NIRVANA
Esce dall'uscio
E conta 100 passi.
Li conta per non dimenticarli
Per mantenere memoria storica
Per ribellarsi all'omertà.
Alea tipica di questa terra
Sai quando esci di casa
Non sai se ci farai ritorno
Sicuramente
Da quelle parti
Non ci si annoia mai
La routine è inesistente.
E mentre Bazzecole virtuali
Annacquano menti colorate
Anime, preda di un insano Nirvana,
Si anestetizzano
Cancellando ogni orizzonte di speranza
Ed oggi
in quella via
Puoi ascoltare lo scomodo suono
Di quelle scarpe
Che percorsero quei 100 passi
Come un ultimo rintocco funebre
In memoria di una libertà sepolta
Nel silenzio più assoluto
Un silenzio di vergogna.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Questi temi mi fanno arrabbiare un po'.
RispondiEliminaDetesto l'omertà almeno tanto quanto lo squallore della mafia.
E lo Stato assente.
Anche qui.
Sono grandi versi che fanno tanto riflettere.
RispondiEliminaSereno giorno.
PER CLAUDIA concordo sono tutti pezzi odiosi di uno stesso puzzle da distruggere.
RispondiEliminaPER CAVALIERE ti ringrazio sono emozionato dalle tue parole
RispondiEliminaPeppino Impastato... la sua storia insegna e fa riflettere. La paura di molti è la condanna dei pochi che pur sono l'unica salvezza per le vite che si vorrebbero vivere.
RispondiEliminaHai fatto bene e riproporre questi tuoi versi.
Ciao.
PER SARI: ti ringrazio, sentivo l'urgenza di postarla ed ho deciso che non potevo indulgere oltre.
RispondiEliminaL'omertà è un grave danno, un ennesimo fallimento.
RispondiEliminaDaniele ho visitato il tuo blog e l ho trovato interessante e ricco di contenuti. Complimenti! Anche quest ultima poesia e' intensa e coinvolgente. Visiterò con costanza il tuo blog
RispondiEliminaPER LA DAMA BIANCA: è un'infamia.
RispondiEliminaPER ALBERT: benvenuto!!! Sono felice che ti piaccia questo luogo, spero di cuore di poterti rileggere qui. A presto!
RispondiEliminaHo seguito la storia sulla stampa, ho visto il film. Solo 100 passi che quello sfortunato ragazzo percorreva ogni giorno e che quella notte non ha completato.
RispondiEliminaUn ricordo dolorosissimo di una forma di eroismo muta e solo apprezzata da pochi, troppo pochi maledizione.
Bellissime parole per una situazione mai sepolta, ma che aleggia come uno spettro da troppo tempo.
RispondiEliminaIl Nirvana non lo si è raggiunto.
Moz-
PER VINCENZO: leggere la tua conclusione, in tutta la sua sua inconfutabile ed amara verità, fa dannatamente male perché mi rendo conto come oggi nulla sia cambiato.
RispondiEliminaPER MOZ: situazione che come un monito ci deve far capire che l'omertà è un'infamia.
RispondiEliminaL'insegnamento di Peppino Impastato é fondamentale. Ci ha insegnato a guardarci bene intorno perché la mafia può essere, appunto, anche a cento passi da casa nostra, molto più vicina e tangibile di quanto non si possa pensare. Bisogna esser vigili perché il pericolo di questi delinquenti che si nascondono bene dappertutto é sempre in agguato
RispondiEliminaPER SERGENTE ELIAS concordo con te e ribadisco come questo insegnamento non dobbiamo dimenticarlo mai
RispondiEliminaE' sempre emozionante rileggerla, Daniele!
RispondiEliminaOmertà è complicità. E' rendersi simili ai colpevoli per ignavia
Sempre bravo!
PER PATRICIA: parole sante, "omertà è complicità"! Grazie Patricia sono emozionato dal tuo commento!
RispondiEliminaDaniele come sempre incisivo.
RispondiEliminaOgni volta che ripensiamo all'accaduto e ci sentiamo impotenti dovremmo ricordarci che non è così, è possibile cambiare altrimenti gli eroi come Peppino Impastato non ci hanno insegnato nulla.
Ti abbraccio.
Silenzio, omertà, memorie cancellate tuttw caratteristiche italiane.
RispondiEliminaPER MARIELLA: riflessione giustissima, se c'è un insegnamento che Peppino ci ha lasciato è che cambiare se si vuole si può senza dover sempre delegare agli altri.
RispondiEliminaPER MARCAVAL: peculiarità tristemente italiche, hai ragione purtroppo.
RispondiEliminaCiao complimenti: bellissima e coinvolgente! Inizio a leggere ora il tuo blog, faccio parte volentieri di coloro che ti seguono!Buona notte!
RispondiEliminaPER MARI: Grazie Mari sono sinceramente onorato che tu mi voglia seguire e ti ringrazio per le belle parole sui miei versi.
