Poesia postata undici anni fa ma il tema è ancora vivo oggi e ne voglio di nuovo parlare. Le barriere architettoniche ancora presenti nelle nostre città così come la nostra indifferenza ed il nostro disinteresse.
JUST WALK
Ho camminato carponi lungo ringhiere fredde
Come l'indifferenza.
Ho strisciato lungo pareti bucciate
Per sentire il gelo della morte.
Ho provato ad alzarmi con orgoglio
Odiando Dio per questa maledizione
Ma ho amato davvero
Chi ha saputo leggere oltre i confini di un muro.
Io
Arti sfiniti ma Anima Integra
Voi
Fisicamente idonei
Ma disabili dentro.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 28 giugno 2019
mercoledì 26 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "Vite Spezzate"
VITE SPEZZATE
Lei era Giulia ed ha scelto di morire impiccandosi.
35 anni
Vita apparentemente soddisfacente
Sicurezza lavorativa
Un ragazzo che l'amava
Motivazioni per noi non facili da comprendere
Motivazioni che noi dobbiamo rispettare.
Lei era Sara, 14 anni
Ed ha deciso di morire lanciandosi nel nulla.
Rimandata in tre materie,
Eccessivo il peso della sconfitta
O forse della paura
Ed ha preferito il vuoto.
Lui era Matteo
25 anni
Ed ha scelto il fucile da caccia di suo padre per salutarci.
Senza lavoro
Solo
Non omologato alla massa.
Unica grave colpa: troppo sensibile.
Vite spezzate
Da nessuno considerate
Dai media frettolosamente trattate
E morbosamente analizzate.
Esistenze tranciate
Dal binario feroce di una vita che non lascia scampo
E non concede tempo
Esistenze cancellate
Da una società superficiale e bugiarda
E da un mondo dove la crisi assorbe ogni idea di speranza
Azzera le forze
Annulla ogni tentativo di rialzarsi.
Passo dopo passo
Avanzi contro un muro di vento
Passo dopo passo
Stringi i denti fortissimo fino a perderli tutti
Passo dopo passo
Rotoli a terra avvolto da una coltre di fumo marcio
Passo dopo passo
Piccoli granelli di infelicità si sommano
Fino ad unirsi e comporre una parete dura, liscia ed invalicabile
Passo dopo passo
Ti arrendi.
Ed anche lui potrebbe aver deciso di morire
Come ancora non lo sa
Quando?
In questi giorni
Il perchè?
Non ha più la forza di fare un altro passo
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Lei era Giulia ed ha scelto di morire impiccandosi.
35 anni
Vita apparentemente soddisfacente
Sicurezza lavorativa
Un ragazzo che l'amava
Motivazioni per noi non facili da comprendere
Motivazioni che noi dobbiamo rispettare.
Lei era Sara, 14 anni
Ed ha deciso di morire lanciandosi nel nulla.
Rimandata in tre materie,
Eccessivo il peso della sconfitta
O forse della paura
Ed ha preferito il vuoto.
Lui era Matteo
25 anni
Ed ha scelto il fucile da caccia di suo padre per salutarci.
Senza lavoro
Solo
Non omologato alla massa.
Unica grave colpa: troppo sensibile.
Vite spezzate
Da nessuno considerate
Dai media frettolosamente trattate
E morbosamente analizzate.
Esistenze tranciate
Dal binario feroce di una vita che non lascia scampo
E non concede tempo
Esistenze cancellate
Da una società superficiale e bugiarda
E da un mondo dove la crisi assorbe ogni idea di speranza
Azzera le forze
Annulla ogni tentativo di rialzarsi.
Passo dopo passo
Avanzi contro un muro di vento
Passo dopo passo
Stringi i denti fortissimo fino a perderli tutti
Passo dopo passo
Rotoli a terra avvolto da una coltre di fumo marcio
Passo dopo passo
Piccoli granelli di infelicità si sommano
Fino ad unirsi e comporre una parete dura, liscia ed invalicabile
Passo dopo passo
Ti arrendi.
Ed anche lui potrebbe aver deciso di morire
Come ancora non lo sa
Quando?
In questi giorni
Il perchè?
Non ha più la forza di fare un altro passo
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
lunedì 24 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "I Don't"
I DON'T
Non voglio essere un Italiano idiota
Non voglio essere un drogato di stupidità
Non voglio diventare uno sciroccato
Non voglio invecchiare nell'animo
Non voglio evolvermi negli involuti esseri umani di oggi
Non voglio essere un selfie - vivente
Nè fotografare sui social il mangiare che ordino al ristorante
Come quegli imbecilli che poi quel piatto neanche lo finiscono
E che sono gli stessi che si indignano per gli sprechi occidentali
Perchè "In Africa si muore di fame!".
