sabato 9 gennaio 2010

OPINIONE DEL ROCKPOETA: "S" Come Sollicciano, Come Sulmona, Come Suicidi, Come...

L'emergenza carceri é sempre più forte. Dalle morti più che sospette ed ancora da accertare per quanto concerne il loro accadimento per poter capire se sono state veramente suicidi, a quelle che sappiamo bene che suicidi in realtà non sono, a quelle che sembrano e sono poi realmente suicidi ma che gettano cmq un'ombra sul perché accadano in percentuale così alta, soprattutto poi in certe strutture.

La notizia é recente: a Sulmona un nuovo caso di suicidio in carcere. Quattro sono i casi di suicidio nelle varie strutture carcerarie italiane da inizio anno (avete inteso bene, intendo proprio in questi primi nove giorni di gennaio) ed ora l'emergenza é davvero alta.

Oramai l'emergenza é totale. I casi dubbi o cmq di suicidi reali (ma che non dovrebbero certo verificarsi, soprattutto poi con questa frequenza così elevata) in carcere sono una realtà che sta venendo fuori dopo che da tempo L'Incarcerato ed il sottoscritto abbiamo "martellato" molto su questo tema dalle pagine dei nostri rispettivi blog .

So bene che quando si parla di carcere molti arricciano il naso ma se é giusto che ci siano pene detentive anche severe per chi compie reati penalmente perseguibili, non sta scritto da nessuna parte che la pena di morte non prevista dal nostro ordinamento debba, in qualche modo surrettiziamente, rientrare dalla finestra, manifestandosi dentro le sbarre di un carcere.
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32 commenti:

Cappellaio ha detto...

bisognerebbe istituire dei supervisori che controllino che si rispettino almeno le condizioni base di vita per i carcerati. ma tanto c'è il rischio che questi tacciano; soprattutto di fronte ad eventuali repressioni da parte della polizia delle carceri. oppure una sorta di garante per i diritti dei carcerati che possa supervisionare in ciascun carcere come procedono le cose. non c'è via d'uscita altrimenti.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAPPELLAIO: cose del genere esistono in già in parte ma il problema é che come anche tu hai scritto, spesso poi chiudono un occhio (o tutti e due) per scelta o per paura.

Alessandro Tauro ha detto...

L'anno scorso abbiamo tracciato un nuovo vergognosissimo record statistico: il numero di cittadini, italiani e stranieri, morti nelle carceri italiane.
Una quantità impressionante solo per suicidi (o talvolta presunti tali).

In questi primi giorni del 2010 stiamo assistendo ad una quantità di morte nelle carceri che mai e poi mai anche la mente più cinica o pessimista avrebbe potuto immaginare.

E' vero, parlare di sistema carcerario, di pena e di detenzione in questo paese è molto "pericoloso". Il tema è uno dei più sensibili e troppo spesso a torto le voci che si spendono per chiedere maggiore dignità vengono tradotte come "impunità generalizzata".

E finché in questo paese il carcere continuerà a solleticare i palati vendicativi di tanti italiani e non si potrà cominciare a considerare un detenuto come un essere umano eguale a chi è al di fuori delle carceri, ogni discussione sul tema sarà inevitabilmente tesa a creare incomprensioni e "distinguo".

Tu e L'incarcerato avete dimostrato un coraggio esemplare nel modo in cui avete affrontato questo enorme problema.
Io nel mio piccolo ho fatto molto meno. E quindi, proprio da "principiante" a "senior", ti faccio i miei massimi complimenti per tutto ciò che finora hai fatto e continuerai a fare!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ALESSANDRO; sei un "principiante" coi fiocchi. Sei un blogger prezioso per la tua sensibilità e la tua competenza che dimostri in ogni materia che tratti.

upupa ha detto...

Caro Rock sai che spesso mi sono occupata di questo problema che,però, lo è per noi, ma non per la classe politica che continua a "sfornare" fiumi di parole ma niente fatti...e intanto nelle carceri si continua a morire...si continua a calpestare i diritti umani che pure universalmente sono stati riconosciuti,si continua a costringere "esseri umani" a vivere in condizioni precarie nocive anche per i più elementari principi igienici...spesso i detenuti devono fare i turni per una doccia,si spendono 1,50 euro per un pasto...e i nostri politici invece di parlare di questi ed altri problemi molto complessi pensano solo a studiare come fare per costruire nuovi istituti e non a cercare forme alternative,dove possibile, di detenzione,perchè?

Ross ha detto...

Non posso fare altro che ringraziarvi per il vostro martellamento, Daniele, e rivolgervi la mia sincera ammirazione per la costanza del vostro lavoro di denuncia e di informazione.

