giovedì 25 gennaio 2007

OPINIONE DEL ROCKPOETA: I Rom tra passato e futuro all'Infedele

Ieri sera, come é accaduto già altre volte veramente, ero ad assistere dal vivo alla trasmissione dell'Infedele di Lerner.

Ero presente anche, per es., nella puntata sul Caso Welby ed in quella circostanza, come peraltro sempre in realtà, ero rimasto molto soddisfatto dalla sua capacità di mantenersi obbiettivo pur avendo un'opinione molto chiara al riguardo.

Ieri sera invece mi é sembrato cadere un po'(solo un pochino eh...) nella demagogia, sia pure involontariamente dato che sulla buona fede e sull'integrità di questo giornalista credo sia difficile poter dire qualcosa. Lo si può non condividere, ma sulla sua più completa onestà intellettuale credo non si possa dire nulla a mio avviso.

Però ieri sera qualcosa mi é sembrato leggermente stonato.

Più che fare il criticone, preferirei dire il mio punto di vista sull'intera questione in modo tale da far evidenziare le differenze.

Credo che le questioni da prendere in esame (come sembra evincersi dalla trasmissione) siano sostanzialmente tre:

1) La situazione dei Rom in Italia e nella fattispecie a Milano (Triboniano e Opera)

2) La situazione dei Rom in certe aree dell'Europa (Romania, Moldavia, ecc.. come dal servizio)

3) Reazione delle persone ad Opera e quello che io definisco un "progetto pilota" che con Opera sembra essere partito.

Vediamo di affrontare questi punti unendoli tra loro.

Credo che, facendo riferimento al punto primo, sintetizzi molto bene il mio punto di vista, una frase di una signora del Triboniano che era una fila sotto di me e che a fine trasmissione mi ha detto:"Quello che che forse non si é capito, é che la realtà italiana é Triboniano (ossia il degrado, la microcriminalità, la paura ad uscire di casa) e l'eccezione é Opera" dove, dico io, con il patto di legalità stanno cercando di integrare e regolarizzare i Rom. Perché la realtà purtroppo é ancora quella di Triboniano in molte parti d'Italia, e credo che quanto si sta mettendo in atto a Milano con l'intervento di Provincia e Comune sia molto interessante.

Regolarizzare... si perché l'idea che é nata in quel caso é di porre in essere un patto di legalità e socialità in base al quale i Rom hanno degli obblighi di... legalità appunto.

Ossia devono far scolarizzare i loro figli, devono essere registrati, avere documenti, lavorare, non compiere atti criminali, ecc... ed in cambio ricevono luce, gas servizi che dovranno cmq pagare (questo in estrema sintesi, il "contratto" ha molti più articoli).

Chi non rispetta questo patto viene espulso.

Mi sembra un progetto pilota, come mi piace definirlo, molto interessante. Un buon compromesso tra l'assurdità di affermazioni quali" radiamo al suolo tutto!" e dall'altra parte invece il lasciare tutto com'é e quindi senza controllo e senza sicurezza per i cittadini.

Progetto interessante perché potrebbe davvero permettere l'integrazione emarginando chi, da ambo le parti, ha interesse invece a mantenere il disordine: ossia i razzisti (coloro che hanno davvero pregiudizi e che compiono atti assurdi come quelli di bruciare tende e insultare e sputare,ecc..) da una parte, e quei Rom che invece desiderano restare nell'illegalità nonostante l'occasione loro fornita, dall'altra.

Mi é sembrato invece che a volte ci fosse un minimo di commistione di realtà: la realtà italiana e quella estera che invece mi sembrano differenti (capisco il disagio di Lerner (é stato anche il mio) nel leggere in Romania in un bar un cartello che stabiliva il divieto di ingresso ai Rom.... il parallelo con gli ebrei al tempo del nazismo qui é veramente pregnante, ma in Italia non siamo allo sterminio di Stato come altrove accade...)

Ebrei e Rom, se per certi aspetti non c'era differenza (perseguitate entrambe le razze anche ai tempi del nazismo) credo però che l'accostamento oggi non sia proprio corretto.

Gli Ebrei ai tempi dell'inizio delle persecuzioni erano integrati, avevano lavori, famiglie, erano membri anche importanti della società tedesca. I Rom, spesso, invece, hanno avuto in passato atteggiamenti di distacco e di isolamento.

Credo che anche tra di loro qualcosa stia cambiando, e l'accettazione di quel patto sembra proprio a mio avviso essere un importante segnale di svolta in tal senso.

Una svolta che deve esserci e che deve portare ad un'integrazione reale pur nel rispetto delle tradizioni, ma anche sempre nel rispetto degli individui.

Ecco, forse analizzare il presente, mettere più in luce come il progetto in atto sia veramente una svolta senza vittimizzare nessuno ma affrontando la realtà come é, sarebbe stato un passo avanti. Questa l'unica mia piccolissima critica.

Nessun commento: