E' mancato anche Dario Fo. E' vero, mi si potrà obiettare che lui al contrario per esempio di Bowie, aveva già 90 anni. Resta il fatto di un anno orribile e funesto.
Restano anche i miei ricordi che vanno indietro fino a quando ero bambino e vedevo Fo recitare dal vivo o in televisione. Ho sempre amato quest'artista ed anche sempre ammirato e stimato l'uomo che c'era dietro.
Lo so, è un post parzialmente in controtendenza con quelli tipici di questo blog (salvo rare eccezioni) ma sentivo il bisogno di condividere con voi una perdita che chiunque ami la cultura e la sensibilità in generale nonché l'arguta intelligenza di Dario Fo, non può non aver avvertito oggi.
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giovedì 13 ottobre 2016
giovedì 6 ottobre 2016
OPINIONE DEL ROCKPOETA®: Il Santoro Che Fu
Non ho mai amato particolarmente Santoro. Per quanto fosse combattivo, ho sempre avuto la sensazione netta che strizzasse l'occhio ad eventi che gli sapessero portare audience e che non fosse sempre obiettivo nei suoi giudizi.
Detto questo non ho mai trovato Santoro soporifero. Fino a ieri sera…
Santoro fa un programma all'acqua di rosa, quasi fuori dalla realtà. Denuncia la vita da vip e di chi spera di vivere come loro ma racconta cose già viste e sentite. Niente denuncia sociale o politica.
Insomma un Santoro che se prima era furbo ma almeno sul pezzo ora si è tristemente imborghesito.
Inutile e stucchevole anche la parte con i due Sindaci di Napoli e Milano. Quanto all'intervista a Zanardi, per quanto sia emotivamente coinvolgente la persona, è stata a mio avviso l'ulteriore conferma dell'orientamento buonista e soporifero che Santoro ha dato al suo programma.
Insomma, pur di tornare alla Rai il buon Michele rinuncia a Travaglio nonché a fare informazione sui temi che scottano. E così facendo abdica anche dal suo ultimo brandello di dignità.
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Detto questo non ho mai trovato Santoro soporifero. Fino a ieri sera…
Santoro fa un programma all'acqua di rosa, quasi fuori dalla realtà. Denuncia la vita da vip e di chi spera di vivere come loro ma racconta cose già viste e sentite. Niente denuncia sociale o politica.
Insomma un Santoro che se prima era furbo ma almeno sul pezzo ora si è tristemente imborghesito.
Inutile e stucchevole anche la parte con i due Sindaci di Napoli e Milano. Quanto all'intervista a Zanardi, per quanto sia emotivamente coinvolgente la persona, è stata a mio avviso l'ulteriore conferma dell'orientamento buonista e soporifero che Santoro ha dato al suo programma.
Insomma, pur di tornare alla Rai il buon Michele rinuncia a Travaglio nonché a fare informazione sui temi che scottano. E così facendo abdica anche dal suo ultimo brandello di dignità.
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martedì 4 ottobre 2016
OPINIONE DEL ROCKPOETA®: C'era Una Volta La Rete...
C'era una volta LA RETE. Quella genuina, ancora quasi inesplorata. Un luogo dove il mainstream non era di casa e dove chi si collegava non cercava presunti "Opinionisti VIP" (anche perché non occupavano ancora la rete) ma persone che avessero sinceri e differenti punti di vista, coi quali comunicare, dialogare, controbattere. Ecco quindi i blog.
Poi Internet cresce ed arrivano i social che diventano per certi aspetti, il male della rete. In realtà la colpa non è solo dei social ma anche di chi li usa e di come vengono utilizzati. Da quel momento, complice un imbarbarimento socio-culturale ed il dilagare di una superficialità terrificante, tutti si sentono VIP e tutti vogliono sentirsi "importanti". Ecco che nascono i "like" su ogni cosa: dalla foto nella quale ci si lava i denti, al drink con amici o amiche, a saluti di ogni tipo a qualunque ora del giorno e della notte.
