Donne coraggiose. Donne in un ambiente maschilista e profondamente discriminatorio. Donne che possono essere arrestate, lapidate, picchiate.
Siamo in Iran e 29 donne protestano togliendosi il velo. Sono arrestate. Solidarietà per queste donne che sono sole e forse sono la speranza per un islam moderato. Loro lottano per la loro libertà, per una libertà di tutti, e la fine di uno schiavismo imperante e retrogrado.
LACRIME D'IRAN
Distopia imperante
Leggi barbariche e primitive inabrogabili
Figlie di leggi divine oscenamente distorte e manipolate.
Occhi neri di tristezza
Sottomissione come regola
La legge del maschio si fa forte
Di leggi di culto scritte da maschi.
Popolo umiliato da regole medioevali
Ma diviso e contrapposto
Unito in una maggioranza compatta
Reticente ad abbandonare tali privilegi aberranti.
Libertà di pensiero impossibile,
E pertanto forzatamente barattata
Con la possibilità, a cascata,
Di rivalersi sugli anelli inferiori
Di questa sconvolgente e metaforica catena alimentare.
Lo Stato, quale predatore dominante, al vertice della piramide
Poi i potentati locali,
I maschi
Ed infne ultimo anello, senza diritto alcuno, le donne.
Governo vigliacco
Si fa scudo con diktat di culto assurti a leggi civili
Per soffocare la diversità e la libertà di espressione.
Lacrime d'Iran
Sono le lacrime del mondo
Occhi scuri di donna velati
Da paura fisica e sofferenza dell'anima
Sono i nostri occhi.
Sono gli occhi di chi
Uomo o donna
Africano, Asiatico o Europeo,
Vuole abbraciare il sole con un sorriso di libertà.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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31 commenti:
Loro, le donne velate, dicono che a loro basta mettersi un velo in testa ma che le schiavitù delle donne occidentali sono molto più pesanti delle loro, anche se invisibili.
Non so, sto imparando a guardare il formarsi di una società, diversa da quella progettata, dove occorre tanta fatica e impegno per vedere e capire quel che sono, per davvero, giustizia e libertà.
Grazie per il tuo impegno.
PER SARI: che la donna occidentale subisca ancora trattamenti diseguali è vero, ma la differenza tra la considerazione delle donne islamiche e quelle occidentali è notevole e tangibile. E queste donne iraniane con il loro gesto lo testimoniano. E' vero, è sempre più difficile capire dove sono e come mantenere giustizia e libertà, ma è una lotta che non possiamo permetterci di perdere. Grazie per le tue parole.
Sari la differenza eccotela: noi maschi occidentali cerchiamo di tenere sotto le nostre donne perché conosciamo la loro superiorità, anche se la stragrande maggioranza di noi non avrà mai il coraggio civile di ammetterlo. I maschi musulmani sono convinti della loro superiorità in quanto maschi. Il velo è un'imposizione medioevale per farle diventare tutte uguali, mediocri e piatte.
Daniele, come al solito coi tuoi versi hai purufucato l'aria. Grandioso il gesto di queste 29 sante e martiri. Mi ha ricordato la furia con cui Oriana Fallaci si strappò via il velo in faccia a Kohmeini, che eludeva le risposte alle sue domande nella strafamosissima intervista in cui il beccamorto iraniano fece una figura di idiota di fronte ad una delle donne più intelligenti di sempre.
PER VINCENZO: ti ringrazio Vincenzo, io sono come mi leggete ed i miei versi riflettono le mie emozioni più forti che esplodono riversando tutta la loro forza nelle mie poesie. Concordo con te, ho trovato il gesto di queste 29 donne iraniane più che eroico, oserei dire epico. E speriamo che non restino solo perché secondo me un islam moderato può solo nascere da una rivolte delle donne islamiche.
La mia solidarietà a tutte le donne, che ogni giorno lottano in questo mondo.
Saluti a presto.
PER CAVALIERE: mi associo alle tue parole.
