Ormai il problema è annoso ma non passato di moda, anzi, bisognerebbe sollevarlo più spesso perché ci riguarda molto da vicino: la privacy.
Questo principio è mutevole a seconda di chi deve essere tutelato e di chi vorrebbe violarlo.
Se siamo noi comuni mortali a voler avere un'informazione perfino su noi stessi a volte, senza un documento o un controllo su dati personali di cui solo noi dovremmo essere a conoscenza, non si può sapere nulla. Però, se a violare questo principio sono "loro", (ossia non solo autorità ma anche multinazionali, pubblicitari , call center, ecc…) allora è tutto diverso.
E' notizia di ieri che potrebbero esserci degli schermi pubblicitari nelle stazione ferroviarie dotati di telecamera nascosta per osservare le nostre reazioni al messaggio riportato. E questo varrebbe anche per quegli schermi che cambiano immagine e spot e quindi contengono più messaggi pubblicitari.
Ora sembra che il garante stia intervenendo chiedendo almeno di segnalare obbligatoriamente la presenza della suddetta telecamera, ma resta il fatto che è osceno che nessun soggetto interessato (compresi i vertici di FS) si sia posto il problema ab origine.
Cmq nel dubbio, per adesso, se vi doveste trovare all'interno di una stazione ferroviaria sospettando che quella pubblicità abbia una telecamera per vedere le vostre reazioni, suggerirei un bel dito medio per salutarla.
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30 commenti:
La privacy è un optional per noi comuni mortali, mentre viene tutelata solo per i potenti.
Saluti a presto.
PER CAVALIERE: Verissimo
Beh, quanto meno vedrebbero la mia totale indifferenza alla pubblicità, tiè! Ovviamente scherzo, la nostra privacy ci sta sempre più sfuggendo di mano, i nostri dati sono il nuovo oro e non so fino a che punto sarà ormai possibile tutelarci.
PER CRI: in parte ancora lo è, ma in effetti è sempre più difficile riuscirci. E tutto questo è vergognoso.
La privacy è morta nell'istante esatto in cui è nata l'ADSL e forse forse anche prima.
PER ANNA: è morta per un uso distorto della rete da parte di tutti e di soprattutto di chi vuole sottrarci la nostra vita privata.
E intanto i treni deragliano, ci sono incidenti strutturali... però, che bel sistema!
PER FRANCESCA: è l'intera società che sta deragliando
Ma oggi c'è davvero qualcuno interessato alla privacy? Se andiamo ad analizzare certe trasmissioni televisive, sembrerebbe proprio di no! Visto che tutti fanno a gara per apparire in televisione e spiattellare i loro fatti più intimi. La gente appena vede una telecamera, si mette in mostra. E poi, vogliamo parlare dei telefonini? Nessuno ha difficoltà a parlare ed a svelare in pubblico, ad alta voce, anche le cose più riservate. Quindi...
PER REMIGIO: è vero, molti sono così ma non tutti. E poi cmq un conto è scegliere liberamente comportamenti che io detesto fortemente ma che molti amano, un conto è essere spiati senza saperlo. Il consenso o il desiderio di farsi vedere restano essenziali rispetto al non essere a conoscenza del fatto che ti stanno riprendendo. E poi, in questo caso, è un modo per poter sviluppare meglio il marketing e la scelta di prodotti su cui puntare quindi senza il consenso o la conoscenza della presenza di una telecamera non è possibile ammetterlo secondo me.
Io già faccio ovunque "dito medio" in presenza di telecamere XD
Comunque, sai una cosa? Nell'epoca dei social e dell'apparire, questa cosa potrà passare anche come "gloria del momento" del tipo: wow mi hanno ripreso!
Certo, il cartello che segnala le videocamere è obbligatorio.
Moz-
È la solita porcata, l'ultima in ordine di tempo.
Io preferisco segnalare il mio disgusto un po' più chiaramente, alla tedesca: mi girerò di schiena, tirerò giù le brache e mostrerò il culetto.
PER MOZ; Vero, per qualcuno potrebbe essere l'ennesima opportunità per i suoi tristissimi 15 minutes. Che tristezza.
PER VINCENZO; ehm ma in pubblico è complicato, certo fa molto Burt Simpson. Ti sto immaginando e sto ridendo di gusto!!! Ma come si dice in tedesco "Ciucciami il calzino"?
Ma... ma...
Dico, e poi?
Mettiamo anche le telecamere in casa delle persone come hanno vedere nell'ultimo documentario di Morgan Freeman???
Che roba assurda, voglio vivere in un eremo lontano da tutto e tutti.