Non voglio essere un Italiota
Non intendo difendere con le mie poesie
Un popolino patetico ed ignorante
E tu
Umanità malata e corrotta nell'animo e nel cervello
Attenta
Preserva e proteggi la tua minoranza da questo progressivo imbarbarimento
Poni un freno a questa tua inarrestabile involuzione
O non ti difenderò più.
Non voglio essere un perdente di lusso
Ma neanche un vincente di oggi
Trionfatore assoluto di arrogante ignoranza
Analfabeta della realtà
Convinto detentore della verità.
SOS minoranza sapiens
Vieni in soccorso del mondo
SOS minoranza sapiens
Corri in soccorso di te stessa e del futuro.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Non voglio essere un Italiano idiota
Non voglio essere un drogato di stupidità
Non voglio diventare uno sciroccato
Non voglio invecchiare nell'animo
Non voglio evolvermi negli involuti esseri umani di oggi
Non voglio essere un selfie - vivente
Nè fotografare sui social il mangiare che ordino al ristorante
Come quegli imbecilli che poi quel piatto neanche lo finiscono
E che sono gli stessi che si indignano per gli sprechi occidentali
Perchè "In Africa si muore di fame!".
Non voglio essere un Italiota
Non intendo difendere con le mie poesie
Un popolino patetico ed ignorante
E tu
Umanità malata e corrotta nell'animo e nel cervello
Attenta
Preserva e proteggi la tua minoranza da questo progressivo imbarbarimento
Poni un freno a questa tua inarrestabile involuzione
O non ti difenderò più.
Non voglio essere un perdente di lusso
Ma neanche un vincente di oggi
Trionfatore assoluto di arrogante ignoranza
Analfabeta della realtà
Convinto detentore della verità.
SOS minoranza sapiens
Vieni in soccorso del mondo
SOS minoranza sapiens
Corri in soccorso di te stessa e del futuro.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
venerdì 21 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "Cucimi Adesso, Ricucimi Ora!"
Questa poesia si avvale di un file audio che contiene la poesia stessa qui postata, recitata per voi, visto che a differenza della altre come per es "La Seconda Pelle" (video che vi suggerisco di guardare) ha una cadenza recitativa particolare quasi una rap-poesia diversa quindi dal mio stile solito. Sotto ovviamente trovate anche la poesia scritta. Suggerisco di leggerla mentre contemporaneamente l'ascoltate.
CUCIMI ADESSO, RICUCIMI ORA!
Tu adesso non indugiare
Agisci senza pensare
Non avere paura
Non tergiversare
Non attendere oltre
Fai il tuo dovere
Cucimi adesso
Ricucimi subito
Cucimi adesso
Ricucimi ora!
Bruciore al petto
Bava alla bocca
Occhi lacrimano
Sangue, il mio sangue
Sporca asfalto infuocato
Bossoli vuoti
Intorno a filo spinato
Barriere su cui impigliare pareti del cuore
Pelle graffiata,
Anima ferita.
Aria irrespirabile colore verdastro
Non è L'Ilva
Ma sono strane armi che sparano fumo mortale.
Bruciore cresce
Sangue perso
Frattaglie sparse
Cucimi adesso, ricucimi ora!
Bruciore cresce
Sangue sparso
Frattaglie sperse
Cucimi adesso, ricucimi ora!
E tu non pensare a nulla
Dimentica la paura
Scorda il dolore di vedermi a terra
Non mi salverò
Ma voglio morire con dignità
Quindi non indugiare
Cucimi adesso
Ricucimi ora!
Cucimi adesso
Ricucimi ora!
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Tu adesso non indugiare
Agisci senza pensare
Non avere paura
Non tergiversare
Non attendere oltre
Fai il tuo dovere
Cucimi adesso
Ricucimi subito
Cucimi adesso
Ricucimi ora!
Bruciore al petto
Bava alla bocca
Occhi lacrimano
Sangue, il mio sangue
Sporca asfalto infuocato
Bossoli vuoti
Intorno a filo spinato
Barriere su cui impigliare pareti del cuore
Pelle graffiata,
Anima ferita.
Aria irrespirabile colore verdastro
Non è L'Ilva
Ma sono strane armi che sparano fumo mortale.
Bruciore cresce
Sangue perso
Frattaglie sparse
Cucimi adesso, ricucimi ora!
Bruciore cresce
Sangue sparso
Frattaglie sperse
Cucimi adesso, ricucimi ora!
E tu non pensare a nulla
Dimentica la paura
Scorda il dolore di vedermi a terra
Non mi salverò
Ma voglio morire con dignità
Quindi non indugiare
Cucimi adesso
Ricucimi ora!