A tutto questo si affianca l'avvento dei VIP di giornali e TV e scrittori "tuttologi" i quali invadono la rete e dai quali si va a commentare in decine di migliaia solo con l'illusorio scopo di essere notati, credendo di poter avere quell'attimo di notorietà attraverso anche un "like" casuale del titolare di quell'account.
Quanto sopra enunciato, oltre alla sintesi estrema e banale di Twitter o alla morte della parola come nel caso di Instagram, porta all'affermazione di tre pressoché maggioritarie categorie del web:
1) La prima fatta di gente superficiale che mette solo fotine e fa solo (e sottolineo SOLO) stupidi giochini virtuali.
2) La seconda fatta di provocatori e/o troll che vengono a commentare post di un certo spessore ma solo per provocare ed insultare.
3) La terza è fatta da chi non la pensa come te ma o per paura di rappresaglie nei commenti da parte di chiunque o forse per una forma oramai radicata di integralismo del suo pensiero, non ti commenta più e vuole solo scrivere per i suoi accoliti (pochi o tanti che siano) e ricevere da questi parole di approvazione ed ammirazione sperticata.
E poi ci sono quei pochi che invece cercano di comunicare e denunciare fatti e situazioni esprimendo un pensiero libero e non facilmente omologabile né tantomeno riassumibile in soli 140 caratteri. Sono così pochi che si sta valutando di fare una petizione on line per chiedere al WWF di inserirli come specie in via d'estinzione e come tale da proteggere.
Ecco perché questo post troverà pochi lettori, ma è proprio su un post come questo che sarebbe carino e divertente vedere quanti si "impegneranno" in un commento per vedere se detto articolo l'hanno letto sul serio, esprimendo un parere di senso compiuto avvalendosi della parola oltre che di emoticons.
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Poi Internet cresce ed arrivano i social che diventano per certi aspetti, il male della rete. In realtà la colpa non è solo dei social ma anche di chi li usa e di come vengono utilizzati. Da quel momento, complice un imbarbarimento socio-culturale ed il dilagare di una superficialità terrificante, tutti si sentono VIP e tutti vogliono sentirsi "importanti". Ecco che nascono i "like" su ogni cosa: dalla foto nella quale ci si lava i denti, al drink con amici o amiche, a saluti di ogni tipo a qualunque ora del giorno e della notte.
A tutto questo si affianca l'avvento dei VIP di giornali e TV e scrittori "tuttologi" i quali invadono la rete e dai quali si va a commentare in decine di migliaia solo con l'illusorio scopo di essere notati, credendo di poter avere quell'attimo di notorietà attraverso anche un "like" casuale del titolare di quell'account.
Quanto sopra enunciato, oltre alla sintesi estrema e banale di Twitter o alla morte della parola come nel caso di Instagram, porta all'affermazione di tre pressoché maggioritarie categorie del web:
1) La prima fatta di gente superficiale che mette solo fotine e fa solo (e sottolineo SOLO) stupidi giochini virtuali.
2) La seconda fatta di provocatori e/o troll che vengono a commentare post di un certo spessore ma solo per provocare ed insultare.
3) La terza è fatta da chi non la pensa come te ma o per paura di rappresaglie nei commenti da parte di chiunque o forse per una forma oramai radicata di integralismo del suo pensiero, non ti commenta più e vuole solo scrivere per i suoi accoliti (pochi o tanti che siano) e ricevere da questi parole di approvazione ed ammirazione sperticata.
E poi ci sono quei pochi che invece cercano di comunicare e denunciare fatti e situazioni esprimendo un pensiero libero e non facilmente omologabile né tantomeno riassumibile in soli 140 caratteri. Sono così pochi che si sta valutando di fare una petizione on line per chiedere al WWF di inserirli come specie in via d'estinzione e come tale da proteggere.
Ecco perché questo post troverà pochi lettori, ma è proprio su un post come questo che sarebbe carino e divertente vedere quanti si "impegneranno" in un commento per vedere se detto articolo l'hanno letto sul serio, esprimendo un parere di senso compiuto avvalendosi della parola oltre che di emoticons.
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