Però per questo argomento non userei il termine emergenza. Un'emergenza è una situazione di crisi imprevista, di bisogno e di urgenza eccezionali e limitati nel tempo. E' vero che in Italia qualsiasi problema (dalle alluvioni agli sbarchi di immigrati allo stillicidio di morti sulle strade) sembra diventare una difficoltà endemica, inaffrontabile e che porta il sistema alla paralisi. Ma stiamo attenti a definire correttamente il nostro linguaggio: le parole sono dei tranelli, soprattutto quelle manipolate e ripetute in continuazione a scopi di propaganda e facile consenso. Quella delle morti in carcere non è purtroppo una contingenza straordinaria. E' una vera e propria cancrena insediata a fondo nel nostro tessuto sociale, e in cui tutti hanno paura a mettere le mani.

Anonimo ha detto...

Che dire?
Sono davvero davvero davvero incredula e perplessa.
E' che mi pare sempre di più di vivere in una giungla...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ROSS: hai ragione. Io ho usato questo termine inapprorpiatamente per dire in realtà che se cmq il problema esiste da tanto tempo ed é diventato sempre più grave ora, con i numeri di inizio anno che ho citato nel post, abbiamo davvero superato il livello di guardia e siamo veramente ad un punto critico mai raggiunto prima e quindi ora si deve davvero intervenire ed agire correttamente per cambiare le cose.

il mio nome è mai più ha detto...

Mi è piaciuta molto la frase " non sta scritto da nessuna parte che la pena di morte non prevista dal nostro ordinamento debba, in qualche modo surrettiziamente, rientrare dalla finestra, manifestandosi dentro le sbarre di un carcere."
Quanto è vero.

Chit ha detto...

Ti prego Daniele, non "cadere" anche tu nella moda delle 'emergenze'.
Emergenza è un qualcosa d'inaspettato, che coglie impreparati; quella delle morti in carcere in questi ultimi anni è diventata quasi una consuetudine.
No, perdonami ma non la ritengo più un'emergenza ma un vero e proprio problema da risolvere, alla pari delle morti sul lavoro ma con la speranza... che almeno qui si riesca a fare qualcosa di concreto!

Gians ha detto...

Leggevo che a oggi, nel carcere della mia città si sono tolte la vita 22 persone nel giro di 8 anni, e pensare che fuori dal carcere cittadino,in un punto tra l'altro molto bello e panoramico tutto scorre nella più assoluta indifferenza.

Debora ha detto...

E' un problema ed un emergenza allo stesso tempo.
Ci sono persone che nel percorso della propria vita possono incorrere in errori, anche gravi e gravissimi, per cui debbano essere puniti anche severamente con la privazione della libertà, quindi incarcerati. Ciò che è inconcepibile ed inaccettabile è che queste persone debbano ricevere punizioni non contemplate dall'ordinamento giudiziario: percosse e induzione al suicidio sono due tra le più gravi vessazioni che i detenuti possano subire.
L'induzione al suicidio, per come la vedo io, deve essere perseguita nei confronti di chi la perpetra come un'accusa di omicidio, perché una persona che ne istiga un'altra a togliersi la vita, è come se la uccidesse essa stessa di persona.
Invece là dentro vige la lobbie di protezione..E giustificazione a compiere determinati atti meramente violenti.
E' giunto il momento di combattere, una volta per tutte, questa piaga che affligge la nostra società. Combattiamo l'indifferenza per i detenuti, che sebbene abbiano sbagliato, rimangono comunque vite umane, e se si pretende giustizia e si pretende che chi ha sbagliato paghi, non si può auspicare in una gustizia sommaria, e trovare appagamento quando il colpevole si uccide, o viene ucciso per mano degli altri carcerati, o viene indotto ad uccidersi, o peggio ancora viene materialmente ucciso da chi dovrebbe far rispettare la legge. Questa non è giustizia, e chi vuole la morte del carnefice, si mette al pari livello, e diventa un carnefice a sua volta.
Basta chiudere gli occhi, non è che se li teniamo chiusi il problema svanisce, anzi...aumenta e si crogiola nell'indifferenza.
Si alza la voce per molte cose...alziamola anche per queste problematiche che ci rendono veramente incivili.

Silvia ha detto...

Giusto...Anche perchè in quelle condizioni non c'è proprio nulla di rieducativo, anzi.

Ciao Daniele!

Anonimo ha detto...

Non interessa a nessuno il problema delle carceri, o almeno interessa solo il fatto che non ne vadano abbastanza in galera.
Non interessa perchè vengono imprigionati solo i poveri cristi mai i papaveri che commettono reati finanziari.
Non per niente come diceva De Andrè:
"Qui non c’è più decoro le carceri d’oro
ma chi l’ha mi viste chissà
chiste so’ fatiscienti pe’ chisto i fetienti
se tengono l’immunità"
Silvana

Mk ha detto...