Cucimi adesso
Ricucimi ora!
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
mercoledì 19 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "Godot"
GODOT
Vicoli apatici
Di una città sporca
Cammino a testa bassa
Per non vedere lo scempio sui muri
E per spazzare meglio la strada.
Bagni nobili
Di uffici signorili ai piani alti:
Pulisco la vostra merda
I vostri schizzi
Non meno nauseanti dei vostri discorsi
Non meno volgari del vostro atteggiamento spocchioso
Non meno sporchi della vostra anima lercia
Entrate senza rispetto per il mio lavoro e per me
Il vostro sguardo di disprezzo misto ad imbarazzo
Quando mi incontrate
È evidente
E sommo umiliazione ad umiliazione
Ho 57 anni
Mi chiamo Laura
Sola senza più nessuno
Tranne mia figlia Giulia ventiquattrenne
Laureata in lettere
Che attende il concorso per insegnare
Un po' come si attende Godot.
Ed io devo guadagnare qualcosa per mangiare
Per mantenerci.
Fare le pulizie
È un lavoro come un altro
Solo non rispettato, faticoso
Che assorbe l'anima.
Pendolare
Orari da incubo
Treni da incubo
A volte mi sento come una torcia
Accesa e feroce
Desiderosa di incendiare tutto
E sogno
Giorni di gloria
Ricordando brevi momenti di felicità passata
In attesa di una rivalsa che non verrà mai.
E mentre mia figlia attende speranzosa Godot
Io mi auguro che almeno lei possa avere presto
Un futuro di sorrisi.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Vicoli apatici
Di una città sporca
Cammino a testa bassa
Per non vedere lo scempio sui muri
E per spazzare meglio la strada.
Bagni nobili
Di uffici signorili ai piani alti:
Pulisco la vostra merda
I vostri schizzi
Non meno nauseanti dei vostri discorsi
Non meno volgari del vostro atteggiamento spocchioso
Non meno sporchi della vostra anima lercia
Entrate senza rispetto per il mio lavoro e per me
Il vostro sguardo di disprezzo misto ad imbarazzo
Quando mi incontrate
È evidente
E sommo umiliazione ad umiliazione
Ho 57 anni
Mi chiamo Laura
Sola senza più nessuno
Tranne mia figlia Giulia ventiquattrenne
Laureata in lettere
Che attende il concorso per insegnare
Un po' come si attende Godot.
Ed io devo guadagnare qualcosa per mangiare
Per mantenerci.
Fare le pulizie
È un lavoro come un altro
Solo non rispettato, faticoso
Che assorbe l'anima.
Pendolare
Orari da incubo
Treni da incubo
A volte mi sento come una torcia
Accesa e feroce
Desiderosa di incendiare tutto
E sogno
Giorni di gloria
Ricordando brevi momenti di felicità passata
In attesa di una rivalsa che non verrà mai.
E mentre mia figlia attende speranzosa Godot
Io mi auguro che almeno lei possa avere presto
Un futuro di sorrisi.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
lunedì 17 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "Dying In Memphis"
DYING IN MEMPHIS
Memphis e Ferguson
Due città americane caratterizzate
Da un elemento che le unisce:
In entrambi i luoghi i poliziotti uccidono i neri.
Vi diranno molte cose su di me
Vi diranno che non ero proprio uno stinco di santo
E questo potrebbe anche essere in parte vero
Vi diranno che quella sera ero strafatto
E quello non è vero.
Mi hanno fermato
Dicono che sono fuggito
E mi hanno rincorso
Ammettiamo che sia vero
Che abbia sbagliato,
Ero disarmato
Non ho minacciato con nessun tipo di arma nessun poliziotto
Ed allora perchè spararmi addosso?
Mi raggiunge il primo proiettile
Cado a terra
Poi me li ritrovo addosso
Ed inizia la conta dei colpi:
1,2,3,4,5,6.... Ecco al sesto mi fermo
Non esisto più.
Da questo momento
Siete voi quelli più informati sui fatti
I colpi sono stati venti alla fine
Quale inutile spreco
Io dopo il sesto gli altri non li ho neanche avvertiti
Se volevano farmi provare dolore avrebbero dovuto pestarmi di più
E poi crivellarmi di colpi.
Va beh
Meglio così
È andata ancora di lusso forse.
Ora ci saranno manifestazioni e rivolte
Ma intanto non punendo severamente gli autori di queste azioni
La prossima volta sarà uguale
Perchè ormai è risaputo che la caccia al nero è legale negli USA
E la stagione di caccia è sempre aperta.
Ci avvistano
Ci braccano
Ci pestano
Ci uccidono
E dopo un'ulteriore tacca
Sono pronti per un'altra preda.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Memphis e Ferguson
Due città americane caratterizzate
Da un elemento che le unisce:
In entrambi i luoghi i poliziotti uccidono i neri.
