Questa "poesia - dialogo" tra padre e figlio mi è stata ispirata da
questo post sul blog di Cavaliere Oscuro. il titolo è volutamente una citazione del celeberrimo brano di Lennon il cui testo ancora oggi è di grande forza ed attualità.
WORKING CLASS HERO
Sai, figliolo, una volta era diverso
Non meno duro, differente.
Turni insostenibili
Sicurezza sul lavoro inesistente
Ma erano altri tempi.
Potevi lottare
Innalzare voci e pensieri
Levare mani al cielo.
E riempivi le piazze
Credendoci
Ottenendo
Poco, forse,
Ma ottenendo.
Sai
Oggi per noi giovani è diverso
Siamo una classe operaia 2.0
Anzi forse non esiste neanche più questo termine
E quindi neanche il concetto di operaio.
Lavoriamo sui computer
A testa bassa
In completa solitudine
E feroce concorrenza.
Oggi le lotte le lasciamo agli altri
A chi ancora ci crede
E non vede l'illusione di quello che avete creduto di ottenere.
Figlio
Non sono d'accordo
Voi non siete schiavi moderni per assenza di diritti
Ma per una loro costante sottrazione
E per una vostra incapacità di difenderli.
Forse hai ragione,
Ma intanto io e Silvia non possiamo sposarci
Avere una famiglia
E questo nonostante tu mi abbia fatto laureare
Con sacrifici economici che ben conosco.
Ed allora siamo due falliti
Io forse pa' più di te perché non so neanche dove lottare
Cosa combattere
E con quale grimaldello fare breccia
In questa società di anime superficiali.
Sono un perfetto ingranaggio
Di questa macchina diabolica
E non so come diventare granello di sabbia
Non so se basterà riuscire a diventarlo
Se altri mi seguiranno, mi seguirebbero.
Oggi molti di noi non sono altro che una moltitudine frustrata
Con occhi bassi su display luminosi e tristi
All'affannosa ricerca dell'oblio
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®