Un video che è importante vedere.
A tale proposito ringrazio il blog "Osteria dei Satiri" che ha fatto un post dal titolo "17 minuti di informazione" con questo video. Blog al quale vi rinvio a fine post per andare a vedere il video in questione.
Grillo insieme a Travaglio, con quest'ultimo che fa un sunto mirabolante ed estremamente efficace della vicenda De Magistris.
Sono 17 minuti, per chi non li avesse già visti, che vi consiglio spassionatamente di non perdere poichè da quel video si evince chiaramente come il caso "De Magistris" abbia radici molto più profonde rispetto al più celebre caso "Why not", e di come il tutto parta da più lontano.
Sono ben tre le inchieste calde sui cui il PM lavorava e che gli hanno sottratto.
L'indagine denominata "Why not" quindi è solo la punta di un iceberg malato che affonda la sua possente mole dentro un mare melmoso di corruzione e clientelismo che vede coinvolti molti personaggi noti oltre al prode Mastella.
Vi lascio qui di seguito il link al blog "Osteria dei Satiri" che mi onoro di avere tra i miei preferiti e dove potete vedere quel video:http://osteriadeisatiri.blogspot.com/
Guardatelo e poi dite la vostra: altre mie parole, ora, sarebbero superflue.
venerdì 30 novembre 2007
mercoledì 28 novembre 2007
NEWS: Il Triangolo Delle Bermuda...
Una mattina ti alzi, sei un pendolare, hai il tuo solito treno strapieno con carrozze fatiscenti che dovrai prendere per andare al lavoro.
Ovviamente porterà con sè come "dote" un cospicuo ritardo.
Ma, una mattina, arriverai in stazione e ti accorgerai che il ritardo non c'è. O meglio, c'è ma non è minimamente segnalato.
Dopo un po' sentirai l'annuncio che quel treno, il TUO treno, è stato soppresso.
Sparisce nel nulla, come inghiottito dentro una sorta di Triangolo delle Bermuda.... E voi non sapete più niente.
Perchè vi chiederete? La risposta ufficiale è che in questo modo quel ritardo non va a gravare e ad appesantire sugli altri treni che seguiranno.
Al che due riflessioni sorgono già spontanee come diceva il caro e vecchio Lubrano:
1) Potrebbero anche magari riuscire a non far sempre accumulare incredibili ritardi ai treni, con tutti i soldi che incassano tra abbonamenti e biglietti (i primi a quanto so aumentati anche del 15% proprio in questo mese)
2) Tu su quel treno ci facevi affidamento e sopprimerlo senza neanche aver diritto al rimborso è davvero un danno ed una ingiustizia per l'utente.
In realtà ci sono anche altre cose da dire tenendo presente che la risposta ufficiale delle FS è parziale.
La verità nella sua completezza è che se sopprimono quel treno (e con esso anche altri per la stessa ragione) le FS di fatto appaiono molto più efficienti.
Un treno soppresso, se non si va a fare le pulci per scoprirne le ragioni, non è un treno in ritardo. Quindi le FS dimostrano che i ritardi sulle percorrenze sono in diminuzione e quindi sono più brave!
Guardate che tutto quello che sto dicendo non è una mia opinione ma l'ho sentito stamattina su Radio Capial ed è confermato anche da giornalisti oltre che da moltissimi pendolari.
Certo, cancellassero 200 treni al giorno allora non converrebbe, ma sopprimerne uno o due o anche tre crepi l'avarizia, al giorno non è così drammatico.
Questa cheho raccontato non è la mia esperienza: io, almeno in questo sono privilegiato, ho sempre usato l'auto e per tratte lunghe l'aereo. Avrò preso il treno pochissime volte nella mia vita e devo dire per fotuna...
Ma molti pendolari hanno confermato, lamentandosene, questa realtà.
E voi? Qualcuno di voi prende il treno per andare al lavoro? In talo caso volete commentando il post anche lasciare una vostra diretta testimonianza?
Ovviamente porterà con sè come "dote" un cospicuo ritardo.
Ma, una mattina, arriverai in stazione e ti accorgerai che il ritardo non c'è. O meglio, c'è ma non è minimamente segnalato.
Dopo un po' sentirai l'annuncio che quel treno, il TUO treno, è stato soppresso.
Sparisce nel nulla, come inghiottito dentro una sorta di Triangolo delle Bermuda.... E voi non sapete più niente.
Perchè vi chiederete? La risposta ufficiale è che in questo modo quel ritardo non va a gravare e ad appesantire sugli altri treni che seguiranno.
Al che due riflessioni sorgono già spontanee come diceva il caro e vecchio Lubrano:
1) Potrebbero anche magari riuscire a non far sempre accumulare incredibili ritardi ai treni, con tutti i soldi che incassano tra abbonamenti e biglietti (i primi a quanto so aumentati anche del 15% proprio in questo mese)
2) Tu su quel treno ci facevi affidamento e sopprimerlo senza neanche aver diritto al rimborso è davvero un danno ed una ingiustizia per l'utente.
In realtà ci sono anche altre cose da dire tenendo presente che la risposta ufficiale delle FS è parziale.
La verità nella sua completezza è che se sopprimono quel treno (e con esso anche altri per la stessa ragione) le FS di fatto appaiono molto più efficienti.
Un treno soppresso, se non si va a fare le pulci per scoprirne le ragioni, non è un treno in ritardo. Quindi le FS dimostrano che i ritardi sulle percorrenze sono in diminuzione e quindi sono più brave!
Guardate che tutto quello che sto dicendo non è una mia opinione ma l'ho sentito stamattina su Radio Capial ed è confermato anche da giornalisti oltre che da moltissimi pendolari.
Certo, cancellassero 200 treni al giorno allora non converrebbe, ma sopprimerne uno o due o anche tre crepi l'avarizia, al giorno non è così drammatico.
Questa cheho raccontato non è la mia esperienza: io, almeno in questo sono privilegiato, ho sempre usato l'auto e per tratte lunghe l'aereo. Avrò preso il treno pochissime volte nella mia vita e devo dire per fotuna...
Ma molti pendolari hanno confermato, lamentandosene, questa realtà.
E voi? Qualcuno di voi prende il treno per andare al lavoro? In talo caso volete commentando il post anche lasciare una vostra diretta testimonianza?
martedì 27 novembre 2007
OPINIONE DEL ROCKPOETA: Ma Quale Sinistra?
Ma quale Sinistra negherebbe al Dalai Lama di parlare in un Parlamento libero di una Nazione democratica? Quale Sinistra che ha nella storia radici antifasciste, o anche solo quella che si professa oggi semplicemente democratica (anche se non più sinistra a dire il vero...) si opporrebbe a questa possibilità o cmq farebbe spallucce mostrando disinteresse e, di fatto, quindi negando tale diritto?
La Risposta è tanto semplice quanto difficile da trovare in rete: LA NOSTRA!
E' una notizia così "segreta" che è davvero difficilissimo trovare un link che la riporti. Ma io l'ho scovato lo stesso!
Eccolo:
http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_25/visita_dalai_lama_60e1e2d2-9b2f-11dc-8d30-0003ba99c53b.shtml
Onestamente sono stupefatto: neppure Bush (di fatto L'Anticristo in fatto di diritti umani e pace) ha negato al Dalai Lama un incontro!
Ed invece il nostro Governo ha detto no. Bertinotti ha detto no!!! Lui che dovrebbe essere uno a favore di certe battaglie che non è un "democristiano" alla Prodi e Mastella, lui più degli altri ha negato questa eventualità. Non riesco ancora a crederlo.
E dall'altra parte della barricata non si sono apparentemente per niente indignati e nemmeno strappati i capelli (quali vi domanderete nel caso del Cavaliere, ed in effetti come non darvi ragione)!
Più di qualcuno, a dire il vero, trasversalmente sta provando sia da uno schieramento che dall'altro a far cambiare idea. I Radicali sono ovviamente in prima linea su questo punto.
Tale notizia, che già di per sè mi faceva ribollire il sangue e faceva sventolare di rabbia ancor di più la bandiera del mio blog (Bandiera del Tibet), ora ha assunto una connotazione ancora più grave alla luce di una notizia che riporta il Corriere della Sera on line.
In sostanza un pastore tibetano Runngye Adak, padre tra l'altro di 11 figli, soltanto per aver gridato il primo agosto scorso ad una festa popolare nella provincia del Sichuan, Cina del Sud, la seguente e sconvolgente frase: "LUNGA VITA AL DALAI LAMA" fu arrestato.
Pochi giorni fa, ma la notizia si è saputa solo ora perchè tenuta nascosta, è arrivata la sentenza: condanna a ben otto anni di carcere!
Tre suoi amici che poco dopo il suo arresto avevano protestato chiedendo la sua liberazione, sono stati anch'essi imprigionati con l'accusa di aver minacciato la sicurezza nazionale...
Ecco che alla luce di questa notizia (di cui qui sotto trovate il link) la decisione di negare il diritto al Dalai Lama di parlare in Parlamento, diventa veramente scandalosa e getta una luce amara sul nostro esecutivo: un Esecutivo vile, codardo, e che non sa più concepire un atto di umanità e giustizia.
La mia bandiera piange lacrime di rabbia,
Io le accarezzo gli occhi per non farla smettere di sventolare.
http://lanostracina.corriere.it/2007/11/otto_anni_al_pastore_tibetano.html
La Risposta è tanto semplice quanto difficile da trovare in rete: LA NOSTRA!
E' una notizia così "segreta" che è davvero difficilissimo trovare un link che la riporti. Ma io l'ho scovato lo stesso!
Eccolo:
http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_25/visita_dalai_lama_60e1e2d2-9b2f-11dc-8d30-0003ba99c53b.shtml
Onestamente sono stupefatto: neppure Bush (di fatto L'Anticristo in fatto di diritti umani e pace) ha negato al Dalai Lama un incontro!
Ed invece il nostro Governo ha detto no. Bertinotti ha detto no!!! Lui che dovrebbe essere uno a favore di certe battaglie che non è un "democristiano" alla Prodi e Mastella, lui più degli altri ha negato questa eventualità. Non riesco ancora a crederlo.
E dall'altra parte della barricata non si sono apparentemente per niente indignati e nemmeno strappati i capelli (quali vi domanderete nel caso del Cavaliere, ed in effetti come non darvi ragione)!
Più di qualcuno, a dire il vero, trasversalmente sta provando sia da uno schieramento che dall'altro a far cambiare idea. I Radicali sono ovviamente in prima linea su questo punto.
Tale notizia, che già di per sè mi faceva ribollire il sangue e faceva sventolare di rabbia ancor di più la bandiera del mio blog (Bandiera del Tibet), ora ha assunto una connotazione ancora più grave alla luce di una notizia che riporta il Corriere della Sera on line.
In sostanza un pastore tibetano Runngye Adak, padre tra l'altro di 11 figli, soltanto per aver gridato il primo agosto scorso ad una festa popolare nella provincia del Sichuan, Cina del Sud, la seguente e sconvolgente frase: "LUNGA VITA AL DALAI LAMA" fu arrestato.
Pochi giorni fa, ma la notizia si è saputa solo ora perchè tenuta nascosta, è arrivata la sentenza: condanna a ben otto anni di carcere!
Tre suoi amici che poco dopo il suo arresto avevano protestato chiedendo la sua liberazione, sono stati anch'essi imprigionati con l'accusa di aver minacciato la sicurezza nazionale...
Ecco che alla luce di questa notizia (di cui qui sotto trovate il link) la decisione di negare il diritto al Dalai Lama di parlare in Parlamento, diventa veramente scandalosa e getta una luce amara sul nostro esecutivo: un Esecutivo vile, codardo, e che non sa più concepire un atto di umanità e giustizia.
La mia bandiera piange lacrime di rabbia,
Io le accarezzo gli occhi per non farla smettere di sventolare.
http://lanostracina.corriere.it/2007/11/otto_anni_al_pastore_tibetano.html
domenica 25 novembre 2007
OPINIONE DEL ROCKPOETA: Basta Con I "Pregiudizi da Stadio"
Muore un Maresciallo in Afghanistan e ieri a Genova allo Stadio viene osservato un minuto di raccoglimento in sua memoria prima del calcio d'inizio di Genoa - Roma (anticipo di Serie A); Sottolineo che ne viene dato annuncio come se fosse un Carabiniere e non un soldato. Almeno questa è la sensazione che lascia lo speaker ufficiale dello Stadio.
Ebbene, la NORD culla del tifo rossoblu e di solito correttissima ha fischiato quel minuto.
Ecco, questa è la riprova di come non si devono avere "Pregiudizi da Stadio" altrimenti non se ne esce più.
Superfluo dire che IO, il mio Settore (sono abbonato ai Distinti) e TUTTO il resto dello Stadio abbiamo fischiato la NORD e poi applaudito con forte ed intensa commozione quel minuto.
Lui era Daniele Paladini.
Ed ora riflettiamoci....
E se avete il coraggio FISCHIATELO!
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
sabato 24 novembre 2007
L'Angolo del Rockpoeta: "uomini?"
OGGI A ROMA A PARTIRE DALLA ORE 14.00 Manifestazione contro la violenza sulle donne.
Per avere maggiori dettagli sulla manifestazione andate QUI: http://www.controviolenzadonne.org/
Spero che la partecipazione sia altissima e che si parli di un problema che va affrontato seriamente data la recrudescenza di questo squallido fenomeno con punte molto elevate soprattutto tra le mura domestiche e verso persone che le donne reputavano di fiducia.
E' ora di dire BASTA ed io voglio lasciare un mio segno di solidarietà con questa poesia già postata nel marzo di quest'anno nel mio blog e che sento sia importante riproporre:
Uomini…?
"Il suo nome per favore"
"Cinzia"
"Racconti come si sono svolti i fatti per favore"
"Rientravo dal lavoro
Sono infermiera
Avevo il turno di notte
Ero attenta
Mi guardavo intorno
Glielo giuro appuntato davvero.
Ma da un cespuglio
Ad un tratto
Mi sono sentita afferrare.
Mi hanno trascinata dietro
Erano in tre
Mi hanno tenuta ferma
Uno mi urlava “zitta puttana!”
