Nuovamente Ariano Geta con Issei l'Haiku Boy, mi ispira una poesia.... un Issei ormai adulto ricorda, nella mia lirica, quel momento di cui tratta Ariano nella sua striscia N. 34 che potete apprezzare cliccando QUI, e trae delle considerazioni...
LA GIUSTA ASSENZA
Foto di scuola
Ero l'ultimo arrivato
Ero lì da appena tre giorni
Dentro un istituto di trogloditi
E di docenti ignoranti
Da ingenuo
Volevo e cercavo
Il modo di integrarmi
Senza snaturare me stesso
Ma cercando ugualmente punti di contatto,
Inesistenti.
Foto di classe
Nessuno mi ci voleva
E con la scusa ridicola
Che qualcuno doveva pur scattarla quella foto
Ecco che fui scelto
Per questo fondamentale compito
Come se non sapessi già allora
Che l'autoscatto era stato inventato da tempo
Mi sentii umiliato
Ferito
Deriso
Sicuramente mi sentii vittima
A pieno titolo
Di un vergognoso atto discriminatorio.
Ripenso a quei momenti
Oggi che sono un poeta affermato
Oggi che scrivo
E mi lascio ancora avvolgere
Da tutto ciò che è "meraviglia"
Sia immacolata
Sia minacciata e deturpata
Oggi che non ho perduto
Quella mia capacità di stupirmi
Come un bambino su ogni cosa bella
Ma che nel tempo
Ho saputo proteggere
Dotandomi di una corazza
Per non essere ferito
Almeno non troppo
Dalla volgarità e dalla becera ignoranza
Oggi sorrido
Ripensando a quel momento
Ma mi spiace
Per non aver saputo già allora capire
Che l'unico giusto sentimento da provare
Era quello di una vergognosa ingiustizia subita
E di un evidente atto discriminatorio
Soprattutto perchè avallato dalla Scuola.
Ma se potessi tornare indietro
E parlare a quel ragazzo
Gli direi di non sentirsi ferito
Perchè deriso
Umiliato
Non accettato
E non perchè non sia stato così
Ma perchè
Quel loro bullismo da branco
Nascondeva solo la paura della tua forza
Della tua sensibilità
Delle tue idee
E della tua unicità.
Se solo quel giorno
Avessi potuto dirti
Di sentirti fiero
Di non comparire in quella foto
E di non essere immortalato con loro
Se solo tutto questo
Lo avessi potuto comprendere già allora...
Oggi
Il mio nome è ovunque
Così come la mia immagine
E l'unica foto che non ho è proprio quella
Ed un sorriso
Nel pensarci
Mi nasce spontaneo
Rendendomi conto
Di come a volte
Una giusta assenza
È motivo di orgoglio
Fierezza
Giustizia e verità.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
24 commenti:
X DANIELE
La paura del nuovo diventa sempre intolleranza e aggressione. I primi impatti sono dolorosi, ma con il tempo ti fanno capire la realtà e le cattiverie ti scivolano addosso.
Complimenti a te per la tua poesia e anche ad Ariano per il fumetto ispiratore.
PER GUS; a volte è la paura del nuovo, altre invece è la paura della consapevolezza di una verità che può far male come nel caso dei compagni di Issei che capiscono ed avvertono la differenza con Issei, loro così uniti, compatti solo perchè presi uno ad uno non sono individui realmente pensanti, e pertanto avvertono più che il nuovo il divario di spessore personale tra loro e lui e quindi cercano di distruggerlo perchè non sono in grado di confrontarsi con lui e quindi vedono in questo un profondo elemento disturbante e disgregante, un elemento di cambiamento per loro negativo. E questo è solo uno dei tanti casi in cui molti non sanno, non vogliono, non possono o non hanno la forza di ammettere la verità e/o i loro errori.
La cosa peggiore, credo , sia il fatto che il professore abbia ritenuto giusto che a scattare la foto fosse proprio quel bambino arrivato da poco. Un modo per non farlo sentire parte della , anche se, il professore cambia il gioco e sostiene che è un onore scattare la foto di classe !!! E quante altre ingiustizie avrà patito quel bimbo, prima di capire che era unico ed andava bene così ..
Ho una foto di classe, di quando insegnavo. Una delle mie alunne straniere, nella foto, appare tutta vestita di nero, col velo pure nero in testa, mi pare che venisse dal Pakistan. Lei tutta nera, in mezzo a tanti bimbi vestiti di tanti colori, immagina l'effetto !!
Non so perchè mi è venuta in mente questa associazione di idee. Nella foto che ho io, i bambini non avevano certo allontanato la bimba pakistana ma la diversità era evidente e spero che le famiglie abbiano saputo cogliere l'unicità di quella bimba e la foto non sia stata motivo di discriminazione. Ciao Daniele !
PER MIRTILLO: Ariano con questo suo ultimo lavoro riesce sia a farci sorridere che a farci fermare a riflettere su molte realtà che riguardano la società contemporanea. L'associazione l'hai vista perchè cmq per quanto voluta nella foto, ed accettata dai suoi compagni, quella bimba si sentiva forse troppo diversa rispetto ai suoi piccoli coetanei, diversa nel senso che forse avrebbe voluto essere più simile a loro nel vestire, tutti i bimbi vogliono integrarsi sempre ed ogni impedimento lo sentono come un ostacolo incomprensibile.
