lunedì 5 gennaio 2009

OPINIONE DEL ROCKPOETA: Lo Spartito Della Speranza.

Mentre la guerra continua io vi porto due esempi concreti di possibilità vera di convivenza tra Israeliani e Palestinesi:

1) Daniel Barenboim famoso direttore d'orchestra ha fondato insieme a Edward Said un'orchestra appunto, formata da Israeliani e Palestinesi. Vogliono mandare un messaggio di pace. Se loro possono... (http://www.wuz.it/intervista/1807/daniel-barenboim.html)

2) Esiste un blog tenuto in comune da un israeliano (di Sderot) ed un palestinese di Gaza. Incredibile vero? Dovrebbero spararsi a vista se si incontrassero ed invece loro non solo rifuggono da queste logiche da faida ma hanno unito le loro forze costituendo questo blog insieme: http://gaza-sderot.blogspot.com

Pazzesco non trovate? Utopico, sono dei matti. Fanno molto meglio quelli che si sparano tra loro....

Io invece credo, come ho scritto nel mio post del 28 dicembre, che ora gli alibi e le scuse siano terminate. Ora chi vuole la pace lo dica e lo dimostri seriamente sedendosi attorno ad un tavolo per finire questa barbarie.

Il resto, tutto il resto, (chi ha iniziato per primo, chi ha fatto più vittime, chi è più fanatico ecc...) sono sterili concetti che impediscono di parlare di pace.

Uno Stato della Palestina, Israele che ha anch'esso il diritto di esistere. Questa deve essere la soluzione ragionevole.

Il resto è solo odio, interessi economici e fanatismo inconcepibile.

Ed io mi rifiuto di continuare a danzare su uno spartito come quello. Uno spartito insanguinato.

42 commenti:

Pino Amoruso ha detto...

Hai detto bene, è solo odio, interessi economici e fanatismo inconcepibile.
E nessuno interviene, è veramente scandaloso!!!
Notte
Pino

enne ha detto...

Senza false ipocrisie ti dico che le iniziative di Baremboim (ottima la sua direzione del concerto di capodanno, tra l'altro)e di Said, oltre che dei due blogger, sono lodevoli e da imitare.
Sono d'accordo: basta.
La guerra non è mai civiltà.
Nonostante, e non lo nascondo, abbia simpatia per gli uni piuttosto che per gli altri, e per ragioni precise.

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

Ti leggo per la prima volta dal Natale.
Sempre un piacere.
Ottimo post, condivido.
Domani anche io su Gaza.
Blogger

María ha detto...

Daniele hai ragione, sono d'accordo con te.
Baremboim e Said sono uno esempio più che ammirevole.
Crediamo che tutti i palestinesi e tutti gli israeliani si odiano. E non è cosi. Il fanatismo non è condiviso per tutti. La maggior parte della gente vuole la pace e la possibilità di convivere senza divisioni. Questo non è una utopia, è una necessità.

Notte e un saluto.

Xavier ha detto...

Condivido in pieno il tuo post!
E' sempre un piacere leggerti.....

Kylie ha detto...

Condivido il tuo pensiero. Gli interessi economici sono più forti di ogni tentativo di pace.

Buona settimana

fabio r. ha detto...

hallo dichter. ce ne sono di eroi, eccome! ci sono buone persone, pacifisti e volenterosi da entrambe le parti. ma in questi giorni tutti sembrano donchixotte silenziati. non possono parlare perché nn prendono posizione. ed allora nn va bene! l'ho. scritto anch'io in un post: le colpe dei generali e dei capibanda ricadono sempre sui poveracci.
ciao.

..:: Symbian ::.. ha detto...

Terra Santa...Missili Santi...Carri Armati Santi...Piombo Fuso Santo...Morte Santa...

http://cristianbelcastro.blogspot.com

ciao

Sileno ha detto...

Avanti Daniele per una causa giusta contro tutti i fanatismi ed integralismi che creano le giustificazioni per spargere odio e sangue di vittime innocenti.
Ciao
Sileno

Anonimo ha detto...

Noi bloggers, certi bloggers, ..
abbiamo scelto di tendere la mano ai più deboli denunciando ingiustizie e dando voce ai muti delle terre povere e ai borderline di tutto il mondo.

Conserviamo il senso e la ragione.

Anonimo ha detto...

La questione palestinese è tecnicamente irrisolvibile... sono 2 popoli su uno stesso territorio... purtroppo.

Anonimo ha detto...

PER PAOLO: resta tale se ci si ostina da ambo le parti a voler per forza rivendicare quei cmq di terra e proprio quelli.

