VORTICI DI BUIO
Ricordo quel sabato di sangue
I tuoi occhi spenti a terra
Ricurvi sulla loro vita perduta
Spalancati sui ricordi
Senza più un futuro
Ricordo sguardi metallici di divise marce
I tuoi vestiti stracciati
Pelle slabbrata
Capelli disidratati dal sole e da pulviscolo chimico.
E ricordo quante volte mi sono lavato
Per togliere quel sangue dalla mia pelle
Quel fetore di polvere da sparo dalla mia camicia
Ed il sale delle mie lacrime
Mentre ti tenevo stretta fissando i tuoi occhi spenti
Grandi e spalancati.
Raggi rosso sangue
Si spegnevano
Inghiottiti da un tramonto di morte
Che faceva luce oscura su tappeti di cadaveri.
Pochi metri ancora ed un'altra ferita mortale mi stravolge.
Ti vedo
Giovane
Innocente
Spento.
Vi accarezzo mentre vi raccolgo
Per terra sull'asfalto
Compagna e figlio
Uccisi tra i vicoli di un sogno
In Piazze Arcobaleno
O dentro Caserme nere come fasci oscuri di morte.
E le bandiere non hanno senso
Non hanno più colore
Sono solo nauseanti barriere
Contro l'amore e la vita.
E ricordo quel sabato di sangue
Ne ricordo ogni odore, ogni suono.
Ogni bagliore.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Oggi non riesco a capire a quale sabato di sangue si riferiscano i tuoi bellissimi versi.
RispondiEliminaProbabilmente, ad uno che non ho mai vissuto.
Spero che vorrai spiegarmelo.
Un abbraccio
PER CLAUDIA principalmente si tratta di un qualunque sabato di sangue in medioriente ed inoltre sabati in piazze occidentali piene di colore e voglia di giustizia soffocati da manganelli frettolosi (questo senza giustificare i casseur o a Black Block).
RispondiEliminaSono versi che fanno riflettere tanto, in questo mondo dove i diritti vengono negati.
RispondiEliminaSaluti a presto.
PER CAVALIERE ti ringrazio.
RispondiEliminaNei tuoi versi, sempre efficaci, leggo soprattutto il fatto di Corinalbo che mi ha molto addolorata. Dove ci sono giovani ci dovrebbe essere controllo... delle uscite di sicurezza e dell'affluenza.
RispondiEliminaI giovani hanno bisogno di luoghi sicuri, a quell'età non è possibile contenerli ma vigilare si deve.
Ciao.
Vero potrebbe sembrare legata a quella tragedia ma è una poesia più vecchia e quindi non poteva risentire delle emozioni forti di dolore che ho anche io provato per questa tragedia.
RispondiEliminaFatti tragici dovuti alla leggerezza con cui si osservano le norme di sicurezza. Questo è l'assurdità .
RispondiEliminaNon ricordo se fosse sabato, ma come non pensare a Genova e alla scuola Diaz , il tutto seguito ed approvato da Scajola e Fini!
I tuo versi bellissimi rispecchiano perfettamente queste atrocità.
Cri
Sei sempre una doccia fredda, mi porti a pensare e immaginare cose che non ho mai vissuto e che mai vorrei vivere! Come Claudia non capivo a che Sabato ti riferissi, poi ho letto la risposta che hai dato a lei, toccante davvero questa poesia come tutte le tue!
RispondiEliminaNon può esserci pace per chi vive uno strazio del genere. Solo un dolore infinito, che si rinnova ogni mattina e non va a dormire in nessuna sera.
RispondiEliminaPER CRISTIANA Guerre e violenza repressiva nelle piazze. La Diaz è un triste esempio ma non l'unico.
RispondiEliminaPER FEDERICA è l'effetto che spero di ottenere proprio per portarvi a riflessioni profonde e toccanti come la tua. Grazie per le tue emozionanti parole sui miei versi!
RispondiEliminaOggi sono i 70 anni dalla dichiarazione universale dei diritti umani e non potevi scegliere argomento migliore per il tuo post.
RispondiEliminaUn salutone Amigu de Zena
Alla prossima
PER LA DAMA BIANCA: hai ragione e quello che fa più male è che cmq si continua ad infliggere questo dolore con ferocia e sadismo.
RispondiEliminaPuò darsi che questa tua sentitissima poesia sia riferita ad un preciso sabato insanguinato dalla gratuita violenza umana, ma non voglio approfondire. So solamente che subito mi è venuta da pensare alla "tua" Genova ed alla notte dell'orrore in quella caserma.Ma non produce nulla riferire i tuoi versi ad un momento particolare, ma piuttosto giova farne un simbolo di dolore e di morte, che è immobile nel tempo e ci sovrasta tutti. Le tragedie quando sono tali non hanno data né colore se non quello del sangue, un rubicondo amaranto che non sbiadisce mai.
RispondiEliminaBellissimi versi, tu che mi conosci sai quanto io li apprezzi: le tue parole sono colori, ed i colori parlano, recitano e cantano il tuo dolore, che è il dolore universale.
PER ACCADEBIS ti ringrazio per aver ricordato questa importante ricorrenza che anch'io sento particolarmente
RispondiEliminaPER VINCENZO sei una persona STRAORDINARIA!!! Hai colto il senso preciso del mio post e delle ragioni per cui ho pubblicato questa poesia. Il tutto con parole uniche, toccanti, mirate. Grazie Vincenzo il.mio cuore commosso ti ringrazia.
RispondiEliminaIl poeta è colui che sa creare immagini con le parole; e in questi tuoi versi le immagini vanno oltre le parole
RispondiEliminaMettere in versi la crudeltà e la ferocia umana non è da tutti. Complimenti!
