LA SCOSSA
Regno dell'incoerenza
Denunce in loop annoiano,
Lacrime salva-coscienza
Non ci si gira dall'altra parte
Ma si fa spallucce
In fondo noi siamo formiche
in una società governata da titani
Cosa potremmo fare?
Eppure l'unità di un popolo
Può vincere contro tutto e tutti
È risaputo
Ma lo scordiamo spesso
Memoria ballerina
Scarpette da ballo
Piroetta dissolve i pensieri scomodi
REgno dell'incoerenza
Sovrano unico
Siamo tutti noi
Ciascuno di noi
È un tassello volgare
Un pezzo di quel sovrano
Perchè la nostra indifferenza
Alimenta la sua forza
E non vogliamo capirlo
Ed allora siamo noi i primi colpevoli
I primi carnefici
"Siamo piccoli granelli di sabbia
Separati dal mare e dai nostri simili, che potremmo fare?"
Io testardo
Mi dissocio da questo ritornello vigliacco
Comodo anestetico
Per non avvertire fastidiosi rimorsi di coscienza
Ma non avete scampo
Io sono il vostro grillo parlante
Che non riuscirete a schiacciare
Sulla parete della vostra coscienza
Sono una mareggiata inarrestabile
Che cresce rabbiosa di onda in onda
Sono la frana che travolgerà ipocrisia e disfattismo.
E se anche fosse una battaglia persa
Quando verrà anche per me
Il momento di chiudere gli occhi
E addormentarmi per sempre
Avrò almeno la consapevolezza
Di non essere mai stato vostro complice
Nemmeno per un secondo della mia travagliata esistenza
In attesa di quel giorno
Non mi fermo
Sto arrivando
Inarrestabile
Spetta a voi decidere
Se lasciarvi cullare
Dalla scossa della verità e del cambiamento
Danzando e dondolando al suo ritmo
O farvi travolgere dai detriti
Della vostra anima marcia.
Sta arrivando la scossa
È impossibile sfuggirla
Potete chiudere gli occhi
Fingere che non vi possa raggiungere
Ma sta arrivando
È già qui
È adesso
Sta arrivando
E le mura della città dell'incoerenza
Stanno scricchiolando
A breve crolleranno
Ed allora nulla vi proteggerà
Babilonia si sgretolerà
La scossa è vicina
Si avvertono già le prime avvisaglie
La scossa è vicina
Lo tsunami è già sulla rampa di lancio
Nulla da temere
Travolge solo vigliacchi, indifferenti
Razzisti, ignoranti
E sordi di professione.
Lacrime imbellettate da lustrini e paillettes
Saranno spodestate
Da lacrime strazianti
Troppo salate
Per sperare nell'eco dei media
Ma io voglio sognare
Sognare che cavalcheremo quell'onda
Che sapremo surfare su quella scossa
Voglio credere
Che quel fatidico giorno
Noi saremo la scossa.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®