Vi diranno molte cose su di me
Vi diranno che non ero proprio uno stinco di santo
E questo potrebbe anche essere in parte vero
Vi diranno che quella sera ero strafatto
E quello non è vero.
Mi hanno fermato
Dicono che sono fuggito
E mi hanno rincorso
Ammettiamo che sia vero
Che abbia sbagliato,
Ero disarmato
Non ho minacciato con nessun tipo di arma nessun poliziotto
Ed allora perchè spararmi addosso?
Mi raggiunge il primo proiettile
Cado a terra
Poi me li ritrovo addosso
Ed inizia la conta dei colpi:
1,2,3,4,5,6.... Ecco al sesto mi fermo
Non esisto più.
Da questo momento
Siete voi quelli più informati sui fatti
I colpi sono stati venti alla fine
Quale inutile spreco
Io dopo il sesto gli altri non li ho neanche avvertiti
Se volevano farmi provare dolore avrebbero dovuto pestarmi di più
E poi crivellarmi di colpi.
Va beh
Meglio così
È andata ancora di lusso forse.
Ora ci saranno manifestazioni e rivolte
Ma intanto non punendo severamente gli autori di queste azioni
La prossima volta sarà uguale
Perchè ormai è risaputo che la caccia al nero è legale negli USA
E la stagione di caccia è sempre aperta.
Ci avvistano
Ci braccano
Ci pestano
Ci uccidono
E dopo un'ulteriore tacca
Sono pronti per un'altra preda.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
venerdì 14 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "Cabaret"
CABARET
Palcoscenico vuoto
Sipario abbassato
Luci della ribalta bruciate per sempre.
Ero un entertainer di successo
Venivate ai miei spettacoli
Ridevate delle mie battute
Pensavate con le mie battute
La mia era satira politica.
Solo pochi anni fa
Eravate coinvolti e travolti dalla vita sociale
Determinati ad incidere su di essa
Vogliosi di cambiarla
Desiderosi di ascoltare chi
Voleva cambiarla come voi ed insieme a voi
Poi le delusioni della vita
L'età che avanza e spegne la forza di lottare
Anestetizza l'anima e disillude precocemente.
L'avvento dei social
Oppio del terzo millennio
Per rincretinire cervelli una volta pensanti
Per imbrigliare la possibile crescita di cervelli giovani
Prendete tutti questi ingredienti
Mescolateli tra loro
Come per preparare un cocktail mortale
Ed ecco spiegato il palcoscenico vuoto.
Satira politica:
Fastidio cerebrale
Noia esistenziale
Inutile facezia vintage
Un odioso ronzio di una zanzara.
Sguardo malinconico
Su quel palco buio
Su quelle poltrone vuote
Vuote come i vostri cervelli.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Palcoscenico vuoto
Sipario abbassato
Luci della ribalta bruciate per sempre.
Ero un entertainer di successo
Venivate ai miei spettacoli
Ridevate delle mie battute
Pensavate con le mie battute
La mia era satira politica.
Solo pochi anni fa
Eravate coinvolti e travolti dalla vita sociale
Determinati ad incidere su di essa
Vogliosi di cambiarla
Desiderosi di ascoltare chi
Voleva cambiarla come voi ed insieme a voi
Poi le delusioni della vita
L'età che avanza e spegne la forza di lottare
Anestetizza l'anima e disillude precocemente.
L'avvento dei social
Oppio del terzo millennio
Per rincretinire cervelli una volta pensanti
Per imbrigliare la possibile crescita di cervelli giovani
Prendete tutti questi ingredienti
Mescolateli tra loro
Come per preparare un cocktail mortale
Ed ecco spiegato il palcoscenico vuoto.
Satira politica:
Fastidio cerebrale
Noia esistenziale
Inutile facezia vintage
Un odioso ronzio di una zanzara.
Sguardo malinconico
Su quel palco buio
Su quelle poltrone vuote
Vuote come i vostri cervelli.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
mercoledì 12 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "Revenge"
REVENGE
Li ho uccisi tutti
Il mio capo
Quella smorfiosa del suo vice
Quella viscida e servile della sua segretaria
E poi Paolo, Marco, Gianni,
I suoi dipendenti a lui più vicini
I suoi cocchi.
Ieri vado nell'ufficio del mio Direttore
Mi guarda con quel suo sguardo rammaricato
Quel tono affranto
E mi comunica che sono uno dei 200 esuberi
Della sua azienda.
Ovviamente
I primi ad andarsene sono quelli
Che il culo non glielo hanno mai leccato
E sono anche gli unici.
