venerdì 21 marzo 2014

OPINIONE DEL ROCKPOETA: "L'Intelligenza" Delle Piante

Ho letto un interessantissimo articolo su Internazionale a proposito della possibile intelligenza delle piante. Esse infatti non hanno un cervello ma possono cmq per es. apprendere e sanno ricordare

Le piante sembrano avvertire il pericolo, avere una coscienza ed una "intelligenza" non intesa nel senso di "consapevolezza interiore di vivere un'esperienza  o la sensazione di quello che succede" (def. di coscienza del neuroscienziato Antonio Damasio) ma sicuramente la coscienza intesa come "stato in cui si è consci del proprio ambiente". Mancuso titolare di un laboratorio di neurobiologia vegetale a Firenze lo sostiene. Monica Gagliano (ecologa ambientale di 37 anni dell'Università della  Western Australia) ha dimostrato come questa "coscienza", come dire, basica, esista.

C'è una pianta, la mimosa pudica, così definita perché ogni volta che le sue foglie sono anche solo sfiorate, immediatamente ad una velocità visibile tranquillamente ad occhio nudo, si ritraggono e se la pianta è urtata o fatta cadere subito le sue foglie si afflosciano.

La Gagliano ha fatto un interessante esperimento: ha piantato in un vaso 56 mimose pudiche e realizzato un meccanismo che simulasse la caduta da un'altezza di 15 cm ogni 5 secondi.

Dopo un po' di volte le mimose (alcune prima di altre) piano piano hanno iniziato a non considerare quell'impulso come pericoloso: in sostanza stavano apprendendo per assuefazione con una metodologia che si usa anche con gli animali.  La Gagliano dice infatti che "L'assuefazione (non intesa e tesa all'uso di sostanze pericolose come le droghe ndr) permette ad un organismo di concentrarsi sulle informazioni importanti e di filtrare quelle superflue".

Di fatto dopo poche volte le mimose stimolate con quel meccanismo simulatorio non reagivano più e non chiudevano le foglie. A quel punto la Gagliano ha voluto vedere se si fossero semplicemente stancate. Per verificarlo non le stimola con il meccanismo ma fa un'azione diversa ossia le scuote. Immediatamente le piante reagiscono e chiudono le foglie.  Allora prova a ristimolarle con quel meccanismo di cui sopra ma nulla. Ecco una novità quindi, le piante apprendono.

Poi l'ecobiologa ambientale lascia passare 18 giorni e ripete l'esperimento. Nulla, il meccanismo di simulazione di caduta non le fa reagire. Ecco un'altra novità, le piante ricordano!

A questo punto una domanda che ci si è posti è se le piante possono avvertire dolore: la risposta che viene data da alcuni scienziati è affermativa. D'altronde il dolore è un elemento importante per avvertire e riconoscere il pericolo e quindi se le piante sono "coscienti" nel modo minimo qui visto, il dolore devono provarlo. Certo, come ha affermato Baluska il dolore è "un tratto adattivo". Come lo stesso scienziato ha rilevato, questa è un'idea che spaventa perché d'altronde siamo e viviamo in un mondo dove per sopravvivere dobbiamo nutritrici di altri organismi.

Le piante hanno strumenti di difesa comprovati: per es. il mais ed il fagiolo di Spagna quando sono attaccati da bruchi emettono un segnale chimico di allarme che richiama vespe parassite nelle vicinanze le quali sono attratte da quell'odore ed arrivano in loco divorando i bruchi loro cibo prediletto :-))).

Questo studio osservavo che potrebbe sconvolgere le tesi dei vegetariani: se una pianta avverte il dolore se conosce il pericolo se si difende dai suoi aggressori, allora mangiare lei o un animale non fa proprio una grande differenza sotto il profilo di uccidere una "vita".

Viene fatto notare tra l'altro come Cartesio non accettava il pensiero che gli animali potessero soffrire e liquidava le loro "urla" come banali riflessi, un suono fisiologicamente espresso  ma senza senso. E noi sappiamo oggi che non è così.
Il settimanale e certa scienza (neurobiologi) si chiedono (e me lo domando anch'io) se non stiamo commettendo questo errore con le piante.
-------------------------------------------------------------------------------------
Per Votarmi Su OKNOtizie Clicca QUI

15 commenti:

Ant ha detto...

