mercoledì 14 giugno 2017

L'Angolo del Rockpoeta®: "La Manovella"

LA MANOVELLA

"Inserisco la moneta
Tiro la manovella
Brividi ed adrenalina
Mi percorrono lungo le vene
Il sangue si surriscalda
Il corpo è tutto un fremito.

Girano le ruote
Attimi di trepidazione
E poi…  cazzo, ho perso ancora!

Non è possibile
Non escono mai tutte insieme quelle maledette fragole!

Non importa ho ancora soldi
E non me ne vado da qui senza vincere
A costo di restare fino alla chiusura del bar!"

Padri di famiglia
Si giocano tutto quello che hanno
Ed anche oltre

Anziani soli e con la minima
Continuano a fissare quelle dannate macchinette
Che ruotano
Ruotano
E ruotano 
Determinando la condanna a morte della loro pensione.

Disperati con il vizio del gioco
Rovinano famiglie
Si indebitano
Sono drogati che non meritano pietà.

Videopoker ovunque
Baristi, Tabagisti, e chiunque li installi
Sono i loro pusher.

Ludopatia è definita
Anzi più correttamente
Gioco d'azzardo patologico
E le vittime sono soprattutto
Le persone che vivono con loro

Mogli, mariti e soprattutto i loro figli
I più innocenti di tutti,
Impossibilitati a difendersi
Costretti a subire gli effetti di quel disastro.

Sostegno a chi vuole smettere
Nessuna pietà o comprensione per chi
Pervicacemente
Gioca la sua vita ai dadi
Tirando una manovella ad oltranza
Come un operaio in una catena di montaggio mortale.

Occhi scavati dal tarlo del gioco
Macchinette diaboliche e pusher infami
Sono alleati preziosi di uno Stato connivente
Che preferisce elargire
E lasciare pubblicizzare
Al suo popolo 
Autodistruzione a caro prezzo
Piuttosto che fornire dignità e lavoro.

Ma è stato solo il pensiero di un attimo
Di un istante fugace
Poi Giovanni riprende quello sguardo eccitato
Verso quella macchinetta

Inserisce la moneta
Altra corsa
Altro giro

E torna vergognosamente ad illudersi
E regolarmente ad imprecare
Contro un destino inequivocabilmente segnato.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

26 commenti:

Francesca A. Vanni ha detto...

Ciao Daniele,
adesso so che mi atterirerò qualche probabile ira funesta di cagnette addosso (citando Faber).
Non provo alcuna pietà per chi soffre di una qualsiasi dipendenza (gioco,fumo, droga, alcol, sesso...): per me queste persone sono totalmente prive di forza interiore, sono incapaci di affrontare il mondo e trovano conforto in illusori mondi rovinando se stessi e anche chi gli sta intorno.
Lo Stato dovrebbe darsi una calmata ed essere non promotore, ma dissuasore di dipendenze.
Questo però non cambia i fatti: un debole è sempre un debole.
Se non sarà dipendente dal gioco, citando la tua poesia che è comunque bella, si troverà lo stesso qualcosa che controlli quella vita di cui non sa tenere in mano le redini.
Un abbraccio e se vuoi continuare a dialogare sul Buddhismo, sono a tua disposizione.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCESCA: vedo che concordiamo, anche nella mia poesia manca la pietà per chi debole non vuole lottare per smettere e questo vale per il ludopatico come per il tossicodipendente. Non credo che ci attireremo gli strali di nessuno cmq (almeno spero :-))) )

V ha detto...

Nel mondo del tutto subito, nel mondo del iperconsumismo che spinge prepotentemente a volere sempre più cose inutili che tanto poi si è cool solo perché si ha in tasca l'ultimo modello di cellulare e se non ce l'hai vieni tagliato fuori, nel mondo dei soldoni che piovono dal cielo perché basta saper tirare due calci ad un pallone, o partecipare ad un gioco a premi dove si vince facile, ecco che nasce il popolo dei disadattati sociali che per essere ancora più cool di chi credono lo sia cadono nella spirale della dipendenza convinti di poter guadagnare la loro fetta di tesoro, perché nella loro mente debole quel tesoro gli spetta di diritto. Cercano il coraggio nella droga e nell'alcool e nel gioco, perché come illustri luminari sostengono"poveri loro" sono vittime della società, vittime consumismo... vittime, vittime e ancora vittime.
Perché invece non diciamo fuori dai denti che queste persone sono totalmente incapaci di affrontare la vita, perché non mai realmente cresciuti. Le vere vittime, sono le famiglie di queste persone, che si vedono puntare il dito contro e vengono tacciate di egoismo se ad un certo punto sfiancate da questa spiare in cui sono state trascinate, decidono di non annegare insieme a loro.
Recentemente mi hanno detto che non ho empatia verso chi "sbaglia o commette gravi errori", ma si sbagliano, provo empatia ma per le vere vittime.
Un abbraccio e come sempre grazie per i versi che ci regali e che ci invitano a riflessioni profonde.
Ofelia