Sono tornato a casa
Mi sono organizzato on line
Ed ecco un mitra pratico e facile da usare
Due caricatori pronti ed un manuale.
Vado ed il resto lo immaginate già
Le loro urla atterrite una vera e propria sinfonia
E gli appartenenti all'ufficio "Risorse Umane"
Trasformati da soggetti pulitori di aziende a spazzatura raccolta da terra.
Ancora intriso del loro sangue
Ancora con dentro le mie orecchie
Le loro patetiche preghiere di salvare loro la vita
Sono uscito
Ho ucciso ancora una guardia giurata che provava a fermarmi
Poi ho incontrato la mia fine
Crivellato di colpi dalla Polizia.
Ora ho trovato la mia vendetta
Ora ho raggiunto la mia pace.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Li ho uccisi tutti
Il mio capo
Quella smorfiosa del suo vice
Quella viscida e servile della sua segretaria
E poi Paolo, Marco, Gianni,
I suoi dipendenti a lui più vicini
I suoi cocchi.
Ieri vado nell'ufficio del mio Direttore
Mi guarda con quel suo sguardo rammaricato
Quel tono affranto
E mi comunica che sono uno dei 200 esuberi
Della sua azienda.
Ovviamente
I primi ad andarsene sono quelli
Che il culo non glielo hanno mai leccato
E sono anche gli unici.
Sono tornato a casa
Mi sono organizzato on line
Ed ecco un mitra pratico e facile da usare
Due caricatori pronti ed un manuale.
Vado ed il resto lo immaginate già
Le loro urla atterrite una vera e propria sinfonia
E gli appartenenti all'ufficio "Risorse Umane"
Trasformati da soggetti pulitori di aziende a spazzatura raccolta da terra.
Ancora intriso del loro sangue
Ancora con dentro le mie orecchie
Le loro patetiche preghiere di salvare loro la vita
Sono uscito
Ho ucciso ancora una guardia giurata che provava a fermarmi
Poi ho incontrato la mia fine
Crivellato di colpi dalla Polizia.
Ora ho trovato la mia vendetta
Ora ho raggiunto la mia pace.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
lunedì 10 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "Pallottola Vagante"
PALLOTTOLA VAGANTE
Sangue per terra
Incrostazioni di violenza urbana
Pallottola vagante
Ha deciso di non restare sola
Ha insistito per congiungersi con un pezzo di carne.
Passavo di lì per caso
Acquisti per la casa
Candele per stasera
Anniversario di matrimonio
Sento un calore innaturale
Un foro mi buca lo sterno
Tutto accade in un attimo
E penso che non doveva succedere
Io che ero una persona retta
Io che lascio mio marito e due figli
Io che volevo solo una famiglia e amore.
Cado a terra
Convulsioni emotive
E vedo scorrere i sorrisi di mia figlia
E sento i piccoli passi di Matteo
E mio marito che mi accarezza i capelli e mi bacia
Sento freddo
Folla intorno a me
Un capanello di gente mi accerchia
Le mie forze cedono sempre più rapidamente
Sangue mi esce dalla bocca
E penso alle parole di mio padre
"Lasciate questa città infame"
Ma io amo la mia città
E questo amore mi costerà la vita
Avete strappato le mie speranze
Avete preso la vita di un'innocente
Occhi sbarrati
Immobile
Io che ero una donna vitale
Mai ferma
Sempre attiva
Sempre a fare qualcosa:
Giocare con Matteo e Sara
Scherzare con mio marito
Fare la guerra con i cuscini.
Oggi sono stata colpita
Ma questa guerra non si combatte con dei cuscini
Sono pallottole vere
Ed innocenti muoiono
Vittime collaterali
Sacrificate per i loro obiettivi
Cadute per una constatata impotenza dello Stato.
Ho 32 anni
E mi spengo
Su questo pavimento di asfalto e sangue
Forse però merito la morte
Io così sbagliata per questa società
Io che non rubo, non spaccio e non evado le tasse
Mentre l'ultimo filo di fiato mi abbandona
Stringo le candele d'amore
E mi arrendo al mio destino.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Sangue per terra
Incrostazioni di violenza urbana
Pallottola vagante
Ha deciso di non restare sola
Ha insistito per congiungersi con un pezzo di carne.
Passavo di lì per caso
Acquisti per la casa
Candele per stasera
Anniversario di matrimonio
Sento un calore innaturale
Un foro mi buca lo sterno
Tutto accade in un attimo
E penso che non doveva succedere
Io che ero una persona retta
Io che lascio mio marito e due figli
Io che volevo solo una famiglia e amore.