Molti non reggono all'assenza di libertà e il suicidio per loro diventa l'unica via per esserlo.
Non essendoci poi alla fine una vera giustizia.
Buona Domanica, Dani
Mk

Damiano Aliprandi ha detto...

Purtroppo caro Daniele, l'anno si è concluso con uesto triste primato ma le morti non si arrestano. Anzi aumentano vertiginosamente.


Non è ammissibile, è da tempo che io, te e altri stiamo martellando qu questo tema perchè è un emergenza sociale.

Ora, con questa scusa, vogliono costruire nuove carceri ma la vera soluzione è la pena aterntiva!

Damiano Aliprandi ha detto...

2emergenza socialeps

ps: secondo me il termine "emergenza sociale" è un termine azzeccato visto che viene utilizzato inappropiamente per altri tipi come quello"sicurezza" oppure "emigrazione". Ma sono dettagli.

Efesto ha detto...

Un paio di giorni fa ho asoltato di sfuggita una notizia al telegiornale. Un extracomunitario irregolare in Italia da tanti anni voleva tornare al suo paese, in Africa. I suoi amici hanno fatto una colletta e gli hanno comprato il biglietto. Mentre era all'aeroporto è stato arrestato per il reato di immigrazione clandestina. Ora deve scontare in carcere alcuni mesi, sette mi sembra. Poi non avrà più i soldi per comprarsi un altro biglietto.
Scrivo questa notizia perchè ultimamente ci si riempe la bocca di tolleranza zero e si introducono nuove pene detentive anche laddove la condotta non desta allarme sociale. Oppure al contrario si è pensato di risolvere il problema del sovraffollamento con lo strumento dell'indulto.
Il nostro sistema "Giustizia" non regge più, sia nel momento del processo che dell'esecuzione della pena. Ma non vedo all'orizzonte nessuno che sia in grado di ripensare la materia in termini pacati e costruttivi.

minervabianca ha detto...

E' davvero disarmante...
non credo che tutte queste morti in carcere siano suicidi...temo invece siano frutto di una giustizia sommaria e "fai da te"...
E' vero che in Italia la giustizia è praticamente inesistente ma questo non giustifica atti di estrema violenza...pene più severe a chi le merita e meno violenza

Renata ha detto...

Ciao Daniele,quanti problemi gravi e irrisolti! E quante domande rimangono inascoltate.
I problemi sono tanti e la gente che conta, quella che potrebbe, è troppo tesa a conservare i suoi personali privilegi e continua - da sempre - come ricorda il Giusti nella sua splendida Sant'Ambrogio -a restare "in tutt'altre faccende affacendata".
I ricorsi storici indicano, purtroppo, che non c'è niente di nuovo sotto il sole. Ma io, caparbiamente,continuo a sperare. Con stima,affettuosamente, ti auguro un bellissimo 2010.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER DEBORA: noi ci si prova ada alzare la voce ma dobiamo essere tanti; più si é e più si fa rumore.

CHIT: ho specificato già a ROSS che il termine emergenza l' ho inteso nel senso che ora si é arrivati ad un punto di non ritorno ad un punto critico mai toccato prima. Ma che il problema delle carceri esista da tempo ne sono ben conscio.

PER GIANS: tutto scorre nell'indifferenza perché lo si considera un mondo a parte, una galassia da tenere distante come una sorta di discarica di rifiuti: nessuno la vuole vicino, nessuno vuole interessarsene. Questa à la triste verità.

PER EFESTO: la notizia che hai riportato é sconvolgente e dimostra anche la totale illogicità delle attuali norme oltre che l'ottusità di chi le applica oltre che di chi li ha prodotte.

PER MINERVA BIANCA: "E' davvero disarmante...
non credo che tutte queste morti in carcere siano suicidi...temo invece siano frutto di una giustizia sommaria e "fai da te".."

Ed infatti non lo crediamo neanche noi (io e l'Incarcerato) e continuiamo la nostra battaglia. Sperando nel sostegno di altri, tanti altri, tanti anche di voi.

Benvenuta in questa Agorà!!!! A presto!

DS ha detto...

Mi trovi completamente d'accordo. Pagare per i propri errori non significa in nessun modo dover rinunciare ai propri diritti fondamentali di Uomo. Invece, molti pensano, implicitamente, che un carcerato si meriti di essere trattato come una bestia. Ma le bestie non hanno il nostro stesso cervello e da qui la crescita esponenziale di suicidi. Bisogna agire anche se la politica ritiene l'argomento impopolare e controproducente. La gente vuole che i carcerati marciscano dimenticati, questa è la realtà, e non conviene a nessuno aiutarli.