Quello che conta ora è che sia gli Israeliani che i Palestinesi abbiano una loro terra anche se non proprio dove la volevano e delle dimensioni che volevano. Sedersi attorno ad un tavolo vuol dire anche venirsi reciprocamente incontro per un valore più alto di qualche confine geografico meglio delineato: la pace.

Anonimo ha detto...

Diciamo che più che matti sono persone ragionevoli che, cioè, usano la propria testa senza gabbie mentali...

Anonimo ha detto...

Ripensandoci: sono strani! :)

Anonimo ha detto...

Un semplice augurio di inizio d'anno... :-) Fabio

Anonimo ha detto...

Temo che la soluzione sia un po' più complessa del "due popoli due stati". Che ne sarebbe degli arabi che vivono in Israele? E che cosa si intenderebbe per Palestina come terra degli arabi, quando per gli arabi la Palestina è anche il territorio di Israele e per Israele è Gaza?

Quanto ad ogni cosa che va verso l'integrazione, grazie, grazie a queste persone di pace.

progvolution ha detto...

L'orrore che sembra inestirpabile nell'uomo riesce a essere superato dagli individui. Lo dimostrano gli esempi che riportano.
Ma i popoli spinti alla follia dalla geopolitica dei governi non sembrano avere scelta se non gettarsi nel baratro della follia della violenza.
La ragione suggerisce facili soluzioni eppure la ragione sembra sopita in chi detiene il potere.
Sussurri obliqui

Anonimo ha detto...

PER SAM: ma avere un proprio Stato non deve signficare essere nemico e sentirsi minacciati in quello altrui. Io questo lo davo per scontato....

Ciao Sam!
Daniele

Franca ha detto...

Cartine geografiche comparate dal 1946 ad oggi potrebbero spiegare molte cose...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PE FRANCA: il punto è che oggi dobbiamo voltare pagina e guardare ad un futuro di pace.

Quindi parlarsi e venirsi incontro nel rispetto reciproco e facendosi anche reciproche e faticose concessioni.

Continuare a rivendicare ciascuno la propria sclerotizzata posizione non porta a nulla se non soltanto a guerra, morte, distruzione.

Alessandra ha detto...

Su questo aggrovigliarsi di corpi senza vita, su tutti questi anni e anni di sangue e di ragioni che, a parer mio non sono più ragioni, mi trovi completamente concorde con te. Il modo c'è solo ...se si vuole.

Alessandra

Ale ha detto...

"Se io posso cambiare... e voi potete cambiare... tutto il mondo può cambiare!"

Sergio ha detto...

E' talmente logico quanto scrivi sul tuo post, talmente di "buon senso", che è ovvio che gli interessati non lo seguano!
I due esempi che citi (orchestra e blog) non sono i soli, ma, purtroppo restano sempre e comunque pochi.

Nina Maguid ha detto...

Ciao Daniele, ti ho visto da Anaiv ed è la prima volta che vengo a farti visita. Le tue sono le prime parole sensate che ho letto o sentito su questo argomento. "Ora chi vuole la pace lo dica e lo dimostri seriamente". Grazie, fa piacere imparare dai giovani.
Anche le tue poesie mi hanno piaciuto, verrò spesso per leggerle con il tempo che si meritano.
Tanti saluti e auguri di buon anno.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

NINA: Bienvenida in questa Agorà!!!

Grazie per le tue parole di cuore.

Ciao
Daniele

Marco ha detto...

ciao,
ti abbiamo assegnato il premio Kreativ Blogger.

se ti va passa a ritirarlo.

un saluto
ciao
follerumba

Anonimo ha detto...

Il punto è che già in passato quando degli accordi sufficienti erano stati fatti (Oslo),

sopratutto una parte si è rifiutata di metterli in atto.

Sono aumentati gli insediamenti di coloni, sono aumentati i posti di blocco, è stato costruito il muro.

E chi ha fatto tutto ciò è chi ora governa in Israele.

Non basta dire sedetevi ad un tavolo e parlate: da una parte (sopratutto) c'è la chiara e manifesta volontà di non portare a compimento il percorso di pace.

Il che poi causa incazzatura nell'altra parte, mi pare ovvio..

gians ha detto...

daniele, dici bene e dici anche una parola che ha profonde origini, potrebbe essere vecchia come il mondo stesso, o quantomeno da che l'uomo ci ha messo piede: "faida" a questa terribile parola, nessuno è mai sfuggito, quando nasce un odio tanto forte, sempre per il fatto che magari un familiare è stato ucciso dalla parte avversa, in genere sono per prime le madri, ad inneggiare alla vendetta. nè consegue che l'educazione, porta i bambini ad imbracciare i fucili ancora prima delle matite, e poco possono fare i governi seduti al solito tavolo. quando l'obiettivo è cancellare un popolo, non restano che le armi, che sia per difesa o per attacco poco conta, come dicevo ad un'altro amico, servirebbe un "riposo del vento, un odiare a metà".

