giovedì 17 settembre 2009

OPINIONE DEL ROCKPOETA: Post Preventivo

Sei Italiani sono morti in un attentato a Kabul. Questa é la notizia di cui vi lascio anche il link per maggiori dettagli:

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/afghanistan-19/afghanistan-19/afghanistan-19.html

Io chiedo solo una cosa, un favore: non demonizziamoli solo perché questa, per alcuni di noi, é una guerra sbagliata e, al contempo, non facciamone neanche degli eroi.

Sono morti nell'esercizio delle loro funzioni ma sono stati vittime di un attentato e non sono caduti nel tentativo di salvare vite umane.

Questo non toglie loro nulla. Il rispetto ed il dolore per una vita umana che si spegne non può certo venire offuscato da dettagli.

Questo se volete é un post "preventivo": vorrebbe infatti prevenire ( ma so che purtroppo fallirà miseramente nel suo tentativo sic) sia celebrazioni di Stato, di convenienza o di ideologico fermento, sia atteggiamenti di segno opposto.

Si può disquisire per ore sulla necessità di restare in Afghanistan (anche se andarsene adesso purtroppo sarebbe peggio che restarci), sulla bontà della decisione di averlo invaso, sull'assurdità della guerra in Iraq, ecc... Tutte cose, queste, spesso trattate anche qui in questa Agorà. Ma, oggi, non é questa la sede più giusta. Non questo post.

Il fatto che loro cmq fossero in guerra, potessero uccidere, non toglie nulla al rispetto che come persone meritano di avere. Anche per non offendere il dolore dei loro cari, ed anche per distiungerli da chi fa il soldato ma si comporta come e peggio delle bestie.

Ci sono infatti due modi di fare il soldato: quello tecnicamente corretto, (o se volete "necessario" per intenderci) che porta anche a dover uccidere purtroppo e quello sbagliato che porta ad aberrazioni di cui siamo a conoscenza...

Io ripudio la guerra ma rivendico l'obiettività sufficiente a capire che un soldato che muore per quello che sta facendo, sia cmq una vittima. Vittima di logiche di guerra assurde, vittima di uomini che non sanno vivere nel rispetto e nella pace, e "carnefice"se volete perché sceglie di essere un mezzo della guerra.

Capisco che chi é contro le guerre, non sia favorevole anche verso chi é mezzo delle stesse ossia il soldato che le combatte.

Ma se realmente professiamo idee di pace ed odiamo la guerra, dobbiamo dimostrarlo adesso rispettando chi, avendo invece idee diverse, compie il suo dovere senza degenerazioni di sorta e per quel dovere é morto.
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Per Votarmi Su OkNotizie: http://tinyurl.com/ktow33

44 commenti:

Perla ha detto...

Io credo che si avverta solo una profonda, indicibile tristezza.
I dettagli scompaiono davanti alla morte.. comunque la si pensi su queste missioni "di pace"

Paola ha detto...

Rispetto assoluto per colui che perde la vita in battaglia o guerra... ma ricordiamoci che non sono solo i soldati italiani ad esse onorati nella perdita... anche chi con ideali magari ai nostri occhi diversi e incredibili... ma pur sempre vite umane...
Quindi mi sento di onorare tutte quelle vite sepolte solo per fede o per forza segue una guerra che nessuno capisce...
Ciao Rock è molto che non lasciavo un commento... e chiedo scusa per il mio intervento... buona giornata

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PAOLA: Bentornata.

E' un piacere ricevere un tuo commento.

Stefi ha detto...

Caro Daniele,
non vorrei sembrare cinica ma "tecnicamente" li definirei: morti sul lavoro!!
Ciò non toglie il mio rispetto anche alla loro morte.
Ciao!

Pellescura ha detto...

la morte è un argomento a sè stante, più forte anche della stupidità dell'uomo...

Anonimo ha detto...

Da onorare. Perchè erano lì a rappresentare l'Italia e l'hanno fatto bene. Che il loro sacrificio fosse necessario poi, è tutto da dimostrare. Non si è mai vinta una guerra contro il terrorismo, senza eserciti schierati in campo, e senza un nemico certo da combattere. Vietnam insegni. E che la nostra si abbia il pudore di non chiamrla missione di pace!! Gigi-vecchiorimbambito.

