Questa poesia la scrissi e la postai sul blog nell'autunno del 2007 ed oggi la riposto nuovamente perché è la triste prova di come si possa facilmente dimenticare la sofferenza e passare da oppressi ad oppressori. All'epoca della poesia il Governo del Myanmar teneva segregata Aung San Suu Kyi e reprimeva ogni rivolta in atto del popolo birmano nonché dei monaci di quel Paese. All'epoca io in prima persona ed anche altri blogger prendemmo a cuore questa lotta e fummo felici qualche anno dopo nel vedere che quel popolo era libero.
Ora però accade lo stesso per i Rohingya e molti accusano proprio lei, Aung San Suu Kyi, di essere responsabile come minimo di un atteggiamento passivo e disinteressato senza fare nulla per porre fine a queste stragi, mentre altri addirittura la ritengono l'artefice e la mandante di questo che è di fatto un vero e proprio genocidio.
Ed allora ai nomi veri di questi birmani, scritti ad inizio poesia, vittime di quell'epoca sanguinaria, potremmo pensare di sostituire oggi altri nomi di uomini, donne e bambini Rohingya perché anche loro possiedono un nome.
I'M WITH NAME
Name: Ven Thila Sara
Address: Yuzana monastery, Myintkyina, Kachin State
Age: .....
Date of death: 26 September 2007
Name: Tun Tun Lin
Address: 1060. 13 street, 7 ward, S/Oakkalapa, Rangoon
Age: 31
Date of death: 27 September 2007
Name: Ko Soe Than (b) Si Tone
Address: 716 , 26 Street , No 5 Quarter, S\Okkalapa
Age: 41 years old
Date of death: 27 September, 2007
Name: Sunny (alais) kalamalay
Address: Bo Htun Zan Quarter, Daw Bon, Rangoon
Age: 18
Date of death: 29 September 2007
Salve Gente
Noi siamo i morti
I morti innocenti per le strade
I morti silenziosi
I morti senza volto
I morti virtuali che non udite
Non toccate nè vedete.
Siamo i morti oscurati
Siamo cenere portata via dal vento.
Siamo i morti di cui parlate
Quelli che celebrate
E quelli che piangete.
Ma ora leggeteci
Noi possediamo un nome
Noi siamo veri!
Noi siamo carne come voi
Eravamo carne come voi.
Ora solo lacrime di cenere
E sangue incrostato sull'asfalto
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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26 commenti:
un nome non basta per essere veri. buon giorno
PER ANTONYPOE: il nome sta per l'identità ovviamente e queste vittime possedevano un nome, un'identità, una vita che sono state spezzate.
certamente e capisco. ma perché un nome sia vero, in genere, agli umani occorre la relazione, cioè di essere riconosciuto dall'altro. ciao
PER ANTONYPOE E quegli umani sono limitati perché per riconoscere un nome come vero e formante un'identità devono averci relazionato o conoscerlo già da prima magari perché famoso. Io credo invece che un nome possa anche essere scoperto per ragioni lontane da una conoscenza diretta, come in questo caso. Il nome serve a farci ricordare chi sono quelle persone e cosa hanno subito o stanno subendo.
In quei paesi spessissimo o quasi sempre le parole "umanità" e "giustizia" sono solamente optional.
Le vittime di ieri, sono i persecutori di oggi, saranno i morti senza nome di domani, diventeranno i martiri di dopodomani. Basta aspettare per conoscere il resto.
Ciò che adesso resta è la crudezza dei tuoi versi, come sempre lapidari e feroci contro ogni ingiustizia, senza discriminazioni che riguardino il colore della pelle o la fede religiosa.
Così dovrebbe essere: imparzialità totale, ad oltranza.
Grazie Daniele. Dal 2007 al 2017, nulla cambiò, e al 2027 nulla sarà cambiato, purtroppo.
PER VINCENZO: ti ringrazio, il riconoscermi imparzialità totale unita al tuo importante apprezzamento per i miei versi, è sempre per me come una importante boccata d'ossigeno. Vero, temo che salvo stravolgimenti etici incredibili, anche tra dieci anni nulla sarò cambiato
L'umanità è in piena regressione, troppa violenza in questo mondo.
Saluti a presto.
Cioè, in sostanza la situazione si è un po' ribaltata?
