natura, che viene qui descritta con amore e gratitudine, riflette l’immagine del Creatore. La lode di San Francesco non ha a che fare con le speculazioni filosofiche, ma è a carattere estatico, che segue un percorso attuato per gradi e strutturato come una vera e propria azione liturgica. Questa azione prevede tre identità:
Un locutore: l’officiante del rito
Un messaggio: l’esaltazione e la lode a Dio
Un destinatario: Dio stesso.
Un forte senso di fratellanza è percepibile tra l’uomo e tutti gli elementi e le creature dell’universo. In un atteggiamento di umiltà e riconoscenza, Francesco d’Assisi rende grazie al Signore per tutto il Creato, senza tralasciare le creature viventi, gli elementi naturali e i fenomeni meteorologici. Il cantico si conclude con la celebrazione della morte come liberazione dalla vita terrena.
Il testo è composto in volgare umbro del XIII secolo, ma al suo interno ritroviamo alcuni influssi toscani e francesi e anche diversi latinismi. Il testo mescola elementi della tradizione dell’Antico Testamento (in particolare il salmo 1148 e il cantico dei tre fanciulli nella fornace nel Libri di Daniele) con espressioni linguistiche tipiche del volgare popolare del tempo.
Come i testi biblici citati, il Cantico si apre con la lode a Dio e termina con una chiusura esortativa, e si divide in cinque elementi, che progressivamente abbracciano tutta la realtà cosmica concepita:
Lode assoluta di Dio: la lode è strutturata in terne di appellativi ("altissimo, onnipotente, bon Signore"), omaggi ("tue so’ le laude, la gloria et l’onore") e azioni ("benediciate, rengraziate e serviateli"). L’insistenza sul numero 3 come simbolo della Trinità divina è ribadita dal totale dei versi (33).
Firmamento (Sole, Luna e stelle)
Elementi: il vento (connesso alla distruzione ma anche simbolo del fiato di Dio), l’acqua (mezzo di purificazione), il fuoco (fonte di luce e calore e simbolo dello Spirito Santo), la terra (madre che nutre le sue creature).
Uomo: l’uomo è peccatore dolente; non a caso nella sezione a lui dedicata fanno la sua comparsa i termini "perdonano", "infermità", "tribolazioni", "guai", "peccati".
Morte: la morte stessa è sorella dell’uomo. Nessuno può evitarla, ma anch’essa è in realtà positiva e benevola, perché coincide con la liberazione dalla vita terrena.
Forse non tutti sanno che il Cantico delle creature era stato composto in origine con un accompagnamento musicale, che però è andato perduto. Il metro del cantico è modellato sulla prosa ritmica ed è composto da rime e assonanze.
Eleonora Daniel - Elisabetta Bolondi - Serena Di Battista
Pubblicato il 04-10-2022
Stiamo sprofondando. Lo sappiamo bene eppure nessuno fa niente. - Tanto - dicono - la distruzione non toccherà noi ma le generazioni future.- E' l'egoismo estremo, unito alla smania di onnipotenza che ci seppellirà .
PER GUS beh se ami Dio ami anche la natura che lui ha creato se uno crede ma anche un ateo dovrebbe amarla perché è meravigliosa ed invece..
PER FABIO infatti e delle generazioni future se ne fregano
Sono proprio contento di aver scoperto il tuo blog, vedo che ragioniamo sulla stessa lunghezza d'onda. La povera Greta può incazzarsi e scioperare quanto vuole, i "grandi della Terra", come hai detto giustamente tu, sono vecchi bacucchi a cui non frega un accidenti del futuro, egoisti al punto da fare schifo. E non solo con l'ecologia: dalle pensioni (retributivo per loro, contributivo per noi), alla sanità (stanno rubando infermieri ai Paesi più poveri, che ce frega!), hanno disegnato un mondo che li avvantaggia a discapito delle generazioni future. Siamo spacciati, senza troppi giri di parole, i nostri figli ed i loro figli hanno davanti un futuro di lacrime e sangue, solo lacrime e sangue.
PER CAMU già la cosa buona è che lla pensiamo allo stesso modo quella meno buona, per usare un eufemismo, è che le prospettive del nostro pensiero non sino positive, anzi, ma fino a quando la maggioranza seguirà il suo carnefice non è possibile sperare in un futuro migliore
La poesia si chiede con un finale che apre alla rinascita della sapienza umana. Una nuova generazione di veri uomini. La domanda, abbiamo il tempo necessario affinché questa evoluzione avvenga o, nella nostra cieca ignoranza, distruggeremo il mondo prima di verdure realizzate ( magari) le parole della tua poesia?
PER CATERINA penso che siamo noi umani ad essere più a rischio.
Una società allo sbando più totale, ci sarà un futuro?
PER CAVALIERE per noi non so
PER VALERIA si siamo già a due terzi
"Il pianeta terra non ci è stato dato in eredità dai nostri avi; esso ci è stato dato in prestito dai nostri figli".
Non è chiaro chi sia l'autore di questo grande invito alla conservazione degli equilibri ecosistemici. Alcuni ritengono che sia un proverbio dei nativi del continente americano.
Buon fine settimana, Daniele.
Eppure basterebbe poco. Il problema è il capitalismo esasperato che spinge a sfruttare le risorse in modo indiscriminato. Per dire, la pesca in un certo periodo dell'anno viene sospesa per permettere alle nuove generazioni di pesci di crescere e diventare adulti, ovviamente non avrebbe senso pescare senza tregua sino a far scomparire la fauna ittica. Basterebbe seguire una logica del genere anche in agricoltura, sfruttamento dell'acqua, dei boschi, etc.
Certo, diminuirebbe la quantità della produzione, quindi andrebbe gestita anche la crescita della popolazione mondiale per evitare che superi in quantità le risorse disponibili nei limiti di uno sfruttamento non distruttivo. Riusciranno mai a trovare un accordo internazionale in merito?... Purtroppo ne dubito.
PER GIORGIO: sono parole verissime.
PER ARIANO: qui il punto è che anche il rispetto dell'ambiente è diventato solo un business e di soluzioni per rispettarlo davvero se ne sono perse molto presto le tracce....
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