L’altro ha iniziato a picchiarmi
Il terzo mi ha sfilato i pantaloni
E poi…"
Poi solo paura e terrore
Sofferenza, umiliazione e dolore.
Un incubo infinito lungo un’eternità.
Altra storia
Lei è una bimba ha 12 anni
Lui di anni ne ha il quadruplo
Ma non poteva trattenersi“poverino”
Non poteva fermarsi
Doveva toccarla
Abusare di lei.
Perché lui è malato “poverino”
Dignità e rispetto stanno morendo
E le donne oggi più che mai
Sono oggetto di violenze e abusi
Una rivalsa vigliacca di chi non sa essere Uomo.
E poi c’è Lucia
Ogni sera picchiata dal marito
E costretta ad avere rapporti
Perché frustrato
Perché bevuto
O per entrambe le ragioni.
E poi….
Poi arriva lo Stato
Che le stupra una seconda volta
Processo alle vittime
Pene ridicole ai colpevoli
Patteggiamento
Poca prevenzione
Queste le brillanti ricette per disincentivare lo stupro.
E allora un Appello
A noi uomini
A quelli che davvero possono considerarsi tali
Che parta da noi l’intenzione di fermare tutto questo
Basta con ammicamenti volgari
Con atteggiamenti da bullo sfigato
Isoliamo chi nelle donne vede un oggetto
Chi nelle donne vede solo una possibilità di rivalsa personale
Contro le sue frustrazioni
Ed i suoi fallimenti.
Mettiamoci in azione!
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA
Per avere maggiori dettagli sulla manifestazione andate QUI: http://www.controviolenzadonne.org/
Spero che la partecipazione sia altissima e che si parli di un problema che va affrontato seriamente data la recrudescenza di questo squallido fenomeno con punte molto elevate soprattutto tra le mura domestiche e verso persone che le donne reputavano di fiducia.
E' ora di dire BASTA ed io voglio lasciare un mio segno di solidarietà con questa poesia già postata nel marzo di quest'anno nel mio blog e che sento sia importante riproporre:
Uomini…?
"Il suo nome per favore"
"Cinzia"
"Racconti come si sono svolti i fatti per favore"
"Rientravo dal lavoro
Sono infermiera
Avevo il turno di notte
Ero attenta
Mi guardavo intorno
Glielo giuro appuntato davvero.
Ma da un cespuglio
Ad un tratto
Mi sono sentita afferrare.
Mi hanno trascinata dietro
Erano in tre
Mi hanno tenuta ferma
Uno mi urlava “zitta puttana!”
L’altro ha iniziato a picchiarmi
Il terzo mi ha sfilato i pantaloni
E poi…"
Poi solo paura e terrore
Sofferenza, umiliazione e dolore.
Un incubo infinito lungo un’eternità.
Altra storia
Lei è una bimba ha 12 anni
Lui di anni ne ha il quadruplo
Ma non poteva trattenersi“poverino”
Non poteva fermarsi
Doveva toccarla
Abusare di lei.
Perché lui è malato “poverino”
Dignità e rispetto stanno morendo
E le donne oggi più che mai
Sono oggetto di violenze e abusi
Una rivalsa vigliacca di chi non sa essere Uomo.
E poi c’è Lucia
Ogni sera picchiata dal marito
E costretta ad avere rapporti
Perché frustrato
Perché bevuto
O per entrambe le ragioni.
E poi….
Poi arriva lo Stato
Che le stupra una seconda volta
Processo alle vittime
Pene ridicole ai colpevoli
Patteggiamento
Poca prevenzione
Queste le brillanti ricette per disincentivare lo stupro.
E allora un Appello
A noi uomini
A quelli che davvero possono considerarsi tali
Che parta da noi l’intenzione di fermare tutto questo
Basta con ammicamenti volgari
Con atteggiamenti da bullo sfigato
Isoliamo chi nelle donne vede un oggetto
Chi nelle donne vede solo una possibilità di rivalsa personale
Contro le sue frustrazioni
Ed i suoi fallimenti.
Mettiamoci in azione!
DIMOSTRIAMO DAVVERO DI ESSERE UOMINI.
DIMOSTRIAMOLO ADESSO.
DIMOSTRIAMOLO ADESSO.
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA
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L'Angolo del Rockpoeta
giovedì 22 novembre 2007
LE INTERVISTE DEL ROCKPOETA: Vita da Poliziotto.
Certo che me le vado un po' a cercare :-)))
Faccio un "memè" come amo definirlo attribuendogli un accento che non ha, dove dico che non mi sento un intervistatore e dopo solo un post che ti faccio? Un'intervista! E per di più ad una persona che per il lavoro che fa diventa anche delicato intervistare di questi tempi. Ma io amo le sfide se ancora non si era capito e quindi sono onorato di poter scambiare quattro parole con PASQUALE EMOLO, Agente di Polizia originario di Napoli ma che vive e lavora a Latina, bravissimo blogger (vi suggerisco di andare a leggere il suo blog che porta il suo nome e che vedete linkato tra i miei preferiti) oltre che scrittore (sempre sul suo blog potrete trovare il suo libro conoscerne il titolo ecc...).
Le ragioni di questa intervista possono di primo acchito essere evidenti a tutti ma in realtà questa mia decisione non nasce dall'eco derivante del particolare momento in cui viviamo, in relazione a certi fatti che vedono poliziotti implicati in situazioni non proprio limpide, ma piuttosto dal mio ferreo prinicipo per il quale non si deve mai fare di tutte le erbe un fascio se si vuole davvero capire come sono le cose nella realtà.
Io, e chi mi legge da più tempo lo sa, non sono mai stato tenero con le forze dell'ordine quando è stato necessario (dalle vicende sulla Diaz a Bolzaneto, alla vicenda inerente il Presidente della Regione Liguria Burlando fino ad arrivare al poliziotto che ha ucciso Sandri) ma ho anche sempre difeso coloro che il lavoro lo fanno onestamente e che si trovano a fronteggiare in aree disagiate una delinquenza feroce nonchè un'assenza dello Stato assolutamente palese e ignobile che li abbandona da soli in balia degli eventi.
Ora, vi lascio all'intervista in attesa dei vostri commenti e del vostro pensiero.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
INTERVISTA:
ROCKPOETA: Iniziamo in modo semplice: Nome Cognome e.... numero di matricola LOL! Scherzo, in realtà ti chiedo solo di presentarti, dire chi sei che interessi hai da quanto fai l'agente di polizia se sei sulla strada o hai un ruolo più investigativo... insomma una breve introduzione su di te; mi sento in dovere di aggiungere che questa sarà una delle poche domande semplici che ti troverai a fronteggiare penso :-)))
PASQUALE EMOLO: Il mio nome è BOND, Pasquale Bond…scherzo, ma i miei quindici lettori me lo concederanno! Pasquale Emolo è Agente Scelto della Polizia di Stato (sulla carta Assistente, ma attende il grado che in genere arriva un po’ in ritardo rispetto alla decorrenza). Sono entrato in Polizia a 19 anni e adesso ne ho trenta.
Mi piace scrivere ed ho scritto un romanzo breve che non parla di Polizia. Tempo fa ho scritto un libro per bambini dove veniva presentata la figura del Poliziotto di Quartiere. Il libro è stato stampato e distribuito in economia nelle principali Questure italiane. Per sei anni sono stato Operatore di Volante, in cui sono specializzato, avendo frequentato con esito positivo un corso di preparazione che si tiene alla scuola di Polizia Giudiziaria di Pescara. Nel mio curriculum c’è anche un corso antiterroristico, nucleare, biologico e chimico, che ho frequentato con esito positivo a Milano presso un nostro istituto.
Queste cose non le dico per vanità ma per meglio rispondere alle successive domande che mi attendo. Per capirci l’operatore di volante è quello che arriva prima sul posto quando si chiama la Polizia tramite 113. E’ uno dei lavori più delicati: si è dei veri protagonisti dell’emergenza. In pochi secondi devi prendere la decisione più giusta per tutti. Se sbagli, paghi in prima persona e fai pagare anche altri.
Attualmente lavoro al Commissariato Viminale di Roma, dove faccio in particolare servizi d’Istituto che vuol dire un pochino che lavoro con gli stessi turni su una serie di servizi diversi, che va dalla vigilanza agli obiettivi sensibili, all’autoradio che è una volante di quartiere.
Per quanto riguarda la vita privata il prossimo 26 novembre mi laureo in lettere (e anche questa non è vanità ma serve per quello che mi chiedi dopo), sono single (e forse anche un po’ per il lavoro che faccio, altrimenti perché dovrei dirlo in questa sede?), vivo solo, non lontano dai miei genitori e mio fratello, il quale fa il mio medesimo mestiere. Aspiro a pubblicare nuovi romanzi e poesie. Credo di aver finito, se non contiamo che amo il teatro e ho recitato per la Federazione Teatro Amatori Italiana per anni 8, anche sotto la direzione di Luca Barbareschi che dirige il Teatro Gabriele D’Annunzio di Latina. (lo ammetto, questa è una vanità).
ROCKPOETA: Come seconda domanda permettimi di entrare subito a "gamba tesa" chiedendoti come sia possibile che accadano cose come quelle della Scuola Diaz a Genova.
PASQUALE EMOLO: E qui viene il difficile. Rispondere in modo esaustivo, senza compromettere la dignità del mio mestiere e la professionalità dei mie colleghi, e senza dimenticare di essere prima di tutto Pasquale Emolo.
Allora, diciamo che quello che rispondo non è un modo per giustificare e né per accusare, che non mi sembra il caso. Il fatto è che molte persone hanno pensato bene di manifestare in modo violento quanto avrebbero potuto dire come persone civili e che in tutta risposta hanno avuto violenza. Una violenza che per quanto riguarda la Scuola Diaz sembra gratuita agli occhi di tutti. Basti pensare che quando in quel periodo andavo alla Facoltà di Lettere della Sapienza per fare un esame, su tutte le pareti della Facoltà vi erano solamente foto che ritraevano Poliziotti che picchiavano o bloccavano dei manifestanti, che in quella occasione non sembravano all’occhio di chi guardava né irruenti, né facinorosi, ma poveri disgraziati caduti sotto i colpi del sistema ( e non era così).
Mi piace dire in questa sede che non tutti i poliziotti sono di destra, che essere di destra non vuol dire essere violenti o rifarsi al “fascismo” – che è un termine storico e basta e come tale dovrebbe essere visto – e che a mio avviso, da puro lettore dell’accaduto, visto che non ero lì in servizio, un'idea me la sono fatta: è stata la nostra “arancia meccanica”. La violenza nata dai manifestanti ha invaso i cuori e la mente di chi, prima di indossare una divisa, è anche e soprattutto un uomo e può prendere una decisione sbagliata. Una violenza che ha mutato il nome in repressione, quella che hanno provato i poliziotti che dovevano subire insulti, sputi, aggressioni e via dicendo. Pertanto, chi ha dato quell’ordine di invadere la Scuola non ha fatto vendetta, ma voleva solo che si comprendesse che la polizia c’era e non per star zitta e prendere pugni e calci o permettere che si distruggesse una città, bensì per sgombrare ogni forma di violenza e di inciviltà. E’ stato usato, a mio avviso un metodo forte, che è stato bollato come squadrismo. Non è così. Ci sono stati degli errori in molti comportamenti (non si può d’altronde pretendere di prevedere ogni mossa di ogni poliziotto), ma l’ordine di entrare nella scuola è stato dato per prelevare personaggi che avevano nei pomeriggi messo a soqquadro la città e per dimostrare che la polizia era presente e pronta a difendere il cittadino civile e rispettoso che avrebbe manifestato senza violenza, come andrebbe fatto.
Prima di chiudere l’argomento mi piace fare due riflessioni:
- Avete mai pensato a quanti manifestanti civili si sono ritrovati nella mischia e per questo indagati per qualche reato? Bene. Credo di si. Allora pensate a tutti quei poliziotti onesti che ancora oggi pagano un avvocato con i loro soldi per portare avanti i processi nei quali si ritrovano imputati anche solo perché erano lì. Pensate che se erano Agenti Scelti rimarranno tali ancora per molto tempo perché come pena non possono passare di grado, non possono essere scelti nei concorsi etc. Pensate a cosa si prova ad essere indagati quando si lavora per la giustizia.
È una cosa che fa male dentro. Tutta la gente ti addita. Ti guarda come un cane randagio da cui difendersi. Lo stress psicologico è indicibile. Disilluso e disincantato pensi che non valga nemmeno la pena vivere, perché facendo quello che fai rischi più del delinquente.
- Quando passerò in Via Giuliani, con mio figlio per mano potrò dirgli: “Vedi caro figlio questa è Via C.Giuliani, un uomo che si è distinto nella storia del nostro paese perché ha trovato la morte accidentalmente per mano di un carabiniere.” Mio figlio mi dirà “E cosa ha fatto di importante?” ed io risponderò: “Nulla di che: manifestava contro il potere delle multinazionali, con un passamontagna e con un estintore in mano, assaltando una gip dei carabinieri.”
Come mi guarderà il piccolo?
ROCKPOETA: Un'altra domanda è come sei entrato in Polizia? Ed ancora come si fa ad entrare nella Polizia? Molti dei miei lettori penso risponderebbero... "con la classica raccomandazione!" E' così?
PASQUALE EMOLO: Ho frequentato il liceo classico, dove ho appreso che Cicerone oltre che un grande oratore era anche un amatore di ragazzini. Le mamme di quei ragazzini erano felici che il grande avvocato li frequentasse, visto che allora l’omosessualità era cosa normale. Cicerone li educava come avvocati e li “raccomandava”, parliamo di quasi 2000 anni fa. Il giorno successivo agli esami di maturità tutti i miei amici andarono al mare.
Per me lo studio era appena cominciato. In tre mesi mi sono preparato su 1300 test attitudinali e culturali. Entrai come militare, rispondendo ad un questionario assai difficile di 80 domande in quaranta minuti. Il mio voto fu 7 su dieci. E come me e più di me ce ne erano tanti.