Cado a terra
Convulsioni emotive
E vedo scorrere i sorrisi di mia figlia
E sento i piccoli passi di Matteo
E mio marito che mi accarezza i capelli e mi bacia
Sento freddo
Folla intorno a me
Un capanello di gente mi accerchia
Le mie forze cedono sempre più rapidamente
Sangue mi esce dalla bocca
E penso alle parole di mio padre
"Lasciate questa città infame"
Ma io amo la mia città
E questo amore mi costerà la vita
Avete strappato le mie speranze
Avete preso la vita di un'innocente
Occhi sbarrati
Immobile
Io che ero una donna vitale
Mai ferma
Sempre attiva
Sempre a fare qualcosa:
Giocare con Matteo e Sara
Scherzare con mio marito
Fare la guerra con i cuscini.
Oggi sono stata colpita
Ma questa guerra non si combatte con dei cuscini
Sono pallottole vere
Ed innocenti muoiono
Vittime collaterali
Sacrificate per i loro obiettivi
Cadute per una constatata impotenza dello Stato.
Ho 32 anni
E mi spengo
Su questo pavimento di asfalto e sangue
Forse però merito la morte
Io così sbagliata per questa società
Io che non rubo, non spaccio e non evado le tasse
Mentre l'ultimo filo di fiato mi abbandona
Stringo le candele d'amore
E mi arrendo al mio destino.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
venerdì 7 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "Beata Gioventù"
BEATA GIOVENTÙ
26 Aprile 1986 ore 1.22
Fiore all'occhiello della nostra nazione
Paese ricco di giovani
Palestre
Scuole e strutture all'avanguardia
Vita serena.
26 Aprile 1986 ore 1.23
La fine del mondo
Orrore radioattivo
Morte, malattie
Tutto finisce
Tutto si annulla.
Desolazione da fall out
Chernobyl si scrive
Apocalisse si legge.
Evacuazione
Abbandono,
Paesaggi radioattivi
Creano mostri
Fanno ammalare uomini, animali e piante.
Passano gli anni
Ben trenta
Torno a vedere quei luoghi
Per ricordare
Per capire.
Pareti scrostate
Piante che ricoprono costruzioni abbandonate
Distrutte
Rovinate
Macchiate da livelli di radiazione senza precedenti
Avevo 4 anni quel giorno
Ora sono 37
E da tre sono ammalato di tumore
Nel tempo ho perso tutti i miei amici
Divorati dalle radiazioni
E da cellule del loro corpo avvelenate.
Mio fratello di anni ne aveva 27
Ginnasta bravissimo
Fisico invidiabile
Ora è cenere
Già dopo cinque anni da quel giorno
Il suo corpo ha iniziato ad essere divorato dentro
Dilaniato sempre più
Fino a sciogliersi come mangiato dall'acido
Quasi come una decomposizione in vita.
Eravamo una cittadina felice
Beata gioventù
Routine quotidiana da cittadino dell'URSS
Routine a volte odiata
Noi che guardavamo all'Occidente
Come un desiderio di nuova vita.
Oggi rimpiangiamo quella routine
Oggi che noi sopravvissuti
Siamo solo corpi in attesa di ammalarsi
E se già contaminati dal tumore radioattivo
In attesa di esaurirci e consumarci del tutto.
Noi
Beata gioventù
Bruciata dall'energia del futuro
E da reattori obsoleti
Decido spesso di sedarmi
Per non sentire il dolore delle metastasi e dei ricordi
Mentre aspetto soltanto il mio momento per avere pace.
26 Aprile 1986 ore 1.23
Disastro immane
Da cui l'umanità non ha imparato niente.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
26 Aprile 1986 ore 1.22
Fiore all'occhiello della nostra nazione
Paese ricco di giovani
Palestre
Scuole e strutture all'avanguardia
Vita serena.
26 Aprile 1986 ore 1.23
La fine del mondo
Orrore radioattivo
Morte, malattie
Tutto finisce
Tutto si annulla.
Desolazione da fall out
Chernobyl si scrive
Apocalisse si legge.
Evacuazione
Abbandono,
Paesaggi radioattivi
Creano mostri
Fanno ammalare uomini, animali e piante.
Passano gli anni
Ben trenta
Torno a vedere quei luoghi
Per ricordare
Per capire.
Pareti scrostate
Piante che ricoprono costruzioni abbandonate
Distrutte
Rovinate
Macchiate da livelli di radiazione senza precedenti
Avevo 4 anni quel giorno
Ora sono 37
E da tre sono ammalato di tumore
Nel tempo ho perso tutti i miei amici
Divorati dalle radiazioni
E da cellule del loro corpo avvelenate.
Mio fratello di anni ne aveva 27
Ginnasta bravissimo
Fisico invidiabile
Ora è cenere
Già dopo cinque anni da quel giorno
Il suo corpo ha iniziato ad essere divorato dentro
Dilaniato sempre più
Fino a sciogliersi come mangiato dall'acido
Quasi come una decomposizione in vita.