MikiMoz ha detto...

La vedo come Francesca.
Non chiuderei mai le macchinette, i videopoker e via dicendo.
Una partita è un piacere, come una partita a poker. Non bisogna proibire il piacere, chi cade nell'eccesso ha una debolezza. Lo si aiuta, ovvio, ma bisogna che ci sia la voglia di essere aiutati.

Moz-

iacoponivincenzo ha detto...

Un grido di sdegno, spietato ma giustissimo. Questa l'hai scritta togliendoti il cuore dal petto e reggendo la sede della tua ragione -il tuo cervello- nella mano manca mentre con la sinistra scrivevi. Sai cosa penso dei tuoi versi sociali: questi ballano su una trave di equilibrio sopra il precipizio delle sventure, uno dei tanti che si incontrano lungo il cammino. Si vverte in fondo la disperazione dell'uomo di lettere e di cultura che nulla può intraprendere contro una delle mode più barbare degli ultimi decenni. L'impoverimento della nostra deprecata Umanità, l'ultima spiaggia, ahimé, per tanti avanzi sociali, uomini che un tempo erano uomini appunto, ma adesso solo automi.
Neanche io, come la nostra Francesca, provo pietà per chi si riduce ad una dipendenza, che sia fumo o droga o gioco o sesso sporco ma non rieco a demonizzarli. Sono loro le prime vittime di un sistema che non ammette errori: se ci cashi sei morto. Ma chi è lo maggior burattinaio? quelo che tiene i fili che controllano le mosse di questi dannati? Guarda guarda, proprio il nostro beneamato Stato, che scrive sarcasticamente sopra ogni pacchetto di sigarette che questo porta alla morte, ma intanto incassa oltre il 40% del prezzo. Attento amico che ti stai suicidando, ma per adesso dammi i tuoi soldi poi vatti a sparare dove ti pare. Sentire poi in ogni occasione per mettersi in mostra i nostri politicanti smerdarsi a vicenda, scaricandosi addosso -coram populo- le colpe di tutto l'un con l'altro mentre poi li ritrovi TUTTI seduti uno accanto all'altro nei soliti restaurant di elite (ne conosco due o tre a Roma) che brindano ai loro successi elettorali, beh veramente verrebbe voglia di scannarne un paio, almeno i più vicini, tanto in Italia in galera ci vanno solamente gli innocenti e dopo un anno ti mandano in un albergo dela Riviera ligure a passare un po' del tuo tempo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER OFELIA: concordo con te, è per le vere vittime che si deve avere pietà e non per chi pervicacemente insiste a rovinarsi trascinando con sé anche chi gli sta accanto. Non dimentichiamo però i pusher e lo Stato che è chiaramente connivente con questa drammatica realtà. Grazie per le tue parole sui miei versi, grazie di cuore.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MOZ: io sono forse più drastico perché il vizio esiste e non è la stessa cosa di sedersi ad un tavolo con persone fisiche e giocare. Nel lasciarsi attirare dai videopoker c'è in più una solitudine drammatica perché sei solo con la macchinetta ed è triste e pericoloso. Aggiungo che almeno la pubblicità per le scommesse e lo scoraggiare l'installazione di quelle macchinette sarebbe doveroso a mio avviso.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VINCENZO: concordo con te che anche lo Stato ha gravi colpe ed è squallidamente connivente. E l'ipocrisia dello Stato sulle sigarette è proverbiale.