In polizia si entra sicuramente per merito per quanto riguarda la selezione intellettuale, morale e psicologica. La vera tagliola è la visita medica. Puoi essere perfetto, ma basta un tatuaggio per tornare a casa. Quindi a parità di merito chi ha una voce dietro le spalle potrebbe – e attenzione ripeto POTREBBE – essere preferito. Inoltre la polizia assorbe nel suo organico anche dall’esercito e il mio caro amico e collega che di voci dietro le spalle non ne aveva è stato preferito a tanti altri perché già sottotenente nell’esercito. Non si tratta di raccomandazione in questo caso, ma si tende a prendere – anche se sembra brutto a dirlo – il prodotto migliore. In alcuni casi il prodotto migliore va a casa, perché magari non ha quella vocina alle spalle. Può succedere.
Tuttavia mi piace affermare una cosa: la polizia si è evoluta e ha tra i ranghi laureati e laureandi (non parlo di bonus e convenzioni solamente, adottate da università piccole per incrementare il numero degli iscritti e rimpinguare le casse).
Ha migliorato negli anni i corsi di preparazione. Si è avvicinata alla gente. Ha elevato il quoziente intellettivo e culturale dei suoi uomini. Molti anni orsono il poliziotto non sapeva scrivere. I magistrati un pochino se la ridevano a leggere i verbali d’arresto.
Un aneddoto carino: “QUANDO SIAMO ARRIVATI SUL POSTO IL CADAVERE ERA MORTO!”. Ovviamente qualcuno e ripeto SOLAMENTE QUALCUNO scriveva anche così. Oggi la polizia come Istituzione ha degli uomini preparati, che ci sia una minor parte un pochino meno preparata è questione della legge della vita. Ovunque è così.
ROCKPOETA: Hai mai avuto notizia, sentito dire o visto con i tuoi occhi comportamenti di tuoi colleghi non consoni alla divisa che indossavano, insomma, per essere più diretti, atteggiamenti volti a manifestare abusi di potere o casi di poliziotti corrotti? Ed in caso lo scoprissi come ti comporteresti di fronte ad un tuo collega corrotto o che ha cmq tenuto comportamenti contrari alla legge? Lo denunceresti o prevarrebbe lo "spirito di corpo"?
PASQUALE EMOLO: Se mai è accaduto che il mio collega abbia avuto davanti ai miei occhi un comportamento poco consono è stato da me subito richiamato all’attenzione e avvertito e in qualche caso segnalato ai superiori. In ogni caso se il comportamento dal poco consono diventasse reato, anche se non mi è mai accaduto, sarei il primo a denunciarlo ai superiori perché prendano provvedimenti.
ROCKPOETA: Ed i tuoi colleghi come si comporeterebbero secondo te nella stessa situazione?
PASQUALE EMOLO: La maggior parte dei miei colleghi avviserebbe l’individuo che per quanto ha fatto sarà segnalato. Chi di questi chiuderebbe un occhio sarebbe già complice e quindi ce ne vorrebbe un terzo per segnalare entrambi, come prima o poi nella polizia avviene. Dopo undici anni di servizio ho notato una cosa. Ogni tanto qualcuno di noi fa le valigie e va a casa. Significa che il meccanismo interno funziona adeguatamente e che chi sbaglia e non può indossare una divisa prima o poi perde questo lavoro e nei peggiori dei casi sconta la pena per quanto commesso.
ROCKPOETA: Una cosa che io odio è fare di tutte le erbe un fascio, ed è per questa ragione che ti ringrazio di cuore per questa intervista: Mi dai la possibilità di dimostrare che non eistono i "buoni" ed i "cattivi" ma che in tutte le professioni come nella vita ci sono persone buone ed altre meno. Puoi descrivermi la tua giornata e cmq parlare di cosa vuol dire davvero fare il poliziotto, anche senza essere in luoghi più a rischio come, forse, nel meridione? E come ci si sente quando il proprio lavoro viene mandato in fumo da prescrizioni vergognose o ancora da scandalosi cavilli legali?
PASQUALE EMOLO:Comincio col dire che non bisogna andare nel meridione per essere a rischio. Il poliziotto è a rischio solamente perché indossa una divisa. A Siena non molto tempo fa due carabinieri trovarono la morte nel chiedere i documenti a due ragazzi su un motorino. E Siena è stata definita per la terza volta città più vivibile di Italia sotto tutti gli aspetti. Il rischio comincia nel momento in cui indossi la divisa e non a seconda di dove lavori.
Per quanto riguarda la mia giornata da poliziotto, basta fare un conto matematico molto semplice: io personalmente svolgo il turno in quinta. Questa dicitura indica che ogni quattro giorni di lavoro faccio un giorno di riposo e il tutto si articola così: primo giorno dalle 19.00 alle 00.00; secondo giorno dalle 13.00 alle 19.00; terzo giorno dalle 07.00 alle 13.00, quarto giorno dalle 00.00 alle 07.00; quinto giorno riposo.
Questo vuol dire che il giorno che lavoro di mattina, la sera a mezzanotte vado di nuovo a lavorare e quindi la mattina ventura dormo, perché ho fatto la notte. Non tutti i turni delle forze dell’ordine sono regolati così e poiché questi non sono coperti da segreto d’Ufficio li ho citati.
Il poliziotto con undici anni di servizio come me, in questi turni ha visto minimo: una trentina di morti per incidente stradale; una ventina di suicidi messi in atto in ogni modo e forma; centinaia di diverbi tra due persone o liti familiari; ex-mariti che perseguitano le mogli, ex- mogli che sottraggono i figli anche nei giorni in cui è il marito ad averne diritto; malati di HIV che si tagliano le vene in nostra presenza minacciando di toccarci; un numero imprecisato di barboni e pazzi; un numero imprecisato di stranieri atti a delinquere; un numero imprecisato di italiani atti a delinquere; almeno una decina d’interventi per rapina in atto, dove all’interno della banca vi sono persone armate; un numero imprecisato di sopralluoghi di furto; un numero imprecisato di manifestazioni e così via. Parlo di appena undici anni di servizio.
ROCKPOETA: Di cosa avreste bisogno per poter fare al meglio il vostro lavoro?
PASQUALE EMOLO:Credo che potremmo vincere il giorno che la gente non ci inquadri come categoria e il giorno che la concretezza sarà preferita all’immagine. Molto tempo fa a striscia la notizia un carabiniere denunciava la mancanza di benzina, ma se vai alla Stazione termini i poliziotti hanno quel mezzo a due ruote di cui disconosco il nome che costa quattromila euro.
Allora, prima di tutto ci servono i computer e divise più adeguate, poi il mezzo a due ruote, capisci?
La gente poi, come dicevo, non può pensare che il poliziotto sia un fustigatore o un “multarolo”. Il poliziotto applica la Legge, la gente dovrebbe lamentarsi delle Leggi non di chi le applica.
Quindi abbiamo bisogno di maggior fiducia e di essere visti anche singolarmente come uomini che fanno un mestiere. Voglio dire: non puoi odiare me e chiamarmi assassino mentre mi adopero per far scorrere il traffico durante un incidente stradale, solamente perché un mio collega meno di una settimana fa ha ucciso ingiustamente e preciso anche involontariamente un giovane di 28 anni.
Che c’entro io con quell’errore umano prima che “poliziesco”, “poliziottesco”.
ROCKPOETA: Sai, a questo punto dell'intervista molti dei miei lettori, ma io per primo, si chiederanno come sia possibile che non siano tutti come te! Mi spiego, la sensazione che si ha, facendo una statistica degli incontri avuti da tutti noi, me compreso, con poliziotti ma anche carabinieri sia chiaro, è che tanti di loro siano molto meno sensibili di come sei tu e molto più vicini come comportamento, a coloro a cui devono dare la....caccia! Insomma spesso si ha la sensazione che se non mostri i denti (sempre nel rispetto della legge ovviamente) siano pronti anche ad avere comportamenti fuori luogo; ti potrei portare parecchie testimonianze a sostegno di quanto ho appena "detto". Mi chiedo da cosa nasca questo atteggiamento così apparentemente diffuso.
PASQUALE EMOLO:Ti ringrazio per il complimento ma tengo a precisare che come me – sempre che come me sia cosa buona, come tu dici – ce ne sono molti. Purtroppo qualcuno di noi può risultare meno sensibile, perché una vita come quella che ho descritto prima può rendere duri, antipatici etc: tuttavia penso una cosa: la divisa è una lente di ingrandimento. Amplifica il tuo carattere. Quindi è come se tu mi avessi chiesto: Come mai uno è prepotente e l’altro docile, come mai uno è simpatico e l’altro antipatico e così via. E questa è una domanda che devi fare a Dio, non a me.
ROCKPOETA: Hai mai fatto servizio dentro gli Stadi? E come si riesce se non si è un po' "bastardi" come loro a picchiare chi ti attacca con ferocia pari alla loro (magari solo pari eh!)?
PASQUALE EMOLO: Per carità non devi essere né violento né bastardo come dici tu. Deciso, sicuro e militare. Perché in quelle occasioni devi avere fermezza e il carico delle tue responsabilità.
Si ho fatto servizio nello stadio spesso. In particolare il campionato di calcio del 1999-2000 l’ho vissuto ogni maledetta domenica. E quelle domeniche allo stadio ci andavo a prendere sputi, calci e offese.
A questo proposito mi piace raccontare una cosa. Quando ci furono le violenze dei tifosi inglesi, i cosiddetti hooligans, un mio superiore fu preso da una decina di loro e picchiato a sangue davanti ai miei occhi. Io che ero il più anziano al momento, lo guardavo negli occhi per chiedergli con lo sguardo se dovevo intervenire con una nuova squadra.
E questo deve già dirti molto: anche in un occasione del genere io non potevo prendere iniziative che avrebbero fatto scaturire eccessi mediatici e politici. Lui mi fece cenno con la mano di non preoccuparmi per lui ma di badare all’arma che lancia i razzi lacrimogeni che purtroppo nella mischia era caduta a terra. Questo sai che vuol dire? Che ha preferito prendere le botte piuttosto che avere addosso il carico ed il peso di aver smarrito un lancia lacrimogeni. Comprendi? Se la gente comprendesse questo tipo di problemi interiori che ha il poliziotto rifletterebbe molto di più.
Io ovviamente con una nuova squadra sono intervenuto lo stesso. Ma quello è carattere. Non ho dato ordine di caricare perché non ne avevo i poteri, ho solo avvicinato il mio superiore e acchiappatolo per il bavero trascinato via, mentre un gruppo mi faceva scudo davanti.
Poi ho recuperato l’arma. Lui lo sai che mi ha detto? Testuali parole: “SEI UN COGLIONE! Dovevi pensare prima all’arma. Se tornavamo in Ufficio senza di quella, io e te saremmo andati in galera!”.
ROCKPOETA: Domanda a tema libero: Rispondimi ad una domanda che non ti ho fatto e che avresti magari voluto ricevere. Insomma un modo più elegante per dirti "fatti una domanda e...dacci una risposta" LOL
PASQUALE EMOLO: A cosa serve un poliziotto nel duemila? A regolare un tessuto sociale che nonostante i duemila e più anni di storia occidentale, continua ad essere marcio. Una serie di individui che vuole vivere senza regole a danno degli altri. In questi casi il poliziotto è il nostro migliore amico. Non uno che ci fa le multe o ci picchia allo stadio.
ROCKPOETA: Ti ringrazio di cuore per questa opportunità che mi hai dato: In bocca al lupo per tutto.
PASQUALE EMOLO: Ringrazio te e lo spazio che mi hai concesso, desiderando un’intervista. Tengo a precisare una cosa importante e doverosa: LA POLIZIA DI STATO non è a conoscenza di questa intervista e pertanto le mie parole sono da ricondurre solo alla mia persona, ovvero ad un ragazzo di trenta anni che fa il poliziotto da undici. Grazie.
----------------------
Davvero, a mio avviso, un'intervista significativa per scoprire aspetti a noi sconosciuti di una vita da Agente di Polizia e per comprendere meglio i pensieri e le sensazioni che anche uno di loro prova.
Daniele Verzetti, Rockpoeta
Faccio un "memè" come amo definirlo attribuendogli un accento che non ha, dove dico che non mi sento un intervistatore e dopo solo un post che ti faccio? Un'intervista! E per di più ad una persona che per il lavoro che fa diventa anche delicato intervistare di questi tempi. Ma io amo le sfide se ancora non si era capito e quindi sono onorato di poter scambiare quattro parole con PASQUALE EMOLO, Agente di Polizia originario di Napoli ma che vive e lavora a Latina, bravissimo blogger (vi suggerisco di andare a leggere il suo blog che porta il suo nome e che vedete linkato tra i miei preferiti) oltre che scrittore (sempre sul suo blog potrete trovare il suo libro conoscerne il titolo ecc...).
Le ragioni di questa intervista possono di primo acchito essere evidenti a tutti ma in realtà questa mia decisione non nasce dall'eco derivante del particolare momento in cui viviamo, in relazione a certi fatti che vedono poliziotti implicati in situazioni non proprio limpide, ma piuttosto dal mio ferreo prinicipo per il quale non si deve mai fare di tutte le erbe un fascio se si vuole davvero capire come sono le cose nella realtà.
Io, e chi mi legge da più tempo lo sa, non sono mai stato tenero con le forze dell'ordine quando è stato necessario (dalle vicende sulla Diaz a Bolzaneto, alla vicenda inerente il Presidente della Regione Liguria Burlando fino ad arrivare al poliziotto che ha ucciso Sandri) ma ho anche sempre difeso coloro che il lavoro lo fanno onestamente e che si trovano a fronteggiare in aree disagiate una delinquenza feroce nonchè un'assenza dello Stato assolutamente palese e ignobile che li abbandona da soli in balia degli eventi.
Ora, vi lascio all'intervista in attesa dei vostri commenti e del vostro pensiero.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
INTERVISTA:
ROCKPOETA: Iniziamo in modo semplice: Nome Cognome e.... numero di matricola LOL! Scherzo, in realtà ti chiedo solo di presentarti, dire chi sei che interessi hai da quanto fai l'agente di polizia se sei sulla strada o hai un ruolo più investigativo... insomma una breve introduzione su di te; mi sento in dovere di aggiungere che questa sarà una delle poche domande semplici che ti troverai a fronteggiare penso :-)))
PASQUALE EMOLO: Il mio nome è BOND, Pasquale Bond…scherzo, ma i miei quindici lettori me lo concederanno! Pasquale Emolo è Agente Scelto della Polizia di Stato (sulla carta Assistente, ma attende il grado che in genere arriva un po’ in ritardo rispetto alla decorrenza). Sono entrato in Polizia a 19 anni e adesso ne ho trenta.