Fra ha detto...

Sono perfettamaente d'accordo con te, Daniele. E hai fatto bene a portare quei due esempi. Ci sono tante persone, israeliane e palestinesi, che pure hanno avuto lutti in famiglia a causa di tutto ciò, che la pensano allo stesso modo..Eppure, eppure restano purtroppo una minoranza con scarso potere..Ci vorrebbe forse un Ghandi o un Mandela da quelle parti lì..per convincere tutti della necessità della pace (anche per primi, anche senza vendicare uccisioni avvenute)e, viceversa dell'insensatezza del perpetuare odio e violenze attraverso guerre e attentati..

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER SUB: tutto vero ma ora mi sembra che entrambe le parti facciano a gara per rifiutarsi di ammettere che hanno bisogno di una apparecchiatura della Amplifon data la loro conclamata totale sordità reciproca ben alimentata dal rumore ipocrita della Comunità Internazionale (ONU; UE ecc...) che non ha minimamente intenzione ed interesse a far finire tutto questo.

Ciao ed a presto
Daniele

Anonimo ha detto...

Le iniziatie di cui ci hai parlato sono molto belle e sono sicuro che in giro ne potremmo trovare molte altre.
La questione però è nell'economia e negli interessi che sono dietro il conflitto. Israele, Egitto ed Arabia saudita, ad esempio,sono gli ultimi alleati che gli USA hanno ancora in Medio Oriente e per questo la voce dei palestinesi continuerà a non essere ascoltata...
Sono Con Sam quando dice che non basta dire due popoli e due stati, bisogna lavorare ad un effettiva unità tra gli sfruttati dei due stati e dare vita ad una federazione in cui ognuno si senta a casa propria. Il problema sta nei governi dei due popoli, ma a pagare sono i civili e gli innocenti.
Fermiamo il massacro, ora o sarà troppo tardi.
Piero

Efesto ha detto...

Forse se questa questa guerra continua è perchè ci sono troppi interessi legati al mantenimento dell'instabilità politica in quelle zone. Le voci di israeliani e palestinesi uniti per la pace sono ogni giorno di più. Ma il popolo è sempre più saggio di chi lo governa.
Ciao

Anonimo ha detto...

Credo che il problema sia in un intervento remoto delle Nazioni Unite... Le guerre tra Israele e i paesi arabi confinanti iniziano nel 1948, quando nasce lo stato ebraico. I palestinesi rifiutano il piano di spartizione delle nazioni Unite (due stati per due popoli) e una coalizione di stati arabi, tra i quali Iraq, Giordania, Siria ed Egitto attacca Israele che riesce a difendersi e a ricacciare indietro le truppe avversarie. I territori che per le Nazioni Unite spettano alla Palestina sono la Cisgiordania, Gerusalemme est e la Striscia di Gaza.
Rispetto al conflitto generale innescato dalla rivendicazione dei Palestinesi per la nascita di un loro stato indipendente, il problema è quello sia dello Stato di Israele che dei palestinesi per il controllo dell’accesso ai fiumi e alle riserve idriche, scarse, della zona...
Purtroppo se non si riconosce la parola "fratellanza" non vedo soluzioni

Anonimo ha detto...

Se poi aggiungi che l’economia palestinese è al collasso.... La massima parte della popolazione lavorava in Israele. Le misure di sicurezza e la crisi economica hanno creato una disoccupazione di massa. La Palestina non ha praticamente risorse naturali e, al momento, vive di solidarietà internazionale, soprattutto dell’Unione Europea. Una fonte di reddito fondamentale era il “turismo religioso”: il pellegrinaggio dei fedeli di tutto il mondo nei Luoghi Santi garantiva un notevole afflusso di denaro che ora è venuto meno per i timori rispetto all'incolumità dei viaggiatori. Lo sfruttamento degli uliveti era una importante fonte di ricchezza per i Palestinesi, ma l’occupazione militare rende impossibile lavorare e ha distrutto tantissime piante...insomma i Palestinesi non hanno nulla da perdere, quindi penso che siano gli Israeliti a dovere rivedere la loro posizione: forse mi sbaglio, ma questa è la mia impressione

Anonimo ha detto...

PER PIERO E CARAMELLA: Il trattare comprende anche che gli Israeliani facciano dei passi indietro.

E' vero, oggi gli Israeliani dovrebbero cessare gli attaacchi e la penetrazone militare ma anche i Palestinesi dovrebbero cessare le loro attività di guerra.