Eravamo una cittadina felice
Beata gioventù
Routine quotidiana da cittadino dell'URSS
Routine a volte odiata
Noi che guardavamo all'Occidente
Come un desiderio di nuova vita.
Oggi rimpiangiamo quella routine
Oggi che noi sopravvissuti
Siamo solo corpi in attesa di ammalarsi
E se già contaminati dal tumore radioattivo
In attesa di esaurirci e consumarci del tutto.
Noi
Beata gioventù
Bruciata dall'energia del futuro
E da reattori obsoleti
Decido spesso di sedarmi
Per non sentire il dolore delle metastasi e dei ricordi
Mentre aspetto soltanto il mio momento per avere pace.
26 Aprile 1986 ore 1.23
Disastro immane
Da cui l'umanità non ha imparato niente.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
mercoledì 5 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®:"Play The Game"
Questo post di Claudia Turchiarulo ed il suo incitamento a pubblicare qui da me una poesia sul tema legato al suo post (dipendenza dai videogame) hanno prodotto questo risultato:
PLAY THE GAME
RT/ R2
LB/L1 e tasto cerchio
Poi crosso
Colpisco di testa
E segno!
Sono il re della Play
Il CR7 di questo mondo
Sono un vincente con questa magica console.
L'età che ho non conta
Io sono il campione
Sempre giovane
Sempre vincente
E mi rituffo dentro al prossimo match
Champions League
Mondiali
Europei
E gioco ogni giorno per ore
Non mi stacco da questo monitor esistenziale
Mangio seduto sul divano
Spizzichi e bocconi
Giusto tra un tempo e l'altro.
È da quando sono dodicenne
Che vivo solo per loro
I videogiochi.
Play the game
Al videogame
Play the match
And catch the loser
E poi
Se mi alzo storto
Gioco ad Assassin's Creed
Ed uccido tutti quei bastardi
Con una immensa goduria.
Mia madre prima
Mia moglie ora
Tentano ed hanno provato a staccarmi da qui
Ma hanno fallito miseramente
Non riesco a smettere
Quel joystick così attraente
Quei suoni suadenti di morte
O quelle urla dei tifosi tutte per me
Non posso perdermeli
Non posso non viverli.
Mi dicono che sono malato
Ma non bevo, non fumo e non mi drogo
D'altronde non potrei neanche volendo
Perderei i miei prodigiosi riflessi
Mi dicono che ho una dipendenza
Ma non sono un ludopatico
Non scommetto sulle partite o ai cavalli
Sono uno sportivo provetto.
Eppure mi vogliono curare
Ed io mi rintano nel salone
Accendo la console
E mi consolo con lei
Lei che mi coccola
Mi capisce
Ed è giusta con me
Mi apprezza per i miei meriti
Riconosce i miei trionfi.
Partenza
RT/ R2
LB/L1 e tasto cerchio
Poi crosso
Colpisco di testa
E segno!
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
PLAY THE GAME
RT/ R2
LB/L1 e tasto cerchio
Poi crosso
Colpisco di testa
E segno!
Sono il re della Play
Il CR7 di questo mondo
Sono un vincente con questa magica console.
L'età che ho non conta
Io sono il campione
Sempre giovane
Sempre vincente
E mi rituffo dentro al prossimo match
Champions League
Mondiali
Europei
E gioco ogni giorno per ore
Non mi stacco da questo monitor esistenziale
Mangio seduto sul divano
Spizzichi e bocconi
Giusto tra un tempo e l'altro.
È da quando sono dodicenne
Che vivo solo per loro
I videogiochi.
Play the game
Al videogame
Play the match
And catch the loser
E poi
Se mi alzo storto
Gioco ad Assassin's Creed
Ed uccido tutti quei bastardi
Con una immensa goduria.
Mia madre prima
Mia moglie ora
Tentano ed hanno provato a staccarmi da qui
Ma hanno fallito miseramente
Non riesco a smettere
Quel joystick così attraente
Quei suoni suadenti di morte
O quelle urla dei tifosi tutte per me
Non posso perdermeli
Non posso non viverli.
Mi dicono che sono malato
Ma non bevo, non fumo e non mi drogo
D'altronde non potrei neanche volendo
Perderei i miei prodigiosi riflessi
Mi dicono che ho una dipendenza
Ma non sono un ludopatico
Non scommetto sulle partite o ai cavalli
Sono uno sportivo provetto.
Eppure mi vogliono curare
Ed io mi rintano nel salone
Accendo la console
E mi consolo con lei
Lei che mi coccola
Mi capisce
Ed è giusta con me
Mi apprezza per i miei meriti
Riconosce i miei trionfi.