Mi piace scrivere ed ho scritto un romanzo breve che non parla di Polizia. Tempo fa ho scritto un libro per bambini dove veniva presentata la figura del Poliziotto di Quartiere. Il libro è stato stampato e distribuito in economia nelle principali Questure italiane. Per sei anni sono stato Operatore di Volante, in cui sono specializzato, avendo frequentato con esito positivo un corso di preparazione che si tiene alla scuola di Polizia Giudiziaria di Pescara. Nel mio curriculum c’è anche un corso antiterroristico, nucleare, biologico e chimico, che ho frequentato con esito positivo a Milano presso un nostro istituto.
Queste cose non le dico per vanità ma per meglio rispondere alle successive domande che mi attendo. Per capirci l’operatore di volante è quello che arriva prima sul posto quando si chiama la Polizia tramite 113. E’ uno dei lavori più delicati: si è dei veri protagonisti dell’emergenza. In pochi secondi devi prendere la decisione più giusta per tutti. Se sbagli, paghi in prima persona e fai pagare anche altri.
Attualmente lavoro al Commissariato Viminale di Roma, dove faccio in particolare servizi d’Istituto che vuol dire un pochino che lavoro con gli stessi turni su una serie di servizi diversi, che va dalla vigilanza agli obiettivi sensibili, all’autoradio che è una volante di quartiere.
Per quanto riguarda la vita privata il prossimo 26 novembre mi laureo in lettere (e anche questa non è vanità ma serve per quello che mi chiedi dopo), sono single (e forse anche un po’ per il lavoro che faccio, altrimenti perché dovrei dirlo in questa sede?), vivo solo, non lontano dai miei genitori e mio fratello, il quale fa il mio medesimo mestiere. Aspiro a pubblicare nuovi romanzi e poesie. Credo di aver finito, se non contiamo che amo il teatro e ho recitato per la Federazione Teatro Amatori Italiana per anni 8, anche sotto la direzione di Luca Barbareschi che dirige il Teatro Gabriele D’Annunzio di Latina. (lo ammetto, questa è una vanità).
ROCKPOETA: Come seconda domanda permettimi di entrare subito a "gamba tesa" chiedendoti come sia possibile che accadano cose come quelle della Scuola Diaz a Genova.
PASQUALE EMOLO: E qui viene il difficile. Rispondere in modo esaustivo, senza compromettere la dignità del mio mestiere e la professionalità dei mie colleghi, e senza dimenticare di essere prima di tutto Pasquale Emolo.
Allora, diciamo che quello che rispondo non è un modo per giustificare e né per accusare, che non mi sembra il caso. Il fatto è che molte persone hanno pensato bene di manifestare in modo violento quanto avrebbero potuto dire come persone civili e che in tutta risposta hanno avuto violenza. Una violenza che per quanto riguarda la Scuola Diaz sembra gratuita agli occhi di tutti. Basti pensare che quando in quel periodo andavo alla Facoltà di Lettere della Sapienza per fare un esame, su tutte le pareti della Facoltà vi erano solamente foto che ritraevano Poliziotti che picchiavano o bloccavano dei manifestanti, che in quella occasione non sembravano all’occhio di chi guardava né irruenti, né facinorosi, ma poveri disgraziati caduti sotto i colpi del sistema ( e non era così).
Mi piace dire in questa sede che non tutti i poliziotti sono di destra, che essere di destra non vuol dire essere violenti o rifarsi al “fascismo” – che è un termine storico e basta e come tale dovrebbe essere visto – e che a mio avviso, da puro lettore dell’accaduto, visto che non ero lì in servizio, un'idea me la sono fatta: è stata la nostra “arancia meccanica”. La violenza nata dai manifestanti ha invaso i cuori e la mente di chi, prima di indossare una divisa, è anche e soprattutto un uomo e può prendere una decisione sbagliata. Una violenza che ha mutato il nome in repressione, quella che hanno provato i poliziotti che dovevano subire insulti, sputi, aggressioni e via dicendo. Pertanto, chi ha dato quell’ordine di invadere la Scuola non ha fatto vendetta, ma voleva solo che si comprendesse che la polizia c’era e non per star zitta e prendere pugni e calci o permettere che si distruggesse una città, bensì per sgombrare ogni forma di violenza e di inciviltà. E’ stato usato, a mio avviso un metodo forte, che è stato bollato come squadrismo. Non è così. Ci sono stati degli errori in molti comportamenti (non si può d’altronde pretendere di prevedere ogni mossa di ogni poliziotto), ma l’ordine di entrare nella scuola è stato dato per prelevare personaggi che avevano nei pomeriggi messo a soqquadro la città e per dimostrare che la polizia era presente e pronta a difendere il cittadino civile e rispettoso che avrebbe manifestato senza violenza, come andrebbe fatto.
Prima di chiudere l’argomento mi piace fare due riflessioni:
- Avete mai pensato a quanti manifestanti civili si sono ritrovati nella mischia e per questo indagati per qualche reato? Bene. Credo di si. Allora pensate a tutti quei poliziotti onesti che ancora oggi pagano un avvocato con i loro soldi per portare avanti i processi nei quali si ritrovano imputati anche solo perché erano lì. Pensate che se erano Agenti Scelti rimarranno tali ancora per molto tempo perché come pena non possono passare di grado, non possono essere scelti nei concorsi etc. Pensate a cosa si prova ad essere indagati quando si lavora per la giustizia.
È una cosa che fa male dentro. Tutta la gente ti addita. Ti guarda come un cane randagio da cui difendersi. Lo stress psicologico è indicibile. Disilluso e disincantato pensi che non valga nemmeno la pena vivere, perché facendo quello che fai rischi più del delinquente.
- Quando passerò in Via Giuliani, con mio figlio per mano potrò dirgli: “Vedi caro figlio questa è Via C.Giuliani, un uomo che si è distinto nella storia del nostro paese perché ha trovato la morte accidentalmente per mano di un carabiniere.” Mio figlio mi dirà “E cosa ha fatto di importante?” ed io risponderò: “Nulla di che: manifestava contro il potere delle multinazionali, con un passamontagna e con un estintore in mano, assaltando una gip dei carabinieri.”
Come mi guarderà il piccolo?
ROCKPOETA: Un'altra domanda è come sei entrato in Polizia? Ed ancora come si fa ad entrare nella Polizia? Molti dei miei lettori penso risponderebbero... "con la classica raccomandazione!" E' così?
PASQUALE EMOLO: Ho frequentato il liceo classico, dove ho appreso che Cicerone oltre che un grande oratore era anche un amatore di ragazzini. Le mamme di quei ragazzini erano felici che il grande avvocato li frequentasse, visto che allora l’omosessualità era cosa normale. Cicerone li educava come avvocati e li “raccomandava”, parliamo di quasi 2000 anni fa. Il giorno successivo agli esami di maturità tutti i miei amici andarono al mare.
Per me lo studio era appena cominciato. In tre mesi mi sono preparato su 1300 test attitudinali e culturali. Entrai come militare, rispondendo ad un questionario assai difficile di 80 domande in quaranta minuti. Il mio voto fu 7 su dieci. E come me e più di me ce ne erano tanti.
In polizia si entra sicuramente per merito per quanto riguarda la selezione intellettuale, morale e psicologica. La vera tagliola è la visita medica. Puoi essere perfetto, ma basta un tatuaggio per tornare a casa. Quindi a parità di merito chi ha una voce dietro le spalle potrebbe – e attenzione ripeto POTREBBE – essere preferito. Inoltre la polizia assorbe nel suo organico anche dall’esercito e il mio caro amico e collega che di voci dietro le spalle non ne aveva è stato preferito a tanti altri perché già sottotenente nell’esercito. Non si tratta di raccomandazione in questo caso, ma si tende a prendere – anche se sembra brutto a dirlo – il prodotto migliore. In alcuni casi il prodotto migliore va a casa, perché magari non ha quella vocina alle spalle. Può succedere.
Tuttavia mi piace affermare una cosa: la polizia si è evoluta e ha tra i ranghi laureati e laureandi (non parlo di bonus e convenzioni solamente, adottate da università piccole per incrementare il numero degli iscritti e rimpinguare le casse).
Ha migliorato negli anni i corsi di preparazione. Si è avvicinata alla gente. Ha elevato il quoziente intellettivo e culturale dei suoi uomini. Molti anni orsono il poliziotto non sapeva scrivere. I magistrati un pochino se la ridevano a leggere i verbali d’arresto.
Un aneddoto carino: “QUANDO SIAMO ARRIVATI SUL POSTO IL CADAVERE ERA MORTO!”. Ovviamente qualcuno e ripeto SOLAMENTE QUALCUNO scriveva anche così. Oggi la polizia come Istituzione ha degli uomini preparati, che ci sia una minor parte un pochino meno preparata è questione della legge della vita. Ovunque è così.
ROCKPOETA: Hai mai avuto notizia, sentito dire o visto con i tuoi occhi comportamenti di tuoi colleghi non consoni alla divisa che indossavano, insomma, per essere più diretti, atteggiamenti volti a manifestare abusi di potere o casi di poliziotti corrotti? Ed in caso lo scoprissi come ti comporteresti di fronte ad un tuo collega corrotto o che ha cmq tenuto comportamenti contrari alla legge? Lo denunceresti o prevarrebbe lo "spirito di corpo"?
PASQUALE EMOLO: Se mai è accaduto che il mio collega abbia avuto davanti ai miei occhi un comportamento poco consono è stato da me subito richiamato all’attenzione e avvertito e in qualche caso segnalato ai superiori. In ogni caso se il comportamento dal poco consono diventasse reato, anche se non mi è mai accaduto, sarei il primo a denunciarlo ai superiori perché prendano provvedimenti.
ROCKPOETA: Ed i tuoi colleghi come si comporeterebbero secondo te nella stessa situazione?
PASQUALE EMOLO: La maggior parte dei miei colleghi avviserebbe l’individuo che per quanto ha fatto sarà segnalato. Chi di questi chiuderebbe un occhio sarebbe già complice e quindi ce ne vorrebbe un terzo per segnalare entrambi, come prima o poi nella polizia avviene. Dopo undici anni di servizio ho notato una cosa. Ogni tanto qualcuno di noi fa le valigie e va a casa. Significa che il meccanismo interno funziona adeguatamente e che chi sbaglia e non può indossare una divisa prima o poi perde questo lavoro e nei peggiori dei casi sconta la pena per quanto commesso.
ROCKPOETA: Una cosa che io odio è fare di tutte le erbe un fascio, ed è per questa ragione che ti ringrazio di cuore per questa intervista: Mi dai la possibilità di dimostrare che non eistono i "buoni" ed i "cattivi" ma che in tutte le professioni come nella vita ci sono persone buone ed altre meno. Puoi descrivermi la tua giornata e cmq parlare di cosa vuol dire davvero fare il poliziotto, anche senza essere in luoghi più a rischio come, forse, nel meridione? E come ci si sente quando il proprio lavoro viene mandato in fumo da prescrizioni vergognose o ancora da scandalosi cavilli legali?
PASQUALE EMOLO:Comincio col dire che non bisogna andare nel meridione per essere a rischio. Il poliziotto è a rischio solamente perché indossa una divisa. A Siena non molto tempo fa due carabinieri trovarono la morte nel chiedere i documenti a due ragazzi su un motorino. E Siena è stata definita per la terza volta città più vivibile di Italia sotto tutti gli aspetti. Il rischio comincia nel momento in cui indossi la divisa e non a seconda di dove lavori.
Per quanto riguarda la mia giornata da poliziotto, basta fare un conto matematico molto semplice: io personalmente svolgo il turno in quinta. Questa dicitura indica che ogni quattro giorni di lavoro faccio un giorno di riposo e il tutto si articola così: primo giorno dalle 19.00 alle 00.00; secondo giorno dalle 13.00 alle 19.00; terzo giorno dalle 07.00 alle 13.00, quarto giorno dalle 00.00 alle 07.00; quinto giorno riposo.
Questo vuol dire che il giorno che lavoro di mattina, la sera a mezzanotte vado di nuovo a lavorare e quindi la mattina ventura dormo, perché ho fatto la notte. Non tutti i turni delle forze dell’ordine sono regolati così e poiché questi non sono coperti da segreto d’Ufficio li ho citati.
Il poliziotto con undici anni di servizio come me, in questi turni ha visto minimo: una trentina di morti per incidente stradale; una ventina di suicidi messi in atto in ogni modo e forma; centinaia di diverbi tra due persone o liti familiari; ex-mariti che perseguitano le mogli, ex- mogli che sottraggono i figli anche nei giorni in cui è il marito ad averne diritto; malati di HIV che si tagliano le vene in nostra presenza minacciando di toccarci; un numero imprecisato di barboni e pazzi; un numero imprecisato di stranieri atti a delinquere; un numero imprecisato di italiani atti a delinquere; almeno una decina d’interventi per rapina in atto, dove all’interno della banca vi sono persone armate; un numero imprecisato di sopralluoghi di furto; un numero imprecisato di manifestazioni e così via. Parlo di appena undici anni di servizio.
ROCKPOETA: Di cosa avreste bisogno per poter fare al meglio il vostro lavoro?
PASQUALE EMOLO:Credo che potremmo vincere il giorno che la gente non ci inquadri come categoria e il giorno che la concretezza sarà preferita all’immagine. Molto tempo fa a striscia la notizia un carabiniere denunciava la mancanza di benzina, ma se vai alla Stazione termini i poliziotti hanno quel mezzo a due ruote di cui disconosco il nome che costa quattromila euro.
Allora, prima di tutto ci servono i computer e divise più adeguate, poi il mezzo a due ruote, capisci?
La gente poi, come dicevo, non può pensare che il poliziotto sia un fustigatore o un “multarolo”. Il poliziotto applica la Legge, la gente dovrebbe lamentarsi delle Leggi non di chi le applica.
