Ho voluto pubblicare oggi questa mia poesia al di fuori della giornata di lunedì in primis perché volevo ribadire che della violenza sulle donne se ne deve parlare sempre, e poi per porre i riflettori su.... beh la leggete se vi va e poi ne parliamo nei commenti
NADIA
Sono Nadia
Ho 35 anni
Sono Avvocatessa civilista
E da 10 anni
Non per colpa mia
Seduta su una sedia a rotelle.
È stata dura all'inizio
In primis accettare l'accaduto
E poi di conseguenza
Il cambiamento di vita radicale
Quando anche una cosa banale
Come attraversare la strada
Di colpo diventa un momento
A cui prestare molta attenzione
Senza parlare delle innumerevoli barriere architettoniche
Ancora presenti
Senza dire nulla dello stato dei marciapiedi
Sarei più tranquilla e stabile
Sulle dune di un deserto.
È stata dura
Ma ce l'ho fatta
Anche se ho perso il mio compagno
Lui non se l'è sentita di starmi accanto
Non ci ha nemmeno provato
Un autentico stronzo.
Io sono sempre io
Sono intelligente
Brillante e pure sexy
Solo sono su questa sedia
Ma sono diventata autosufficiente
Non sono un peso per nessuno
La mia vita è proseguita
Avvocatessa di successo
Amici tanti
Unico neo
Non ho un amore
Questa sedia in questo ambito
Sembra davvero essere
Un ostacolo duro da superare.
Per carità
Non sono una donna che senza un uomo
Non si sente completa
Ma è umano desiderare un compagno
Ed anche desiderare il sesso.
Cinque anni fa sembrò esserci una svolta
Era la sera di Halloween
Io ed alcune mie amiche
Andiamo in un locale per bere qualcosa
Ascoltare buona musica
E passare una serata piacevole.
Conosco una persona
Lui sembra un tipo a posto
"Sono architetto" mi dice
Ed in effetti tornando a casa
Verificai e non aveva mentito
Fu una serata bella
Come da tanto non passavo
Lo rivedo
Lui è super
Non è minimamente imbarazzato dal mio stato
Non mi fa pesare mai nemmeno quei momenti
Dove per quanto ce la possiamo raccontare
Tra me e chi sta in piedi con le proprie gambe
C'è differenza.
Serata terminata
Mi riaccompagna a casa
Lo invito a salire
Ci baciamo
Poi le nostre mani volano
Ma quando le sue mani
Si insinuano tra le mie gambe
Mi blocco.
Non avevo mai fatto l'amore
Da quando ero su questa sedia
E quindi provai un forte disagio
Nulla che fermandosi un attimo
Parlandone
E baciandosi ancora
Fosse una barriera insormontabile.
Lo fermo
Gli spiego il momento
Ma lui:" Tranquilla, tu lascia fare
Andrà tutto bene"
E non smette
Io lo blocco
Gli dico chiaramente NO
Ma lui mi alza di peso dalla sedia
E mi lancia sul mio letto
Ed io prigioniera del mio immobilismo
Subisco violenza
Ma l'orrore peggiore
È quando nell'andarsene
Mi guarda e mi dice:
"Non dirmi che non ti è piaciuto
Dovresti essermi grata
Nel tuo stato chi pensi che ti voglia scopare?"
Lo denuncio
Ma la giustizia la pensa come lui
Nelle mie condizioni
Non solo non ho diritto di scegliere con chi farlo
Ma devo ancora essere grata a chi si degna di scegliermi.
Per fortuna l'appello ha capovolto quell'abominio di primo grado.
Oggi sono due anni che esco con Francesco
Un nuovo collega del mio studio
Lui è speciale
Un bipede meraviglioso.
Ieri siamo andati alla festa di compleanno di suo fratello
Si ballava
Io lo guardo e gli dico:
"Guarda che puoi ballare, non è un problema per me"
Lui mi sorride e risponde: "Sono negato a ballare,
Grazie a te ora posso evitare di mettermi in ridicolo"
Adorabile bugiardo
Ci baciamo
Perchè anche quelle come me
Possono ed hanno il diritto di scegliere.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
6 commenti:
Bellissima! la prima parte mi ha fatto incazzare ma la seconda mi ha fatto ricredere,non è possibile che tutti gli uomini siano degli stronzi vigliacchi.
Ciao
PER BLOGREDIRE infatti non si deve fare di tutte le erbe un fascio
Gran bel lavoro, Daniele! Mi ha emozionato molto. L'ho dovuta leggere due volte.
Mentre leggevo la parte centrale dei tuoi versi ho provato un certo disgusto per il comportamento di quella persona che, tra l'altro, nel congedarsi dall'avvocatessa disse: "Dovresti essermi grata".
Bella anche la parte iniziale in cui sottolinei i marciapiedi sconnessi e la mancanza di "scivoli" di accesso ai corridoi pedonali. Per non parlare delle innumerevoli barriere architettoniche. Purtroppo per le nostre "elite" è più importante spendere i nostri soldi per realizzare sistemi di difesa per missili ipersonici e ponti a campata unica sulle linee di faglia tra due continenti.
PER GIORGIO: quello della sfera affettiva e sessuale dei disabili è purtroppo ancora un argomento tabù e non è giusto, così come è ancora inconcepibile che una persona sulla sedia a rotelle quando è per strada debba sentirsi e comportarsi come uno slalomista tra i paletti della pista di sci. Quanto alla violenza è inammissibile e stop.
Non so se è vera questa storia perché se fosse, quei giudici di prima sentenza sarebbero da sbattere in galera.. e quel tipo da incarcerare a vita.. ma se volevi solo scuotere coscienze, sei comunque riuscito appieno.. purtroppo esiste gente senza cuore e senza anima.. :(
PER FRANCO la storia è inventata ma non è poi così lontana dalla realtà se pensiamo alla sentenza di alcuni anni fa della Cassazione (Sentenza1636 del febbraio 1999 rimasta per fortuna un caso isolato) per la quale essere in gonna e non in jeans, capo quest'ultimo più difficile da togliere, era dirimente per manifestare se non un pieno consenso cmq un possibile fraintendimento ed ancora in un caso di femminicidio il tribunale in prima istanza diede come "attenuante" l'aver ucciso per troppo amore...
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