Partenza
RT/ R2
LB/L1 e tasto cerchio
Poi crosso
Colpisco di testa
E segno!
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
lunedì 3 giugno 2019
L'Angolo del Rockpoeta®: "I Muri Dell'Apocalisse"
I MURI DELL'APOCALISSE
I muri dell'apocalisse
Cantano gesta di viltà conosciute
Riportano cronache di violenze ben note
Barriere di oscurantismo
Lisce come linoleum dentro le nostre bocche
Aggrediscono cuori di luce
Graffiti
Figli di unghie spezzate
Su superfici lisce e morbose
Soverchiate da un'agonia stagnante
Sono coperti come "le nostre vergogne"
Sensi sopiti
Cancellati
Voci strascicate
Rivelazioni criptate
E l'incubo non cessa
Insiste perentoriamente
Affonda il bisturi nella mia carne
Macellata da ombre oscure
E boia al servizio della menzogna.
Tu pensi che nulla cambi
Immutabilità cosmica
Ma le realtà evolve
Ti travolge
E loro lo sanno
Loro lo fanno
Schiacciano la tua flebile linea d'equilibrio
Trascinano le nostre vite nel baratro.
Disagio fisico
Registra le tue ansie sociali
Fotografa il tuo presagio di fine
Racconta le perplessità sul presente
Celebra il vuoto delle tue giornate senza luce.
E noi ci coccoliamo in questa bambagia del nulla
Crogiolandoci dentro questa vasca d'acqua calda ed avvolgente
Priva di apparenti sussulti e cambi di temperatura.
Ma quando decidono di togliere il tappo
Un vortice ti risucchia all'inferno
Ed a quel punto non puoi più salvarti
Incubi che piegano le nostre ossa
Sensazioni di pelle
Facce sfigurate dalla fatica e dalla paura
Riciclaggio di anime corrotte
Cerchiamo un'ancora di salvezza
Ma le falle di questo vascello sono troppe
Non c'è più tempo per un attracco di fortuna
Ed anneghiamo dentro mari di petrolio
Olio nero che ingurgitiamo come barbiturici mortali
Per spegnerci per sempre.
Muri dell'apocalisse ci attendono
Perchè hanno già iniziato a costruirli
Perchè abbiamo già iniziato ad accettarli
Perchè abbiamo già deciso di amarli
Sognando inferriate di fuoco
E fili sotto pelle
Nel nostro prossimo futuro.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
I muri dell'apocalisse
Cantano gesta di viltà conosciute
Riportano cronache di violenze ben note
Barriere di oscurantismo
Lisce come linoleum dentro le nostre bocche
Aggrediscono cuori di luce
Graffiti
Figli di unghie spezzate
Su superfici lisce e morbose
Soverchiate da un'agonia stagnante
Sono coperti come "le nostre vergogne"
Sensi sopiti
Cancellati
Voci strascicate
Rivelazioni criptate
E l'incubo non cessa
Insiste perentoriamente
Affonda il bisturi nella mia carne
Macellata da ombre oscure
E boia al servizio della menzogna.
Tu pensi che nulla cambi
Immutabilità cosmica
Ma le realtà evolve
Ti travolge
E loro lo sanno
Loro lo fanno
Schiacciano la tua flebile linea d'equilibrio
Trascinano le nostre vite nel baratro.
Disagio fisico
Registra le tue ansie sociali
Fotografa il tuo presagio di fine
Racconta le perplessità sul presente
Celebra il vuoto delle tue giornate senza luce.
E noi ci coccoliamo in questa bambagia del nulla
Crogiolandoci dentro questa vasca d'acqua calda ed avvolgente
Priva di apparenti sussulti e cambi di temperatura.
Ma quando decidono di togliere il tappo
Un vortice ti risucchia all'inferno
Ed a quel punto non puoi più salvarti
Incubi che piegano le nostre ossa
Sensazioni di pelle
Facce sfigurate dalla fatica e dalla paura
Riciclaggio di anime corrotte
Cerchiamo un'ancora di salvezza
Ma le falle di questo vascello sono troppe
Non c'è più tempo per un attracco di fortuna
Ed anneghiamo dentro mari di petrolio
Olio nero che ingurgitiamo come barbiturici mortali
Per spegnerci per sempre.
Muri dell'apocalisse ci attendono
Perchè hanno già iniziato a costruirli
Perchè abbiamo già iniziato ad accettarli
Perchè abbiamo già deciso di amarli
Sognando inferriate di fuoco
E fili sotto pelle
Nel nostro prossimo futuro.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Etichette:
L'Angolo del Rockpoeta
Iscriviti a:
Post (Atom)