LA GAVETTA
La gavetta non premia
La gavetta non serve più
La gavetta oggi è precariato a vita.
Ospedali pubblici abbandonati
Mazzette e sorrisi viscidi
Strizzatine d'occhio a cliniche private
Scuola pubblica svenduta
Come una prostituta di strada
Scuole private cattoliche e laiche
Si arricchiscono come escort d'alto bordo
Abbracciate le une alle altre promiscuamente.
Sono puttane private
Pagate con soldi pubblici
Con i nostri soldi.
Dirigenti scelti in base alle tessere
Alle "amicizie"
Come cavallette incompetenti
Saltano da un incarico all'altro
Da una comoda poltrona in pelle all'altra.
La gavetta non serve più
Il merito e le capacità da sole non bastano
E non pagano in questo Paese.
La gavetta, precariato a vita
Precariato a morte.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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12 commenti:
Gavetta? Parola non pervenuta (se intesa come periodo in cui si fa pratica e si impara dal vivo il lavoro)
Meritocrazia? Parola non pervenuta. Quasi una bestemmia.
Spintarella, appoggio politico, calci in c.lo, tessere e voti di scambio (io ti do il voto e tu mi dai il lavoro).. ecco! Questa è l'Italia del giorno d'oggi.
Se poi parliamo delle donne nei posti di lavoro ancora peggio. Sottopagate, svantaggiate perchè "se poi ti sposi e hai un figlio..."
Risultato? Posti di rilievo e decisionali a certi incompetenti e ulcera a chi avrebbe i requisiti.
PER PATRICIA MOLL: infatti è proprio così, mi fa piacere che tu abbia apprezzato un testo che in modo più arrabbiato ha messo in evidenza proprio le questioni che tu riporti nel tuo commento,
Un po' critico nei confronti della festa di ieri? :)
Vero, la gavetta oggi è un modo per lavorare gratis, eppure secondo me se ci si sa muovere, a qualcosa può sempre servire...
Moz-
PER MIKIMOZ: le opportunità nascono se ci si dà da fare ma anche se qualcuno ti permette di averne.
Siamo in un paese dove la meritocrazia va a farsi benedire, basta pensare ai tanti ricercatori che scappano all'estero, perché i posti e i soldi vanno ai soliti noti.
Saluti a presto.
PER CAVALIERE: la meritocrazia è da tempo un concetto da tanti politici sbandierato ma poi in realtà da tutti loro esecrato e messo da parte. La questione da te citata dei ricercatori è oserei dire paradigmatica.
La gavetta è roba passata, obsoleta si dice nel gran mondo dei parolai. Qui da noi solamente precariato "a morte" come splendidamente lo hai battezzato tu.
Una volta all'Università della Minerva a Roma per una richiesta di raccomandazione ad un esame le due candidate non vennero accettate alla sessione autunnale e dovettero ripresentarsi a febbraio. Con la strizza che gliel'avrebbero comunque fatta pagare. Adesso è una questione di cifra, o di prestazione sessuale, oppure di un qualche vantaggio politico.
La gavetta non conta più. Strano però: leggo su alcuni annunci che cercano personale specializzato e qualificato, giovane ma con esperienza lavorativa di buon livello. Ma fatemi capire: se lo volete giovane, magari appena laureato, come ha fatto a farsi un'esperienza qualificante magari di un paio di anni? Ma chi li scrive simili annunci.
Sulla poesia non ho da aggiungere molto rispetto a quanto scritto sui tuoi versi ogni volta: sei graffiante, solido, attacchi a testa bassa. Sono del parere che fermarsi davanti ad un muro sia da gente di poco valore. Continuare a batterci addosso, magari con la testa, perché i muri crollano, non sono eterni. Continua a sferzare gli ipocriti e i peccatori, senza che se ne accorgano si allargherà una breccia su quel muro e sarà per costoro -io lo spero- l fine che meritano.
PER VINCENZO: è vero, la gavetta oramai è un connetto obsoleto ed un termine desueto. Oramai la raccomandazione è la regola e quasi nessuno si scandalizza più a chiederla ed a concederla.
Gli annunci…. puzzano di ipocrisia lontano un chilometro…
Ti ringrazio come sempre per le parole stupende che riservi ai miei versi: questa è una poesia più arrabbiata rispetto ad altre e per me che non sono solito scrivere così c'era un certo timore a postarla ma sono contento di vedere che sia tu che chi ti ha preceduto nei commenti avete compreso il senso d'accusa e non d'invettiva, il dito puntato verso uno squallore sociale che va combattuto e rabbiosamente denunciato.
"precariato a morte". Esatto. Come lavoro a morte, per quei fortunati che lavorano e dovranno farlo fino a non si sa quando. Con la pensione come miraggio. Chi non lavora e chi lavora troppo. Una contraddizione idiota tutta italiana che basterebbe a far capire come risolvere la situazione anche a un bambino. Ma i "bambini" che governano non hanno l'innocenza nella loro testolina. Hanno solo bastardaggine e fame di profitto.
PER FRANCO BATTAGLIA: concordo con te, le soluzioni ci sarebbero e soprattutto basterebbe non mettere in certi ruoli chiave delle compagnie. AD del "calibro" di Cimoli e Montezemolo. Anche questo lo capirebbe un bambino ma non loro.
Il precariato lo ha inventato D'Alema e sostenuto da tutti quelli che son venuti dopo compreso il padre-padrone Matteo
PER REANTO R: vero, e così stanno mettendo in ginocchio il Paese.
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