Quindi abbiamo bisogno di maggior fiducia e di essere visti anche singolarmente come uomini che fanno un mestiere. Voglio dire: non puoi odiare me e chiamarmi assassino mentre mi adopero per far scorrere il traffico durante un incidente stradale, solamente perché un mio collega meno di una settimana fa ha ucciso ingiustamente e preciso anche involontariamente un giovane di 28 anni.
Che c’entro io con quell’errore umano prima che “poliziesco”, “poliziottesco”.
ROCKPOETA: Sai, a questo punto dell'intervista molti dei miei lettori, ma io per primo, si chiederanno come sia possibile che non siano tutti come te! Mi spiego, la sensazione che si ha, facendo una statistica degli incontri avuti da tutti noi, me compreso, con poliziotti ma anche carabinieri sia chiaro, è che tanti di loro siano molto meno sensibili di come sei tu e molto più vicini come comportamento, a coloro a cui devono dare la....caccia! Insomma spesso si ha la sensazione che se non mostri i denti (sempre nel rispetto della legge ovviamente) siano pronti anche ad avere comportamenti fuori luogo; ti potrei portare parecchie testimonianze a sostegno di quanto ho appena "detto". Mi chiedo da cosa nasca questo atteggiamento così apparentemente diffuso.
PASQUALE EMOLO:Ti ringrazio per il complimento ma tengo a precisare che come me – sempre che come me sia cosa buona, come tu dici – ce ne sono molti. Purtroppo qualcuno di noi può risultare meno sensibile, perché una vita come quella che ho descritto prima può rendere duri, antipatici etc: tuttavia penso una cosa: la divisa è una lente di ingrandimento. Amplifica il tuo carattere. Quindi è come se tu mi avessi chiesto: Come mai uno è prepotente e l’altro docile, come mai uno è simpatico e l’altro antipatico e così via. E questa è una domanda che devi fare a Dio, non a me.
ROCKPOETA: Hai mai fatto servizio dentro gli Stadi? E come si riesce se non si è un po' "bastardi" come loro a picchiare chi ti attacca con ferocia pari alla loro (magari solo pari eh!)?
PASQUALE EMOLO: Per carità non devi essere né violento né bastardo come dici tu. Deciso, sicuro e militare. Perché in quelle occasioni devi avere fermezza e il carico delle tue responsabilità.
Si ho fatto servizio nello stadio spesso. In particolare il campionato di calcio del 1999-2000 l’ho vissuto ogni maledetta domenica. E quelle domeniche allo stadio ci andavo a prendere sputi, calci e offese.
A questo proposito mi piace raccontare una cosa. Quando ci furono le violenze dei tifosi inglesi, i cosiddetti hooligans, un mio superiore fu preso da una decina di loro e picchiato a sangue davanti ai miei occhi. Io che ero il più anziano al momento, lo guardavo negli occhi per chiedergli con lo sguardo se dovevo intervenire con una nuova squadra.
E questo deve già dirti molto: anche in un occasione del genere io non potevo prendere iniziative che avrebbero fatto scaturire eccessi mediatici e politici. Lui mi fece cenno con la mano di non preoccuparmi per lui ma di badare all’arma che lancia i razzi lacrimogeni che purtroppo nella mischia era caduta a terra. Questo sai che vuol dire? Che ha preferito prendere le botte piuttosto che avere addosso il carico ed il peso di aver smarrito un lancia lacrimogeni. Comprendi? Se la gente comprendesse questo tipo di problemi interiori che ha il poliziotto rifletterebbe molto di più.
Io ovviamente con una nuova squadra sono intervenuto lo stesso. Ma quello è carattere. Non ho dato ordine di caricare perché non ne avevo i poteri, ho solo avvicinato il mio superiore e acchiappatolo per il bavero trascinato via, mentre un gruppo mi faceva scudo davanti.
Poi ho recuperato l’arma. Lui lo sai che mi ha detto? Testuali parole: “SEI UN COGLIONE! Dovevi pensare prima all’arma. Se tornavamo in Ufficio senza di quella, io e te saremmo andati in galera!”.
ROCKPOETA: Domanda a tema libero: Rispondimi ad una domanda che non ti ho fatto e che avresti magari voluto ricevere. Insomma un modo più elegante per dirti "fatti una domanda e...dacci una risposta" LOL
PASQUALE EMOLO: A cosa serve un poliziotto nel duemila? A regolare un tessuto sociale che nonostante i duemila e più anni di storia occidentale, continua ad essere marcio. Una serie di individui che vuole vivere senza regole a danno degli altri. In questi casi il poliziotto è il nostro migliore amico. Non uno che ci fa le multe o ci picchia allo stadio.
ROCKPOETA: Ti ringrazio di cuore per questa opportunità che mi hai dato: In bocca al lupo per tutto.
PASQUALE EMOLO: Ringrazio te e lo spazio che mi hai concesso, desiderando un’intervista. Tengo a precisare una cosa importante e doverosa: LA POLIZIA DI STATO non è a conoscenza di questa intervista e pertanto le mie parole sono da ricondurre solo alla mia persona, ovvero ad un ragazzo di trenta anni che fa il poliziotto da undici. Grazie.
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Davvero, a mio avviso, un'intervista significativa per scoprire aspetti a noi sconosciuti di una vita da Agente di Polizia e per comprendere meglio i pensieri e le sensazioni che anche uno di loro prova.
Daniele Verzetti, Rockpoeta
martedì 20 novembre 2007
OPINIONE DEL ROCKPOETA: Il Confino.
Il Confino.... istituto conosciuto ai tempi del fascismo, ma noi oggi parliamo di Gesuiti ed Eschimesi.
La Compagnia di Gesù ( è proprio il caso di dire che Gesù qui penserà che è meglio soli che...) sborserà ben 50 milioni di dollari (la cifra più alta che un ordine religioso abbia mai speso a titolo risarcitorio) a favore di 110 eschimesi che subirono abusi sessuali da bambini o in età adolescenziale ad opera di missionari gesuiti USA dei quali la diocesi di Boston, già triestemente nota in un passato recente, conosceva bene il "vizietto"; diocesi che, invece di denunciarli e togliere loro la veste, si limitò semplicemente a "confinarli" in Alaska.
Per ben tre decenni in 15 piccoli villaggi praticamente ai confini del mondo (ma guarda questa parola "confini" quanto ritorna in questo post....) ed abitati dagli Yupik che "insieme agli Inuit formano il popolo eschimese" (vedi Repubblica on line http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/missionari-pedofili/missionari-pedofili/missionari-pedofili.html per la notizia completa) si sono perpetrate ripetutamente violenze ed abusi ad opera di una decina di preti missionari americani appartenenti come già scritto all'Ordine dei Gesuiti.
La storia è molto articolata e vi suggerisco di leggere il link a Repubblica appena sopra riportato per averne un quadro sintetico ma esaustivo. In sostanza a seguito di quegli abusi molti di loro sono oggi alcolizzati ed altri si sono suicidati; insomma questi missionari hanno davvero compiuto un osceno disastro.
Dati i tempi dilatati di questi mifatti accaduti tra il 1961 ed il 1987, i colpevoli o sono morti o sono in Case di Riposo in attesa che muoiano (presto spero io), ma la cosa gravissima per cui la causa è stata intentata proprio alla Compagnia di Gesù è che questi simpaticoni sembra che non solo sapessero tutto ma abbiano anche bruciato documentazione compromettente che testimoniava quanto accaduto in quei luoghi sperduti e calmi.
L'accordo raggiunto eviterà il processo (negli States funziona così: per certi reati anche penali, ti puoi accordare prima per un risarcimento economico che chiuda la vicenda) ma in questo modo cmq tutti sanno quanto è accaduto e ciascuna vittima ancora in vita riceverà circa mezzo milione di dollari.
L'omertà ecclesiastica oramai supera come disgustosa compattezza perfino quella mafiosa!
Incredibile, si trovano con dei "Rifiuti" in casa e loro che fanno? Semplice, li nascondono sotto il tappeto confinandoli in un luogo lontano abbandonato, quasi fuori dal tempo.
Vanno a devastare vite serene in luoghi pacifici e tranquilli dove le tradizioni semplici ma consolidate dal tempo, unite in parte anche alla realtà moderna, si fondono in un unico nucleo ben amalgamato di poche persone che volevano e vogliono vivere in pace.
A questo punto, davanti ad una Chiesa che continua a tacere e di fronte a siffatti accadimenti sempre più frequenti, si aprono, anzi si spalancano a mio parere, le porte ad un interrogativo inquietante: Cosa succederà in Africa ai bambini "soccorsi" da altrettanti missionari? In mezzo a tanti preti onesti e puliti, quanti invece non ce ne saranno con il "vizietto"?
Censimento: Quanti saranno i Preti pedofili nel mondo? Ed ancora, possiamo davvero pensare che questo marciume non tocchi anche le alte sfere del Vaticano? Quanti di loro avranno davvero un passato intonso e pulito?
E' forse giunto il momento, a mio avviso, di dare una risposta seria e chiara a queste domande.
---------------------------------------------------------
PS: A chi non avesse letto il post sottostante, chiedo di farlo perchè si tratta di un Post Epocale LOL! Leggetelo e capirete il perchè :-))) !!!!
La Compagnia di Gesù ( è proprio il caso di dire che Gesù qui penserà che è meglio soli che...) sborserà ben 50 milioni di dollari (la cifra più alta che un ordine religioso abbia mai speso a titolo risarcitorio) a favore di 110 eschimesi che subirono abusi sessuali da bambini o in età adolescenziale ad opera di missionari gesuiti USA dei quali la diocesi di Boston, già triestemente nota in un passato recente, conosceva bene il "vizietto"; diocesi che, invece di denunciarli e togliere loro la veste, si limitò semplicemente a "confinarli" in Alaska.
Per ben tre decenni in 15 piccoli villaggi praticamente ai confini del mondo (ma guarda questa parola "confini" quanto ritorna in questo post....) ed abitati dagli Yupik che "insieme agli Inuit formano il popolo eschimese" (vedi Repubblica on line http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/missionari-pedofili/missionari-pedofili/missionari-pedofili.html per la notizia completa) si sono perpetrate ripetutamente violenze ed abusi ad opera di una decina di preti missionari americani appartenenti come già scritto all'Ordine dei Gesuiti.
La storia è molto articolata e vi suggerisco di leggere il link a Repubblica appena sopra riportato per averne un quadro sintetico ma esaustivo. In sostanza a seguito di quegli abusi molti di loro sono oggi alcolizzati ed altri si sono suicidati; insomma questi missionari hanno davvero compiuto un osceno disastro.
Dati i tempi dilatati di questi mifatti accaduti tra il 1961 ed il 1987, i colpevoli o sono morti o sono in Case di Riposo in attesa che muoiano (presto spero io), ma la cosa gravissima per cui la causa è stata intentata proprio alla Compagnia di Gesù è che questi simpaticoni sembra che non solo sapessero tutto ma abbiano anche bruciato documentazione compromettente che testimoniava quanto accaduto in quei luoghi sperduti e calmi.
L'accordo raggiunto eviterà il processo (negli States funziona così: per certi reati anche penali, ti puoi accordare prima per un risarcimento economico che chiuda la vicenda) ma in questo modo cmq tutti sanno quanto è accaduto e ciascuna vittima ancora in vita riceverà circa mezzo milione di dollari.
L'omertà ecclesiastica oramai supera come disgustosa compattezza perfino quella mafiosa!
Incredibile, si trovano con dei "Rifiuti" in casa e loro che fanno? Semplice, li nascondono sotto il tappeto confinandoli in un luogo lontano abbandonato, quasi fuori dal tempo.
Vanno a devastare vite serene in luoghi pacifici e tranquilli dove le tradizioni semplici ma consolidate dal tempo, unite in parte anche alla realtà moderna, si fondono in un unico nucleo ben amalgamato di poche persone che volevano e vogliono vivere in pace.
A questo punto, davanti ad una Chiesa che continua a tacere e di fronte a siffatti accadimenti sempre più frequenti, si aprono, anzi si spalancano a mio parere, le porte ad un interrogativo inquietante: Cosa succederà in Africa ai bambini "soccorsi" da altrettanti missionari? In mezzo a tanti preti onesti e puliti, quanti invece non ce ne saranno con il "vizietto"?
Censimento: Quanti saranno i Preti pedofili nel mondo? Ed ancora, possiamo davvero pensare che questo marciume non tocchi anche le alte sfere del Vaticano? Quanti di loro avranno davvero un passato intonso e pulito?
E' forse giunto il momento, a mio avviso, di dare una risposta seria e chiara a queste domande.
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PS: A chi non avesse letto il post sottostante, chiedo di farlo perchè si tratta di un Post Epocale LOL! Leggetelo e capirete il perchè :-))) !!!!
lunedì 19 novembre 2007
CAPITOLAZIONE DEL ROCKPOETA ;-)))
OK, Per questa volta cedo e capitolo: farò questo "Memè"(con l'accento sulla "e" perchè suona più simpatico lol!) sul "Come sei diventato Blogger?"
Già altre volte sono stato nominato ma ho sempre gentilmente declinato l'invito sia perchè non amo queste "catene" e sia perchè il contenuto del memè era onestamente per me poco stimolante e non ritenevo di farvi un post (l'avesssi fatto ora però avrei già una risposta bella e fatta uff lol!).
Cedo alle richieste di (citazione in rigoroso ordine alfabetico di nome) Cristina (di Omnia Munda Mundis) e Remyna (alias Marina Remi) de "Remyna's blog".
Proverò a rispondere come quando scrivo il post con la mia anima sul tavolo ed il mio respiro tra i tasti del mio Mac powerbook G4 (un po' di gloria anche per lui!!!! :-))) )
Questo memè, al contrario di altri, ha fatto davvero molto proseliti, quindi arrivando in ritardo rischio di non essere proprio "sulla notizia" lol ma spero che apprezzerete questa sconvolgente eccezione da parte del Rockpoeta e vorrete commentare NUMEROSISSIMI!!!!!! :-)))))))
Quanto alle nomination io vi lascio liberi; Chi vuole lo fa e risponde a questa sorta di mini-intervista altrimenti va bene lo stesso.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
Il Rockpoeta si intervista:
- Come sei diventato blogger?