Bene, per risolvere l'ardua questione non resta che smettere di mangiare! :)
Oppure, guarda qui. Mi raccomando, seguire attentamente sino al finale. :)

Volevo lasciarti un commento più serio e articolato ma opto per la leggerezza, anche perché, se dovessi esprimere un'opinione sugli estremismi a cui certe posizioni "etiche" portano, qui si fa notte.

PS: se ti interessa, il cortometraggio che ti ho lasciato come link fa parte di questa trilogia.

Daniele Verzetti Rockpoeta® ha detto...

PER ANT: vado a vedere i link che mi hai segnalato con vero piacere grazie!!!

Anonimo ha detto...

questo mi pone un problema alimentare, sarò costretto a rifugiarmi sull'alimentazione animale ;-)

Daniele Verzetti Rockpoeta® ha detto...

PER BARDANERI: :-))) lol! mi sa è così lol

Sara ha detto...

l'alimentazione vegetariana è più rispettosa dell'ambiente.

Sergio ha detto...

Chissà cose ne pensano i vegetariani!!!

Daniele Verzetti Rockpoeta® ha detto...

PER SERGIO: spero si pongano delle domande :-)))

benito cremonini detto kreben ha detto...

http://www.greenme.it/informarsi/natura-a-biodiversita/10916-piante-parlano-suolo-messaggi

Anonimo ha detto...

Arriveremo a non mangiare più nemmeno le piante? Spero di no. Va bene il rispetto per la vita di tutti gli esseri viventi, ma c'è un limite. Comunque, io non sono vegetariano però cerco di mangiare meno carne possibile, perché se ci penso mi vengono i brividi.
Ciao Daniele.
Al3ph

benito cremonini detto kreben ha detto...

credevo che il link fosse subito utilizzabile. Mi scuso per l'incompetenza tecnica. L'articolo riprendeva un argomento ormai largamente noto, le piante "parlano" fra di loro utilizzando molecole semplici riferibili alla categoria "proteine". In caso di attacco da parassiti mettono in circolo queste molecole che a volte portano alla produzione di sostanze volatili che suscitano nelle omologhe vicine la produzione di altre sostanze a difesa. Spesso parlano anche attraverso le radici e comunicano nel terreno.

Daniele Verzetti Rockpoeta® ha detto...

PER KREBEN: tranquillo basta fare copia ed incolla e si va cmq sul tuo link. Grazie anzi per averlo riportato!

PER AL3PH: al contrario, basta capire che dobbiamo mangiare e cibarci di animali e piante. Cmq la cosa del post più importante è la scoperta della Gagliano perché apre nuove frontiere.

Ant ha detto...

Per Benito e gli utenti Blogger:
Se volete sapere come inserire link nei commenti blogger, guardare qui

Nota Bene: nella pagina linkata ci sono scritte un sacco di fesserie. Tuttavia, la sezione "Inserimento link e utilizzo tag HTML" è valida.

benito cremonini detto kreben ha detto...

architetto, non mi sembravano poi così fesserie, nella sostanza. Almeno dai trattati che per motivi di mestiere ho in casa. Senza polemica.

Ant ha detto...

Benito, noooo!!! Ma cosa hai capito?
Leggi bene il mio commento. Ho scritto che le fesserie sono nel link del "Disinformatico" che ho postato nel precedente commento come riferimento per inserire link nei commenti. Tranne nella sezione "Inserimento link e utilizzo tag HTML" Questo è ciò che ho scritto, almeno a me così sembra.

Il tuo link, invece, è fantastico. E tu hai sicuramente la competenza giusta per suggerirne la lettura. leggendo il tuo "credevo che il link fosse subito utilizzabile", mi sono permessa di dare un suggerimento per renderlo linkabile.
Mi spiace per l'equivoco, ma mi sembrava chiaro il mio commento. Ciao :)

benito cremonini detto kreben ha detto...

mi scuso, da povero vecchio. Capita a un ceto punto della vita di essere sospettosi e così prima reazione bastona i giovani così irrispettosi.Naturalmente tutto nasce dalla insicurezza, come quando cerchi disperatamente le chiavi e le hai in mano, ma è tale la paura di non ricordare e non capire che chiami il 113 o i pompieri perché venga qualcuno ad aiutati per entrare. :)