mercoledì 21 dicembre 2022

L'Angolo del Rockpoeta®: "Due Guance, Una Vita"


DUE GUANCE, UNA VITA

2 guance
1^ vita
Infinite combinazioni 
Si incastrano nella nostra esistenza

Fasi diverse
Voglia di morire
Rabbia rassegnata
Soffocata
E pensa 
Ora lo faccio
Cazzo lo faccio!

Il caso
Lo fa desistere
Altri direbbero un angelo o Dio
A questo non so rispondere.

Poi esce da quegli anni infernali
Ma non ha mai considerato
Quel periodo 
Come un momento capriccioso
E non pensa affatto
Anche adesso a posteriori
Anni ed anni dopo 
Anche ora che la sua vita
È più stabile
Che se l'avesse fatto
Avrebbe sbagliato.

Ogni scelta in quei momenti
È giusta se la scegli.

D'altronde
Anche se il peso specifico è differente
Cinismo e matematica concordano:
Due sono le guance
La vita è una
E le due guance 
Le esaurisci presto
E non te ne danno altre.

Due sono le guance
La vita è una
Infinite combinazioni 
Si incastrano nella nostra esistenza
Una di queste è il suicidio. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

21 commenti:

Gus O. ha detto...

X DANIELE

Nel mio post mi sembra evidente la scelta cristiana, ma molti comportamenti insegnati da Cristo sono punti di arrivo irraggiungibili. Per esempio *ama il prossimo tuo come te stesso* è praticamente impossibile. Si tratta però di un'indicazione da tenere sempre presente nel tuo agire.
*Occhio per occhio, dente per dente viene dal vecchio testamento e non tutti sanno che la norma è per limitare l'escalation dell'odio* Nei vangeli l'espressione * A chi ti dà uno schiaffo porgi l'altra guancia * non vuol dire farsi bastonare senza reagire, ma è un invito a non far calpestare la tua dignità, nel senso che quando non puoi far nulla per difenderti ti conviene lanciare una sfida all'oppressore dimostrandogli che non hai paura.
Nella vita si commettono errori, ma non dobbiamo dimenticare che serviranno a farti capire quello che non va fatto.
Concettualmente escludo il suicidio che è un arrendersi alla sofferenza e a situazioni difficili che possono rappresentare una fuga, una rinuncia alla prova.
In ogni caso noi non possiamo escludere che in qualche caso il suicidio possa diventare l'unico rimedio in grado di risolvere problematiche senza vie di uscita.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUS: si lo è così come è evidente sempre in ogni tuo scritto e commento la tua sensibilità nel comprendere gli altri. E questo tuo commento ne è l'ulteriore dimostrazione, sia per come poni educatamente ed al contempo convintamente il tuo pensiero nonché per la tua chiosa finale. Il suicidio è l'estrema ratio, l'ultimo rimedio, l'unico quando li hai provati tutti e lo so che è forte quello che sto per dire, ma ci vuole coraggio anche per scegliere di morire, ce ne vuole per es. molto di più che per scegliere di rovinarsi la vita drogandosi. diventando perfino un pericolo per ti sta accanto

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VALERIA: vero, non è mai un capriccio per questo ricordo il mio sdegno e la mia rabbia quando lessi l'inizio di un libro di Coelho "Veronka decide di morire" dove se non ricordo male all'inizio si legge che la ragazza è un'anima superficiale, vuota e che vuole suicidarsi perchè si annoia anche se ha tutto; poi il suo tentativo di suicidio rimane tale perchè salvata anche se pare che possa morire in pochi giorni per i forti danni al cuore ricevuti dalle pillole ingerite. Da quel momento lei conosce in quella clinica tante persone con le loro storie e sembrerebbe quasi pentirsi del suo gesto. Ora dare l'idea che un adolescente sia così vuoto da suicidarsi perchè per es non si diverte più a giocare alla Playstation lo trovo nauseante. Da quel momento per quest'autore è per me scattato un ostracismo a vita, bandito ogni suo libro. Forse una forte reazione da parte mia, ma mi domando che cosa può aver provato un o una giovane leggendo quelle parole iniziali e non avendo avuto più la forza di proseguire la lettura di quell'agglomerato di fogli di carta che hanno osato chiamare libro.