Forse la curiosità di cimentarmi con questo mezzo così libero e poter essere editore di me stesso. Io ho sempre scritto poesie prettamente a tema sociale e chi legge il mio blog lo sa; devo dire che però quando è nato io mi ero in realtà prefisso di non pubblicare nulla che non fosse rigorosamente in prosa e quindi realizzare soltanto editoriali, come amo chiamarli. Ma poi dopo alcuni mesi non ho potuto resistere e anche le poesie hanno fatto sempre più capolino sul mio blog.
- Chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?
Senti quelle lacrime polverose
Asciugate e drenate da violenza e meschinità?
Ascolta,
Riesci a cogliere il pianto del loro respiro
La rabbia di civiltà soppresse
Di Tibet dimenticati
E di innocenze spazzate via da
Deserti senz'anima?
Riesci a piangere con loro
Rialzarti per loro
Lottare per tutto quello che vedi intorno a a te?
La mia voce per dare forza alla LORO.
Ecco,
Sono blogger
Per raccogliere ogni tua lacrima di polvere
Berla
E respirare insieme l'infinito.
......Va bene come risposta?
- Il tuo primo post?
A parte una riga di benvenuto che non conta, il primo vero post era: "OPINIONE DEL ROCKPOETA: Distinzioni Fittizie e Realtà Probabile..."
Vi lascio anche il link se siete curiosi :-))) http://agoradelrockpoeta.blogspot.com/2006/12/opinione-del-rockpoeta-distinzioni.html
- Il post di cui sei più fiero?
Onestamente tutti, nessuno escluso, per i motivi più disparati, per essere stato il primo anche a distanza di mesi ad aver messo in guardia da un qualcosa che poi puntualmente si è verficato, al saper scovare notizie che pochi trattano e molti occultano fino ad arrivare alle mie poesie postate qui su questo blog; ma, se proprio devo scegliere due (uno no di certo lol) post di cui vado fiero voglio citare le due interviste fatte a Dijana Pavlovic e Simona Cataldi; io non mi considero un intervistatore e realizzare due post così importanti e assai ben riusciti mi ha davvero molto inorgoglito.
- Il post di cui ti vergogni di più?
Nessuno.
- Da chi ti piacerebbe ricevere un commento?
Non lo so, ho la fortuna di essere molto commentato oltre che letto e non posso che ringraziare, in questa occasione, tutti coloro che oltre a leggermi (grazie grazie!!!) mi commentano. Il mio è un blog impegnativo da leggere, temi sociali e mai o quasi mai un post veramente "scacciapensieri" (nonostante io sia anche molto "free" nei contatti umani); commentarmi quindi non è semplice ed il riuscirci, come fanno loro, in tanti e con acume, intelligenza, ironia e sensibilità mi rende molto felice ed al contempo va a loro assoluto merito: Sono soprattutto loro la forza del mio blog e della mia voglia di non mollare il mio sogno....Grazie!!!
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
Già altre volte sono stato nominato ma ho sempre gentilmente declinato l'invito sia perchè non amo queste "catene" e sia perchè il contenuto del memè era onestamente per me poco stimolante e non ritenevo di farvi un post (l'avesssi fatto ora però avrei già una risposta bella e fatta uff lol!).
Cedo alle richieste di (citazione in rigoroso ordine alfabetico di nome) Cristina (di Omnia Munda Mundis) e Remyna (alias Marina Remi) de "Remyna's blog".
Proverò a rispondere come quando scrivo il post con la mia anima sul tavolo ed il mio respiro tra i tasti del mio Mac powerbook G4 (un po' di gloria anche per lui!!!! :-))) )
Questo memè, al contrario di altri, ha fatto davvero molto proseliti, quindi arrivando in ritardo rischio di non essere proprio "sulla notizia" lol ma spero che apprezzerete questa sconvolgente eccezione da parte del Rockpoeta e vorrete commentare NUMEROSISSIMI!!!!!! :-)))))))
Quanto alle nomination io vi lascio liberi; Chi vuole lo fa e risponde a questa sorta di mini-intervista altrimenti va bene lo stesso.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
Il Rockpoeta si intervista:
- Come sei diventato blogger?
Forse la curiosità di cimentarmi con questo mezzo così libero e poter essere editore di me stesso. Io ho sempre scritto poesie prettamente a tema sociale e chi legge il mio blog lo sa; devo dire che però quando è nato io mi ero in realtà prefisso di non pubblicare nulla che non fosse rigorosamente in prosa e quindi realizzare soltanto editoriali, come amo chiamarli. Ma poi dopo alcuni mesi non ho potuto resistere e anche le poesie hanno fatto sempre più capolino sul mio blog.
- Chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?
Senti quelle lacrime polverose
Asciugate e drenate da violenza e meschinità?
Ascolta,
Riesci a cogliere il pianto del loro respiro
La rabbia di civiltà soppresse
Di Tibet dimenticati
E di innocenze spazzate via da
Deserti senz'anima?
Riesci a piangere con loro
Rialzarti per loro
Lottare per tutto quello che vedi intorno a a te?
La mia voce per dare forza alla LORO.
Ecco,
Sono blogger
Per raccogliere ogni tua lacrima di polvere
Berla
E respirare insieme l'infinito.
......Va bene come risposta?
- Il tuo primo post?
A parte una riga di benvenuto che non conta, il primo vero post era: "OPINIONE DEL ROCKPOETA: Distinzioni Fittizie e Realtà Probabile..."
Vi lascio anche il link se siete curiosi :-))) http://agoradelrockpoeta.blogspot.com/2006/12/opinione-del-rockpoeta-distinzioni.html
- Il post di cui sei più fiero?
Onestamente tutti, nessuno escluso, per i motivi più disparati, per essere stato il primo anche a distanza di mesi ad aver messo in guardia da un qualcosa che poi puntualmente si è verficato, al saper scovare notizie che pochi trattano e molti occultano fino ad arrivare alle mie poesie postate qui su questo blog; ma, se proprio devo scegliere due (uno no di certo lol) post di cui vado fiero voglio citare le due interviste fatte a Dijana Pavlovic e Simona Cataldi; io non mi considero un intervistatore e realizzare due post così importanti e assai ben riusciti mi ha davvero molto inorgoglito.
- Il post di cui ti vergogni di più?
Nessuno.
- Da chi ti piacerebbe ricevere un commento?
Non lo so, ho la fortuna di essere molto commentato oltre che letto e non posso che ringraziare, in questa occasione, tutti coloro che oltre a leggermi (grazie grazie!!!) mi commentano. Il mio è un blog impegnativo da leggere, temi sociali e mai o quasi mai un post veramente "scacciapensieri" (nonostante io sia anche molto "free" nei contatti umani); commentarmi quindi non è semplice ed il riuscirci, come fanno loro, in tanti e con acume, intelligenza, ironia e sensibilità mi rende molto felice ed al contempo va a loro assoluto merito: Sono soprattutto loro la forza del mio blog e della mia voglia di non mollare il mio sogno....Grazie!!!
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
venerdì 16 novembre 2007
NEWS: Sei Una Disabile? Ed Allora Ti Piace!
Forse è questo il nuovo messaggio socio-culturale che la Corte D'Appello di Campobasso vuole far giungere alla società.
Un altro forse è che se sei disabile o cmq un essere indifeso non hai quasi diritti.
Il fatto è il seguente: una ragazza disabile è stata in passato quando aveva 15 anni violentata dal medesimo tassita durante il tragitto da scuola a casa; tassista di 78 anni.
La Corte d'Appello ha deciso che si tratta di un fatto di lieve entità quindi due anni di reclusione e pena sospesa tra l'altro per cui niente carcere. Per carità anche in primo grado era andata già benino (3 anni ed 8 mesi) ma questa volta con l'Appello è stato un trionfo! Già, un trionfo per lui, non certo per la giustizia...
Aiutatemi a capire: ma qual è il messaggio che passa? Io pensavo che più sei indifeso più ti devono tutelare; mi sbagliavo!
Forse il principio è l'opposto: tanto non comprendono, tanto sono esseri sfigati o cmq indifesi quindi tutto è lecito o cmq meno grave.
Ma allora, permettete la forte PROVOCAZIONE: legalizziamo anche la pedofilia! Chi oltre ai disabili è più indifeso dei bimbi?
Tra l'altro a quindici anni non è ancora pedofilia?
Se questa è la giustizia, io non ci capisco più nulla; Forse sarebbe il caso che restituissi la mia laurea in giurisprudenza; sto dimostrando di non aver capito neanche i prinicipi "cardine" del diritto......
Qui il link, io vado a stracciare quello stupido pezzo di carta!
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=13117&sez=HOME_INITALIA
Un altro forse è che se sei disabile o cmq un essere indifeso non hai quasi diritti.
Il fatto è il seguente: una ragazza disabile è stata in passato quando aveva 15 anni violentata dal medesimo tassita durante il tragitto da scuola a casa; tassista di 78 anni.
La Corte d'Appello ha deciso che si tratta di un fatto di lieve entità quindi due anni di reclusione e pena sospesa tra l'altro per cui niente carcere. Per carità anche in primo grado era andata già benino (3 anni ed 8 mesi) ma questa volta con l'Appello è stato un trionfo! Già, un trionfo per lui, non certo per la giustizia...
Aiutatemi a capire: ma qual è il messaggio che passa? Io pensavo che più sei indifeso più ti devono tutelare; mi sbagliavo!
Forse il principio è l'opposto: tanto non comprendono, tanto sono esseri sfigati o cmq indifesi quindi tutto è lecito o cmq meno grave.
Ma allora, permettete la forte PROVOCAZIONE: legalizziamo anche la pedofilia! Chi oltre ai disabili è più indifeso dei bimbi?
Tra l'altro a quindici anni non è ancora pedofilia?
Se questa è la giustizia, io non ci capisco più nulla; Forse sarebbe il caso che restituissi la mia laurea in giurisprudenza; sto dimostrando di non aver capito neanche i prinicipi "cardine" del diritto......
Qui il link, io vado a stracciare quello stupido pezzo di carta!
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=13117&sez=HOME_INITALIA
giovedì 15 novembre 2007
NEWS: Le Regole del "Campus"....
"E vai!!! Si torna tutti all'università o meglio ancora il Rockpoeta ci invita tutti ad andare nei college degli States a fare casino!!!" NO, ehm... mi spiace se qualcuno di voi l'ha pensato, ma non è nulla di tutto questo :-)))
Le regole a cui alludo sono quelle vigenti ed assolutamente segrete (ma ora sul web) che si applicano a Guantanamo.
Sono molto articolate e forse ad una distratta lettura sembrano un tantino "severe" ma non crudeli dato che sappiamo che tipo di prigionieri sono rinchiusi laggiù....
Peccato che spesso forse non le hanno certo rispettate, che altre regole ivi riportate violino apertamente la Convenzione di Ginevra (ci sono prigionieri classificati ad un livello di pericolosità tale, a loro avviso, da vietare in assoluto ogni contatto con personale esterno, quindi anche con la Croce Rossa) ed inoltre che abbiano anche rinchiuso in quei luoghi ameni anche gente poi risultata innocente.
Peccato che gli USA facciano rapire al'estero persone che loro ritengono terroristi...
Insomma, peccato che poi loro le regole le applichino in modo un po' troppo "free" e soprattutto sempre a loro vantaggio.
Detto ciò, leggiucchiando rapidamente qua e là il regolamento (questo il link per leggerlo: http://download.repubblica.it/pdf/2007/Guantanamo.pdf ) quello che mi ha colpito è questo paragrafo:
"Chapter 3
Detainee Receptions Operations
3-1 Overview. Periodically, detainees will arrive at Leeward Airfield to be moved to Camp Delta - Sarebbe Guantanamo che loro chiamano Camp Delta come fosse un Campus e non una prigione - for detention.
The JDOG 53 will provide for specific instructions..."
Di fatto dice che tutti i prigionieri che periodicamente arriveranno al loro "campus", il Campo Delta (mi domando se hanno anche la squadra di football e le cheerleaders!!!!), provenienti da Leeward Airfield, riceveranno da quel JDOG 53 (che è una sigla che indica se ho letto bene un tipo di ufficiale militare con specifici compiti da svolgere in base appunto al regolamento...) tutte le istruzioni specifiche, ossia le regola base direi io per...sopravvivere.
Leggendo questo passaggio ho finalmente capito una cosa: ecco da dove abbiamo preso spunto, in Italia, per i nostri CPT!
Aggiungo che deve essere una notizia particolarmente scomoda se è sparita dalla homepage del sito di Repubblica nonostante non fosse neanche ancora arrivata in fondo pagina e quindi prima del solito. Peraltro il vostro "segugio" :-))) l'ha recuperata nella sezione "Esteri" quindi vi posto anche questo link:
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/regolamento-guantanamo/regolamento-guantanamo/regolamento-guantanamo.html
Sono contento di aver acciuffato forse per tempo questa notizia dato che non volevo passasse in secondo piano o finisse addirittura in cavalleria....
Il terrorismo va stroncato, il fenomeno dell'immigrazione seriamente affrontato, ma le torture nel primo caso e la ghettizzazione nel secondo non portano da nessuna parte.
Le regole a cui alludo sono quelle vigenti ed assolutamente segrete (ma ora sul web) che si applicano a Guantanamo.
Sono molto articolate e forse ad una distratta lettura sembrano un tantino "severe" ma non crudeli dato che sappiamo che tipo di prigionieri sono rinchiusi laggiù....
Peccato che spesso forse non le hanno certo rispettate, che altre regole ivi riportate violino apertamente la Convenzione di Ginevra (ci sono prigionieri classificati ad un livello di pericolosità tale, a loro avviso, da vietare in assoluto ogni contatto con personale esterno, quindi anche con la Croce Rossa) ed inoltre che abbiano anche rinchiuso in quei luoghi ameni anche gente poi risultata innocente.
Peccato che gli USA facciano rapire al'estero persone che loro ritengono terroristi...
Insomma, peccato che poi loro le regole le applichino in modo un po' troppo "free" e soprattutto sempre a loro vantaggio.
