sabato 31 gennaio 2009

L'Angolo del Rockpoeta: JUNKY

JUNKY 

Angolo di un vicolo
Bava alla bocca
Schiuma eroina
Ha 17 anni
"Me ne frego della sofferenza altrui
Io sto già da schifo di mio"

Barcollo
Alcol nella testa e roba nel sangue
Vomito gli ultimi residui di anima 
Su questi gradini sporchi
Senza neanche ricordare come ho iniziato
Come tutto é iniziato.

I miei, brava gente
Si preoccupano
Mi aspettano
Ma io tanto mi devo fare.

A volte quando ho la scimmia che avanza
Ed i soldi che scarseggiano penso "Ora rubo"

Poi qualcosa mi ferma
Forse solo la mia vigliaccheria più che il rimorso.

Stanotte sono conciato peggio del solito
Sporco di vomito e catarro
Vestiti luridi che odorano di roba.

Solitamente non sono così "profondo"
Ma stanotte sto davvero peggio del solito.

E' vero l'ho detto già tante, troppe volte "Stasera smetto"
Ma mai seriamente.

Stasera é diverso. 
Sento le lacrime di mia madre e lo sguardo buio di mio padre
E poi la sua voce e quelle note....

Lui, che da un bar con quella sua voce quasi mi richiama 
Come un monito che vola nello spazio aperto
In questo cielo come cenere verso il Paradiso.

E le sue parole chiare
Come un'eco nella mia testa:

"Ashes to Ashes, funk to funky
We know Major Tom's junky..."

E poi ancora la sua voce che si confonde con quella di mia madre:

"My mama said to get things done
You better not mess with Major Tom"

Asciugo le mie lacrime
E torno...

DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA

( le parole in inglese sono una citazione dalla grandissima canzone di Bowie "Ashes to Ashes")

45 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Adoro il Duca Bianco. Quanti suoi concerti ho visto... :-)))

Romina ha detto...

Hai fotografato con lucidità, e senza sterili eufemismi, una cruda realtà. Bravo!

Saluti e buon fine settimana. :)

Nina Maguid ha detto...

Genitori sconvolti, figli che non tornano nemmeno a se stessi, società indifferente o peggio. E tanta paura, da un lato e dall'altro del muro. Mi sento i polsi legati ma comunque vigliacca.
Poesia intensa e tristemente utile.
Beso, Daniele

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

Amo David Bowie, ho una sua collezione di vinili.
Bellissima poesia, complimenti.
Blogger

Anonimo ha detto...

Mi ha colpito molto questa poesia che descrive im modo cerudo e reale una realtà di angoscia e disperazione. Una realtà troppe volte senza speranza. A presto, Fabio

Alberto ha detto...

Sembrava che questa roba fosse passata di moda e invece è ritornata, più bastarda che mai.

enne ha detto...

Le tue parole mi hanno fatto male.
Ho perso due amici: uno quando avevamo entrambi 17 anni, l'altro meno di vent'anni fa. G. fu trovato morto in pineta, dopo alcuni giorni di ricerche. M. su una panchina del lungomare di Bari: hanno detto che sembrava dormisse.
Era dolce, sensibile, premuroso. Anche molto bello. Quando veniva a trovarmi mi portava spesso dei fiori di campo.
Raramente mi capita di andare al cimitero: quando decido che posso farcela la prendo come un'occasione per lasciare un fiore a lui.
Ciao Daniele.

gians ha detto...

dico sempre che la ho scampata per un pelo, le occasioni per iniziare di certo non mi sono mancate, la scuola e gli amici che hanno intrapreso questa esperienza sicuri di smettere a comando, presto si sono resi conto che non era così semplice, qualcuno è morto, qualcuno è ancora in galera, qualcuno ancora chiede monete ai semafori e quando mi incontra non ha nemmeno il pudore di non chiedermele. lo dico sempre se si passa indenni quel periodo di vita, lo si deve solo al proprio cervello, non vi è educazione di sorta che possa indurci a farlo. ciao daniele, buon we.

maria rosaria ha detto...

forse se si scampa quel pericolo non è dovuto solo all'ambiente, alla forza interiore, al cervello, come dice gians...
che non c'entri anche una buona dose di sfortuna?
e cos'è la sfortuna? cedere alla condizione di fragilità in un ambiente non del tutto sereno che non permette al cervello di raggiungere un'intelligenza che non sia troppo scarsa?
ti immagino recitarla, questa poesia.
baci

il Russo ha detto...