"AMANDA"

Ciao Coelho
Sono Amanda
Pensa un po'
Sono ricca
Bella
Posso avere ogni bene voluttuario
Ma non ho più i miei genitori
Non ho più chi mi dava una carezza
Quando ero a terra
Non ho più nessuno

Ciao Coelho
Sono Amanda
Ho 15 anni appena compiuti
Ho perso i miei genitori 2 mesi fa
E non me ne fotte un cazzo
Non me ne è mai fottuto un cazzo
Di un paio di Jeans in più

E non mi interessa più vivere
E mi interessa solo sparire
Proprio come dovresti avere il buon gusto
Di fare tu

Hey Coelho
Sono Amanda
Mi sto impiccando nella mia cameretta
A farmi compagnia in quest'ultimo istante di vita
Ho il mio inconsolabile dolore nel cuore
Ed il tuo libro di merda tra le mani

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Questa società è troppo cinica, bisogna sempre aiutare il prossimo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAVALIERE: hai ragione ma sai cosa temo? Temo che nel 2050 la frase "Aiutare il prossimo" sarà definita così:

"Aiutare Il Prossimo":(Diz. Treccani dell'anno 2050) "frase arcaica oramai in disuso e già in fase di abbandono nel 2022. Testimoniava la insulsa volontà di essere altruisti e sostenere i più deboli. Detto con termini più consoni ad oggi era una ridicola usanza consistente nel privarsi stupidamente di beni propri o denaro proprio per darlo ad altri definiti più bisognosi ma che oggi noi sappiamo erano in realtà solo semplici parassiti sociali"

Franco Battaglia ha detto...

Non lo so quante guance ognuno di noi ha da offrire, quali limiti superare, quante pazzie mettere in cantiere. Dipende da millemila fattori, il proprio cuore, la famiglia, la paura, la forza..e un miliardo di altre cose. Può bastare un momento poco lucido a perderti, od un altro particolarmente luminoso a rivoltarti la vita in meglio.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCO: tanti sono i fattori per cui uno decide di finirla e proprio per quello che hai scritto tu e che condivido ossia "Non lo so quante guance ognuno di noi ha da offrire, quali limiti superare, quante pazzie mettere in cantiere. Dipende da millemila fattori, il proprio cuore, la famiglia, la paura, la forza..e un miliardo di altre cose" , penso che non si possa giudicare spietatamente chi compie un gesto così estremo.

Giorgio ha detto...

Non è facile percepire il momento in cui una persona sta per fare quel gesto estremo. Ma è invece' più facile tendere una mano a chi attraversa una fase difficile della propria vita ed è palesemente in difficoltà. Questo si può fare. Il problema è che siamo sempre meno attenti nel percepire le urla silenziose di chi ha bisogno che qualcuno gli tenda una mano. Vedo mamme che rispondono alle domande (poche) dei propri figli senza guardarli negli occhi: mentre parlano con i loro bimbi loro hanno gli occhi sul display del cellulare. Tristissimo!

Grande post, Daniele :-)

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GIORGIO La penso anch'io come te

MaratonetaGiò ha detto...

Oltre le guance alcuni personaggi riescono a colpire anche i glutei! Purtroppo chi decide di partire per sempre, non ne parla mai e spesso nessuno è in grado di capirlo. Quando avviene le persone si domandano perché lo ha fatto? La risposta non la sapranno mai!

Angela ha detto...

Quello del suicidio è un argomento che mi ha sempre turbata, davanti al quale mi ritrovo spaesata...; tre anni fa una mia cugina si è suicidata, aveva l'età che ho io adesso.
E' stato una cosa che mi ha scossa molto perchè... non ce lo aspettavamo, non sembravano esserci segnali, o forse sì.. il che è peggio perchè vuol dire che nessuno se n'è accorto.
Che nessuno le ha dato l'aiuto di cui necessitava per non sentirsi così sola, senza uscita e oppressa da fare poi la scelta che ha fatto.
L'avrebbe fatta anche se qualcuno dei suoi cari le avesse dato tutta la vicinanza possibile?
Non lo so, ma è così doloroso pensare a lei e a come si sarà sentita per arrivare a togliersi la vita.