Dato che siamo in un blog rock, mi permetto di rispondere con una canzone che fa del velo una metafora:
https://www.youtube.com/watch?v=x_pQxY0Hj6M
Il velo cos'è se non questo? Una metafora di uno schermo, lo schermo che quelle donne hanno voluto abbassare...
"Le apparenze forse ingannano, le differenze anche in Iran ci separano"
Moz-
PER MOZ: ottima idea! Condivido la tua metafora e penso anch'io che il velo sia uno schermo buio e scuro che queste donne hanno voluto abbassare, strapparsi, per diventare un'immagine limpida, nitida e non offuscata da altri.
L'oppressione della donna e la sua collocazione 'nella casa del peccato' ci arriva da lontano ed è ugualmente radicata nel pensiero occidentale come in quello orientale, basterebbe, al proposito, pensare e rileggersi le assurde affermazioni che fecero i padri fondatori della chiesa su come debba essere considerata la donna; da sant'Agostino a san Tommaso D'Aquino, da Papa Pio II sino a san Francesco D'Assisi e compagnia cantante...
Credo che a poco serva questo confronto fra ovest ed est, fra cristianesimo ed islam, entrambi vedono la donna al medesimo modo, alla fine, serva della propria essenza.
Si cominciò nel neolitico, quando gli uomini del ferro soffocarono nel sangue le società femminili e gilaniche e si continua oggi, descrivendo un divino maschile e fortemente misogino. Non basteranno e non bastano le dichiarazioni di principio o le affermazioni di buona volontà maschile se le donne non recupereranno, loro per prime, il proprio specifico divino interiore e questo lo potranno fare con il velo o senza, con il reggiseno o anche no.
Salutiamo quindi ed appoggiamo, solidali e vicine, le donne dell'islam che cercano la propria libertà, ma non basterà se non riusciremo a scardinare una "filosofia di fondo" che ci vede predestinate dalla nostra stessa natura.
Affermando la femminilità, con tutte la sue meravigliose specificità, come un "modo di organizzarsi dell'umanità".
Uno, non il solo, perchè non si tratta qui di stabilire chi abbia il potere, ma di abbattere il potere... qualsiasi potere per ristabilire l'unità in tutte le sue componenti.
Due mezze mele non sono una mela ed il Tao è uno anche se diverso in sè stesso.
Ciao Daniele e grazie per aver dato spunto a queste riflessioni.
PER ROSA: bentornata. Concordo con te sulla solidarietà che tutti noi dobbiamo avere verso queste donne coraggiosissime e combattive per l'uguaglianza e la libertà. E' proprio stare vicino a queste donne un modo per sconfiggere questa "filosofia"negativa di cui tu parli.
Nazar Nafisi scriveva anni fa in "Leggere Lolita a Teheran":
"Ho lasciato l'Iran ma l'Iran non ha lasciato me, le vesti sono sempre più corte e i veli sempre più colorati. Eppure le retate, gli arresti e le persecuzioni pubbliche continuano.Leggo le parole dei giovani studenti e degli ex rivoluzionari, gli slogan e le richieste di democrazia e mi convinco ora più che mai che sarà proprio questo testardo desiderio di vita, libertà e ricerca della felicità dei giovani iraniani di oggi, figli della rivoluzione e la dolorosa autocritica degli ex rivoluzionari, decidere del nostro futuro".
Lei è emigrata negli Stati Uniti nel 1997. Da allora ad oggi, nonostante le sue speranze, nulla è cambiato.
Grazie per la poesia Daniele.
"Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario"
Che Guevara
Con questi tuoi versi, Rockpoeta, tu hai dimostrato di essere un rivoluzonario.Grazi.
PER MARIELLA: bellissimo lo stralcio che hai postato di Nazar Nafisi. Vero ancora nulla è cambiato ma arrendersi sarebbe sbagliato.
PER GEORGE: è un onore per me leggere queste tue parole, grazie.
Le donne persiane son sempre in testa ad ogni tentativo di cambiamento e sono ocnvinto che prima o poi vinceranno.
