Questo post di Claudia Turchiarulo ed il suo incitamento a pubblicare qui da me una poesia sul tema legato al suo post (dipendenza dai videogame) hanno prodotto questo risultato:
PLAY THE GAME
RT/ R2
LB/L1 e tasto cerchio
Poi crosso
Colpisco di testa
E segno!
Sono il re della Play
Il CR7 di questo mondo
Sono un vincente con questa magica console.
L'età che ho non conta
Io sono il campione
Sempre giovane
Sempre vincente
E mi rituffo dentro al prossimo match
Champions League
Mondiali
Europei
E gioco ogni giorno per ore
Non mi stacco da questo monitor esistenziale
Mangio seduto sul divano
Spizzichi e bocconi
Giusto tra un tempo e l'altro.
È da quando sono dodicenne
Che vivo solo per loro
I videogiochi.
Play the game
Al videogame
Play the match
And catch the loser
E poi
Se mi alzo storto
Gioco ad Assassin's Creed
Ed uccido tutti quei bastardi
Con una immensa goduria.
Mia madre prima
Mia moglie ora
Tentano ed hanno provato a staccarmi da qui
Ma hanno fallito miseramente
Non riesco a smettere
Quel joystick così attraente
Quei suoni suadenti di morte
O quelle urla dei tifosi tutte per me
Non posso perdermeli
Non posso non viverli.
Mi dicono che sono malato
Ma non bevo, non fumo e non mi drogo
D'altronde non potrei neanche volendo
Perderei i miei prodigiosi riflessi
Mi dicono che ho una dipendenza
Ma non sono un ludopatico
Non scommetto sulle partite o ai cavalli
Sono uno sportivo provetto.
Eppure mi vogliono curare
Ed io mi rintano nel salone
Accendo la console
E mi consolo con lei
Lei che mi coccola
Mi capisce
Ed è giusta con me
Mi apprezza per i miei meriti
Riconosce i miei trionfi.
Partenza
RT/ R2
LB/L1 e tasto cerchio
Poi crosso
Colpisco di testa
E segno!
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
34 commenti:
se è un problema (che lo dice l'oms) allora dev'esserci soluzione. questione di educazione e l'educazione parte sempre dalla famiglia. atteggiamenti sbagliati, nei nuclei familiari, ce ne sono a iosa. oggi sono probabilmente più asettici e montati, ma credo di essere un po' fuori luogo, ché sono di un'altra generazione. quella di chi tornava a casa al calare del sole, sudato, col pallone in mano e i ginocchi sbucciati.
Grazie per la citazione .
Non mi ero affatto sbagliata..
La tua poesia é perfetta.
Anche se il protagonista é riuscito almeno a sposarsi.
Molte vittime di questa dipendenza, invece, si annullano completamente, azzerando le relazioni e gli obiettivi della vita vera.
PER DIGITO bella generazione... anche oggi molti ragazzi fanno calcio e sport ma tanti si lasciano irrefrenabile sempre di più dalla apparentemente dorata solitudine del videogioco fino a crescere ed esserne dipendenti. Le famiglie sono o dovrebbero eessere il luogo dove si educa in modo sano all'utilizzo di ogni cosa videogames compresi ma a volte fin da piccoli sono le famiglie stesse che li mettono davanti ad uno schermo per sedarli e stare loro stessi per primi meno stressati dai loro figli e poi dopo è tardi.
PER CLAUDIA Vero ci sino anche quei ragazzi che si annullano ancora di più. Grazie per i complimenti.
E anche qua dico: si demonizzano i videogames, ed è giusto... come è giusto demonizzare qualsiasi cosa sia portata all'eccesso.
Scrivere di videogame e giocarne non è un male. Starci sempre attaccato è patologico, ma dovrebbe valere anche per leggere troppo o per stare sempre a guardare film/serie o ascoltare musica.
Moz-
PER MOZ: qui in questa poesia non parlo di un sano giocare, ma di una patologia. Nessuno demonizza i videogames ma solo l'utilizzo smodato degli stessi. Difficile però che chi legge molto abbia una dipendenza patologica dalla lettura, non esiste una patologia legata a questo come neanche per esempio legata alla musica. Anzi chi legge e ascolta musica tende ad avere una mente più aperta, cresce culturalmente e spesso ama confrontarsi anche se magari invece che andare una volta di più al cinema si legge un buon libro o ascolta un cd. Stare invece troppo davanti alla Tv senza staccarvisi credo che possa essere considerata una dipendenza.