E questa, la conoscevi?

Ho licenziato Dio
gettato via un amore
per costruirmi il vuoto
nell'anima e nel cuore.

Le parole che dico
non han più forma né accento
si trasformano i suoni
in un sordo lamento.

Mentre fra gli altri nudi
io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi
di questo osceno giuoco.

Come potrò dire a mia madre che ho paura?

Chi mi riparlerà
di domani luminosi
dove i muti canteranno
e taceranno i noiosi

quando riascolterò
il vento tra le foglie
sussurrare i silenzi
che la sera raccoglie.

Io che non vedo più
che folletti di vetro
che mi spiano davanti
che mi ridono dietro.

Come potrò dire la mia madre che ho paura?

Perché non hanno fatto
delle grandi pattumiere
per i giorni già usati
per queste ed altre sere.

E chi, chi sarà mai
il buttafuori del sole
chi lo spinge ogni giorno
sulla scena alle prime ore.

E soprattutto chi
e perché mi ha messo al mondo
dove vivo la mia morte
con un anticipo tremendo?

Come potrò dire a mia madre che ho paura?

Quando scadrà l'affitto
di questo corpo idiota
allora avrò il mio premio
come una buona nota.

Mi citeran di monito
a chi crede sia bello
giocherellare a palla
con il proprio cervello.

Cercando di lanciarlo
oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell'infinito.

Come potrò dire a mia madre che ho paura?

Tu che m'ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria.

Anonimo ha detto...

RUSSO: Faber.

Chi si droga fa una scelta vigliacca. Chi, stanco di stare male, consapevolmente decide di uscirne, mostra coraggio e va aiutato. E quando parlo di vigliaccheria non voglio per forza dire che quel soggetto sia cattivo.

GIANS: concordo con la tua analisi. Credo che cmq i genitori, la scuola debbano fare la loro parte, ma poi contro questo rischio di questo mostro che é la droga, soprattutto in età adolescenziale, si é soli e siamo solo noi con la nostra testa ad essere in grado di evitare quel baratro.

MARIA ROSARIA ROSSINI: questo non spiegherebbe i tossicodipendenti di molte famiglie "bene" che non sono in condizioni svantaggiate rispetto ad altri loro coetanei ma anzi casomai l'opposto. E famiglie anaffettive ne esistoo tante e drogarsi non é mai una soluzione e neanche una giustificazione.

PS: grazie lol, anch'io mi ci immagino :-)))

Calliope ha detto...

Crudo e mai crudele.
Vengono i brividi al pensiero che ci son davvero dei ragazzi in simili condizioni e non è poesia ma incubo di vita.
Ciao Daniele..buon sabato sera, sperando che i ragazzi non si ubriachino, non si facciano e ritornino sani e salvi a casa loro.
Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

..da accapponare la pelle..

Ed è una realtà che si consuma ogni giorno davanti ai nostri occhi.. E siamo fortunati se "quel"ragazzo non siamo noi, o se "quella mamma" o "quel papà" non siamo noi...

Sileno ha detto...

Poesia molto intensa che affronta un problema angosciante e drammatico per centinaia di migliaia di famiglie che escono distrutte da chi affronta il tunnel senza sbocchi, solo il nulla davanti.
Con l'augurio che grazie alla tua sensibilità e al tuo senso civico, le tue meravigliose poesie portino qualcuno di più a riflettere e fare un passo indietro.
Un abbraccio
Sileno

Paola ha detto...

Poesia drammatica che esalta l'angoscia e disperazione... bravo Daniele...
Cmq... ho il premio “Brillante Weblog” da consegnare ai miei visitatori, se gradisci e vuoi passare a ritirarlo ti aspetto...un bacio...ciao ciao Paola

Claudia ha detto...

che tristissima desolante realtà descritta tanto realisticamente......davvero toccante!!!

a presto buon w.e. claudia

Pino Amoruso ha detto...