Anonimo ha detto...

Concordo con Perla Daniele.
Di fronte alla morte tutto il resto perde importanza.

Crocco1830 ha detto...

Caro Daniele, questa volta sono d'accordo in parte. Rispetto il dolore dei loro cari ed ho profondo rispetto per la vita umana. Anche per questo, non riesco a provare quel dolore che in tanti esprimono, per la morte di persone che hanno scelto la possibilità di togliere la vita ad altri esseri umani, in difesa di logiche guerrafondaie.

luce ha detto...

Carissimo, io sono daccordo con Stefi: sono morti sul lavoro.
Dietro la missione in Afghanistan non c'è un ideale, non c'è un principio, non c'è niente, ma solo il dovere di un uomo che deve andare a lavorare perchè ha scelto di fare il militare non nella banda, non come sportivo, non nella fureria, non negli uffici ma all'estero.
Tutto tristemente qui.
Ed è una morte bianca da rispettare e che fa male comunque.
Un abbraccio.

Francy274 ha detto...

Morti inutilmente, morti che servono al potere...morti che dispiacciono.
Mi auguro solo che non ne facciano lustro per esibizioni da baraccone, come ormai avviene in Italia ad ogni disgrazia, perchè comunque di disgrazia si tratta, al di la delle opinioni che si possono avere a riguardo dei nostri soldati su territorio straniero .

cometa ha detto...

Io quoto assolutamente Crocco: i militari di oggi sono tutti volontari, non di leva come qualche anno fa. Non si può chiamare "un incidente sul lavoro" andare a fare la guerra e finire ammazzati! Invochi rispetto per tutti in quanto esseri umani: allora anche per il killer mafioso che viene ucciso da una famiglia rivale o dalla polizia!
Scusa, mi dispiace, ma meschinamente riservo la mia pietà ad altri sofferenti, altri morti. Non sono ancora così superiore al dolore di questa terra.
ciao, cometa

Quella ha detto...

Forse ha ragione chi dice che bisognerebbe considerarli "incidenti sul lavoro"...ma mettono tristezza comunque

Daniele Verzetti, il Rockpoeta ha detto...

PER COMETA: non é esatto. Io ho parlato di chi fa il proprio dovere. Il killer mafioso non fa il proprio dovere ma viola la legge.

Infatti nel mio post distinguo chi fa il soldato in modo "necesssario'" e tecnicamente corretto da coloro che sfogano nella guerra i loro bassi istinti bestiali.

Per questi ultimi nessuna pietà. Ma non mi pare sia il caso di questi 6 soldati italiani.

Aggiungo anche, in generale in seguito alla lettura di tutti i vostri interventi, che il fatto che siano volontari cambia in parte le cose. Hanno scelto quel lavoro, hanno quindi idee diverse da molti di noi sulla guerra, ma vanno cmq rispettati per la scelta che hanno fatto, soprattutto poi nel momento della morte.

Pensate alla canzone "La Guerra di Piero". Nessuno attacca Piero per essere in guerra né l'altro per non aver "ricambiato la cortesia" . Entrambi sono vittime di un sistema più grande del loro.

In questo caso sono volontari ma dobbiamo cmq da morti avere pietà e rispetto per loro Ripeto non é la stessa cosa paragonarli a mafiosi o ancora ad altri loro "colleghi" che magari hanno seviziato, stuprato e ucciso, gente innocente con sadico piacere.

In guerra si uccide. Non é una bella cosa la guerra, io per primo la ripudio. Ma c'é e chi la fa e la fa senza degenerazioni di sorta come ho scritto nel post, deve essere rispettato anche se non condiviso soprattutto, mi ripeto, quando muore.

gians ha detto...

Dirò una cosa scontata, ma lo faccio ugualmente. Una guerra si combatte tra eserciti, cosa che mi pare non succeda in quelle zone. Il terrorismo nasce, e ha come brodo (come da noi le mafie) l'ignoranza e l' inesistente scolarizzazione. portare la democrazie da quelle parti significa abbracciare la sua maggioranza, con le proprie culture, e aiutarla a combattere il terrorismo, fin dalle basi, e cioè evitare che migliaia di bambini, solo per disperazione abbraccino una cultura del terrore.

Ormoled ha detto...

