venerdì 27 settembre 2024

L'Angolo del Rockpoeta®: "Discesa Libera"

DISCESA LIBERA

Pioggia come sciolina
Le impalcature la tua pista da sci
Slalom tra imbracature assenti 
Ed il rischio di uscire fuori pista.

Sì 
Piove
Ma questa ditta è indefessa
Tutti al lavoro anche sotto l'acqua
Perchè i lavori vanno conclusi per tempo
Avanti per Dio, un po' di serietà!

Dimmi dove sei
Dove sei ora
Ora che tuo figlio ti aspetta per cena
E che non sa ancora
Che quel giorno hai inforcato un paletto
E sei finito a terra
Senza casco e protezioni
E più che una discesa libera
Si è trattato di caduta libera

E tu dimmi dove sei
Tu che legiferi
Pontifichi
Ma non controlli mai

E tu dove sei
Tu che odi Putin e la Russia
Ma la matrioska dei subappalti
Quella non la disdegni
Non la impedisci
Non la abolisci.

E tu 
Ennesimo cadavere bianco
Spesso dalla pelle nera
Sai che della tua morte
Non frega niente a nessuno
E che probabilmente
Nemmeno uno su cento sarà arrivato fin qui
A leggere di te 
Nemmeno uno su cento

E di questa risibile ma meritoria percentuale
È probabile che una larga maggioranza
Stia pensando:
"No basta
Ma ancora ci ammorba con questo tema?
Vuole davvero parlare di nuovo di morti sul lavoro?
Eppure ne ha scritte di poesie al riguardo
Ha toccato vari aspetti
Ma niente da fare, lui insiste."

Ecco
Vedi caro cadavere bianco
Di colore rosso sangue
Alla fine di questa ulteriore scrematura
Comprenderai che di te non frega niente a nessuno
O meglio ad uno sì
A me.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®


Come sempre ne consiglio anche l'ascolto.



3 commenti:

blogredire ha detto...

Caro Daniele qua se non si cambiano le cose,e non si vuole,morti sul lavoro ce ne saranno sempre tante,ad esempio i muratori,ti sei mai fermato a guardare in che condizioni lavorano?Io si a una decina di metri di altezza manco uno con un minimo di imbragatura per non parlare del caschetto...
Ciao

Giuseppe Marino ha detto...

La poesia colpisce per la sua crudezza e sincerità, mettendo in luce la realtà tragica e spesso ignorata delle morti sul lavoro. È un grido di denuncia verso l'indifferenza e l'ipocrisia della società, capace di puntare il dito contro chi legifera senza controllare e chi chiude gli occhi davanti a un sistema di sfruttamento. L'ultima parte rivela la solitudine e l'invisibilità della vittima, rendendo ancora più doloroso il silenzio che circonda queste tragedie quotidiane. Una poesia potente che non lascia indifferenti.

Giovanni ha detto...

Anche nell'edilizia è usato il termine produrre.
Per molti imprenditori significa uno deve fare più lavori .........E dunque, non c'è attenzione.
Questo termine è stato introdotta per prima dalle FFSS anni 90 ........estesa a tutti, i morti sul lavoro sono aumentati notevolmente.
Si stava meglio quando si diceva di stare male.
Questo termine produzione è il futuro.