Penso che ci siano determinati tipi di videogames che si prestano molto alla dipendenza. Giochi tipo Candy Crush erano stati studiati per il modo in cui agivano sul cervello: in pratica presentano una difficoltà non eccessiva subito seguita da una ricompensa quando si passa di livello. E pare che il cervello ami molto questo genere di cose (difficoltà-ricompensa-stimolo a contnuare). Il fatto che giochi del genere siano su un cellulare che ti porti sempre dietro è un altro punto verso la dipendenza.
Ho conosciuto persone che giocavano 16 ore al giorno a World of Warcraft: non riesco a immaginare in che stati fisici ci si possa ridurre a giocare a quei ritmi. C'è chi ha fatto del giocare ai videogiochi una professione, ma 16 ore al giorno è veramente patologico.
In una puntata de "le storie di paura di Masha" (di cui prima o poi parlerò nel mio blog) veniva mostrato un bambino che aveva questa dipendenza che poi risolveva facendo tantissima attività fisica, per cui poi era troppo stanco per mettersi a videogiocare!
Comunque, come per ogni altra dipendenza, c'è un problema di fondo. A seconda dell'individuo, il tipo di dipendenza cambia e si ha droga, alcol, fumo, giochi, comportamenti compulsivi ecc. Penso che la dipendenza da cellulare sia anche una cosa piuttosto preoccupante e vale un po' per tutte le fasce di età e sia per uomini che per donne.
PER GUFO A MOLLA: in primis benvenuto in questa agorà. Hai fatto una riflessione giustissima molti videogames si basano sul passare dei livelli (anche nel calcio, si pensi alle coppe dove il livello successivo è dato dal passaggio del turno) e quindi sentirsi gratificati per esserci riusciti. 16 ore al giorno è patologico ed è drammatico. Secondo me per contrastare questo rischio e prevenirlo è importante il ruolo della famiglia, seguire il ragazzo, fargli fare altre attività prima che sia troppo tardi, e da piccolo non averlo sedato mettendolo davanti ad uno schermo ma avergli dedicato ore importanti del proprio tempo. Venendo alla conclusione del tuo commento. è vero, ci sono molti tipi di dipendenza ed alcuni, recentissimi, sono davvero pericolosi e riguardano tutti, come per esempio, appunto, la dipendenza da cellulare. Grazie per essere passato spero di ritrovarti qui ancora.
Secondo me anche subire troppa lettura o musica ti isola, è patologico uguale.
Il videogioco è come un film interattivo, è il troppo che per me stroppia, in ogni frangente... :D
Moz-
PER MOZ: il libro ti isola ma non ti crea quella dipendenza patologica del videogioco, poi concordo che il troppo stroppia sempre ma qui parliamo di vere e proprie patologie, quindi parliamo di persone malate e persone ridotte così dal leggere troppo io non ne ho mai viste e neanche sentito parlare, Concordo cmq con te, ribadisco, che l'eccesso anche se non patologico in qualunque ambito non vada bene.
Metto la mano sul fuoco che io la dipendenza da videogioco non c’è l’ho ne mai l’avro!
Esiste la dipendenza da blog?
Ahaha!!!
Spero di non prenderla mai!
Che dirti?
La dipendenza è sempre patologia ...dal mio punto di vista.
Dipendenza dal gioco , droga , sesso , fumo ecc..
Nei giovani d’oggi vedo molto la dipendenza dell’apparire a tutti i costi ..il trionfo della superficialità e della mediocrità.
E purtroppo il bearsi di questa mediocrità.
Permettimi una battuta, il tuo protagonista se si separa l’unica cosa che vuole è la play station del resto non gliene frega niente.
L’ex non fa fatica ad ottenere il resto:)
Ciao
il gioco diventa patoligico quando non ti senti solo petché interagisci comunque con altri uguali a te e wuestp distorce la singola vita reale del gruppo.
PER MAX: anch'io mai avuta e mai avuta una console per videogiochi. La dipendenza da blog non lo so, quella dal mio blog è cosa buona e giusta :-))) Il problema nella dipendenza da video giochi secondo me non è tanto nel voler apparire (quello è più un difetto da abuso dei social) ma più una dipendenza che crea lo stesso videogioco se non ci si gioca ovviamente con la dovuta moderazione ossia passandoci un tempo ragionevole e non eccessivo. Venendo alla tua battuta non è così facile perché il protagonista vorrà la Play tutti i suoi videogiochi, una libreria dove tenerli ed ovviamente la casa in cui tutto si trova. Quindi già sulla casa qualche discussione potrebbe sorgere :-)))
PER NEUTRINA bentornata :-))). Vero, quello è un altro importante aspetto che può facilitare l'insorgere di quella patologia.
hai reso perfettamente la drammaticità della dipendenza..
un "perdente"che vince solo per gioco..
e gli basta.fa finta che gli basti.
ormai anche lui è diventato un gioco..
