lunedì 31 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Piantagioni Di Bambini"
Questa poesia esce in contemporanea anche sul blog Arpa Eolica di Francesco Zaffuto che ha voluto postare questo mia lirica anche da lui, cosa di cui lo ringrazio infinitamente. QUI dove potete leggerla da lui
PIANTAGIONI DI BAMBINI
Siamo piani cartesiani
Trasposti in realtà temporali differenti
Ologrammi pensanti
Dentro un mondo distopico
E non sappiamo perché
E non capiamo come mai
Siamo lì per assistere
Come spettatori inermi
Impossibilitati ad incidere in alcun modo
Ad uno show avvilente
Ad un programma ossessivamente ripetuto
Senza alcuna minima apparente variazione.
Madri dallo sguardo assente
Portano i figli a scuola
Senza più andarli a riprendere.
La mattina seguente
La scena si ripete assolutamente identica
Perfettamente ed illogicamente identica
Solo che i bambini sono diversi
Sono altri
Sono nuovi.
Ciclo riproduttivo sconvolgente
Assenza di uomini
Macchine dotate di intelligenza artificiale
Badano al rispetto dell'ordine pubblico
E donne dallo sguardo spento
Assente
Senza espressività alcuna
Simili ad automi riproduttivi
Compiono gli stessi gesti
Ripetitivamente ogni giorno
Senza trovarvi nulla di anormale.
Futuro da Matrix
Noi uomini
Ombre virtuali
Vuoti ologrammi,
E le donne trasformate
In incubatrici al pomeriggio
Ingravidate da una disumana e vuota
Realtà superiore.
Processo di gestazione accelerato
Donne a cui è stata sottratta l'anima
Riproducono bambini a getto continuo
Per sostituire quelli che vanno a morire
La mattina
Dentro scuole - mattatoio
Autentiche piantagioni di bambini
Per nutrire la razza aliena superiore
Che altri non è
Che una versione aggiornata coi tempi
Del famoso ed ormai superato
1% dell'umanità che aveva tutto...
La loro vera natura diabolica
È ormai rivelata
Il loro vero cibo
Autentica sorgente di potere
Svelato
E noi
Ormai inutili ai loro scopi
Restiamo intrappolati
Come inutili ologrammi
Dentro queste bolle virtuali
Condannati sadicamente
Ad assistere inermi
A questa nuova e distorta realtà
Siamo ormai
Giocattoli muti
Con la disperazione in petto
Per quei pochi bimbi
Sani
Liberi di crescere serenamente
E che rappresentano ovviamente
La generazione futura destinata
A perpetrare il dominio sul mondo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 28 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Acronimi Di Buio"
Poesia di alcuni anni fa ormai mai postata sul blog e proposta dal vivo per la seconda volta in quell'ottobre del 2015 alla Sala dei Chierici presso la Biblioteca Berio a Genova. Un tema però molto attuale anche oggi, forse soprattutto oggi. Vi lascio al video per scoprire di cosa si tratta...
mercoledì 26 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "L'Ultimo Urlo"
L'ULTIMO URLO
Puoi togliermi i carri armati
I fucili, i mitra, tutte le armi possibili
Comprese le armi bianche
Ed io userò fionde e braccia.
Puoi privarmi delle braccia
Delle gambe
Degli occhi
Della testa
Di ogni mio organo vitale
Ma fino a quando
Non saprai privarmi dell'anima
Un'anima nera
Divorata dall'odio
Io Uomo
Saprò sempre ingegnarmi
E trovare una soluzione
Per ucciderti ancora
Torturarti ancora
Troverò sempre il modo
Per fare male ai miei simili
E quando sarò rimasto solo
Su un pianeta oramai vuoto e deserto
Senz'acqua e senza vita
Lancerò al cielo
Il mio masochistico urlo di vittoria
Prima di compiere l'atto finale
E cancellare anche me stesso
Unico sordido ed inutile esemplare rimasto:
1-1= 0
Humanity game over
E poi fu di nuovo luce
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 24 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Clap Clap"
CLAP CLAP
Non voglio applausi fasulli
Finti
Sollecitati da burattinai
Nascosti dietro le quinte della nostra società.