RispondiEliminaRendi bene l'idea della violenza e delle situazioni drammatiche che questa crea. E i sentimenti che la tua poesia suscita rispecchiano quelli che ci avvolgono quando accadono fatti del genere. Anche questo appartiene al genere umano e parlarne, anche se crudele, ci unisce e ci aiuta a prendere coscienza di ciò che ci circonda. Ignorare è più facile, non richiede implicazione personale. Il quieto vivere e l indifferenza certo non aiutano a migliorare le cose.
Io dico invece che dovresti vedere il bello oltre i sabato di sangue. Se Non lo vedi hai la tua arte per iniziarlo a inventarlo tu stesso. Qualcuno lo deve pur fare^^
RispondiEliminaPER PINO ti ringrazio sono commosso dalle tue parole!
RispondiEliminaPER ALBERT: hai ragione far finta di nulla è disumano oltre che impossibile e l'indifferenza è la più terribile malattia del nostro tempo. Grazie sono commosso e profondamente toccato da tutto il tuo commento.
RispondiEliminaPER ANNA la mia arte mostra cosa non va per sensibilizzare a cambiare le cose affinché il bello diventi la parte preponderante della nostra società cosa che adesso non è.
RispondiEliminaVersi duri, crudeli come frecce piantate nella carne ma per questo efficaci.
RispondiEliminaQuel sabato o un altro o una domenica... che conta? Quanto si perde il senso della parola legalità non c'è giorno della settimana che tenga. A maggior ragione se a perderla sono poi quelli che la devonoo gestire e applicare.. che devono viverci dentro e darne l'esempio...
Chapeau!
PER PATRICIA anche tu hai centrato il clou del mio post. È ancora più incredibile quando è chi dovrebbe rispettare la legge a causare la violenza. Grazie per le tue bellissime parole sulla mia poesia.
RispondiEliminaHo immediatamente pensato alla Palestina e ad Israele.
RispondiEliminaTroppi anni di lotte e troppe morti. In mezzo solo interessi economici che non tengono conto di nulla tanto meno delle persone.
Ma in realtà sono sabati come lunedì o qualunque altro giorno della settimana.
Sono dolore e morte.
Che ci appartengono anche quando ci sembra siano troppo lontani.
Ti abbraccio.
PER MARIELLA il tuo pensiero è assolutamente giusto. E questi giorni di morte sono una triste quotidianità che non guarda in faccia a nulla ed a nessuno cancellando il tempo e trasformandolo in un drammatico unicum temporale fatto solo di violenza,abuso e morte.
RispondiEliminanon dovrebbero più esserci i sabati di sangue ma neanche le domeniche
RispondiEliminabellissime parole
PER NINA benvenuta in questa agorà. Concordo con te basta morti e basta violenza. Questo deve essere il sogno di tutti.
RispondiEliminaCon i tuoi versi tocchi l'animo di ogni uno di noi . Chissà se dove c'è violenza
RispondiEliminae morte sfilassero cortei con striscioni "Vogliamo giustizia e PACE" Servirebbero ?
PER LAURA: Non lo so, forse no ma è cmq importante far sentire la nostra voce di pace.
RispondiEliminaOggi voglio appoggiare il commento di Anna (Piediscalzi), Daniele ^_^... Adoro la tua arte e so per cosa scrivi appoggiandoti in via assoluta, spessissimo rileggo i tuoi versi ad amici e in famiglia, solo che ogni tanto forse è necessario guardare e moltiplicare tramite il talento quel poco di buono che esiste... Un abbraccio grande grande :*
RispondiEliminaPER IRENE il bello già esiste e altri lo pubblicizzano. Io scrivo quello che sento ed ho il bisogno di sensibilizzare su quello che non va. Contraccambio sinceramente il tuo abbraccio :-)))
RispondiEliminaHo pensato subito che ti riferissi ai giovani ragazzi morti in modo così assurdo a Corinaldo, probabilmente, vittime innocenti di facili guadagni e persone senza scrupoli ma le tue parole possono adattarsi a tutte le tragedie che sono successe nel nostro paese, come in Medio Oriente, nel resto dell'Europa, ovunque ci sono vite umane spezzate e infangate, diritti umani calpestati.
RispondiEliminaAnche nella tua Genova ne hanno fatto le spese persone innocenti, vittime dell'incuria di chi poteva fare e non ha fatto.
Le tue parole toccano proprio perchè ci fanno pensare a tutte le tragedie del nostro mondo, a tutte quelle morti inutili che ci colpiscono comunque, anche se avvengono a grandi distanza da noi perchè tutti vorremmo un mondo migliore, più sicuro , più umano ma , invece , ce ne allontaniamo sempre più. Saluti.
Credo sia un grido di dolore contro le repressioni intolleranti e un invito al rispetto della libertà e al dialogo anche quando le posizioni appaiono assai lontane.
RispondiEliminaMi sembra adatta a quanto purtroppo sta avvendendo al mercatino di Natale di Strasburgo, so che non l'avevi scritta per questo evento ma oggi mi sembra drammaticamente adatta.
RispondiEliminaLe tue parole mi hanno profondamente toccato.
PER NICK: in primis benvenuto in questa agorà. In effetti la poesia si può adattare anche alla tragedia terribile di Strasburgo. Sono anch'io toccati dal tuo commento è ti ringrazio di cuore
RispondiEliminaPER MIRTILLO grazie, le tue parole sono il sunto emotivo perfetto per commentare con il cuore i miei versi.
RispondiEliminaPER IL MACCHIAIOLO grazie, un'altra interessante chiave di lettura molto profonda anche la tua.
RispondiEliminaOggi si ricorda Piazza Fontana e le tue parole sono un ottimo omaggio alla memoria.
RispondiEliminaPER MARCAVAL grazie infinite.
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