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

PER TOMMI: parole chiare, concise e perfette. E' vero a nessuno conviene aiutarli e nessuno vuole occuparsene seriamente per tutte le ragioni che hai esposto nel tuo commento.

minervabianca ha detto...

ciao rockpoeta...
purtroppo sono davvero pochi quelli a cui interessano i problemi nelle carceri...spero che la gente ritrovi un briciolo di umanità e si accorga che fuori dalla porta di casa c'è un mondo che va a rotoli...

maria rosaria ha detto...

ciò che succede nelle carceri non interessa al mondo che ne è fuori. e quando se ne parla sembra che la maggior parte dell'opinione pubblica approvi disinteressandosene la violazione dei diritti umani su chi ha sbagliato e sta pagando in gattabuia. è una vera sofferenza per loro ma anche per chi non condivide questo sporco sistema.
bacio, caro dani

Francy274 ha detto...

La situazione carceraria nel nostro Paese era allarmante già dagli anni '80, a nulla sono valse le proteste lanciate da molti responsabili coscienti dello stesso settore. Oggi sta esplodendo e ci ritroviamo in una situazione davvero da terzo mondo.I Governi e la miriade di leggi in cui ci ritroviamo hanno portato allo sbando non solo i cittadini liberi ma anche quelli detenuti che già lamentavano situazioni trammatiche.
Alla luce di eventi molto tristi siamo portati a colpevolizzare il personale carcerario, ma non sempre dipendono da questi le cause di morte in carcere. Come in ogni settore, anche il personale carcerario si ritrova a dover applicare norme e prendere decisioni al limite dell'assurdo, in parole povere sono stati tolti o negati gli strumenti per poter operare al meglio, e le cose non tenderanno certo a migliorare.
Nel mio blog ho trattato quest'argomento che mi sta a cuore, in particolar modo per quei carcerati che si ritrovano a dover scontare pene eccessive per il reato commesso, o addirittura, come il caso dell'ultimo suicidio a Sulmona, di carcerati come Antonio Tammaro, 28 anni, di Villa Literno. Non si sa perché sia finito in un carcere come Sulmona che ospita ergastolani, assassini, terroristi, boss mafiosi,insomma soggetti da "fine pena" o sottoposti a 41-bis, non aveva alcuna pena da scontare, era ritenuto solo un soggetto socialmente pericoloso.
Ciò che rammarica è che gli italiani ci diamo un gran da fare nel parlare di queste tragedie, che ormai imperversano in ogni dove, fuori e dentro le carceri, e non vogliamo cambiare lo stato delle cose che produce questo degrado Nazionale.

Chiedo scusa per il mio essermi dilungata, ma l'argomento mi ha trasportata. :)

giulia ha detto...

Perfettamente d'accordo. Preoccuparsi delle vittime è sacrosanto, ma lo fanno - con diversi gradi di efficienza - tutti gli Stati del mondo. Rispettare il carnefice e i suoi diritti è quello che rende un paese una moderna liberaldemocrazia.
Le carceri italiane sono motivo di imbarazzo per il nostro paese, molto più di tante altre scemenze.

Rosa ha detto...

Ho letto che, Eugenio Sarno, segretario generale di Uil PA Penitenziari con Radio Radicale, ha previsto per il 12 gennaio un sit-in di protesta davanti alla Camera per chiedere di porre rimedio alla situazione «indegna» in cui versano le carceri italiane. La data non è casuale: l'11 e 12 gennaio, infatti, la Camera dei Deputati dovrebbe dedicare la seduta alla discussione delle mozioni sullo stato e sulle criticità del sistema penitenziario.

cometa ha detto...

@Mk: non è semplicemente l'assenza di libertà a spingere al suicidio, ma soprattutto un livello di vita sub-umano e sub-bestiale.
Lo stesso 8 gennaio, come racconta l'articolo citato da Daniele, anche al carcere di Verona c'è stato un suicidio. Bene, se volete favorire, qui trovate qualche racconto sulla vita quotidiana in quel carcere:
http://www.vronline.it/news/art.asp?IDart=346
Ciao! cometa

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER COMETA: Grazie per il tuo apporto; più si informa più c'é speranza.

Alberto ha detto...

Delle carceri, e della situazione disastrosa in cui si trovano i carcerati, se ne parla solo quando qualche eccellente viene messo dentro o in situazioni estreme e tragiche come queste.

Il fatto che la galera dovrebbe rieducare sono solo belle parola. La realtà è Sorvegliare e punire.

Debora ha detto...

Io mi unisco al coro, e urlo a squarcia gola...vedrai che tutti insieme, riusciremo a far sentire la nostra voce!!!
L'unione, fa la forza!!