Mi fa molto piacere aver ispirato questa poesia a Daniele.
La mia striscia ha come protagonista un adolescente molto educato e gentile che si trova in un ambiente nuovo in cui il suo modo di essere diventa oggetto di derisione e addirittura di esclusione: benché non abbia fatto del male a nessuno e abbia avuto un atteggiamento tutt'altro che ostile, viene trattato come se non meritasse alcun rispetto. Insomma, il caso in cui si crea il cosiddetto "branco" che si accanisce sul soggetto più indifeso. Lo scopo di queste strisce è (anche) quello di rammentare a chi eventualmente le leggesse e si trovasse in una situazione simile, che quelli che si comportano in quel modo sono persone di cui non tenere conto proprio perché dimostrano tutta la loro bassezza e meschinità. Nella vita è importante avere la stima delle persone che aggiungono valore alla nostra esistenza, e se quindi non si riceve stima, ma solo atteggiamenti malevoli, da parte di gente come i compagni di scuola e il professore di Issei, non deve essere motivo di dubbio per la propria autostima. Non essere stimati da gente del genere deve essere considerata quasi una cosa rassicurante, la prova più evidente di non essere come loro, quindi la prova che non si è né meschini né malevoli. É umano sentirsi tristi quando si viene esclusi, ma bisogna anche vedere bene chi è che ti sta escludendo: se si tratta di brave persone non mancherà modo di scambiarci due parole, chiarire perché si stata posta una distanza, magari anche scoprire che si è trattato solo di un equivoco e ritrovare con esse rapporti cordiali. Se invece si tratta di soggetti come quella mia striscia, non c'è davvero ragione di sentirsi tristi: in casi simili vale il vecchio detto "meglio soli che male accompagnati".
Bella poesia.
Si parla di scuola
l'argomento non è il forte
nemmeno nei ricordi
di compagni di classe
a cui giravo le spalle
perchè ero in ginocchio
dietro una lavagna
................
PER ARIANO: grazie a te per questa serie che è sempre più coinvolgente. Per il resto hai spiegato tutto tu magnificamente e quindi mi auguro che oltre alla tua striscia ed ai miei versi leggano tutti il tuo commento.
PER GIOVANNI: il tuo commento è una poesia straziante e bellissima a sua volta. Grazie davvero di cuore per averla postata in questo spazio
Daniele Verzetti
Non è una poesia.
è un racconto breve.
Sei grande! Grazie di questi versi immensi! Come sempre le tue poesie insegnano.
La cosa incredibile è il professore che sostiene il bullismo. Fa proprio rabbia. Però hai ragione:in fin dei conti è meglio che il ragazzo non ci sia stato in quella foto.
Beh, io ho insegnato per 43 anni e mai ho visto una discriminazione del genere. Mai nessun insegnante ha isolato un ragazzino o gli ha impedito di far parte di un gruppo. Il bullismo c'è sempre stato, ricordo i gruppetti che si formavano in classe, dove i figli dei ricchi si distanziavano dai figli dei poveri e non li invitavano ai loro compleanni, ma questo succedeva a casa, mentre in classe gli insegnanti favorivano sempre l'inclusione. Poi sono arrivati ragazzi da ogni parte del mondo e si faticava a fare l'appello perché non era affatto facile pronunciare i loro nomi, ma venivano presentati come un'opportunità per conoscere usanze e costumi della loro terra d'origine, mai si spingevano i ragazzi italiani ad emarginarli. Io spero veramente che la vignetta sia stata inventata e che non rappresenti una situazione realmente accaduta, altrimenti quel docente sarebbe veramente da considerare una vergogna per tutta la categoria.
PER GIOVANNI: restano cmq parole importanti e profonde
PER CATERINA: grazie sono onorato e toccato dalle tue parole.
PER FABIO vero, quell'aspetto ha scioccato anche me.
PER KATHERINE: credo sia inventata sulla base dei personaggi della striscia ma Ariano sa far davvero riflettere.
A me non facevano scattare le foto ma mi facevano capoclasse. Non ho mai capito il perché. 8
"Quel loro bullismo da branco/Nascondeva solo la paura della tua forza/Della tua sensibilità
Delle tue idee/E della tua unicità" e poi: "Ed un sorriso/Nel pensarci/Mi nasce spontaneo/Rendendomi conto/Di come a volte/Una giusta assenza/È motivo di orgoglio/Fierezza/Giustizia e verità."
Hai trovato le parole poetiche esatte per esprimere riflessioni importanti. Grazie.
PER PAOLA: forse eri ritenuta quella con più senso di responsabilità, senso di giustizia ed obiettività e/o eri anche buona d'animo.
PER MARIA: grazie!!!!
La scuola sa essere cattiva, come certi compagni, ma come sottolinea anche Ariano, meglio non essere omologati a certi soggetti, girare al largo, rimanere con la propria delicatezza.
Non ho mai permesso a nessuno di cambiare per essere accettata. Le balene bianche le incontriamo continuamente durante il nostro cammino ma io ho saputo affrontare quei tremendi momenti in cui ti senti esclusa.
Le cornacchie volano in gruppo, l'aquila volteggia da sola nel cielo.
A mio nipote oggi adolescente, ripeto continuamente di non omologarsi, perché lui è unico!
PER FRANCO: concordo con te assolutamente.
PER GIO': E gli dai assolutamente un ottimo consiglio.
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