giovedì 17 marzo 2011

OPINIONE DEL ROCKPOETA: Disunità Nazionale

150 anni e portarli malissimo. In realtà potremmo quasi dire che non li ha, perché se geograficamente il Paese é unito, socialmente é diviso, anzi, frastagliato proprio come le sue coste.

Non mi interessa la vuota retorica, non mi interessano le parole di chi si riempie la bocca di banalità da imbonitore per poi fare affari con la parte marcia del Paese.

E se proprio dobbiamo cantare l'inno, ricordiamoci la vera essenza di quel "brano" e di quelle parole, che é quella che ci ha mostrato Benigni nel cantarlo a Sanremo: senza fanfare, in modo intimo e sommesso, ma non per questo meno forte, intenso, vero, patriottico.

Niente tricolore dalle mie finestre. Resto in attesa di un'Italia diversa, giusta, vera o quantomeno di una nazione che mi permetta davvero di combattere per renderla migliore e di un popolo che sappia svegliarsi dal letargo in cui é piombato da troppo tempo ormai.

150 anni di un'unità mediatica, fatta dalla televisione ma non dalle anime e dai cuori, se non in rari momenti di grandi e generosi slanci di solidarietà.

Apriamo gli occhi e se davvero molti oggi si sentono Italiani, che tengano dentro di loro fermo questo sentimento, questa forza propulsiva, anche domani e nei giorni a venire.

Allora, forse, così, potremo sperare di cambiare le cose e forse questa giornata sarà servita davvero a qualcosa ed avrà magari dato il via ad un processo di unificazione degli Italiani.

O forse no.....

Daniele Verzetti Rockpoeta
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13 commenti:

Alberto ha detto...

"Non mi interessa la vuota retorica".
Sono d'accordo più che mai, e proprio questo ho detto anch'io oggi.

Anonimo ha detto...

Non credo che sia il momento di attendere... penso piuttosto che sia il momento di crederci...
Penso che questo sia il momento di smettere di guardare a quello che non va per appoggiare quello che funziona, quello che è vero. E sono molte le cose vere e autentiche in Italia, al di là della politica, dei media e delle parole...

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

PER ENRICA: condivido questo punto di vista e lo appoggio. Proprio per questo e da questo nasce il post di oggi oltre che anche per rispetto anche di chi l'Italia l'ha voluta e per l'Italia é morto.

Il mio restare in attesa era inteso al 'festeggiare": Festeggerò quando davvero avremo motivo concreto di festeggiare. Per ora resto in attesa perché c'é ben altro da fare, bisogna rimboccarsi le maniche e fare.

Per festeggiare c'é tempo, magari tra altri 150 anni...

Ernest ha detto...

dobbiamo essere sempre più attori principali della staoria

Alligatore ha detto...

Niente retorica, niente bandiere, ma solo un pensiero a Garibaldi, internazionalista rivoluzionario e a Mazzini, teorico da rileggere con attenzione.

Farfalla Legger@ ha detto...

Grazie per le tue parole, vengono dal cuore e non può che farmi piacere...
Vedendo l'Italia di oggi , non c'è proprio nulla da festeggiare...

Vincenzo Cucinotta ha detto...

E invece io penso che sia importante festeggiare, un gesto simbolico che significa appropriarsi di questo paese, strapparlo agli usurpatori, ai saccheggiatori di ogni tipo.
A nessuno piace la retorica, e già chiamarla così è esprimere un giudizio.
Si potrebbe capovolgere la questione: cosa c'è che non va nel sentirsi parte della nazione di leonardo, di garibaldi, ed anche di eroi molto più recenti come Falcone e Borsellino: ce ne sono tantissime.

Unknown ha detto...

Neppure io mi sento di festeggiare.
Io l'ho chiamato 'coma'
Cristiana

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VINCENZO: Vedi,secondo me, festeggiare ha senso quando ci sono delle ragioni per essere felici o orgogliosi. Io vedo un Paese che non mi pare mi e ci permetta di festeggiare alcunchè.

Quindi, se per festeggiare e celebrare tu intendi dire di cogliere al volo l'occasione per riflettere su tutto quello che c'è da fare e contro cui dobbiamo combattere da cui dobbiamo difenderci, allora va bene, ma in tal caso più che festa si tratta di una giornata di riflessione profonda e non godereccia con gite fuoriporta o retoricamente celebrativa.

In caso contrario, mi spiace, ma ragioni per festeggiare questa ricorrenza io non riesco a trovarne.

Mi citi Falcone e Borsellino: devo festeggiare cosa? Uno Stato che li ha abbandonati e lasciati soli? Sono fiero di loro della loro forza e del loro coraggio ma non posso festeggiare per loro, significherebbe ballare sulle loro tombe; sono fiero ripeto di uomini ed eroi come loro ma non di un Paese che gente come quella l'ha lasciata morire sola senza sostegno.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Però così ammetti che l'Italia non è nostra, di quelli che onorano il sacrificio di questi eroi, ma di chi li ha assassinati.
Questo io non lo voglio concedere, l'Italia è la nostra nazione, e concittadini furfanti di ogni genere e tipo, come siamo costretti ad incontrarli ogni giorno sono gli usurpatori contro cui dobbiamo impegnarci.

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

PER VINCENZO: ma infatti non lo é. Come fai a dire che lo é? Se lo fosse le cose andrebbero meglio non credi? Quindi dobbiamo lottare perché sia davvero nostra e non festeggiare un traguardo non ancora raggiunto

Licia Titania ha detto...

Comprendo la tua amarezza, ma io invece festeggio perché, secondo me, è importante di questi tempi rispettare certi valori e riportarli alla luce. Forse sarò naive, ma ho appeso anche la bandiera italiana, insieme e a quella della pace (che non guasta mai). Forse proprio perché non sono completamente italiana, io ci credo, nell'Italia unita.

Romina ha detto...

Quando ci sveglieremo dal letargo? Io la vedo nera.