Detto ciò, leggiucchiando rapidamente qua e là il regolamento (questo il link per leggerlo: http://download.repubblica.it/pdf/2007/Guantanamo.pdf ) quello che mi ha colpito è questo paragrafo:
"Chapter 3
Detainee Receptions Operations
3-1 Overview. Periodically, detainees will arrive at Leeward Airfield to be moved to Camp Delta - Sarebbe Guantanamo che loro chiamano Camp Delta come fosse un Campus e non una prigione - for detention.
The JDOG 53 will provide for specific instructions..."
Di fatto dice che tutti i prigionieri che periodicamente arriveranno al loro "campus", il Campo Delta (mi domando se hanno anche la squadra di football e le cheerleaders!!!!), provenienti da Leeward Airfield, riceveranno da quel JDOG 53 (che è una sigla che indica se ho letto bene un tipo di ufficiale militare con specifici compiti da svolgere in base appunto al regolamento...) tutte le istruzioni specifiche, ossia le regola base direi io per...sopravvivere.
Leggendo questo passaggio ho finalmente capito una cosa: ecco da dove abbiamo preso spunto, in Italia, per i nostri CPT!
Aggiungo che deve essere una notizia particolarmente scomoda se è sparita dalla homepage del sito di Repubblica nonostante non fosse neanche ancora arrivata in fondo pagina e quindi prima del solito. Peraltro il vostro "segugio" :-))) l'ha recuperata nella sezione "Esteri" quindi vi posto anche questo link:
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/regolamento-guantanamo/regolamento-guantanamo/regolamento-guantanamo.html
Sono contento di aver acciuffato forse per tempo questa notizia dato che non volevo passasse in secondo piano o finisse addirittura in cavalleria....
Il terrorismo va stroncato, il fenomeno dell'immigrazione seriamente affrontato, ma le torture nel primo caso e la ghettizzazione nel secondo non portano da nessuna parte.
martedì 13 novembre 2007
L'Angolo del Rockpoeta: "Man On The Corner"
Vite sole che non arrivano alla fine del mese, interi vissuti umiliati e feriti dalle ingiustizie e da incontri sbagliati. Amarezza e dignità nel modo di essere, devono portare noi tutti a rispettare ed accettare quella loro scelta.
Man on the Corner
He's a man on the corner
Alone
Kinless
Warmless
And empty.
He's a man in the corner
Tired and sad
And he ran
Ran for all his life
But no one and nothing ever smiled to his face.
E' un uomo all'angolo
Ha respirato gli affanni della vita
I dolori del tempo
Le meschinità del quotidiano
Ed i sogni delusi dalla cattiveria dell'uomo.
Padre a metà
Perchè la biologia conta più dell'amore
Ghostworker
Cerca e lotta
Come un pugile suonato
Per uscire da quell'angolo.
Con quei guantoni sudati
Colpisce aria e nulla.
He's a man in the corner
Tired & Alone.
He was a man in the corner.
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA
Lavori perduti, età avanzata, destino avverso, e società fagocitante, possono far restare indietro. E queste persone quando decidono che il loro tempo è finito, anche se a nostro avviso hanno sbagliato, vanno rispettate a posteriori per la loro decisione.
Si può ovviamente non condividere una scelta come quella ma bisogna accettarla. Ho più rispetto verso chi si arrende dopo aver lottato che chi vigliaccamente si rifugia in paradisi artificiali o altre forme e vie di fuga come ad es. l'alcol.
Dispiace leggere che alcuni scrittori (uno in realtà, Coelho) che dovrebbero aver conosciuto la sofferenza vedano e colleghino un gesto simile solo ad un fastidioso capriccio di una adolescente che non può avere tutte le cose che vuole.
Perchè ci vuole coraggio anche per morire.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
Man on the Corner
He's a man on the corner
Alone
Kinless
Warmless
And empty.
He's a man in the corner
Tired and sad
And he ran
Ran for all his life
But no one and nothing ever smiled to his face.
E' un uomo all'angolo
Ha respirato gli affanni della vita
I dolori del tempo
Le meschinità del quotidiano
Ed i sogni delusi dalla cattiveria dell'uomo.
Padre a metà
Perchè la biologia conta più dell'amore
Ghostworker
Cerca e lotta
Come un pugile suonato
Per uscire da quell'angolo.
Con quei guantoni sudati
Colpisce aria e nulla.
He's a man in the corner
Tired & Alone.
He was a man in the corner.
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA
Lavori perduti, età avanzata, destino avverso, e società fagocitante, possono far restare indietro. E queste persone quando decidono che il loro tempo è finito, anche se a nostro avviso hanno sbagliato, vanno rispettate a posteriori per la loro decisione.
Si può ovviamente non condividere una scelta come quella ma bisogna accettarla. Ho più rispetto verso chi si arrende dopo aver lottato che chi vigliaccamente si rifugia in paradisi artificiali o altre forme e vie di fuga come ad es. l'alcol.
Dispiace leggere che alcuni scrittori (uno in realtà, Coelho) che dovrebbero aver conosciuto la sofferenza vedano e colleghino un gesto simile solo ad un fastidioso capriccio di una adolescente che non può avere tutte le cose che vuole.
Perchè ci vuole coraggio anche per morire.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
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L'Angolo del Rockpoeta
domenica 11 novembre 2007
OPINIONE DEL ROCKPOETA: Dal Surrealismo All'Irrealtà.
Abbiamo parlato di Surreale, ora tuffiamoci di nuovo amaramente nella realtà. Anche se, a ben guardare, tutto quello di cui sto per scrivervi, se non fosse vero, a me parrebbe irreale.
Avrete sentito tutti dell'avvenimento accaduto all'autogrill dell'Autostrada vicino ad Arezzo anche se ancora adesso cosa sia successo esattamente in quell'autogrill non è chiarissimo.
Tifosi della juventus vengono sembra attaccati da coloro che erano in quella Renault megane. Inizia una colluttazione e una autovettura della Stradale dall'altra parte della carreggiata decide di intervenire.
Un poliziotto decide a piedi di andare dall'altra parte per sedare la rissa, dato che nonostante la sirena della volante per dissuaderli dal proseguire gli scontri, sembra che la situazione non si fosse calmata (strano perchè poi arrivato lì la rissa non c'era più...). Non si riesce a capire se la rissa, a quel punto, fosse già conlcusa o meno ma sicuramente la macchina degli juventini era già volata via. Il poliziotto spara due colpi in aria, o almeno così sembra, e uno di questi colpisce il tifoso laziale. Il Questore, in serata dichiarerà che un colpo è stato sicuramente sparato in aria l'altro invece è da appurare.
Da quel momento è successo di tutto: a Bergamo gli ultras hanno costretto a far sospendere la partita ed a Roma in serata è andata "in scena" una sorta di vergognosa guerriglia urbana.
Io credo che ci siano alcune responsabilità che devono essere rilevate e che poi devono essere risolte:
1) E' un dato di fatto che cmq era in atto una rissa tra pseudotifosi. Questo è un comportamento inaccettabile. Inoltre è scandaloso il comportamento degli ultras dell'Atalanta che hanno con la violenza costretto i giocatori e l'arbitro a far sospendere la partita dopo i primi sette minuti. Al riguardo vorrei fare due brevi riflessioni:
a) In primis una piccola provocazione: ammesso e NON CONCESSO che il comportamento della curva atalantina possa da parte di qualcuno considerarsi "giustificato" (!?!?!?!!!!), avrei allora gradito vedere questa stessa determinazione da parte di quella curva, di tutte le curve, anche quando a morire è stato un poliziotto (Ispettore Raciti). Non mi ricordo di averla vista.
b) Se si voleva manifestare in modo forte, deciso ma NON VIOLENTO il proprio dissenso era sufficiente o abbandonare lo stadio disertando la partita in segno di protesta oppure fischiando per tutto l'incontro tutti i 22 contendenti. Ma invece no, hanno deciso di imporre la loro volontà con la violenza.
2) L'altro tema che vorrei toccare è quello dei media. Molti di noi sono bloggers che postano su temi sociali, politici e di attualità e tutti quanti noi stiamo attenti a non postare cose inesatte e cerchiamo sempre di verificarle per quanto ci è possibile NON essendo GIORNALISTI e non essendo pagati neanche per fare i bloggers. Invece, tra i media, accanto a giornalisti seri abbiamo tuttologi o cmq giornalisti/e da varietà che forse non dovrebbero essere messi in ruoli così cruciali. Una notizia come la morte di un tifoso per mano di un poliziotto va data con attenzione; in primo luogo bisogna essere sicuri di come si sono svolti i fatti e poi, cercare di darla con le parole più giuste.
Detto questo, il mio cuore è gonfio di amarezza: un ragazzo ci ha rimesso la vita, ma va anche detto che oramai la violenza tra tifoserie ha una natura grave che si configura alla stregua di un' Associazione a delinquere militarmente organizzata e questo è un problema che va affrontato.
Purtroppo, e lo dico con la morte nel cuore, un primo passo, una prima misura d'urgenza dovrà essere quella di vietare al tifo organizzato di andare in trasferta.
E basta sentire i soliti stucchevoli commenti nelle trasmissioni sportive, mi stanno venendo forti conati di vomito.
Concludo con una citazione di W. Churchill che affermava che gli italiani perdono una partita di calcio come se fosse una guerra ed una guerra come se fosse una partita di calcio.
Purtroppo caro Winston, la ragione è dalla tua parte.
Avrete sentito tutti dell'avvenimento accaduto all'autogrill dell'Autostrada vicino ad Arezzo anche se ancora adesso cosa sia successo esattamente in quell'autogrill non è chiarissimo.
Tifosi della juventus vengono sembra attaccati da coloro che erano in quella Renault megane. Inizia una colluttazione e una autovettura della Stradale dall'altra parte della carreggiata decide di intervenire.
Un poliziotto decide a piedi di andare dall'altra parte per sedare la rissa, dato che nonostante la sirena della volante per dissuaderli dal proseguire gli scontri, sembra che la situazione non si fosse calmata (strano perchè poi arrivato lì la rissa non c'era più...). Non si riesce a capire se la rissa, a quel punto, fosse già conlcusa o meno ma sicuramente la macchina degli juventini era già volata via. Il poliziotto spara due colpi in aria, o almeno così sembra, e uno di questi colpisce il tifoso laziale. Il Questore, in serata dichiarerà che un colpo è stato sicuramente sparato in aria l'altro invece è da appurare.
Da quel momento è successo di tutto: a Bergamo gli ultras hanno costretto a far sospendere la partita ed a Roma in serata è andata "in scena" una sorta di vergognosa guerriglia urbana.
Io credo che ci siano alcune responsabilità che devono essere rilevate e che poi devono essere risolte:
1) E' un dato di fatto che cmq era in atto una rissa tra pseudotifosi. Questo è un comportamento inaccettabile. Inoltre è scandaloso il comportamento degli ultras dell'Atalanta che hanno con la violenza costretto i giocatori e l'arbitro a far sospendere la partita dopo i primi sette minuti. Al riguardo vorrei fare due brevi riflessioni:
a) In primis una piccola provocazione: ammesso e NON CONCESSO che il comportamento della curva atalantina possa da parte di qualcuno considerarsi "giustificato" (!?!?!?!!!!), avrei allora gradito vedere questa stessa determinazione da parte di quella curva, di tutte le curve, anche quando a morire è stato un poliziotto (Ispettore Raciti). Non mi ricordo di averla vista.
b) Se si voleva manifestare in modo forte, deciso ma NON VIOLENTO il proprio dissenso era sufficiente o abbandonare lo stadio disertando la partita in segno di protesta oppure fischiando per tutto l'incontro tutti i 22 contendenti. Ma invece no, hanno deciso di imporre la loro volontà con la violenza.
2) L'altro tema che vorrei toccare è quello dei media. Molti di noi sono bloggers che postano su temi sociali, politici e di attualità e tutti quanti noi stiamo attenti a non postare cose inesatte e cerchiamo sempre di verificarle per quanto ci è possibile NON essendo GIORNALISTI e non essendo pagati neanche per fare i bloggers. Invece, tra i media, accanto a giornalisti seri abbiamo tuttologi o cmq giornalisti/e da varietà che forse non dovrebbero essere messi in ruoli così cruciali. Una notizia come la morte di un tifoso per mano di un poliziotto va data con attenzione; in primo luogo bisogna essere sicuri di come si sono svolti i fatti e poi, cercare di darla con le parole più giuste.
Detto questo, il mio cuore è gonfio di amarezza: un ragazzo ci ha rimesso la vita, ma va anche detto che oramai la violenza tra tifoserie ha una natura grave che si configura alla stregua di un' Associazione a delinquere militarmente organizzata e questo è un problema che va affrontato.
Purtroppo, e lo dico con la morte nel cuore, un primo passo, una prima misura d'urgenza dovrà essere quella di vietare al tifo organizzato di andare in trasferta.
E basta sentire i soliti stucchevoli commenti nelle trasmissioni sportive, mi stanno venendo forti conati di vomito.
Concludo con una citazione di W. Churchill che affermava che gli italiani perdono una partita di calcio come se fosse una guerra ed una guerra come se fosse una partita di calcio.
Purtroppo caro Winston, la ragione è dalla tua parte.
sabato 10 novembre 2007
La Forza Delle Idee: Tra Surrealismo e Realtà
Un post surreale; non nasce da un fatto specifico, ma si lega in realtà a tutto quello che ci accade intorno e forse suggerisce come affrontarlo.
Una tela su un cavalletto, grattacieli lilla e finestre nere scure, color pastello a metà tra Hopper e il periodo Blu di Picasso o ancora un pittore che dipingeva quadri molto sereni con uno stile quasi"infantile".
Alla base della tela un omino piccolo di spalle.
La tela si anima. Nella fattispecie l'omino, il quale alza le braccia al cielo.
In quel momento, le porte scorrevoli che ha di fronte si aprono e una luce artificiale si accende davanti a lui e, contemporaneamente, al primo piano del grattacielo alla sua sinistra.
Riabbassa le braccia, e le luci si spengono, la porte si richiudono,
Allarga nuovamente le braccia, e tutto riprende.