E non voglio mani che celebrino
Superficialità e vittorie effimere
E non voglio che applaudiate il diavolo
Presente su quel palco sotto mentite spoglie
Quelle del salvatore vostro, della Patria, del mondo.
Io voglio la vittoria del cuore
Quella che fa battere le mani
Al ritmo delle tue lacrime di gioia
Quella che ti premia di tutta la fatica
La paura
Gli sforzi ed i sacrifici sostenuti
Quella che ci si è meritati
La vittoria frutto del collettivo
E della collettività
La vittoria figlia di principi di libertà
La vittoria della vita sulla morte
Il trionfo della vita sull'apatia di questo
Sociopatico terzo millennio.
E non voglio gioie vuote e superficiali
E non voglio gioire per banali tentazioni
Figlie di un consumismo senza fine.
Io voglio applausi d'amore
Applausi d'incoraggiamento
Per chi lotta con le parole e con onesetà
Per una vita migliore
E per un futuro diverso per i suoi figli.
E non voglio vedere
Atteggiamenti di volgare idolatria
Verso nostalgiche mode del passato
E non applaudite mai nessuno
Nessuno che non voglia solo e sempre
La vittoria sudata e sofferta
Una vittoria d'amore
Una vittoria pulita
Una vittoria costruita mattone su mattone.
E non voglio applausi psichedelici
O di luci al neon
Non voglio che applaudiate per convenienza
Una società sociopatica
Figlia di un'amoralità sempre più consolidata
Io sogno soltanto una vittoria che sia giusta
Che sia anche gioiosa
Una vittoria frutto di un unico profondo
E sincero slancio d'amore.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 21 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Bacha - Bazi"
Bacha - Bazi letteralmente vuol dire "bambino per gioco" ed è una triste pratica sessuale ancora presente in Afghanistan ma gradita anche da molti soldati americani. Per comprendere meglio ed approfondire andate QUI e QUI anche se pure i miei versi sono abbastanza esaustivi nel spiegare di cosa si tratta. Chiedo scusa, oggi avrei dovuto postare una mia poesia lasciata tra i commenti di un post sul blog di Franco Battaglia. La sua pubblicazione è solo rimandata al 26 maggio. Vi lascio con la poesia di oggi.
BACHA - BAZI
Dodici
I miei anni appena compiuti
Anni che dovrebbero essere di gioia
Innocenza e svago
Anni
I miei
Marchiati da orrore, abusi e paura.
Sono stato venduto dai miei
Un anno fa
Ed ora mi devo vestire da ragazza
Per compiacere ballando e prostituendomi
Il mio padrone
Il capo della polizia di Kabul.
La pratica è nota come Bacha - Bazi ("bambino per gioco")
Ed io sono un Bacha - Bareesh
Ossia "Ragazzo senza barba"
Siamo un oggetto pregiato e di lusso
Chi più possiede bambini come me
Più è visto come un soggetto importante,
Siamo di fatto
Un oggetto attestante
Il prestigioso status sociale di chi ci detiene
E di noi dispone.
Afgani ricchi e potenti
Americani
Tutte le figure più aberranti del mio Paese
Non esitano
O ad avere una tenuta
Dove come cavalli purosangue
Veniamo segregati fino a quando
Siamo fatti uscire
Per realizzare al meglio il nostro compito
La nostra prestazione
Oppure
Partecipano alla gran serata di gala
Che dopo un'asta incessante
Durante la quale ci esibiamo in danze tipiche
Vestiti con abiti femminili
Si conclude con il noleggio di ciascuno di noi
Per fini sessuali
Pronti a dover subire ogni forma orribile di abuso.
Dodici
Ho appena 12 anni
E la mia infanzia
La mia intera vita
Sono distrutte per sempre.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 19 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Yumi E Nana"
Poesia ispirata da queste due ragazze inventate dalla talentuosa, originale ed acuta mano di Ariano Geta: QUI per conoscerne le origini e QUI per leggere le strisce davvero irresistibili.
YUMI E NANA
Yumi e Nana
Amiche per la pelle
Figlie di una mano magica e talentuosa
Si sentono e si credono brutte
E gli altri, con crudele sadismo,
Glielo confermano per ferirle
Bullizzandole vergognosamente
Portando entrambe
Ad una forte carenza di autostima.
