Che bello
Wow super
Sono sempre non considerata
Mi sono sempre sentita minoranza
Ed invece
Invece almeno in questa cosa
Sono in ottima compagnia
Salve sono Giorgia
Ho 30 anni
Ho una figlia di tre
Ah per i benpensanti
Sono pure sposata.
Cosa mi accomuna al 42,6% delle donne italiane?
E nel mio caso
Essendo di Catanzaro
Al ben più cospicuo 62,6%?
Semplice non lavoro
O meglio
Diciamola in modo più consono
Sono una laureata in Economia e Commercio
A pieni voti e con lode
Ma non trovo lavoro.
Mio marito
Se lavorassi non avrebbe nulla da ridire
Anche perchè anche lui è precario
Quindi uno stipendio in più ci proteggerebbe
Da sorprese
E comunque due entrate sono meglio di una no?
La bimba?
Nonni vicinissimi e dispostissimi ad aiutarci
E poi con qualche soldino in più
La scuola dell'infanzia sarebbe possibile
Certo non adesso.
Ma adesso non è un problema
Ci sono io
Felice di stare con mia figlia
Ma è proprio per lei
Che vorrei lavorare
Perchè il futuro è già incerto
Ma se tutto dovesse crollare addosso
Non voglio che sia per causa nostra
Insomma
Se domani ci cade una atomica sulla testa
Amen
Contro una follia simile non ho soluzioni
Ma se non accade
Io per mia figlia voglio il meglio
Se vorrà studiare dovrà poterlo fare
Qui o altrove
Perchè io ho una figlia
E fino a quando il futuro non avrà spento
Il suo interruttore sul mondo
Io continuerò a pensare al futuro
Al suo futuro.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
21 commenti:
Nel mio condominio ho una cara amica, Una professoressa di inglese. Suo figlio ha studiato a Oxford e con la sua tipologia di lavoro è occupato in n'azienda inglese e ben retribuito. Il problema è che tornando in Italia accrescerebbe il numero dei disoccupati, perché le nostre aziende non ancora applicano la tipologia di lavoro usata in Inghilterra.
Tu sai benissimo che negli anni '60 in un paio d'anni Torino aumentò la popolazione di un milione di abitanti. Erano tutti ragazzi disoccupati nel Sud, nelle campagne, tanto arretrate da non poter produrre beni per l'alto costo.
*Così ridevano* è un film italiano di Gianni Amelio, vincitore del Leone d'oro nel 1998 alla 55ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Si racconta la grande fuga degli italiani dal Sud al Nord, poco ospitale.
Le vicende si svolgono nell'arco di sette anni (dal 1958 al 1964) in una Torino caratterizzata dalla discriminazione nei confronti dei meridionali, anni durante i quali Giovanni (Enrico Lo Verso), operaio analfabeta nonché emigrato siciliano, dopo aver raggiunto il fratello minore Pietro (Francesco Giuffrida) a Torino, cerca in tutti i modi di avviare quest'ultimo allo studio, affinché possa ottenere il diploma di maestro. L'amore ossessivo nei confronti del fratello più piccolo verrà successivamente ricambiato, tanto da spingere Pietro a prendersi la colpa di un delitto in realtà commesso da Giovanni.
La poesia che hai scritto è parzialmente vera, perché la disoccupazione non raggiunge i livelli di quello che racconti.
Non devi dimenticare che l'Italia occupa il nono posto nella classifica dei Paesi più ricchi al mondo.
Come sempre la tua poesia sociale offre tanti spunti di riflessione.
PER GUS i dati sono presi da uno studio di Amnesty se clicchi sul titolo ti manda all'articolo che ne parla. Sono sempre molto colpito dai tuoi commenti. Hai fatto un excursus storico molto interessante checonoscevo ma quelli che mi hai detto sul figlio di quella signora che vive in Inghilterra è davvero significativo e tristemente indicatore della realtà italiana
Purtroppo moltissime madri sono in queste condizioni, e non è giusto.
P.S. La scuola dell'infanzia è gratuita, perché è la cosiddetta "materna", dai 3 ai 5 anni.
Sono i nidi ad essere privati e molto costosi, perché a quelli comunali non c'è quasi mai posto.
PER GUS non Amnesty ma Save the Children scusa
PER CLAUDIA io sapevo infatti di alcune paritarie che hanno una retta che è accettabile ma devi pur sempre anche mangiare e poi cmq astucci roba per la scuola anche quella si paga credo se non erro perché io non posso parlare per esperienza diretta.