Moz-
PER CAVALIERE: regressione totale e non vedo spiragli di luce all'orizzonte.
PER MOZ:di fatto sì,, nel senso che la leader prima segregata ora è capo del Governo e persegue questa minoranza etnica.
La possino ammazzàlla a quanto è stronza! XD
Moz-
PER MOZ: lei si dichiara innocente e ferma nel voler bloccare questo genocidio ma non ci sta credendo nessuno. E pensa che per la liberazione del suo Paese e il simbolo che era diventata per lo stesso, ha vinto anni fa il Premio Nobel per la pace ed esiste un film dil Luc Besson sulla sua storia https://it.wikipedia.org/wiki/The_Lady_-_L%27amore_per_la_libertà
PS: nel mio commento prima non "persegue" ma "perseguita" :-)))
Curiosa è la storia dove le vittime diventano oppressori, le cose ripetono senza a volte sapere perchè per me lo meno una ragione razionale e logica
PER CARMINE: chissà sarà insito nella natura umana o forse quando certe persone arrivano ad insediarsi in posti di potere si dimenticano di ciò che sono stati ed hanno passato e cambiano.
Ciao Daniele, mi trovi in perfetto accordo con Vincenzo: ci sono persone che non imparano mai, che non capiscono che la violenza è un circolo e se non viene fermato non ci sarà più niente e nessuno.
Di recente mi è capitato di rivedere "Invictus" e direi che a queste persone bisognerebbe proporre l'esempio di Nelson Mandela.
Un abbraccio.
PER FRANCESCA: bellissimo film me lo ricordo e Mandela grande esempio per l'umanità intera.
non riuscirò mai a capire come si possa diventare "carnefici " o anche "conniventi dei carnefici" dopo essere stati vittime: rimane una contraddizione tanto inspiegabile quanto violenta...
PER SABINA: E' il potere che può corrompere le menti, e purtroppo può far dimenticare il proprio passato simile a quello di chi ora sta al loro posto.
D'accordo con Francesca: è necessario spezzare la spirale della violenza. Un grande come Mandela - nonostante i suoi 27 anni di carcere duro - ha tentato di farlo. Spero che Aung San Suu Kyi non sia responsabile di questo massacro. Per me è il crollo di un mito. Ma da quello che scrivi non sembrerebbe così e me ne dispiaccio tantissimo.
PER MARIA: anche per me è crollato un mito. E' vero, Mandela è stato un esempio per l'umanità intera
Sì lo sapevo.
Se penso che alle lotte e alla mobilitazione che ci fu ai tempi della sua carcerazione mi infurio ancora di più.
E le bellissime parole di una canzone immortale che gli U2 le dedicarono... mi fanno ancora di più apprezzare, quasi come contraccolpo quelle della tua poesia.
Che vergogna.
PER MARIELLA: lo so, c'ero anch'io insieme ad altri blogger tra coloro che erano dalla sua parte all'epoca. E' una vergogna concordo con te.
Sono ccncorde nella delusione ricevuta da Aung San Suu Kye ... resta però da vedere, come ultima piccola scusa, quanto può veramente incidere lei sul regime militare. Adesso attendo anche di vedere cosa succede dopo la programmata visita del Papa.
PER MARCAVAL: non lo so, rifletto solo sul fatto che se lei può incidere poco sulla volontà dei militari la questione è molto preoccupante soprattutto per il futuro di libertà della Birmania.
Può sembrare poco pertinente, ma proprio ieri guardando la rubrica "locandine cult" del blog dell'Alligatore ho commentato con una citazione dal film in locandina, Giù la testa. La riporto anche qui. La tua poesia, i nomi della povera gente, mi hanno dato quell'amaro e quel bruciore che non si può placare con l'antiacido.
"Quelli che leggono i libri vanno da quelli che non leggono i libri, i poveracci, e gli dicono: "Qui ci vuole un cambiamento!" e la povera gente fa il cambiamento. E poi i più furbi di quelli che leggono i libri si siedono intorno a un tavolo, e parlano, parlano, e mangiano. Parlano e mangiano! E intanto che fine ha fatto la povera gente? Tutti morti! Ecco la tua rivoluzione! Per favore, non parlarmi più di rivoluzione... E porca troia, lo sai che succede dopo? Niente... tutto torna come prima!"
PER SANTA: citazione veramente azzeccata non si può dire il contrario.
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