Crescono quasi insieme
E finalmente adesso
Con un lavoro,
E con un'autostima in parte recuperata
Entrambe
Hanno il ragazzo
Anche se nonostante ciò
E nonostante siano leggermente
Più sicure di loro stesse
L'autostima di entrambe
Latita ancora fortemente.
Unite indissolubilmente
Non si separeranno mai
Non permetteranno alla vita
Ed al loro creatore di far loro del male
Di allontanarle
Non potrebbero sopportarlo
Non riuscirebbero a farcela.
Yumi abbraccia Nana
Sorridono commosse
E si sentono per un attimo, bellissime
E sono davvero bellissime.
Sono davvero due meravigliosi fiori
E non solo per la durata di un istante,
Possono esserlo sempre
E restarlo per sempre
Se solo lo capissero...
Peccato che non sappiano vedersi
Con gli occhi più obiettivi
E comunque il problema è irrilevante
Perchè sono due angeli dentro
Ironici
Capricciosi a volte
Confusi
Gelosi ed impauriti
Sono due ragazze normali
Sono soltanto Yumi e Nana.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 17 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Lista Della Spesa"
LISTA DELLA SPESA
Viviamo tutti quanti
All'interno di un avvilente
E sconcertante paradosso:
Siamo in un Paese di diritto
Ma i diritti già da tempo
Si noleggiano.
È un piccolo supermercato
Ma di fatto ha tutto
È davvero ben fornito
E chiedo quanto possa costare
Il pieno di diritti
Il costo è elevato
Avendo concesso e ceduto
Ogni nostro diritto
Senza pensarci
Non rendendoci conto
Della gravità delle nostre azioni.
Ed abbiamo pagato a caro prezzo
Tutto questo
Pagato con la nostra dignità
E con la nostra già poca libertà.
Di fatto adesso quella libertà
Che non siamo stati capaci di proteggere
La possiamo avere a noleggio
Pagandola molto cara.
Il costo è alto
Soprattutto perchè
Per saldare il prezzo
Non si utilizza il denaro ma
Si deve venire a compromessi con la propria dignità
Si devono ancora cedere quelle poche libertà
Rimaste in mano nostra
Per ottenere quelli che un tempo
Erano i nostri diritti
Diritti che ci verranno gentilmente noleggiati
Previa garanzia di un comportamento
Perfetto e consono a quello richiesto
Il costo è alto
Per chi non ha santi in Paradiso
E tantomeno utili conoscenze
Quaggiù, all'inferno
Inferno per molti
Ma Eden in terra per pochissimi.
E dentro questa bolla
Apparentemente indistruttibile
Le cui pareti sono intrise
Di quell'odore nauseante
Del paradosso che ci ha imprigionato
Ci dibattiamo come pesci nella rete
Ci divincoliamo senza successo.
E come dentro le sabbie mobili
Affondiamo sempre più giù
Non potendo noleggiare più nessun diritto
Perchè - dicono - "Non siamo stati ubbidienti
Ed abbiamo mangiato "la mela proibita"
E chi lo sapeva di essere nell'Eden
Noi ci sentivamo agli inferi
E non è corretto punirci
Perchè Piero la mela
Non l'ha morsicata per curiosità
O perversa voglia di indipendenza personale
Ma solo ed esclusivamente per fame.
Niente da fare
La difesa di Piero non è considerata ammissibile
Il giudice la rigetta in quanto
"Cibo ce n'è in abbondanza lo sanno tutti
Quindi questa teoria della difesa è errata
Oltre che oltraggiosa verso i nostri "Signori"
E così
Per Piero c'è la condanna a morte
Io lo guardo
Con lacrime di rabbia mista a dolore
Un dolore acuto e lancinante
Come se una costola si fosse spezzata
La costola che amavo di più
Piero, ossia l'amicizia vera
Quella rara e preziosissima
Lui però mi sorride
Sente che quel plotone
Gli donerà nuovamente
Quei diritti rubatici con l'inganno
E la forza
Lui che quando sarà fucilato
Morirà col sorriso di chi
Da quel momento è di nuovo libero
Ed affrancato da questa dittatura.