Grande Daniele. Io direi che la morte di questi soldati è come una morte sul lavoro. Dolorosa che va rispettata e che bisogna cercare di evitare. Come ogni lavoro loro sapevano dei rischi che correvano, e li hanno accettati. Come ogni lavoro quando muore qualche lavoratore è sempre bruttissimo ma accade ogni giorno. Come ogni morte sul lavoro trovo che sia una cosa assurda.
Ciao

upupa ha detto...

Rispetto il dolore di chi non riabbraccerà più i propri cari...una vita che si spegne è sempre un dolore!

Franca ha detto...

Io li considero semplicemente morti sul lavoro...

Mk ha detto...

Daniele...Roberto Valente era il fratello di una mia carissima collega.Perdere un caro in modo così drammatico e inaspettato ha un impatto devastante sulle famiglie.E non sempre si hanno gli strumenti per affrontare questo dolore.
Abbraccio
mk

marina ha detto...

né martiri né eroi né colpevoli, sono d'accordo
e, soprattutto, non strumentalizzarne la morte
marina

giraffa.c ha detto...

Ho grande rispetto per i ragazzi morti, per le loro famiglie, per i valori in cui credevano. Penso che, però, il momento delle domande e delle risposte dovrebbe arrivare in tempi brevi, senza speculazioni ma con onestà, perchè è anche giusto sapere per quale motivo si va a morire in un Paese straniero che, fino ad oggi, non ha fatto alcun miglioramento.

Daniele Verzetti, il Rockpoeta ha detto...

PER MK: Sono davvero vicino alla famiglia di Roberto ed al loro dolore.

PER GIRAFFA: concordo con te in ogni parte del tuo commento. E' un sunto perfetto di quello che anch'io penso.

Francy274 ha detto...

Volete sapere del perchè la guerra in Afghanistan?
Ecco un link per chi ha voglia di sapere :

http://www.altremappe.org/Ragahvan.htm

Le tacite denunce di un giornalista che io amo, Giulietto Chiesa.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCY274: un link interessante. Invito anche gli altri a leggerlo ed a ragionarci su.

Lo ripropongo anch'io qui:

http://www.altremappe.org/Ragahvan.htm

Chit ha detto...

Quoto in toto il tuo pensiero, anche se credo che almeno una riflessione TUTTA la coalizione dovrebbe farla invece di continuare a giustificare tutte le morti in nome di una democrazia che vedo sempre più lontana!

p.s. caro Daniele chiedo ancora una volta il tuo aiuto e quello del tuo seguitissimo blog per l'iniziativa del 10/10/09 a Roma. Un abbraccio

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Quando uccidono gli afghani, danno solo freddi numeri. Quando uccidono i nostri, fanno tutta la trafila. Non posso considerare un soldato pari a un lavoratore civile.
Sarebbe come dire che i soldati nazisti, anche nelle camere a gas, era gente che svolgeva il proprio lavoro.
Se non ci fossero i soldati, non si sarebbero i mezzi per i potenti di fare la guerra.
Ricordo ancora l'Aquila fascista e lo stemma dell'africa korps.

Il lavoro?
Lavorare meno, tutti, e per il bene comune.

Rispetto, per qualunque vita umana sulla faccia di questa terra. questo chiedo.

silvano ha detto...

Sono in toto d'accordo con te Daniele. Comunque la si pensi sono morti in servizio ed in questo senso sono delle vittime, delle semplici vittime cui va il massimo rispetto. Chiamarli eroi sarebbe sbagliato. Non hanno operato alcune scelta, sono morti lì per strada come dei tonni in una tonnara.
Non hanno deciso di dare la vita, gliel'hanno tolta. Punto e basta. In questo sono del tutto assimilabili ai caduti sul lavoro, hanno gli stessi diritti e dignità del muratore che ogni giorno cade dall'impalcatura. Tutto il resto è retorica che serve a strumentalizzare le persone, sia quelle ancora vive sia quelle morte.
ciao.

Efesto ha detto...