PER MARCAVAL Concordo con questa tua bellissima affermazione
Bene fa Rosa Bruno a ricordare la storia che ci parla di società in cui vigeva l'uguaglianza sessuale e di altre in cui la donna aveva una posizione primaria rispetto all'uomo. Civiltà che furono un po' ovunque soppiantate, col ferro e col fuoco, da aristocrazie guerriere maschili. Conflitti e scontri durissimi attraverso cui il maschio ha imposto successivamente il proprio dominio nei confronti dell'altro sesso. Dominio conservatosi, dove più dove meno, fino ai giorni nostri, sotto l'egida del capitalismo.
La discriminazione della donna esiste ancora oggi in ogni angolo della terra e attraversa tutte le sfere della vita sociale, retaggio del lungo, lunghissimo, millenario dominio patriarcale ereditato dalle diverse società precapitalistiche che avevano come presupposto economico e sociale la disuguaglianza di genere. La disuguaglianza di genere, insomma, ha varcato la porta del terzo millennio insieme a tutte le altre nefandezze della società divisa in classi.
Ed è altrettanto utile menzionare l'influenza delle religioni, tutte improntate sulla chiusura e sull'intolleranza. Basta ricordare la Santa Inquisizione, che capovolse la parola di Cristo, condannando le donne e assoggettandole nel modo più violento. Qualsiasi cosa succeda è colpa loro, secondo i religiosi più fanatici, che temono il giudizio delle donne e le fanno fuori appena osano esprimere a voce alta un pensiero non subordinato.
L’Iran è un grande Paese, che ha avuto una civiltà saggia e tollerante. Poi, con l’avvento del totalitarismo religioso, si è chiuso in uno sterile mondo di intolleranze, di bigottismi e di violenza contro chi la pensa in modo diverso. E le prime vittime sono proprio le donne, costrette alla dipendenza e al silenzio. Onore a loro che cercano di riprendersi la libertà. Non è facile per loro, non è facile nemmeno in Occidente combattere tutto questo, le disparità sono evidenti anche qui, in ogni settore e le subiamo ogni giorno, più o meno violentemente. Ci sono millenni di mala-educazione che pesano come macigni da scrollarsi dalle spalle. Possiamo anche chiamarla mentalità, possiamo chiamarlo potere, è tutto sbagliato comunque. Il modo giusto è conoscersi senza pregiudizi,
spogliandosi di retaggi e curiosando nelle differenze per arrivare ad esprimersi liberamente, ognuno con la sua natura, diversi e uguali nelle potenzialità e nella realizzazione.
Grazie Daniele per i tuoi versi sempre molto intensi e significativi.
PER GIANNA: il tuo percorso storico-sociale, la tua disamina e le tue conclusioni non possono non essere condivise. Purtroppo la posizione della donna nell'islam è drammaticamente peggiore rispetto a quello della donna occidentale, oggi e proprio a causa di quel fondamento religioso che anche nella nostra cultura aveva, ha ed ancora ha lasciato strascichi odiosi e duri a morire. E' una lotta ancora lunga ma che sarà vinta avendo con voi come alleati anche uomini (e non solo maschi) che rispettano le donne e sono al loro fianco in questa battaglia. Le donne del mio post invece sono sole o quasi, e sono figure coraggiose di una battaglia di libertà che coinvolge loro in quanto donne ma di riflesso tutti coloro che non vogliono assoggettarsi a regole religiose ma vogliono un Stato laico e libero.
Il burqa. il chador, il niqab. il velo sono armi improprie di annientamento. Servono solo a urlare Tu Sei Niente!
Onore a queste donne che si sono ribellate e liberate nonostante i rischi di punizioni che come si vedo non hanno tardato ad arrivare.
La cosa che mi fa inca***re è quando le intervistano e loro rispondono che sotto al velo eccetera si sentono protette. Che possono dire d'altro???? Poi le gonfiano di botte e non tutte hanno il coraggio e/o la forza di ribellarsi. L'educazione arcaica è anche quella della sottomissione femminile.