I problemi sono molti CARAMELLA ma solo con accordi e concessioni chiare si possono risolvere e concordo con te PIERO che gli interessi in gioco sono tanti. Ma il punto è che o si decide davvero di arrivare ad una pace seria e duratura oppure l'ipocrisia della Comunità Internazionale e dei contendenti sta a zero. Si ammetta che per le ragioni più disparate si vuole continuare questa guerra.

Anonimo ha detto...

Tu hai ragione, ma sento parlare solo del terrorismo di Hamas....come mai?
E perchè non è terrorista il governo israeliano che mai, dico mai, ha rispettato una risoluzione dell'Onu con il sempre complice appoggio degli Usa?
Per quanto capisco le ragioni di Israele, mi pare che quest'escalation di violenza sia inutile e mi da l'idea di un 'operazione giocata più per politica interna che sulla necessità reale per l'esigenza della sicurezza di Israele. Insomma intravedo dietro questa violenza un 'operazione di bassa politica che definire criminale è poco. E l'idiozia dei nostri Frattini è intollerabile. Perchè è intollerabile che in una situazione di violenza si prenda parte e si prenda quella del più forte. Ovunque stiano i torti e le ragioni è la sproporzione tra offesa e reazione che non è possibile accettare umanamente prima e politicamente poi. Ho sentito che il "continuo lancio di missili katiusha verso Israele ha provocato TRE (dico 3) vittime. Il sanguinoso attacco di Israele ha provocato già 300 morti e 1500 feriti, la maggior parte civili, donne e bambini compresi. Che l'obiettivo sbandierato sia "colpire la dirigenza militare di hamas" è la solita stronzata. Israele sta facendo terrorismo, vuole spezzare la resistenza del popolo palestinese, ma sta ottenendo esattamente l'effetto opposto, con un 'ondata di sdegno verso Israele che crescerà sempre più. Non solo tra le popolazioni arabe. Si chiedano poi il perchè dell'antisemitismo. Con operazioni di questo tipo la critica al governo Israeliano finisce per confondersi, ed essere coperta dall'antisemitismo. Dopo non ci si lamenti....Finchè non ci sarà uguaglianza di diritti non ci sarà mai pace: perchè il loro DIO non riesce ad evocare in loro il significato di "fratellanza"????
Chi sta morendo di fame???

riri ha detto...

Ciao Daniele.
Ormai il conflitto è andato troppo oltre....ma leggendo quello che posti..uno spiraglio potrebbe esserci. Chissà..io lo spero, perchè è atroce e senza senso.
Grazie delle informazioni che riesci sempre a darci e della tua idea di pace, che per me spesso è difficile accettare, per quanto riguarda altri paesi ed altri conflitti: vedi l'italietta in cui ci siamo ridotti, vedi l'arroganza di certe situazioni politiche che tu conosci e descrivi bene, sia con i versi che con parole e documentazioni.

Ti abbraccio, qui neve ad oltranza.

Damiano Aliprandi ha detto...

Io vorrei anche che la finisse la prepotenza del governo Israeliano, dice che vuole fermare HAMAS, ma mi pare che lo stia solo rafforzando. E la cosa che mi fa imbestialire è che una cosa voluta.

Basta con questo genocidio, basta!

Riesponiamo di nuovo le bandiere della pace nei nostri balconi!

Anonimo ha detto...

PER CARAMELLA FONDENTE: hai ragione ed in questi giorni l'attacco israeliano adesso è davvero fuori luogo e sembra davvero mirato a spazzare via tutti. Ed è chiaro che come armi convenzionali Israele è più forte.

PER INCARCERATO: concordo con il tuo commento, ma questo dimostra come nessuno abbia intenzione veramente a porre fine a questa faida. Pensa che forza avrebbe Hamas se dichiarasse che loro unilateralmente cessano di contrattaccare per 24 ore e che chiedono che si faccia qualcosa per la pace. Se anche tutto questo non portasse ad una soluzione avrebbe molta più forza per poter poi riprendere a sparare... (scusa il cinismo politico qui dimostrato).

Mi pare evidente, peraltro, che tutte le parti in causa (Comunità Internazionale compresa) abbiano interessi in gioco tali da non voler intavolare nessuna vera trattativa di pace.

Qualche giorno fa l'UE invece di proporsi come mediatore per sedersi attorno ad un tavolo e parlare di pace, il massimo che ha saputo dire è stato che era pronta ad inviare un contingente di pace.....No comment.

Damiano Aliprandi ha detto...

OT Daniele ti ho inviato un e mail. Appena puoi leggila ;)

Anonimo ha detto...

Sono senza parole... E molto triste, Giulia

Arthur ha detto...

Blog interessante, molto.