Tratti egregiamente una cruda realtà. SE ne parla troppo poco e sono tanti i ragazzi nel tunnel.
Buon fine settimana ;)

Anonimo ha detto...

Ecco il mio poeta preferito... Molto bella, cruda e vera. Giulia

silvano ha detto...

Piace anche a me il duca bianco. Mi è piaiuta anche la tua poesia. Parecchio rock come poeta ;))

riccardo gavioso ha detto...

parole crude e affilate per definire una realtà che non riesce a rimarginarsi e che fa sanguinare l'anima fino alla morte. Parole come sempre bellissime!

Vale ha detto...

Bella, davvero

Unknown ha detto...

Molto toccante, profonda, vera.
L'umanità è sofferente e spesso si scelgono vie per anestetizzarsi che poi portano all'autodistruzione.
Ci vorrebbe una società più solidale e meno disgregata.
Evelin

Kylie ha detto...

Ciao Daniele, molto forti queste parole ma anche molto tristi e vere.
Un bacio

Rosa ha detto...

Caro Daniele, come si può dire
" siamo solo noi con la nostra testa ad essere in grado di evitare quel baratro " quando si vive in condizioni disumane?
Vivo in um quartiere popolare e conosco famiglie, dove ci sono genitori in galera e donne che si prostituiscono per vivere.
A scuola non ci sono mai andati nè i genitori nè i figli e gli assistenti sociali non si sono interessati più di tanto. La polizia oramai li pesta anche se rubano una cipolla.
Come vedi non ci sono le condizioni per parlare di vigliaccheria.
Io, piuttosto,definirei vigliacchi chi ha creato tutta questa mostruosità che sicuramente si sarebbe potuta evitare con un briciolo di altruismo e umanità.

P.S.
La scorsa settimana ho pianto la morte di un ragazzo 34enne che vigliacco non era te, lo garantisco io.
TUTTO E'SOGGETTIVO

Con immenso dolore
Rosa

Ale ha detto...

bella poesia. parole crude che vanno a rappresentare situazioni quotidiane. hai scelto un argomento difficile da esporre, ma l'hai fatto benissimo, come al solito.

oscar ferrari ha detto...

Drogarsi una vigliaccherà? direi proprio di no, si sta male e in più si commette anche reato

Blessing Sunday Osuchukwu ha detto...

La poesia è anche questa, riesce anche ad essere bella pur rimanendo così immensamente dramatica...

Anonimo ha detto...

PER OSCAR FERRARI; si sceglie di stare male quindi non é coraggio, mi spiace.

Anonimo ha detto...

PER ROSA: la droga é cmq una fuga della realtà; mi spiace per quel ragazzo, io non li colpevolizzo ma non mi sento di magnificarli.

Aggiungo che molti si drogano cmq a prescindere da realtà sociali degradate che tu hai descritto.

Se i primi possono in parte avere un'attenuante in quello che tu hai scritto, gli altri non hanno nemmeno quella.

Un bacio
Daniele

Damiano Aliprandi ha detto...

Con questa poesia hai trattato un tema difficilissimo. Tremendo vedere vite bruciate di ragazzi che per una semplice curiosità hanno voluto provare la droga, specialmente l'eros. Quella che girava tra gli anni 80 e 90. Sarà anche quello il motivo per cui il mondo ha preso una piega diversa e quasi irrimediabile rispetto ai movimenti degli anni 70 che pur si drogavano, ma certamente non con l'eros?

Quante vite rovinate..quanti ragazzi buoni trasformatasi in belve...quante famiglie distrutte.

Adoro Bowie, con lui ora mi viene in mente "noi, i ragazzi dello zoo di Berlino". Lei partecipò,a soli 13 anni, nel suo concerto. E li fu l'inizio dell'oblio...

enne ha detto...

Per quel che ho potuto constatare personalmente ha ragione Oscar: si sta male, molto male, e si commette anche reato. Il che può essere, anzi spesso è, ma considera che la mente, in quei casi, è totalmente obnubilata.
No, Daniele, non sempre è vigliaccheria: fidati.

Anonimo ha detto...

Struggente....disperata

Anonimo ha detto...