Un'immagine astratta, surreale, non legata a nulla, se non forse al concetto che la forza delle idee e delle intuizioni apre ogni porta, muove il mondo e vince, vince su tutto.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
Una tela su un cavalletto, grattacieli lilla e finestre nere scure, color pastello a metà tra Hopper e il periodo Blu di Picasso o ancora un pittore che dipingeva quadri molto sereni con uno stile quasi"infantile".
Alla base della tela un omino piccolo di spalle.
La tela si anima. Nella fattispecie l'omino, il quale alza le braccia al cielo.
In quel momento, le porte scorrevoli che ha di fronte si aprono e una luce artificiale si accende davanti a lui e, contemporaneamente, al primo piano del grattacielo alla sua sinistra.
Riabbassa le braccia, e le luci si spengono, la porte si richiudono,
Allarga nuovamente le braccia, e tutto riprende.
Un'immagine astratta, surreale, non legata a nulla, se non forse al concetto che la forza delle idee e delle intuizioni apre ogni porta, muove il mondo e vince, vince su tutto.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
mercoledì 7 novembre 2007
L'Angolo del Rockpoeta: "Mummy Gun"
Una poesia incentrata su un fatto che Simona-Rudyguevara aveva postato sul blog unitario "Bloggersforburma" e che riguardava l'arruolamento e relativo addestramento militare di bambini da parte del Regime Birmano. Post per il quale vi rinvio sia al nostro blog unitario che al suo blog dato che Rudy aveva postato anche da lei quella notizia.
In questi giorni non riuscivo a togliermi dalla testa il dolore e l'immagine che avevo nella mia mente di questi bimbi in divisa. Peraltro fatto questo tutt'altro che nuovo ahimè....
E allora, qualche giorno fa ho scritto questa poesia che oggi, tempi tecnici necessari per il deposito SIAE, vi posto per condividere con voi queste mie emozioni.
Mummy Gun
Distorsioni sonore
E Voi, Voi che guardate?
Zoppicati lamenti
Sbocconcellati pensieri
Ritagli di arrotolato ermetismo spicciolo.
Don' t worry baby
This noise won't kill you.
Vedo il rosso che avanza
Movimenti di Tuniche vive
Insanguinate da anni di repressione
Uccise da mani innocenti
Allenate a macchiarsi di morte.
Don't worry baby
Mummy Gun is here
Don't be afraid
Daddy Death is here
Push it!
E voi che avete da fissare?
Giratevi dall'altra parte
Se non volete guardare
E non volete salvarli con un abbraccio!
E reclamo la mia vita
I miei versi
La mia rabbia
I miei sogni
La loro pace
E la loro libertà.
La nostra libertà.
Don't worry baby....
E le mie braccia piangono
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA.
In questi giorni non riuscivo a togliermi dalla testa il dolore e l'immagine che avevo nella mia mente di questi bimbi in divisa. Peraltro fatto questo tutt'altro che nuovo ahimè....
E allora, qualche giorno fa ho scritto questa poesia che oggi, tempi tecnici necessari per il deposito SIAE, vi posto per condividere con voi queste mie emozioni.
Mummy Gun
Distorsioni sonore
E Voi, Voi che guardate?
Zoppicati lamenti
Sbocconcellati pensieri
Ritagli di arrotolato ermetismo spicciolo.
Don' t worry baby
This noise won't kill you.
Vedo il rosso che avanza
Movimenti di Tuniche vive
Insanguinate da anni di repressione
Uccise da mani innocenti
Allenate a macchiarsi di morte.
Don't worry baby
Mummy Gun is here
Don't be afraid
Daddy Death is here
Push it!
E voi che avete da fissare?
Giratevi dall'altra parte
Se non volete guardare
E non volete salvarli con un abbraccio!
E reclamo la mia vita
I miei versi
La mia rabbia
I miei sogni
La loro pace
E la loro libertà.
La nostra libertà.
Don't worry baby....
E le mie braccia piangono
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA.
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L'Angolo del Rockpoeta
lunedì 5 novembre 2007
NEWS: Ma Ci Hanno Interpellato?
Un sondaggio che trovate su Repubblica on line e più precisamente qui: http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/notizie/dettaglio/pensioni-quattro-su-dieci-dopo-i-65-anni/2662171 sembra dire, da fonti Istat, che i lavoratori (più autonomi che dipendenti e tra questi ultimi più gli impiegati degli operai) preferiscono differire oltre il sessantacinquesimo anno d'età il dover andare in pensione.
Fermo restando che nell'articolo prima si parla di fascia di età tra i 50 ed i 59 e poi invece la estendono ai 69 (errore di battitura il primo?) mi domando come sia possibile e soprattutto che valore abbia il sondaggio in questione, dato che poi oltre quell'età dovrebbero lavorarci tutti, anche i più giovani. Dico questo perchè sapete come va in Italia: fatto il sondaggio si fa la legge che però potrebbe applicarsi non solo a quella fascia di età ma anche ad un ventenne magari....
Ed allora mi domando, ma perchè non ci hanno interpellato? Se si deve lavorare per così tanto tempo, per capire se tutti sono concordi si sarebbe dovuto prendere forse un campione allargato di età anche se mi rendo conto delle difficoltà contingenti nel trovare, oggigiorno, anche solo dei quarantenni non precari....
PS: che si trattava di un campione non significativo lo dimostra invece il sondaggio che si può fare on line sempre a quel link. Vedremo quanti lo faranno ed a quel punto tireremo le somme. Vi invito a farlo si tratta di fare due click.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
Fermo restando che nell'articolo prima si parla di fascia di età tra i 50 ed i 59 e poi invece la estendono ai 69 (errore di battitura il primo?) mi domando come sia possibile e soprattutto che valore abbia il sondaggio in questione, dato che poi oltre quell'età dovrebbero lavorarci tutti, anche i più giovani. Dico questo perchè sapete come va in Italia: fatto il sondaggio si fa la legge che però potrebbe applicarsi non solo a quella fascia di età ma anche ad un ventenne magari....
Ed allora mi domando, ma perchè non ci hanno interpellato? Se si deve lavorare per così tanto tempo, per capire se tutti sono concordi si sarebbe dovuto prendere forse un campione allargato di età anche se mi rendo conto delle difficoltà contingenti nel trovare, oggigiorno, anche solo dei quarantenni non precari....
PS: che si trattava di un campione non significativo lo dimostra invece il sondaggio che si può fare on line sempre a quel link. Vedremo quanti lo faranno ed a quel punto tireremo le somme. Vi invito a farlo si tratta di fare due click.
Daniele Verzetti, Rockpoeta.
venerdì 2 novembre 2007
OPINIONE DEL ROCKPOETA: Quando Lo Stato Ha...."Ragione!"
E torniamo a parlare di Genova e del G8. In realtà io qui sul blog ne ho parlato sempre poco e marginalmente chissà forse perchè genovese e quindi più intento a curare certe ferite che a volerle riaprire.
Ma oggi non posso esimermi dal parlarne.
Come saprete lo Stato ha chiesto agli autori delle devastazioni di Genova, o almeno quelli che hanno preso e non certo i black block,un importante risarcimento danni pari a, globalmente, tre milioni di euro.
Pare però(fonte: Repubblica cartacea di oggi pagina locale, io lì ho letto la notizia) che non abbia alcuna intenzione di risarcire le vittime di ingiustificati pestaggi (per es. una missionaria di 50 anni in Via Assarotti)ad opera dei poliziotti adducendo che non esiste il danno punitivo e che il giudice vorrebbe applicare un concetto giuridico inesistente(non è vero, il giudice non vuole fare ciò) e che inoltre i danni subiti da quelle persone non sarebbero (!?!) riconducibili alle botte inferte loro dai poliziotti.
Beh credo sia una affermazione nella sostanza (non nelle motivazioni addotte).... giustissima! SE uno Stato è fascista (Cdx o Csx è lo stesso) ha il sacrosanto "diritto" di massacrare chiunque senza doversi giustificare nè tantomeno dover risarcire il danno; non credete?
Ma oggi non posso esimermi dal parlarne.
Come saprete lo Stato ha chiesto agli autori delle devastazioni di Genova, o almeno quelli che hanno preso e non certo i black block,un importante risarcimento danni pari a, globalmente, tre milioni di euro.
Pare però(fonte: Repubblica cartacea di oggi pagina locale, io lì ho letto la notizia) che non abbia alcuna intenzione di risarcire le vittime di ingiustificati pestaggi (per es. una missionaria di 50 anni in Via Assarotti)ad opera dei poliziotti adducendo che non esiste il danno punitivo e che il giudice vorrebbe applicare un concetto giuridico inesistente(non è vero, il giudice non vuole fare ciò) e che inoltre i danni subiti da quelle persone non sarebbero (!?!) riconducibili alle botte inferte loro dai poliziotti.
Beh credo sia una affermazione nella sostanza (non nelle motivazioni addotte).... giustissima! SE uno Stato è fascista (Cdx o Csx è lo stesso) ha il sacrosanto "diritto" di massacrare chiunque senza doversi giustificare nè tantomeno dover risarcire il danno; non credete?
SEGNALAZIONE DEL ROCKPOETA: For A Better Future.
Per un futuro migliore, un futuro senza armi atomiche sul suolo italiano, è sorto un Comitato Promotore che si prefigge di raccogliere le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare al fine di ottenere che anche l'Italia, come l'Austria, venga liberata da questa minaccisosa presenza.
Per raggiungere lo scopo sono assolutamente necessarie 55.000 firme.
Raccolgo, pertanto, e faccio mio volentieri l'appello fattomi da Franca del blog "Francamente", che potete trovare tra i "preferiti" su questo blog, di diffondere tale iniziativa, ritenendo si tratti di una causa importante. Chiunque lo ritenesse opportuno, potrebbe realizzare un post per pubblicizzare questa iniziativa promossa dal suddetto Comitato.
Vi posto qui sotto l'appello del Comitato Promotore rinviandovi per altre informazioni sul loro sito:
http://www.unfuturosenzatomiche.org/
IL LORO APPELLO:
"La messa al bando di tutte le armi nucleari è un’aspirazione condivisa da tutta l’umanità.
A livello internazionale, invece, stanno aumentando ricerca e produzione di nuovi tipi di bombe atomiche.
Altre potenze finanziano l’ammodernamento dei propri arsenali nucleari.
Ed aumentano, di conseguenza, i Paesi che vogliono entrarne in possesso per acquistare peso sulla scena mondiale. In Italia abbiamo 90 testate atomiche.
Non dovrebbero esserci. Nel 1975 l’Italia ha ratificato il Trattato di Non Proliferazione nucleare impegnandosi (art. 2) a non produrre né ad accettare mai sul proprio territorio armi nucleari.
Secondo il diritto internazionale, l’Italia le deve rifiutare. Per Alleanza (NATO), invece, le accetta.
Non possiamo avere due pesi e due misure.
I negoziati internazionali per liberare l’umanità dalla minaccia atomica rimangono impantanati perché chi possiede le armi atomiche vuole solo che nessun altro le abbia. Ma non è disposto a rinunciarvi.
E questo invece era l’impegno sottoscritto nel Trattato di Non Proliferazione (art.6): arrivare al disarmo nucleare totale e globale.
Cominciamo da qui. Cominciamo da noi.
Per questo lanciamo una raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare. Affinché si dichiari l’Italia “Paese Libero da Armi Nucleari”.
Diventeremo, come l’Austria, uno dei 106 Stati del mondo dove le bombe atomiche non hanno diritto di cittadinanza.
Saremo la maggioranza, nella buona compagnia di tutti gli Stati dell’America centro-meridionale, dell’Africa, del Pacifico, del sud-est asiatico.
E cammineremo anche noi verso un futuro senza atomiche."
Ed ora, se ci credete anche voi, non resta che firmare.
Per raggiungere lo scopo sono assolutamente necessarie 55.000 firme.
Raccolgo, pertanto, e faccio mio volentieri l'appello fattomi da Franca del blog "Francamente", che potete trovare tra i "preferiti" su questo blog, di diffondere tale iniziativa, ritenendo si tratti di una causa importante. Chiunque lo ritenesse opportuno, potrebbe realizzare un post per pubblicizzare questa iniziativa promossa dal suddetto Comitato.
Vi posto qui sotto l'appello del Comitato Promotore rinviandovi per altre informazioni sul loro sito:
http://www.unfuturosenzatomiche.org/
IL LORO APPELLO:
"La messa al bando di tutte le armi nucleari è un’aspirazione condivisa da tutta l’umanità.
A livello internazionale, invece, stanno aumentando ricerca e produzione di nuovi tipi di bombe atomiche.
Altre potenze finanziano l’ammodernamento dei propri arsenali nucleari.
Ed aumentano, di conseguenza, i Paesi che vogliono entrarne in possesso per acquistare peso sulla scena mondiale. In Italia abbiamo 90 testate atomiche.
Non dovrebbero esserci. Nel 1975 l’Italia ha ratificato il Trattato di Non Proliferazione nucleare impegnandosi (art. 2) a non produrre né ad accettare mai sul proprio territorio armi nucleari.
Secondo il diritto internazionale, l’Italia le deve rifiutare. Per Alleanza (NATO), invece, le accetta.
Non possiamo avere due pesi e due misure.
I negoziati internazionali per liberare l’umanità dalla minaccia atomica rimangono impantanati perché chi possiede le armi atomiche vuole solo che nessun altro le abbia. Ma non è disposto a rinunciarvi.
E questo invece era l’impegno sottoscritto nel Trattato di Non Proliferazione (art.6): arrivare al disarmo nucleare totale e globale.
Cominciamo da qui. Cominciamo da noi.
Per questo lanciamo una raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare. Affinché si dichiari l’Italia “Paese Libero da Armi Nucleari”.
Diventeremo, come l’Austria, uno dei 106 Stati del mondo dove le bombe atomiche non hanno diritto di cittadinanza.
Saremo la maggioranza, nella buona compagnia di tutti gli Stati dell’America centro-meridionale, dell’Africa, del Pacifico, del sud-est asiatico.
E cammineremo anche noi verso un futuro senza atomiche."
Ed ora, se ci credete anche voi, non resta che firmare.
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