NESSUN ALIBI
"Non ci sono parole"
Locuzione celeberrima
Usata quando
Di fronte ad uno shock
O un'emozione fortissima
Ti mancano le parole
Non riesci letteralmente a trovarle
Quasi si fossero nascoste
Dentro il tuo inconscio più profondo.
Ci sono delle volte, però,
Dove non avere parole
È inaccettabile
Ci sono sono dei momenti
Dove rifugiarsi dietro queste 4 parole
È inammissibile
Eppure
Assistiamo quotidianamente
All'abuso di questo modo di dire
Una scappatoia
Per non doversi sforzare a pensare
A quali parole dar voce
Una via d'uscita poco onorevole
Per non doversi esporre
Su un fatto
Una tragedia
Una perdita.
"Non ci sono parole"
Ma per certi fatti
Certe realtà
Certi accadimenti
Non è possibile
Ed è indecente
Trincerarsi dietro quella ipocrita simulazione
Di un "no comment"
Ci sono delle volte
Dove le parole vanno trovate
E se non le trovi
Se non sembrano uscire
Se davvero ti sembra
Che nessuna parola possa
Rendere a pieno quello che provi
La rabbia ed il disgusto che senti
Il dolore acuto che ti lacera,
Non arrenderti
Nessun alibi
Piutttosto inventala
Crea neologismi anche assurdi
Ma ti prego
Non restare mai senza parole
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Hai tutte le ragioni Daniele,io le parole ce le avrei anche,ma probabilmente finirei in gattabuia...
RispondiEliminaCiao
Di fronte ogni sfacelo non ci devono essere parole, solitamente di mortificazione fasulla, ma solo un tirarsi su le maniche globale e (ri)costruire fatti tangibili, reali, utili finalmente.
RispondiEliminaPER BLOGREDIRE io credo di averle già usate a volte
RispondiEliminaPER FRANCO giustissimo
RispondiEliminaVero: spesso "non avere parole È inaccettabile". Ma forse è meglio tacere piuttosto che parlare utilizzando le c.d. frasi fatte.
RispondiEliminaVero,meglio stare zitti,iscriviti al mio blog,grazie.
RispondiEliminaGiustissimo Daniele quello che scrivi. ma, a volte, il silenzio vale più di mille parole
RispondiEliminaPER GIORGIO verissimo.
RispondiEliminaPER OLGICA il silenzio è curioso: può essere segno di profondo ed intimo dolore, di rispetto altrui ma anche rappresentare un atteggiamento omertoso o ipocrita. Diciamo che è la persona, la "fama" che la precede, a connotare con tinte oneste o meno il silenzio.
RispondiEliminaPER GIUSEPPE concordo con te anche se, come ho già risposto ad Olgica dipende chi resta in silenzio e perché, e di conseguenza è su queste basi che si valuta l'onestà di un silenzio, che sicuramente è più onesto di una frase di circostanza.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con te infatti io non uso mai questa perifrasi al massimo un gesto, un abbraccio o, come dici tu, inventarsi qualcosa o meglio, come dice Franco, darsi da fare
RispondiEliminaPER PAOLA giustissimo.
RispondiEliminaCome ha già scritto qualcun altro, a volte le parole vengono taciute poiché dicendole si rischia una querela dalla quale si uscirebbe sicuramente perdenti, pur avendo detto la verità. E bisognerebbe pure pagare il risarcimento agli "offesi", come se non bastasse.
RispondiEliminaNon ho parole :) Ovviamente scherzo, come sai non le mai perse, anche in recenti tempi duri (mai finiti, in verità).
RispondiEliminaConcordo. A volte le parole vanno trovate eccome.
RispondiEliminaAltrimenti è vigliaccheria.
PER ARIANO ed oltre al danno la beffa.
RispondiEliminaPER ALLIGATORE: vero te ne do atto
RispondiEliminaPER KATRINA concordo
RispondiEliminaChe bella questa tua lirica appassionata sull'importanza di trovare le parole per dare voce comunque all'indicibile! Sottoscrivo poi il necessario richiamo di Franco (Battaglia) a rimboccarsi le maniche per agire... Buona giornata.
RispondiEliminaSpesso tacere significa essere d'accordo, basta guardare la regressione dei diritti nel mondo.
RispondiEliminaPER MARIA concordo anch'io con te e con Franco
RispondiEliminaPER CAVALIERE vero
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