Said Agha, 25 anni, una moglie, 4 figli.
Sto parlando, come saprete, dell'autista afghano di Daniele Mastrogiacomo, il giornalista di Repubblica tenuto segregato dai Talebani e per il quale, pur se con degli spiragli importanti, si é con il fiato sospeso.
Unendomi ovviamente al coro di tutti coloro che vogliono Mastrogiacomo libero ed in perfetta salute quanto prima, e nel stringermi idealmente accanto ai suoi familiari, non posso e non voglio però non ricordare quest'uomo, Said, un "comprimario" ma che, a suo modo, è anche lui un eroe.
Anch'egli, semplicemente accompagnando giornalisti ed altri soggetti in territori così pericolosi, ha messo a repentaglio la propria vita. Lui come molti altri di cui non si parla mai.
E allora, prima che ci scordiamo di lui, voglio che il suo nome resti qui su carta virtuale se volete ma a ricordo di un uomo, come tanti, che ha subito una condanna assurda che gli é costata la vita, lasciando una famiglia (perché anche lui aveva una famiglia) orfana di una guida in un Paese difficile come l'Afghanistan, dove poi le donne sole e con figli hanno sicuramente molti più problemi rispetto a quelli di una donna occidentale.
Un saluto Said, non ci scorderemo di te.
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7 commenti:
E' la legge dura della vita. Spesso ci si dimentica di quelli che tu definisci comprimari, gli uomini di scorta a Falcone, i signori nessuno che per mille euro al mese ci lasciano la pelle.
Queste cose mi danno sempre un gran fastidio, ci si dimentica sempre dei signori nessuno, come se la vita dell'autista (che era giovanissimo, ricordiamocelo, anche se lì si diventa adulti presto) contasse meno di quella del giornalista.
Qualcuno sta già buttando fango sull'autista. Speriamo che non facciano fuori anche l'interprete. Comunque queste cose danno l'idea di quanto diversamente valgano la vita di un occidentale e di un terzomondista.
Si sono d'accordo con te e con Remington che ha ricordato la scorta di falcone (ma c'era anche la moglie, ricordiamocelo, Francesca Morbillo).
Più che comprimari sono i fanti, gli attendenti, quelli di cui non si ricorda mai il nome. Le comparse più che gli attori non protagonisti.
Come dice Remington è la dura legge della vita.
Ho sentito dalla viva voce di Mastrogiacomo il drammatica racconto dell'autista. Fra le righe sembra di capire che sia stato "processato" ed accusato di doppiogioco (avrebbe venduto ai taleban il giornalista ed il suo interprete, ma Mastrogiacomo non ci crede). RICORDIAMOCI che hanno ancora un ostaggio, un altro comprimario, l'interprete. Una preghiera anche per lui.
Mi hai tolto le parole di bocca. Hai ragione é rimasto un altro "comprimario" e di lui sembra proprio che non se ne ricordi nessuno visto che siamo tutti qui a celebrare (per carità meno male che tutto é finito bene!) la liberazione di Mastrogiacomo...
Ma l'interprete é ancora là...
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