Come chiedere ad un coreano per strada se è contento di Kim eccetera non mi ricordo mai come si chiama il coso...
A te i soliti complimenti! Anche qualcuno in più stavolta!
PER PATRICIA: concordo con te. Aggiungo cheI l burqa. il chador, il niqab. il velo sono "armi improprie di annientamento" come perfettamente le definisci, soprattutto nella misura in cui sono obbligatorie. Se non lo fossero e una donna preferisse mettersi il velo per un vezzo, non ci sarebbe nulla di male, ma qui dietro questi orpelli di schiavitù esiste tutta una "filosofia di annullamento" della donna che non è ammissibile.
Grazie per i complimenti, spero sempre di meritarli, io come ho anche risposto a Vincenzo, scrivo quello che sento e spero di riuscire a toccare le anime di voi tutti e di tanti altri.
Leggendo le tue parole e pensando alle donne dell'Iran e a tutte le donne che , nel mondo, subiscono violenze , mi sono commossa. Grandi queste 29 donne che si sono ribellate e spero che tante altre seguano il loro esempio perchè ognuna di esse possa manifestare la propria personalità , annientata e umiliata da quei veli che le rende tutte schiave , tutte uguali .
Inutile che dicano che il velo, per loro , è un simbolo di protezione; al velo, poi, seguono le botte e gli insulti e l'impossibilità di seguire le loro inclinazioni ..
Quello che temo è che ci vorranno ancora anni e anni perchè queste donne possano essere tenute nella giusta considerazione dovuta ad ogni essere umano. Il fatto è che queste donne non hanno neanche la forza di unirsi e ribellarsi. Un saluto
PER MIRTILLO: non riescono ad unirsi per paura, ma passo dopo passo la paura lascerà spazio alla rabbia ed alla voglia di non subire più, e le cose potrebbero cambiare, ribaltando anche uno status politico e sociale illiberale di quei luoghi, con probabili conseguenze importantissime anche in chiave mondiale.
Complimenti, caro Daniele, una poesia toccante e che tutti dovrebbero leggere!!!
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
PERE TOMASO: grazie di cuore e benvenuto in questa agorà!
Non se hai letto il fumetto "Persepolis" di Marjane Satrapi, una donna iraniana di formazione laica che racconta nel suo fumetto la sua infanzia in un paese che passa dall'apertura all'occidente al regime teocratico nel giro di pochi anni in seguito alla rivoluzione khomeinista con tutte le conseguenze che ne derivano. Molto istruttivo.
Bravo Daniele. Le donne iraniane oltre ad essere bellissime sono anche coraggiose.
Per molte il velo è una filosofia di vita, per altre un fastidi enorme.
In Europa accade il contrario. Si fa di tutto per spogliare le donne che diventano ombrelline, oppure con la minigonna e al letto con il Consigliere di Stato diventano magistratesse.
PER ANNA PIEDISCALZI: tranquilla potevi cmq lasciare il tuo commento. Ti chiedo scusa perché per togliere il commento "vuoto" rimasto ho cancellato anche il tuo commento che diceva che avevi tolto il commento sopra perché non era pertinente con la mia poesia. Mi scuso ho fatto casino.
PER ARIANO GETA: avevo visto il "film" a cartone animato di "Persepolis": istruttivo e molto interessante.
PER GUS: è vero anche da noi c'è ancora molta strada per avere la parità ma la situazione è molto diversa per fortuna da quella iraniana e di quei luoghi. Grazie per gli apprezzamenti, mi onorano.
Grazie per la forza e l’intensità espresse dai tuoi versi. Mi sgomenta che esistano ancora realtà del genere, non le capisco, non mi appartengono come donna e nemmeno come essere umano. La mia solidarietà a una ribellione che resta sorda è piena e totale.
PER MARINA: in primis benvenuta in questa agorà. Sono realtà assurde che adesso si stanno iniziando a combattere ma per molte di queste donne a caro prezzo.
Grazie per le tue bellissime parole che hai avuto per i miei versi. Spero di rileggerti qui ancora.
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