PERE JULIETTE: ti ringrazio per le tue parole sui miei versi. Hai ragione un "perdente" che si realizza solo in quell'ambito e gli basta o finge che gli basti,
Mi unisco a chi ha scritto che però deve anche esserci una famiglia a vegliare su questi comportamenti compulsivi. Ci sono dei genitori che accettano passivamente questo tipo di atteggiamento da parte del figlio, dovrebbero invece intervenire per fargli capire che un'ora al giorno va bene, dieci ore al giorno è sintomo di un problema...
PER ARIANO: sì è quello che si è detto e che anch'io confermo. Il dramma vero è non prevenire il problema ma è quando questa dipendenza si è innestata nel soggetto.
Come per ogni cosa, il troppo fa sempre male.
Sereno pomeriggio.
PER CAVALIERE: vero, e qui i danni sono molto seri.
Tutte le dipendenze sono pericolose, alienano la persona fino a farle perdere il contatto con la realtà.
Buon pomeriggio!
PER JOANNA benvenuta in questa agorà. Concordo con te, in questo caso si aggiunge anche un problema e cioè l'assenza di disapprovazione sociale rispetto ad altre dipendenze vista anche la recente considerazione del problema.
Fortunatamente sono un gran pippone in questo gioco e non riuscirò mai ad inorgoglirmi della mia abilità, così non capirò mai come può mio nipote giocare giornate intere senza smettere una battuta.
PER VINCENZO: infatti il problema riguarda soprattutto i giovani e chi è particolarmente preso dai videogiochi ma è un problema davvero serio.
Io credo che , in tutte le cose, ci vuole la giusta misura. I videogiochi dovrebbero essere usati per svago, nel giusto tempo. Non devono diventare ragione di vita o motivo per chiudersi o isolarsi dalla realtà. Anch'io gioco , da diversi anni a un gioco sul computer , innocuo, si tratta di costruire e sviluppare una città, lo faccio quando torno dal lavoro , un momento per rilassarmi o quando mi annoio e basta. Sono incappata una volta ,in cerca di un gioco nuovo , in uno dove si trattava di sparare e uccidere dei terroristi. Quando ci riuscivo, sangue dappertutto !! Ma si può, dico io, proporre giochi del genere ?? !!!Saluti
PER MIRTILLO: hai centrato ili punto, la moderazione è fondamentale. Purtroppo giochi violenti ce ne sono moltissimi e vanno anche forte e capita anche ci traggano spunti per dei film, come per Assassin's Creed
Questo della ludopatia è un grande problema, DAniele! E' dipendenza a tutti gli effetti come alcol fumo o droga. Si nota di meno da fuori, forse ma c'è.
Il grande problema è che chi ne soffre non lo riconosce. NOn lo accetta, Non ci crede. E rovina la propria vita e qu,ella dei familiari
PER PATRICIA: come per ogni dipendenza, anche quella causata dai videogame non viene riconosciuta da chi ne è affetto con tutte le ripercussioni su chi gli è vicino.
Dipende sempre per come usiamo le cose e dal nostro grado, come dire, di maturità. Poi, sai è la solita storia c'è chi esagera. In certi casi, dalle descrizioni che leggo, c'è chi cade in un enorme vortice che ti risucchia via da tutto e da tutti. La questione penso che stia nel fatto di non perdere mai se stessi.
Un saltuone e alla prossima
PER ACCADEBIS: certo il sapersi contenere è il segreto ma è quando scappa la mano che nasce il problema. È una vera e propria patologia che prende senza quasi accorgersene e sta anche ai genitori essere vigili secondo me.
Spesso arriva un game over al quale non si può opporre nessun altro insert coin.
Ero drogato anche io, nella mia adolescenza un po' imbecille, importante è crescere, e troppo spesso se ne ha paura, nonostante davanti al monitor si sia divoratori di step..
PER FRANCO una importante testimonianza la tua per chi potrebbe leggerla ed avere tale problema. Testimonianza di cui ti ringrazio.
Questa mi tocca da vicino. Non potendo salvare mio marito, salverò con tutte le mie forze mio figlio. Grande Daniele <3
PER IRENE in bocca al lupo allora!
Posta un commento