C'era un tempo in cui fare il suo nome significava parlare di un eroe, o quantomeno di un'autentica star mondiale: poi sono arrivate le vicissitudini giudiziarie che l'hanno coinvolto a seguito della divulgazione di tutte quelle notizie importanti che il mondo doveva conoscere, ed ora sono otto anni che è isolato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra.
Isolato è il termine giusto, come si evince
da questo articolo in inglese che troviamo su Repubblica on line e che fa riferimento ad un incontro avuto con Assange il fondatore di WikiLeaks all'interno dell'ambasciata dove è di fatto "recluso" non potendo uscire altrimenti verrebbe arrestato ed instradato negli USA dove non vedono l'ora di processarlo come una spia sovietica ai tempi della guerra fredda.
Niente internet, niente telefonate né contatti con giornalisti e amici, insomma un isolamento totale che, giustamente si legge nell'articolo, ucciderebbe dentro ciascuno di noi, figuriamoci uno come lui che con la rete ha creato la sua fama del tutto giustificata.
Dimagrito, almeno rispetto agli ultimi incontri o alle foto di un tempo, stanco, ma lucido e presente. Così viene trovato e descritto al primo impatto dalla giornalista Stefania Maurizi che l'ha incontrato.
Ottenere questa intervista è stato complicatissimo: più di otto mesi di "pressione", e poi una serie di procedure severissime da seguire per poter portare dentro l'ambasciata ecuadoriana smartphones e computer.
Anche l'atmosfera che si respira all'interno dell'ambasciata non è più così "friendly" come negli anni precedenti. Anche il diplomatico Fidel Narvaez che l'aveva supportato ora è stato rimosso, spostato. Si teme anche che il rischio di poter perdere la protezione dell'Ecuador sia concreta. Insomma un uomo solo, e da tutti noi lasciato solo.
Il punto infatti è proprio questo, osservare come di fatto anche le rivoluzioni siano per i popoli del mondo, oramai, una moda passeggera, moda che quando perde di appeal, quando non è più "fashion" seguirla, la si abbandona. Ma Assange è un uomo non una moda, è una persona che ha rischiato per dirci verità importanti che forse non meritavamo neanche di conoscere, che tutto il mondo fatto di un gregge globale di pecore, non meritava di conoscere.
Sarebbe importante invece che la gente comune, le organizzazioni umanitarie importanti, Amnesty per esempio, si muovessero in aiuto di Assange che è vero che ha commesso un "reato" ma l'ha fatto con spirito rivoluzionario per aprirci le menti e per farci sapere verità che, nella migliore delle ipotesi, pensavamo potessero esistere nella nostra fantasia o guardando qualche spy - movie.