PER VALERIA beh ok però a volte sarebbe snvhevgiusto che il lavoro per voi hai studiato duro ti diede concesso averlo.
Lavoravo da nove anni in una ditta privata e quando ho detto di aspettare una bimba, sono stata licenziata. (1978). Mio marito lavorava in fabbrica ed io non riuscivo a trovare un nuovo lavoro. Abbiamo deciso di comune accordo che mi sarei occupata della bimba e sono felicissima della scelta. Al termine delle elementari ho trovato lavoro ed è iniziata una vita onerosa di mamma, moglie e lavoratrice. A causa di quella interruzione lavorativa sono andata in pensione a 67 anni. Oggi Francesca è una splendida donna di 43 anni che mi ha regalato un dono bellissimo... mio nipote Pietro. Perché esistono mamme di serie A con tutti i diritti e quelle di serie B che non hanno potuto usufruire della maternità?
PEr GIO in primis grazie per questa tua importante testimonianza. Purtroppo anche oggi nonostante leggi che tutelano le donne maternità in molti casi le donne sono ancora molto discriminate proprio per la questione fmdellla maternità e dobbiamo stare lattenti perché visti i tempi che corrono si rischia di vedere un fenomeno arretramento e cancellazione di diritti che sembravano super sicuri.
PER VALERIA il punto e chevti lavoravi e lavori brillantemente in proprio non hsinun capo che può decidere di non volerti più perché incinta. Quindi punto è vero queste donne lavorerebbero senza problemi se qualcuno non fosse concintoba non prenderle bricorda quella imprenditric che ha detto che anchecleibin ruoli cruciali per l'impresa non aumenta donne che possano avere ancora sei figli.m
Probabilmente qui in provincia di Cuneo siamo un'isola felice perché non conosco donne che siano disoccupate. Ovviamente, come dice anche Valeria, è possibile che molte si siano adattate anche a lavori diversi da quelli che dovrebbero avere con il loro titolo di studio, però il lavoro ce l'hanno. Credo che la situazione sia più difficile al sud, infatti da noi vengono a lavorare molte persone in trasferta dal sud. Si integrano bene perché, in genere, al sud tornano solo più per le vacanze.
PER KATHERINE infatti al sud questo provlema è piu accentuato ma Piazzapulita ha dinostrato come anche al nord ci siano forti reticenze ad assumere domne incinta anche da pochi mesi o che non essendolo dichiarano che stanno valutando di fare un bambino
Molte donne sono costrette a rinunciare a lavorare, oltre alla maternità, ai continui ricatti lavorativi.
Saluti a presto.
La realtà è che non a Catanzaro, città che conosco benissimo come anche i suoi abitanti, ma ovunque è così. Che poi le persone che conoscevo io erano tutti occupati, con o senza laurea. Tutti in gamba in questa città.
Potevi nominare qualsiasi cittadina tra nord, centro e Sud. Le ingiustizie sono ovunque e spesso non se ne accorgono persino i loro stessi abitanti. Oggi poi la disoccupazione è aumentata (sempre ovunque). Piuttosto, credo che il problema sua altrove. Persone che non cercano e non vogliono lavorare. Forse perché incentivati dal denaro che ricevono gratuitamente dallo Stato? Arduo rispondere a questo quesito... (tanto la risposta è più che evidente)...
Ciao Daniele e complimenti anche per queste tue parole.
La mancanza di lavoro è una piaga e negli ultimi 2 anni le cose sono ulteriormente peggiorate.
Già prima non è che fosse tutto rose e fiori.
PER PIA Infatti, il problema siay puro hyma ppbnyy minore di cstanzs
Ahahahah... Certo che capirti così è un'impresa... 😂😁😂😁
PER PIA al diavolo lo smartphone. Ripeto il commento. Infatti il problema sta anche al nord ma al sud è più grave. Scusa per il pasticcio di prima
PER LA DAMA BIANCA vero ma ora assistiamo ad un serio peggioramento delle condizioni lavorative per tutti e per le donne in modo particolare.
Eh qui in Piemonte, di solito, le donne aspettano che il lavoro diventi a tempo indeterminato prima di decidere di avere un figlio! Col tempo determinato è rischioso, purtroppo!
PER KATHERINE saggio ma con i tempi che corrono si rischia di aspettare Godot
PER CAVALIERE perfetta disamina
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