Chi però cade in questo vizio non è una vittima ma diventa meritevole di attenzione e rispetto se chiede aiuto per uscirne e per tornare una persona normale. Molti sono poveri, molti fanno sbagli ma non cadono nella droga o nel gioco trascinando in questo vortice di disperazione anche le persone che stanno loro accanto. Sui politici stendiamo un velo (non per forza pietoso, non meritano pietà) in quanto più volte hanno votato per combattere questo fenomeno e più volte tale provvedimento non passava mai o veniva stralciato.

Grazie, come sempre hai anche parole importanti ed intense sulle mie poesie.

V ha detto...

Mi pareva sottinteso non dimenticare chi in tutto ha la responsabilità maggiore.
Che lo stato faccia scrivere che le sigarette nuocciono alla salute, che bisogna bere responsabilmente e poi gestisce questo monopolio mi sembra il gioco del serpente che si morde la coda, si chiama fuori da una situazione "illegale" e nello stesso tempo promuove.
Anche per quanto riguarda lo spaccio di droga lo Stato è connivente, basta guardare gli ultimi fatti di cronaca.
Detto questo, ciò non toglie che nessuno costringe le persone a drogarsi, bere o giocare, chi decide di farlo sa a cosa va incontro!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER OFELIA: sintesi perfetta.

Pino ha detto...

Un brutto vizio quello del gioco. Diventa aberrante quando viene sostenuto dallo stato

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER REMIGIO: concordo con il tuo pensiero.

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Vizi che hanno rovinato famiglie intere.
Saluti a presto.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAVALIERE: infatti purtroppo è così

Arwen Elfa ha detto...

Ben detto Daniele - La ludopatia è una grave malattia mentale - queste persone non arrivano proprio a capire che un gioco deve terminare in tempo. Prima di rovinarsi finanziariamente e di distruggere una famiglia. Altrimenti non è più un gioco ma una dipendenza grave. Purtroppo questa è proprio una malattia - e pare ci siano sempre più persone malate di questa cosa.
Non usano il cervello
Un saluto, buon pomeriggio e migliore continuazione di settimana

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARWEN ELFA: una malattia che si vanno a cercare e che poi curare è dura.

speedy70 ha detto...

Brutto il vizio del gioco... che poi degenera in malattia!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER SPEEDY70: hai ragione.

cristiana marzocchi ha detto...

Invece io provo una pena infinita , altrimenti sarebbe come non provare pena per chi ormai non è in grado d'intendere e di volere.
Lo Stato che specula su queste situazioni, mi fa schifo, anche se anch'io mi ritrovo a dargli i mie soldi.
Avevo smesso di fumare ma, a causa di una grave situazione famigliare, ho ripreso a fumare e quando accendo una sigaretta provo un grande piacere, quasi fosse una sorta di tranquillante.
Non bisogna a mio parere generalizzare, il fumo riguarda solo me , gli altri vizi - gioco,fumo, droga, alcol, sesso -possono coinvolgere anche gli altri.
Cri

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CRISTIANA: infatti la sigaretta se uno si può permettere i soldi per il pacchetto e non fa subire fumo passivo riguarda solo chi la fuma. Le altre questioni invece possono coinvolgere anche gli altri e non deve succedere.

Mirtillo14 ha detto...

Già !! Queste macchinette mangiasoldi sono fatte apposta per mangiare i soldi alla gente.. credo sia difficilissimo vincere e i soldi spariscono in vani tentativi. Meglio non incominciare neanche, poi è un circolo vizioso dal quale è difficile uscire e lo stato dovrebbe far qualche cosa per vietarle , invece... un saluto

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MIRITILLO14: invece ha tutto l'interesse a mantenerle ed incentivare il gioco d'azzardo anche attraverso le scommesse on line, altro tema scabroso da toccare.

ReAnto ha detto...

Più miseria c' è
e più dilagano giochi a premi ,
slot machine
sconti
e
vincite del cazzo .
Siamo nella merda
ma vedi mai un gratta e vinci
che non esce ..
mai
e mai uscirà

ahahahah
mi son lasciato prendere ...
ciao, Antonio

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER REAANTO R: filastrocca amara purtroppo è proprio così

carlo49calati ha detto...

mi stupisce il numero crescente di donne, in genere casalinghe attempate che vedo al bar o dal tabaccaio, silenziose e cocciute alle macchinette.
massimolegnani

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CARLO; vero è un fenomeno in aumento anche tra le donne