Mia poesia piuttosto datata e postata alcuni anni fa, ma che visti anche gli ultimi patetici sviluppi sul caso Regeni, scopro che è sempre attuale…
COME SI ARCHIVIANO I MORTI
Come si archiviano i morti?
Molte le soluzioni.
Dalle più barbare e spiccie
A quelle più sofisticate e "civili"
Attraverso fosse comuni
Con dentro i corpi dei perseguitati
Ed il tanfo dei loro persecutori
O attraverso un timbro
Lindo
Perfetto
Senza sbavature
Freddo ed assassino.
Due occhi in un fascicolo
Ed una mano che li chiude per sempre
Con un semplice gesto.
Vergogna di Stato
Lager moderni dove rinchiudere la bestialità.
E se un giorno qualcuno mi chiederà
Perché non scrivo delle bellezze di questa Terra
Perché non enfatizziamo le meraviglie di questo Paese d' O Sole
Io risponderò:
Voi come archiviate i vostri morti?
Voi davvero li seppellite nell'ingiustizia con una lapide di carta
Ed un timbro sugli occhi?
Noi qui agiamo così
E siamo tutti ciechi.
Per questo non vediamo il Sole sulla strada
Per questo non esiste più il Sole in questi luoghi.
Noi siamo Buio in mezzo al dolore.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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20 commenti:
Verità e rispetto verso le famiglie; i tuo versi fanno riflettere.
Saluti a presto.
PER CAVALIERE: grazie di cuore!
Quando l'hai scritta era di attualità. Oggi, passati ancora un mucchio di anni, è sempre di attualità. Credo che sari d'accordo con me che questo tema sia destinato a rimanere a lungo di attualità, forse sempre perché il tema della soppressione degli altri, dei nemici sarà sempre di attualità. Tu lo affronti con la tua solita autorevole aramai baldanza, di chi sa ce nulla mai cambierà in meglio, ma piuttosto in peggio. Dovreno rendere conto ai nostri figli e nipoti della nostra ignavia, del nostro guardare con distacco in casa d'altri le tragedie che quotidianamente vi avvengono, senza ancora renderci conto -la gran massa di noi- che "casa loro" sta diventando "casa nostra", perché noi importiamo sconosciuti che vivono in ambienti incivili, o almeno molto lontani dai modelli di civiltà nostri, importiamo genti da ambienti dove la sopravvivenza costa cara, dove ogni atto di vita è violento, dove la morte un accidente quotidiano, come una slogatura di caviglia, dove i genitori non si curano di andare a cercare i figli che non rientrano a casa la sera.
Come archiviare quei morti? Ti chiedi. Disconoscendoli, dacendo finta di non averli mai generati quei figli,non nominandoli più nemmeno.
Arriveremo a quel punto quando tutto questo buonismo esagerato avrà cancellato anche le ombre di una civiltà di oltre tremila anni di cui sembra tutti abbiano voglia di liberarsi, come fosse un mantello intriso di sangue che brucia come la camicia di Nesso.
Ma un giorno i morti usciranno dalla fosse comuni a divorare i pochi che si sono salvati a loro discapito.
Finché ci saranno uomini come te, disposti a rischiare l'impopolarità per condannare cose demodé oramai come il far diventare nero e musulmano un popolo bianco e cristiano.
PER VINCENZO: sono tante le morti che si archiviano con furbizia. Regeni, Ustica, Bologna. E poi ci sono le tragedie come Barcellona dove l'archiviazione vergognosa sta non nel non fare giustizia perché bene o male poi o vivi o morti li prendono tutti o quasi, ma perché si assiste ad un dibattito stucchevole e nauseante ogni volta identico, sul dopo cosa fare, come fare ecc… Sarà anche vero che ci sono aree musulmane moderate e lo voglio credere, lo credo, ma spetta a loro avere il coraggio e la forza di iniziare una lotta dall'interno contro chi invece si estremizza e si radicalizza. Detto questo la poesia è davvero dedicata a tutte le vittime che ancora chiedono giustizia e verità a partire da Cucchi anche, per fare un altro esempio.
Cmq hai ragione sono conscio del fatto che purtroppo questa come tante altre mie poesie è destinata ad essere quasi senza tempo per la sua costante attualità. Purtroppo ripeto...
Io vedo che ormai sembra normale "avere" i morti in televisione, sui giornali, in internet... poi però tutto svanisce in una nuvola di fumo e si dimenticano.
Grazie per aver linkato il blog, ti do un abbraccio gigante!
Baci, Luzia
Io la penso come Lucrezia, qui sopra.
Come li archiviamo? Dimenticando a convenienza.
Moz-
Va beh qui mi si precede, come posso non essere d'accordo con Lucrezia e con MikiMoz?
Dimenticare è la strada più battuta, seguita da quella dei muri di gomma: meno risposte danno, meglio si sentono.
E intanto si muore e si inneggia alla violenza (passa da Ofelia DeVille, ha appena scritto un post interessante sull'argomento).
Un abbraccio.
PER LUZIA: infatti si accendono i riflettori giusto per l'audience mediatica ma poi la verità se non scoperta subito si allontana mentre le luci dei dei media si sciolgono e si defilano e quindi si resta soli a chiedere giustizia.
Baci Luzia anche a te!
PER MIKI: dimenticando ed insabbiando...
PER FRANCESCA: Muri di gomma, omertà politica ed indifferenza, tre ingredienti mortali per chi vuole giustizia e verità
Mia nonna diceva chi muore giace chi vive si dà pace.
Purtroppo non tutti i morti giacciono. Molti si rivoltano per l'oblio osceno in cui sono finiti. Perchè nessuno cerca la verità. Perchè il colpevole è sempre... desaparecido.
Per fortuna non tutti si danno pace. Ci sono anche coloro che cercano questa verità. Coloro che si infuriano per gli insabbiamenti. Coloro che fanno sentire la loro voce per chiedere che ci si dia da fare. Perchè l'oblio non si faccia avanti a coprire tutto.
Mi sembra, leggendo questo blog, che una voce così sia la tua.
PER PATRICIA MOLL: hai ragione non tutti si danno pace e provano a cercare la verità e chiedere giustizia. Sono onorato di sapere che inserisci il mio blog tra quelle voci, io faccio di tutto per cercare di esserla.
Credo che anche i morti facciano audience e, in alcuni casi, più sono meglio è perchè la notizia attirerà più curiosità!! Quanti di questi morti avranno giustizia? Ben pochi, credo, perchè, come sempre, tutto finirà nel dimenticatoio, si preferirà insabbiare per il quieto vivere. Meno male che ci sono familiari che non si danno pace e continuano la loro battaglia per la verità, tutti dovrebbero far così. Un saluto
Una delle regole basilari della stampa e delle news televisive è "più sono e meglio stiamo"
( i morti intendo)
Ore e ore di servizi uguali con vari piagnistei, aspettando la prossima altrui tragedia.
Cristiana
PER MIRTILLO: e noi tutti dovremo stare accanto ai familiari che chiedono giustizia e non lasciarli soli.
PER CRISTIANA: vero i media ci sguazzano ma solo fino a quando la notizia è fresca o non troppo scomoda. Poi buio.
I morti spesso sono numeri. Specialmente quelli che muoiono per arrivare in Italia. Non so se sia giusto fermarli o farli entrare, però dei morti mi dispace, ogni morto non è un numero, è una vita che non c'è più.
Al3ph
PER AL3PH: hai ragione, i morti non dovrebbero essere solo numeri su questo concordo con te.
ahimè un tema sempre attuale
PER CARMINE: purtroppo è così.
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