IL SUPEREROE
Vita solitaria
Nessun legame affettivo
Cerca di scovare i cattivi
E la sua vita è sempre in pericolo.
No
Non è un supereroe
O forse a suo modo sì
I suoi superpoteri sono
Il fermo impegno contro la mafia
Ed una penna per scriverne.
È un giornalista
Un inviato per essere più precisi
E sta scrivendo un articolo scomodo
Scomodo come tutti gli altri scritti in precedenza
Forse ancora più scomodo e pericoloso di quelli firmati fino ad ora.
Le minacce di morte sono all'ordine del giorno
Lui ha paura ma non si lascia intimidire
E continua le sue indagini
È conosciuto,
Tutti conoscono le sue inchieste
Tutti sanno dei rischi che corre
Ma la scorta è un optional che lo Stato non considera
Questa volta però è andato troppo oltre
E lo capiamo dalla sua macchina
Ferma sul ciglio della strada con le portiere spalancate
Ed il suo cadavere a terra crivellato di colpi e di sputi.
Ecco un altro eroe caduto
Un'altra vittima della Mafia
Un'altra vittima dello Stato
Colpevole di non averlo protetto.
Così come un giudice suo amico
Ucciso un anno prima
Era questa l'inchiesta che stava conducendo
Ma questa volta stava arrivando agli intoccabili
Questa volta non dava solo fastidio
Non era solo scomodo
Era anche pericolosissimo
Ed andava fermato
Doveva essere fermato
Anche perchè una testimonianza costante
Che una lotta a questo mostro è possibile
È un messaggio pericoloso che non può e non deve arrivarci.
Doveva essere fermato
E così fu
Un'esecuzione in grande stile come una volta
E tutto adesso può continuare come prima
Nell'indifferenza più assoluta
Di tutti noi
Avvolti da una momentanea indignazione
Che una volta scioltasi come un corpo nell'acido
Lascia spazio al quotidiano
Che con la sua routine
Cancella quel ricordo e con esso
Elimina quell'indignazione profonda ma breve
Non sufficiente a darci la voglia di lottare
Non sufficiente a non farci accettare questo stato di cose
E non idonea per farci desiderare abbastanza di sapere la verità
Ed avere giustizia per lui.
Ed il popolo pertanto
Dopo quell'attimo di sgomento
Come tante galline spaventate nel pollaio
Riportata la calma
Torna nuovamente con le bende sugli occhi
A razzolare per terra
Le briciole di una vita patetica e dozzinale.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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38 commenti:
Le tue poesie sono immagini di realtà, senza fronzoli e concessioni. Per questo mi emozionano,
Giusto. Non può considerarsi eroe chi fa il proprio dovere, ma chi combatte seriamente Cosa Nostra inevitabilmente finisce ammazzato come Falcone e Borsellino. Falcone aveva scoperchiato il pentolone con dentro infiltrati, politici eccellenti, e la punizione non è mancata. Stessa fine per Borsellino. Noi ci indigniamo un giorno, una settimana, un mese e poi torna tutto come prima.
Chi si indigna tutti i giorni contro il Potere è destinato a seguire la strada di Gramsci che diceva: "Io sono un partigiano e odio gli indifferenti".
Antonio Gramsci - Indifferenti
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
11 febbraio 1917
https://www.partigiano.net/gt/gramsci_indifferenti.asp
Peppino Impastato, Falcone e Borsellino, il generale Dalla Chiesa... che lista interminabile...
PER GUS: per questo mi piacciono i tuoi commenti, sono sempre sul pezzo, mai banali e spesso di approfondimento o arricchimento rispetto al tema trattato dalla mia poesia. Strepitoso citare il famosissimo passo di Gramsci sugli indifferenti oggi poi, che di personaggi appartenenti questa specie, la nostra società ne è purtroppo invasa. Oggi che più che mai dobbiamo urlare il nostro sdegno forte e chiaro contro l'indifferenza e gli indifferenti.
PER ARIANO: interminabile e che potrebbe con il tempo anche risultare incompleta perché priva di nuovi soggetti anch'essi scomodi (Gratteri per es.)
QUI
Leggilo, Daniele, è un articolo del Corsera che parla del delitto Bachelet, ucciso il 12 febbraio 1980.
PER GUS: l'articolo che mi "linki" è molto interessante ed apre un vero e proprio vaso di Pandora sul periodo di riferimento. L'assassinio di Bachelet nel 1980 è stato un altro duro attacco allo Stato da parte delle BR. Poteri occulti dietro? Forse, ma la sensazione che lo Stato poi diede fu di reazione (almeno così parve allora) ed in effetti dopo l'assassinio di Moro e di Guido Rossa iniziò forse una parabola discendente che però non impedì di colpire anche Bachelet. Quello che però osservo è che invece quando si parla di Mafia, Camorra ecc…. c'è la forte presenza di una lampante connivenza dello Stato anche ai più bassi livelli (semplici onorevoli, o scendendo più in basso Sindaci e Assessori) per una gestione molto più volgare di un potere teso al denaro e niente più. A quei tempi in gioco invece, e per quello erano tempi davvero difficili e pericolosi, c'era molto di più, forse la stessa democrazia.
PER GUS: letto e risposto.
se è in termini di eroismo che dobbiamo metterla, allora il mondo è pieno di eroi. se è in termini meno assolutistici che possiamo metterla, allora il mondo è pieno di gente normale che fa gesti normali e compie con passione e amore i propri doveri umani e professionali. e non c'è niente di eroico nell'essere normali. se poi costoro si stagliano in altezza perché inseriti in un contesto di scansafatiche, nullafacenti e nullapensanti, allora il discorso cambia. no?