Questi uomini erano volontari, e questo cambia le cose. Partendo da questa affermazione mi viene da pensare che non si sceglie di fare il soldato e andare in guerra senza avere dentro di se, forte e chiaro, il senso della patria. Così come non si prendono i voti senza credere in Dio. E' una scelta di vita consapevole, che rispetto e ammiro. Ammiro perchè è difficile onorare la Patria in un momento in cui i tuoi concittadini si riscoprono italiani solo davanti ad una partita di calcio, in cui i tuoi rappresentanti - di qualunque colore politico - ne fanno polpette per i loro interessi personali.
Però, quanto mi fanno incazz... le cerimonie pubbliche, le interviste ai familiari, il racconto della loro vita di padri, mariti e figli esemplari. Questo non c'entra nulla.

emanuela ha detto...

Condivido. Sei vittime, come vittime sono stati i civili afghani morti con loro. Vittime di un modo aggressivo di vedere il mondo

cometa ha detto...

Non riconosco la necessità di un esercito nella società, non riconosco la necessità ci una parte di società addestrata ad uccidere.
Questo, in coscienza, non lo potrò accettare mai.
Né ritengo valida una legge a cui la mia coscienza si ribella, quindi faccio obiezione di coscienza, e disobbedisco. Come chiarisce bene "Schiavi o liberi", una legge non ha valore assoluto; per esempio, la nuova legge sulla sicurezza E' SBAGLIATA, ed io continuerò finché ne avrò la possibilità a essere fuori legge.

Accetto il ricorso alle armi solo come difesa civile. Di conseguenza, se eserciti stranieri assalissero l'Italia, prenderei le armi per difendere il mio paese. Però, vi confesso, non so se saprei uccidere.

Non interverrò più in questa discussione, ma per terminare vi confesso che mi sento molto addolorato nel leggere che così tante persone che stimo non sentano una totale avversione senza condizioni al mestiere del soldato.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER COMETA: l'avversione la posso capire io stesso sono stato obiettore di coscienza ma credo che si debba rispettare chi muore per le sue convinzioni anche se sbagliate.

Bastian Cuntrari ha detto...

Quoto tutti coloro che hanno assimilato i 6 parà ai morti sul lavoro. E - come ribadisco nella risposta al tuo commento sul mio post - piango la loro perdita come piangerei quella di un poliziotto, un carabiniere o un vigile del fuoco "caduto nell'esercizio delle proprie funzioni".
Quello che mi sgomenta - oggi - è che quella maledetta "missione di pace" sta rivelandosi un fallimento. E che allora tornino a casa, i nostri ragazzi. Non è una guerra guerreggiata. È una guerra infìda, fatta di trappole e tranelli. Che tornino a casa. Tanto laggiù, della democrazia e della libertà non sanno che farsene.

Unknown ha detto...

Rispetto il tuo scritto e non scrivo quello che penso su questa operazione di imposizione della pace.

Piangiamo però anche per i civili che hanno perso la vita con gli italiani. Ad oggi sono più di 2000 i civili uccisi;ricordiamoci anche di loro...

Gabryella Costa Fdd ha detto...

Caro Daniele rockpoeta,
speravo di non essere in topic ma d'essere in Out Topic,tristemente sono in Topic:NON è finita,il conto presto si allunghera'!!!

Il nuovo titolo post è AUTUNNO ROSSO di fuoco e..fiamme ..e sangue,purtroppo!!!

Matteo ha detto...

Non si può paragonare un soldato a un lavoratore normale, per una semplice ragione: che il soldato (QUEL soldato) UCCIDE, non mi sembra un particolare da poco.
Tu dici che bisogna rispettarlo. Ma loro rispettano forse coloro che ammazzano? Rispettano un paese che sono andati ad invadere e ad occupare e che non ha fatto loro nulla di male? Rispettano i civili che muoiono a causa loro? Certo, ce li ha mandati qualcuno e i mandanti sono maggiormente responsabili degli esecutori. Ciò non toglie la responsabilità degli esecutori.
i poliziotti che massacrarono quei ragazzi alla diaz erano anche loro dei "normali lavoratori". Ma non credo ci sia nulla da rispettare in quello che hanno fatto.
Non c'è nulla da rispettare nel gesto di quel polizziotto che uccise un tifoso sparando un colpo di pistola.
Così non vedo perché omaggiare chi ha scelto di sua volontà di andare a fare la guerra in un altro paese, sapendo che in una guerra si può anche morire.
O forse ci aspettiamo che gli afghani dovevano starsi zitti e buoni a lasciarsi invadere? Non si tratta di un "vile attentato" ma di un legittimo atto di resistenza. Poi possiamo discutere sulle modalità, ma il diritto di un popolo a respingere l'invasore non può essere messo in discussione.

silvano ha detto...