RispondiEliminaPurtroppo il problema è sempre lo stesso Daniele; è lo Stato stesso che ci porta ad essere omertosi. In giro si sentono solo casi in cui chi parla oltre al danno subisce la beffa (lui ed i famigliari dello stesso) mentre non riesco a ricordare nessun caso in cui chi ha parlato "è finito bene". È una cosa bruttissima da dire e soprattutto è terribile che accada, però di fatto è così. Ed un po' mi arrabbio quando si invita "chi sa a parlare", si, io parlo però tu mi devi assicurare CON I FATTI E NON A PAROLE una protezione e soprattutto che se ti indico un colpevole tu lo vai ad arrestare e lo tieni dentro vita natural durante, non che poi io vado a finire sotto terra, tu stai nel tuo bell'ufficio e lui a casa tranquillo a pianificare il prossimo crimine.
RispondiEliminaQuella è l'omertà vera
I cento passi erano quelli che separavano la casa di Peppino Impastato da quella di Badalamenti, il boss della zona. Impastato si è ribellato all'omertà, alla mafia ma ha pagato con la sua stessa vita , dopo essersi presentato alle elezioni comunali . La sua morte è stata addirittura catalogata come "incidente sul lavoro" e poi "suicidio" !!! Questo è vergognoso perchè avrebbe dovuto essere sostenuto ed aiutato a cambiare queste situazioni. Saluti
RispondiEliminaPasso anch'io da questo blog per la prima volta, dopo la tua visita sul mio blog. Dopo tutto quello che abbiamo visto e vissuto in Italia negli anni (drammi, morte, ingiustizie) ancora oggi mi domando se non sia un miracolo (piccolo o grande che sia) l'esser arrivati sino ad oggi. E se siamo arrivati sino ad oggi penso che ci siano valori come la libertà e la democrazia (solo per citarne alcuni) che non dobbiamo mai perdere o dimenticare e, soprattutto, non dobbiamo mai cederli a nessuno.
RispondiEliminaBel post, un salutone e alla prossima
SCusa sono ancora io. Volevo solo dirti che ti ho aggiunto ai miei prefeti.
RispondiEliminaCiao
PER PAOLA: sono due problematiche tra loro collegate. E' vero che chi parla poi ha bisogno della scorta e vive una vita dura anche perché se pure arrestano uno o più malavitosi, ci sono gli altri che giurano vendetta, ma è anche vero che a fronte di un'omertà dovuta alla paura, esiste un'omertà causata da disinteresse o peggio ancora connivenza e su questa gli alibi stanno a zero. Sull'altra forse si può capire la paura per se stessi e chi si ama anche se poi si deve vivere con questo peso… Lo Stato fa ancora poco siamo d'accordo, ma lo Stato siamo anche noi, noi che accettiamo tutto questo senza scendere in piazza e lasciando soli coloro che lo fanno.
RispondiEliminaPER MIRTILLO: è la stessa Storia che si ripete, lo Stato abbandona chi parla e noi, forse per paura, anche...
RispondiEliminaPER ACCADE: in primo luogo un enorme Benvenuto!!!!! Essere ancora in piedi nonostante tutto ci avvicina al concetto di eroismo quasi. I valori come la libertà e la democrazia vanno difesi strenuamente sia dagli attacchi di malavitosi che da nemici del libero pensiero in generale, ma vanno anche protetti da chi li dà per scontati ed acquisiti spiegandogli che questo comportamento è pericolosissimo e la probabile anticamera all'avvento di una nuova dittatura senza quasi rendersi conto del suo insediamento.
RispondiEliminaPS: Anch'io ti ho linkato e ti seguirò molto volentieri, tra l'altro ho scoperto che siamo anche concittadini e questo mi fa molto piacere.
E già, è vero. Anch'io sono di Genova, anche se spesso negli ultimi anni mi trovo a Milano ma, ogni volta che posso, scappo via e torno a Genova (dove ho tutti i parenti) e nel levante ligure perché ho bisogno di vedere l'orizzonte del mare, un orizzonte il più possibile senza limiti. Ho idea che qualche anno fa forse ti ho visto recitare nell'atrio del palazzo ducale.
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima
RispondiEliminaPER ACCADEBIS: sì è molto probabile, era per la giornata contro la violenza sulle donne. Non so quale delle due volte, una ero con un chitarrista l'altra da solo. Oppure per la giornata contro l'omofobia e la transfobia, anche lì da solo.
Un giorno dovrò scrivere un post sull'emozione che ho provato quando tre classi quinte elementari a giugno scorso, in uno spettacolo di fine anno scolastico, hanno cantato "I cento passi" dei Modena City Ramblers. Tra quei bambini di 10 anni c'era anche mia figlia.
RispondiEliminaIl loro insegnate di musica ha avuto il coraggio di fargli approcciare un tema così delicato e scottante, con una canzone che io confesso che non conoscevo affato.
Mentre cantavano mi sono emozionata fino a commuovermi. Piccole voci che parlavano di un delitto così orribile, di una cosa intollerabile, anche proprio per come è avvenuta, disintegrando letteralmente quel giovane uomo che era un gigante di onestà e coraggio.
Ora tu con questi versi mi hai scatenato un'altra ondata di emozioni. Quei 100 poassi risuonano ancora e colui che li percorreva non va dimenticato mai!
PER MARIS: che bel commento e che fantastica testimonianza!
RispondiEliminaBrividi...I cento passi, Peppino...sono esistiti uomini così...ne esistono ancora...non tutto è perduto!
RispondiEliminaPER FEDERICA: Se ne esistono ancora allora sì forse non tutto è perduto.
RispondiEliminaBella. Senza aggiungere altro.
RispondiEliminaPER ANNA Grazie di cuore
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