Quello di oggi sarà un post piuttosto breve. Pigrizia?
No, semplicemente quello di cui voglio parlarvi si dovrebbe riassumere (più o meno) in poche righe.
Rischio d' impresa è, o forse sarebbe più corretto dire "era", se non ricordo male e senza utilizzare paroloni da economista, quell'alea che l'imprenditore si assumeva attraverso gli investimenti e l'attività da lui stesso messa in moto che, nel caso di risultati non positivi, poteva creare perdite importanti e consistenti al patrimonio aziendale quando anche non personale.
Rischio d'Impresa invece oggi ha un significato del tutto innovativo che è andato anche rivoluzionandosi nel tempo: si tratta infatti del rischio che assumono i lavoratori dell'impresa nel caso le cose vadano male con il rischio di restare cassaintegrati o perdere perfino il lavoro, perchè, per esempio, l'imprenditore li molla tutti in braghe di tela per andare a produrre in Polonia; il tutto dopo essersi preso ed aver goduto di tutti i benefici e gli aiuti possibili ed inimaginabili dallo Stato.
E'così in realtà da anni oramai solo che adesso il rischio d'impresa non si limita a toccare i lavoratori sui soldi e sul loro stesso posto di lavoro, ma arriva anche a mettere a repentaglio diritti generali costituzionalmente garantiti come il diritto di sciopero, solo per fare un esempio.
Questa è un'evoluzione recente e assai pericolosa. Ed è realtà.
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16 commenti:
Questo caro Daniele si chiama F.M.I. e B.M.
Visto che l'uomo comune diventa nazionalista e saturo di valori comuni solo ogni due anni, campionato mondiale e campionato d'europa di calcio...tira le somme.
il 25 aprile e il primo maggio non c'erano nemmeno il 10% delle bandiere appese ai balconi di quante ne vedi ora.
Il rischio serio è che dopo l'esito del referendum tar lavoratori della Fiat è che tutte le fabbriche italiane adottino questo "modello cinese"...
ps domani ricorre il triste anniversario della morte di Niki, ho scritto qualcosa di abbastanza forte. Passa appena puoi...
Caro Daniele giusta osservazione ... La cosa grave è che il governo permetta tutto ciò. Domanda:ci potevamo aspettare qualcosa di diverso da un presidente del consiglio imprenditore?
un saluto
Ieri la storia ha continuato il suo percorso a ritroso :(
PER ARMANDO: no, é vero, ma va detto che anche governi precedenti, Prodi compreso, non hanno mai impedito alla FIAT di fare quello che voleva. Quindi diciamo che il potere degli Agnelli é sempre stato politicamente trasversale e questo anche deve far amaramente riflettere.
Caro Daniele verissimo quello che dici. Approvo e sottoscrivo.
un saluto
Sarà anche breve questo post ma hai colto perfettamente nel segno l'intera questione.
Una volta gli imprenditori, illuminati o meno, rappresentavano quella categoria che godeva del privilegio del capitale e che, in una sorta di compensazione dei sostanziosi guadagni, producevano ricchezza per il paese e rischiavano in prima persona tutto quanto.
Oggi le scelte aziendali fallimentari, le crisi economico-finanziarie, le bolle speculative... sono tutte realtà del capitalismo che fallisce e che, in quanto tale, devono essere ripagate di propria tasca da chi finora ha mess la sua intera persona, la sua forza lavoro, a disposizione di questo meccanismo.
Non è più il realizzatore dei profitti ad assumersi le responsabilità dei propri fallimenti, ma chi ha provveduto a tirare avanti "la baracca" oltre ogni limite.
Tutto in un gioco al ricatto tra lavoratori colpevoli di essere nati in un luogo differente, in un gioco a ribasso che ora non è più un ribasso economico, ma prima ancora un ribasso dei diritti.
Ciò che 60 anni fa sarebbe stata una terribile bestemmia (il gioco a ridurre i diritti dei lavoratori), oggi è una realtà da salutare con gioia.
"Perché altrimenti chiudono la fabbrica".
Bentornati nel moderno IX secolo...
Se mi permetti un'osservazione, preferisco questo stile denso e incisivo alle volte in cui riunisci tante notizie e osservazioni non sempre ben collegate fra loro in un unico post. Secondo me è più efficace puntare su un discorso breve ma concentrato, piuttosto che su uno molto articolato che cerca di coprire più argomenti ma che finisce poi col risultare sfilacciato e poco coeso.
Ciao pigrone. :p
Siamo ad una svolta che si stava da tempo preparando e credo che tanti diritti verranno risucchiati...
Oggi vincono, noi sapremo rialzarci? Io spero di sì. Non abbiamo altre strade.
Un abbraccio
PER ALESSANDRO: tanto di cappello per il tuo commento! Perfetto, incivisivo, emotivamente coinvolgente.
PER ROSS:Non entro nel merito delle preferenze :-))) ma volevo spiegare il perché di certi post con più fatti riportati. Ci sono volte che ci sono troppe notizie che non si possono tacere ed in quei casi mi vedo "costretto" a parlarne in un unico post in modo più sintetico, collegato, ove potendo, ma cmq parlarne. E' sempre meglio dire tutto che stare in silenzio. Di solito infatti scrivo di un tema alla volta, ma ultimamente c'é la gara a chi la combina più grossa e quindi attira la mia attenzione...
Tutto qui :-)))
Daniele
Oggigiorno si stanno perdendo o ridisegnando un po' tutti i confini eccezion fatta per quelli relativi ai diritti che vengono volutamente cancellati e non più riscritti.
Che sia una nuova "tattica" per togliere dal calendario il I° maggio??
Ciao Daniele
sono giorno che sentiamo dire dai parolai vestiti da imprenditori che ora siamo un paese moderno. Qui basta scegliere cosa vuol dire moderno... se vuole dire uno stato senza diritti dove un imprenditore arrica e investe solo se un paese gli concede carta bianca buttando via la propria costituzione e aprendo la strada per la cancellazione dello Statuto dei lavoratori, allora noi siamo modernissimi ma da parecchio!
Io ho letto le condizioni del contratto che il 62% dei lavioratori ha accettato con il si e sono terribili,vanno contro lo Staturto dei lavoratori e sono capestro. Ah, se soltanto i sindacari non avessero abusarto della paglia del padrone!!!
Che saddà fa per campà....
Un abbraccio
Ho scritto anch'io qualcosa riguardo questo argomento. A modo mio.
Trovo la vicenda di Pomigliano sconcertante, e trovo ancora più sconcertante l'indifferenza, o forse la rassegnazione, con cui si lascia passare tutto questo. Tutta l'Italia sta gettando alle ortiche il proprio futuro.
il vero problema è che gli stessi lavoratori di Pomigliano si sono illusi che un semplice refendum tra di essi gli permettesse di lavorare seppur perdentouasi tutti i diritti, hanno votato sotto ricatto, ok, però si sapeva benissimo che la fiat non avrebbe lasciato tutto come prima, i soldi tirano più di tutto il resto
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