Matteo metti diversa carne al fuoco. Cominci dicendo che i militari uccidono e finisci parlando del diritto di ogni popolo a difendersi. Qui non si stava però glorificando i militari nè si sosteneva che i paesi non abbiano diritto a difendersi. Sono morte sei persone e basta. Aver rispetto per la vita e la morte altrui non significa nè giustificare un sistema, nè accettarlo, nè condividere le scelte di altri:il senso del post di Daniele, sintetizzato, era questo.
Ieri e oggi leggendo i giornali ho notato una cosa e cioè che quei soldati venivano tutti da zone povere dell'Italia, erano tutti del Sud. Cosa vuoi ti dica hai ragione a pensare che nell'esercito molti magari sono fascisti ma allora mi vien anche da pensare che i fascisti spuntano come funghi nelle zone d'Italia dove di lavoro ce n'è poco e anche niente. La cosa dovrebbe far meditare.
ciao.

Damiano Aliprandi ha detto...

Daniele, come avviene spesso andiamo d'accordo.

Stai sicuro, se esistesse un sistema equo e quindi giusto, vedrai che l'esercito si svuota. Solo pochi esaltati avrebbero indossato la divisa. E come ho commentato rispondendo nel mio ultimo post non è un caso che l'esercito italiano sia composto dai ragazzi del sud,come l'esercito americano dai ragazzi ispanici.

Io me lo mangio quell'ipocrita di La Russa, elogia i suoi "uomini", ma li lascia morire di tumore nelle zone radioattive e per chiedere dei risarcimenti le famiglie devono ricorrere ai processi.

Mi fermo qui.

Daniele Verzetti, il Rockpoeta ha detto...

PER MATTEO; la risposta che ti ha dato SILVANO é di fatto quella che ti avrei dato io con l'aggiunta che sparare ad un tifoso nell'autogrill non ha nulla a che vedere con l'andare in guerra. Nella prima circostanza il comportamento non é stato corretto e giusto, nel secondo caso chi va in guerra sa che deve sparare.

Concordo poi con L'INCARCERATO e SILVANO quando fanno notare come molti volontari sono del sud e quindi sono volontari per necessità e non per reale "vocazione".

PER CHIT: ok in prossimità dell'evento parlero di quella manifestazione;

Damiano Aliprandi ha detto...

Incredibilmente io e Silvano ci troviamo in sintonia. :)

diotima47.blog.tiscali.it ha detto...

rispettare qualunque convinzione mi trova d'accordo, non condivido invece l'impostazione del discorso.
Sarebbe meglio tacere, se non altro per rispetto di tutti quei morti senza nome ai quali va solo il pianto dei parenti stretti.
Se il soldato non fa il mercenario per "bisogno economico", dovrebbe guardare un po' più in là del proprio naso. Non tutte le cause sono giuste.
Mi fermo qui perché non mi va di fare polemica

diotima47

Anonimo ha detto...

Grazie Daniele per aver pubblicato questo post! Approvo in pieno, rispetto per i morti ma, diciamo la verità, sono loro che hanno scelto quel mestiere, quindi avevano anche messo in conto, quello che poteva succedere.
Se permetti, vorrei anche fare un paragone, forse detestabile, in questo particolare momento di dolore, ma reale a mio avviso.
Che differenza esiste tra i soldati morti ora e le morti bianche? Ciao giò

silvano ha detto...

@Incarcerato: la verità è che ti stai p-democratizzando :-P

Daniele Verzetti, il Rockpoeta ha detto...

PER SILVANO ED INCARCERATO: e te pareva che non vi beccavate anche ora che siete d'accordo LOL :-)))

cristiana ha detto...

Se lasciassimo perdere la retorica!!!!
Sono degli esseri umani caduti sul lavoro, eseguendo ordini.
Fortifortiforti,ma bellibellibelli i tuoi versi sul giaguaro.
Cristiana

Romina ha detto...

Di fronte alla morte il rispetto è sempre dovuto.