PER DIGITO non è proprio eroismo ma il punto è che persone che sfidano pericolosamente la criminalità organizzata non devono essere lasciate sole e lo Stato dovrebbe garantire loro protezione. Perché ciascuno di loro non deve morire per il compimento del proprio dovere, che li si veda come eroi o meno.
Non si dovrebbe definire eroe una persona che fa il suo mestiere con passione e grinta.
Purtroppo lo è dal momento che finisce male, senza protezione, senza la possibilità di tutelarsi prima della tragedia.
PER LA DAMA BIANCA: perfetta analisi che condivido in pieno.
Per cento giornalisti sciacalli e giornalai, ce n'è uno che fa davvero inchieste scomode e profonde. E viene sempre fermato.
Moz-
PER MOZ: esatto, è proprio così, fermato con la complicità di uno Stato che non fa nulla per proteggerlo.
Penso sia una vergogna per lo stato non concede protezione a chi fa di tutto per difenderlo dalle infiltrazioni mafiose attraverso in primis l’informazione e usa come unica arma la sua penna .
Complimenti per i versi
PER MAX: concordo con te è vergognoso. Grazie di cuore per i tuoi complimenti
grande rispetto per chi combatte le ingiustizie, rischiando anche la propria vita...
PER ANGELA: concordo con te in pieno.
Temo che le vittime della mafia non cesseranno mai di esistere. Purtroppo.
PER CLAUDIA: timore più che giustificato.
I cimiteri d'Italia sono pieni di lapidi dedicate agli "eroi" del nostro tempo. Persone normali che lo stato assurge ad eroi quasi a volere compensare il suo non essere stato in grado di proteggerli.
PER MARIELLA: bellissima e profonda considerazione la tua, è vero sembra proprio così e forse lo è davvero. Una ipocrisia di Stato consacrata e ben sperimentata.
Siamo un paese di pavidi ed omertosi capaci soltanto di bla bla bla e di ricordarci degli eroi solo quando sono morti.
PER MARCAVAL: perfetto, nulla da eccepire.
Alla morte di Falcone e Borsellino si diceva :"Mai più", ma nulla è cambiato. La cancrena mafiosa è peggio del Corona virus. Si spande dappertutto e non si riesce a fermarla. Spero solo che riescano a trovare gli autori, visto che i mandanti sono certo fra i potenti intoccabili. Sull'unica rete italiana che riesco a vedere (Gruppo Berlusconi) seguo la rubrica "Fatti e Misfatti" dove si parla spesso di mafia ed in modo particolare dell'Andrangheta. Trovo i due giornalisti coraggiosi e, secondo me, dovrebbero cominciare a proteggerli.
Ciao e complimenti per la tua denuncia.
Grandi eroi che hanno lottato per la giustizia e spesso dimenticati.
Saluti a presto.
Ce ne sono d'eroi che combattono la mafia (d'ogni genere) ogni giorno e di cui nessuno parla, nessuno sa. Chi si oppone all'egemonia, chi tenta di difendere i propri diritti di cittadino e magari di imprenditore a caro prezzo, chi non abbassa la testa. Il mondo sta cambiando. Piano piano. L'indifferenza sfortunatamente è il male del secolo. E non solo su questo argomento, come tu stesso mi insegni.
Un abbraccio, Daniele
Ecco questa se vorrai è una di quelle poesie che potrei utilizzare sul blog.
Parafrasando il titolo di un libro di Maurizio Lorenzi, un poliziotto, dedicato alla strage di Dalmine, "Sbirro morto, eroe", scrivo Giornalista morto, eroe.
No, non eroe. Uomo con le palle che scavava e rimestava nel fango per dar eun volto alla mafia e dalla mafia e affini è stato ucciso.
Nomi se ne potrebbero fare tanti di questi eroi tutti con l'unica colpa di essere arrivati a scoprire troppo, a dare un volto politico a delinquenti e criminali.
Onore a loro
PER ELIO Vero nulla sembra cambiare ma siamo tutti noi a doverci ribellati a questa squallida realtà. Grazie per le tue belle parole.
PER CAVALIERE verissimo.
PER IRENE l'indifferenza è una brutta bestia e mette in pericolo quelli che si ribellano alle mafie e poi restano soli.
PER NICK tu scegli comunicami la scelta io te la confermo e tu la posti da te ☺
PER PATRICIA onore a loro e disonore verso chi li ha abbandonati e non sempre in buona fede...
E' purtroppo vicina alla mia realtà questa tua poesia: per me siciliana, palermitana, che ha conosciuto i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il fratello di Peppino Impastato, che apprezza Claudio, figlio del grande giornalista Giuseppe Fava, ammazzato dai mafiosi per le sue inchieste scottanti ... Spero sempre in un riscatto della mia terra.
PER MARIA: il riscatto sta nelle brave persone che la vivono ( e ce ne sono) come te per esempio e nelle figure che hai citato tu nel tuo commento. Quello che manca è il riuscire ad affrancarsi da questa realtà e per farlo non bastano alcuni soggetti, ma deve essere tutta la gente che decide di non accettare più questa situazione.
Molto bella la tua poesia Daniele, come anche le parole di Gramsci. L'indifferenza è brutta e pessima, ma in gioco c'è anche la paura o l'istinto di conservazione. Non è una giustificazione, dico solo che non è facile.
PER GUFO A MOLLA: non è facile ma è vero che uniti si fa la forza, soprattutto in questi frangenti.
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