PER ANKE: stiamo sempre più andando verso una società che ha perso il senso della misura e del rispetto del prossimo, nonché della comunità. Concordo, con te, siamo ai confini dell'assurdo e forse li abbiamo già oltrepassati.
Io pensavo ad una pernacchia ma anche il medio non è male come idea :)
Siamo alla follia pura ormai! I limiti abbondantemente superari
PER PATRICIA: il mio dubbio sulla pernacchia nasce dal fatto che non so se è una telecamera anche con l'audio e quindi una pernacchia muta è poco efficace a mio avviso :-)))
Come diceva la mia bimba da piccola " non ci avo pensato" ahhahahahah
Giusto! Senza audio perde in qualità! ahahhah
PER PATRICIA: infatti, ma cmq cercherò di indagare, perché se esistesse anche l'audio, la pernacchia sarebbe efficacissima :-)))
Il tedesco non è così raffinato come te. Vedi la calata di brache che letteralmente significa leccami il c*** in hoch deutsche "leck mich am Arsch". Volgarotto, ma efficace. Noi ce la sbrighiamo con il nostro vaffa che si sta internazionalizzando.
PER VINCENZO: "leck mich am Arsch" annoto :-)))
No ragazzi, comprendo il problema ma mi sto sbellicando solo al pensiero di Iacoponi in brache abbassate. Perché lui lo farebbe eccome se lo farebbe😃😃😃
PER MARIELLA: eh sì lo penso anch'io :-)))
La privacy, che un tempo era un diritto, ora non è più nemmeno una “norma sociale“. Ormai si può dire che sia diventata quasi un’illusione, un ricordo, siamo costantemente monitorati per capire i nostri gusti e poterci vendere i prodotti giusti, la nostra vita viene “spiattellata” su Facebook con tanto di foto e video, passeggiando per le vie e le piazze delle nostre città non c’è più angolo che non abbia in alto piazzata una telecamera che riprende tutto giorno e notte. E’ per la sicurezza, dicono. Ma è anche per il controllo.
Mi è venuto in mente un articolo letto tempo fa che sosteneva la tesi seguente: i dati personali raccolti e gestiti dai vari operatori quali Apple, Microsoft eccetera ai giorni nostri sono molti di più e, per certi versi, molto più “personali” di quelli che qualunque dittatore abbia mai potuto sognare. Allucinante vero?
Personalmente ho fatto una scelta: non nascondere niente. Non è rassegnazione, ma la convinzione che non esista un livello di protezione dei dati personali così assoluto da impedire di far conoscere tutto quello che ogni giorno faccio sia al computer che nella vita alle varie forme di espressione del potere. Perché sfuggire alle intromissioni indebite è tanto difficile quanto lo è avere la garanzia che la Legge ci possa tutelare in merito. E' una constatazione di fatto, il famoso “chi controlla il controllore”. Nessuno.
Quindi, che sappiano tutto, così i moderni guardoni forse non perderanno i profitti che fanno sulla nostra pelle, ma almeno il gusto di essere chissà quali spie, quello sì lo perderanno.
PER GIANNA interessante riflessione solo che la sfera privata può riguardare anche lo stato di salute per es. e altri aspetti che cmq sono strettamente personali e che non è giusto cche siano a conoscenza di tali soggetti. Il fatto che Apple e altri abbiano su di noi più notizie di dittatori del passato nasce dalla forza invasiva delle tecnologie e dall'uso distorto che se ne fa. Pensa ai sono che perfino un privato con mille euro può tranquillamente acquistare...
Sopporto sempre meno la pubblicità di oggi. Non mi piace la tecnica dello storytelling dove la pubblicità è inserita subdolamente all'interno di altri contenuti così come non mi piace questo discorso del perfezionare la pubblicità secondo le tecniche di neuromarketing. Credo che questa cosa degli schermi rientri in questo secondo caso, con l'aggravante che uno viene leso della sua privacy. Però poi se devono mettere una telecamera per sicurezza ti dicono che non hanno soldi.
PER KUKUVIZA: molto colpito dal fatto che conosci la vergognosa tecnica del neuromarketing. io ne avevo scritto già 7 anni fa quando si iniziava a parlarne e precisamente qui:http://agoradelrockpoeta.blogspot.it/2011/09/langolo-del-rockpoeta-neuromarketing.html
E addirittura leggevo di tecniche per scrivere libri in base a quello che il lettore percepisce meglio. Come se tu scrivessi una poesia non in base a quello che vuoi comunicare ma in base a quello che funziona di più tra i lettori.
PER KUKUVIZA; Vergognoso. Una cosa, questa, che non farei mai.
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