Questa lirica, mi ha colpito molto, per le immagine crude e realistiche... Complimenti1
...nella disperazione spero sempre ci sia una voce.... quella della mamma o del paradiso...
Un caro saluto...
Fly

Anonimo ha detto...

Tornare dopo le lacrime è una gran bella immagine... E' un inno alla vita e alla rinascita...!

*Giulia* ha detto...

Io madre...che paura mi fà tutto questo..
Spero di urlare così forte,che il mio bimbo mi possa sempre sentire,possa sempre sentire la mia di voce,quando andrà incontro alla vita!

Bravo Daniele...

Anonimo ha detto...

Credo che in questa poesia tu abbia fornito un'ottima prova della capacità del poeta di immedesimarsi nelle persone alle quali dà voce. In questa poesia scompare Daniele, c'è solo questo ragazzo di 17 anni. Bravo.

Paolo Biserni ha detto...

Complimenti, veramente bella, anche se molto triste.
Un saluto e buona settimana.

Anonimo ha detto...

TENDAROSSA: Grazie é un compliemento che mi fa molto piacere perché é quello che volevo ottenere. Scrivo sempre di getto e quasi senza rivederle. Ci sono altre poesie anche qui sul blog di questo genere. Sono quelle che forse anch'io amo particolarmente.

PER BISLACCA: la vigliaccheria massima esiste soprattutto all'inizio. Chi si droga non nasce drogato lo sceglie o lo subisce vigliaccamente.

Che coraggio ha una madre tossica che non smette resta incinta e fa nascere un figlio quello sì drogato dalla nascita e non per sua colpa?

enne ha detto...

Scusa, Daniele, ma a volte ci si accosta alla droga per debolezza, o disperazione. Non lo fanno tutti "per vedere di nascosto l'effetto che fa".
Sono tragedie senza fine: se insisto è perchè ho conosciuto il problema. Non personalmente, sia chiaro.
Le madri tossiche sono sì, pazze incoscienti.

marina ha detto...

c'è tutto, daniele, come visto da dentro
molto bella, marina

Anonimo ha detto...

PER BISLACCA: il provare per vedere l'effetto che fa non é vigliaccheria ma incoscienza superficialità e disprezzo della vita.

La vigliaccheria di chi inizia nasce dalla debolezza, il drogato é in primis vigliacco verso se stesso ed in seguito può esserlo verso gli altri. Si può fuggire dalla vita in molti modi, questo é il più brutto e soprattutto il più pavido. Questo non toglie l'aver pietà per chi non ce la fa e perde la vita.

enne ha detto...

Che ne pensi di chi, scientemente, si toglie la vita?

Anonimo ha detto...

PER BISLACCA; penso che abbia molto più coraggio di un tossico. Vero, farà soffrire chi lo ama ma non fara loro del male, non lo vedranno mendicare per le strade, scippare altre persone, diventare violento per la scimmia. Per morire ci vuole coraggio, non é facile altrimenti lo farebbero un sacco di persone stanche di vegetare e magari impaurite dalla vita al punto di farsi o calarsi l'ecsasty il sabato sera magari morire causando però la morte anche di altri innocenti guidando da pazzi l'automobile.

E soprattutto non rovinerà altre vite. Non chiedera alla sua donna/uomo di andare a prendere la roba per lui per es. E qui potrei continuare...


Chi si suicida da solo senza coinvolgere nessuno fa una scelta che non farei ma che rispetto e sento che debba essere rispettata anche dagli altri.

Anonimo ha detto...

Splendida questa poesia, Daniele. Davvero splendida.
... e quella citazione a un grande! Adoro daa sempre il Duca bianco! :))


ps: gli intillimani mi piacevano si. Sono stati compagni d strada della mia "gioventù" quando un mondo diverso sembrava possibile, anzi prossimo a realizzarsi.
Ma quanti mondi diversi ci soo nella vita?

Silvia ha detto...

Gran bel post Daniele...Tema scottante quello della droga...E pensare che ad essere coinvolti sono anche ragazzini di 12 anni in alcune realtà!

Proprio ieri sera ho visto in tv il film "il prezzo del coraggio" di Joel Schumacher sulla grandissima giornalista irlandese Veronica Guerin che pagò con la vita la sua passione per la verità e la libertà...In particolare nel campo del narcotraffico.

A presto!