mercoledì 9 agosto 2023

L' Angolo del Rockpoeta®: "Storia Di Un Senza Tetto"

STORIA DI UN SENZA TETTO

 Il suo nome era Friederich
Il suo nome è ancora Friederich
Anche se è stato barbaramente aggredito
Ed ucciso.

Forse a quei due stronzetti di 16 anni 
Avrà infastidito vedere un nome ariano
Portato con dignità da un uomo dalla pelle scura.

Se solo gli avessero domandato il suo nome per esteso
Forse lo avrebbero risparmiato...

No, volevano pestarlo e basta
Per sfregio? Noia? "Divertimento"?
O forse perchè oltre ad essere un barbone era nero?

Barbone...Un clochard, 
Direbbero oggi quelli politically correct.
Gli stessi che poi però a dare una mano 
A Friederich Akwasi Adofo 
Ghanese di 40 anni d'età
Non ci hanno nemmeno pensato.

Loro latitano
Loro sono a casa sotto la veranda
In estate
O vicino al calduccio del caminetto 
In inverno,
Però state tranquilli che non li sentirete mai
Chiamarlo barbone 
E nemmeno "Senza Tetto"
Perchè "Clochard" 
È più adeguato

Peccato che 
Essere clochard invece che barbone
Non abbia fatto alcuna differenza
Mentre lo picchiavano
E non gli sia stato d'aiuto nell'evitare la morte
In seguito alle dure percosse subite.

Il vivere su una panchina all'aperto
Lo ha solo reso un bersaglio più semplice
Più avvicinabile
Più facilmente attaccabile.

Ti hanno massacrato a morte
Ma hanno perso ugualmente
Anche se per batterli
Hai dovuto pagare un prezzo altissimo,
La tua stessa vita.

Sulla tua panchina, adesso,
Solo fiori coloratissimi
Di ogni gamma di sfumature possibili
Anche una rosa nera.

Su quella panchina, oggi,
Giace il simbolo della loro sconfitta:
Tutti i colori sono rappresentati
Tutti i colori ricoprono la panchina
Tutti tranne il bianco...

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

18 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Si muore così a volte: affogati, picchiati, investiti, precipitati, tritati da un'elica, schiacciati da forme di parmigiano, caduti da un'impalcatura, con un overdose, un trapianto in ritardo, troppe ore al caldo, chiusi in ascensore, dimenticati in'auto. Si muore, quasi sempre uccisi, anche quando è solo la vecchiaia a farci la posta. Uccisi dalla vita.

morfeas ha detto...

Ωραίο ποίημα, δε μπόρεσα να το καταλάβω καλά γιατί η μετάφραση της google δεν ήταν ίσως σωστή
Καλήμερα απο Ελλάδα με αγάπη

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCO Vero, ma in questo caso non è stato il destino cinico e baro ma 2 emeriti stronzi. Unica sfiga essere ne posto sbagliato nel momento sbagliato ma non è certo una giustificazione per questi due assassini

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MORFEAS in effetti ho fatto fatica anch'io a far tradurre da Google il tuo commento. Ti ringrazio di cuore per i complimenti.

Gus O. ha detto...

X DANIELE

Pomigliano. Dolore e commozione a Pomigliano dopo l’omicidio di Frederick Akwasi Adolfo, quarantatreenne originario del Ghana, ucciso per via di una violenta aggressione. Tante persone questa mattina lo hanno omaggiato posando sulla panchina, sulla quale era solito sedere al Parco delle Acque, fiori e lettere. Cittadini in lacrime per una tragedia che poteva essere evitata: “Non era la prima volta che Frederick veniva aggredito. Spesso siamo dovuti intervenire noi della zona per difenderlo da un gruppo di ragazzi che lo infastidiva”, raccontano posando fiori sulla “sua” panchina. Secondo i carabinieri, in questa prima fase delle indagini, il clochard sarebbe stato aggredito da due giovani.


Il governo italiano era assente (“Non era la prima volta che Frederick veniva aggredito. Spesso siamo dovuti intervenire noi della zona per difenderlo da un gruppo di ragazzi che lo infastidiva”, raccontano posando fiori sulla “sua” panchina.)

Katrina Uragano ha detto...

Tanta violenza, troppa. Inaudita, schifosa, da condannare senza se e senza ma.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUS la responsabilità è dei genitori, dei 2 assassini della scuola e del governo per la sua assenza sotto diversi aspetti peraltro in ottima compagnia di molti esecutivi precedenti

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER LA DAMA BIANCA concordo

blogredire ha detto...

Certe cose proprio non le capisco,cosa diavolo faceva di male quel poveraccio?
Cattiveria e crudeltà allo stato puro,ma vivi e lascia vivere...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER BLOGREDIRE È cattiveria gratuita

Giovanni ha detto...

Queste storie mi lasciano a bocca aperta.
IL termine giusto è il mendicante
Di queste storie si potrebbero scrivere enciclopedie è studiare evoluzione dell'essere umano colto è civile.
Uso il termine colto perchè ogni persona legge un certo tipo di libri .......per il tipo il cuore
Bontà in olio di oliva?
Non colpevolizziamo i ragazzini, dobbiamo incolpare altro, lascio decidere te chi?

Caterina ha detto...

Queste sono storie che fanno un male atroce. Non ci sono forse termini adeguati in tutte le lingue del mondo per esprimere la mostruosità di tali orrori. Comunque oltre che di quei mostri, la colpa è anche della società che abbandona queste persone a loro stesse, persone che sono più vulnerabili e bersagli più facili per coloro che hanno il male nel cuore.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GIOVANNI mendicante, mi piace come termine se inteso nella sua più vecchia accezione più dignitosa e non quella più attuale più degradante

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CATERINA rispetto, educazione e sensibilità sono valori sempre più desueti oggigiorno

Ariano Geta ha detto...

Una morte assurda per la quale spero i responsabili paghino con una giusta condanna, senza scappatoie, eccezioni procedurali, attenuanti e sconti.

Giorgio ha detto...

Pervasiva anche tra i ragazzini l'abitudine di fare i forti con i deboli. E' questo il messaggio che, inconsapevolmente, gli adulti trasmettono ai ragazzini.

Dark Miryam ha detto...

I tuoi versi sono molto toccanti, mi sono commossa.
E come già hanno detto altri prima di me, spero che i responsabili vengano condannati alla svelta.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER DARK MIRIAM lo spero anch'io