Patricia Moll ha detto...

Le scelte di vita sono sempre troppo personali e intime perché possano essere giudicate.
Di fronte ad una scelta del genere ci si possono porre delle domande ma la risposta giusta non la si avrà mai perché non abiteremo mai gli abiti altrui

Caterina ha detto...

La vita ci pone spesso di fronte a gravi problemi. Non ci vuole davvero niente a perdere la bussola e commettere l'irreparabile. Siamo fragilissimi, come diceva Pascal : "L'uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura". Basta un alito anche lieve e si spezza. Bella poesia, molto forte e profonda.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GIO': oppure ci arriveranno dopo attraverso il famoso senno di poi, o magari per un biglietto lasciato per spiegare perchè uno si è tolto la vita. Vero di solito non ce lo si aspettava ma stando più attenti, magari qualche minimo segno potrebbe essere possibile riconoscerlo, rilevarlo..

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ANGELA: guarda, a volte forse un suicidio si sarebbe potuto evitare con un po' più di attenzione, comprensione ed aiuto da parte di chi magari quell'aiuto lo ha chiesto anche se non in modo così esplicito ma altre volte non se ne ha colpa perchè il suicida non ha voluto condividere con altri il problema. E questo comportamento non deve essere classificato come sfiducia, rapporti non b buoni con i familiari, ma più probabilmente un problema che per la persona suicida è così grave che è lei a sentirsi in difetto verso coloro che ama, magari si vergogna, e spesso sono sentimenti e pensieri che non corrispondono alla realtà ma la vittima non riesce a vederla in modo diverso, Mi spiace per la perdita di tua cugina. Se posso permettermi, salvo casi particolari o difficili nei rapporti familiari, quasi mai uno o una si suicida per colpa delle persone vicino a loro.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VALERIA: in quei momenti a mio parere non vedi vie d'uscita non hai più forza per lottare quindi o arriva un qualcosa che concretamente riaccende la luce e gira di nuovo su on l'interruttore della vita oppure la scelta si riduce molto semplicemente, a due valutazioni e cioè se si pensa di avere ancora forza per lottare e sperare che questa prossima volta non ci siano sfortuna, circostanze avverse, intralci di vario tipo, a bloccare tutto ancora una volta oppure si ritiene di non avere questa forza e di averci provato abbastanza per capire che non potrà mai succedere che la propria vita cambi.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PATRICIA: vero, salvo il suicida non scelga di spiegare il suo gesto e nel farlo dica la verità

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CATERINA: in primis grazie per i complimenti mi onorano e toccano profondamente. Siamo fragili, ma allo stesso tempo forti, siamo capaci di arrenderci magari ad un nemico debole e lottare con furia e determinazione contro feroci animali, e poi ancora siamo capaci di ucciderci con un coraggio pazzesco, quel coraggio, e questa è la vera amarezza, che se hai per ucciderti vuol dire che prima lo stesso coraggio l'avevi per vivere e lottare per i tuoi sogni.

Ariano Geta ha detto...

È sempre una scelta dettata da un forte disagio esistenziale contro il quale bisognerebbe combattere coi giusto mezzi, ovvero un sostegno psicologico che molti rifiutano per un pregiudizio tipico, o per semplice vergogna. Invece quando si passano quelle fasi bisognerebbe non avere paura e chiedere aiuto alla propria Asl, anche il disagio che si trasforma in depressione è un male curabile, come la febbre o i reumatismi.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARIANO hai ragione, il problema è che uno psichiatra e psicoterapeuta Piero Cipriano, metteva in luce come se vai nel pubblico ti riempiono di psicofarmaci che servono a bloccare i sintomi ma, e sono gli stessi che se vai privatamente invece scavano in profondità sul tuo disagio, altro non fanno. Insomma diversità di attenzione professionale a seconda che si paghi o meno.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VALERIA grazie grazie grazie infinitamente grazie