Non vuole alcuna benda
Sguardo fiero e sorridente
Parte la raffica...
È finita
Da ora in poi Piero è di nuovo libero
Come la sua anima
Anima che mai
Neanche da vivo
Si è mai venduta
È mai morta.
Ed ora
Piero
Fatto di energia vitale
Luminosa
Sorride a tutti noi
Noi che lo scorgiamo per un istante
Con la sua scia abbagliante.
E la sua anima vola.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 14 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Pazzo Come Me"
PAZZO COME ME
Fascismo sanitario
Di fronte ad una ribellione
Anche giustificabile in parte
Sicuramente figlia di mesi
E mesi
Di didattica a distanza
Lezioni a singhiozzo
Voci e linea balbuzienti
Non ha pietà
E colpisce con ferocia.
Hai solo 18 anni
Studente dal rendimento buono
E sempre educato
Oggi decidi che
Essere educati va bene
Remissivi no.
Dopo mesi
Di assenza di relazioni interpersonali
Quella mascherina
Unita ad un distanziamento sociale
Ampiamente rispettato
Decidi che ti sta stretta
Ti soffoca le emozioni
E incarcera il tuo pensiero.
Allora la togli
Te la sfili dal volto
Hai deciso di non fare il bravo ragazzo
Hai deciso di essere
Un ragazzo pensante.
Vero
Forse a scuola serve
Ma sei stanco di vedere incongruenze
Di vedere luoghi di svago chiusi
E chiese aperte
Ti sei rotto di salire
Su autobus stracolmi
Senza nessuno che dica o faccia nulla.
Ed allora
Hai deciso che la tua misura
È colma
E poggi educatamente
Ma con altrettanta fermezza
La tua Ffp2 sul banco.
Tutti provano a farti cambiare idea
A farti desistere dal tuo intento
A convincerti a indossare di nuovo
La tua mascherina
Ma tu hai deciso
Che carnevale è finito da un pezzo
E che ora vuoi vedere e respirare
Come prima.
La Preside
Spaventata
E codarda
Temendo forse che
Altri genitori potessero poi
Tirarla in ballo
Nella remota eventualità
Che quel gesto avesse determinato
Un megacontagio planetario
Leggasi nel suo istituto
Chiama il 118 e le forze dell'ordine
Tu incatenato al banco
Non sei certo pazzo
Solo giustamente esasperato.
Eppure vieni prelevato a forza
E trascinato per uno strano
E curiosamente pronto TSO
Firmato in tempi record dal Sindaco.
E tu
Sei chiaramente teso
E ti portano in psichiatria.
Eccovi servito
Il fascismo sanitario
Tramite TSO
Trattamento di Sottomissione Obbligatoria.
Eppure sei un ragazzo a posto
O forse no
Forse
Se hai deciso sia pure
Probabilmente
Con troppa foga
Di ribellarti a questo regime
Sapendo a cosa si va incontro
Scegliendo una strada come quella,
Forse pazzo lo sei davvero
Un pazzo meraviglioso
Pazzo perché vuoi la libertà
Pazzo perché non vuoi omologarti
Pazzi come chi pensa con la sua testa
Pazzo come me.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 12 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "My Last Goodbye"
MY LAST GOODBYE
Grenfell Tower
Non se ne parla più
Noi non veniamo più ricordati
Forse perchè non c'è interesse a farlo
Non sono stati terroristi cattivoni
A causare quel rogo infernale.
Io ricordo gli ultimi momenti
Il fuoco che avanza
I soccorsi sono arrivati
I vigili del fuoco stanno tentando l'impossibile
Ma noi siamo per ora bloccati in casa
Io ed il mio compagno.
Chiamo mia madre
Lo so
Forse sono stata poco originale
Dovevo pensare che queste telefonate
Erano state fatte anche dalle vittime
Dell'attentato dell'undici settembre.
Peccato che a me
Premeva solo sentire la mia mamma
Dirle quanto le volevo bene
Che forse era giunto il mio momento
E dirle grazie per tutto quello che aveva fatto per me
Mi scuso con voi giornalisti-avvoltoi
Se non ho fatto qualcosa di più eclatante
Di nuovo
Di originale
Tale da diventare virale
Come per esempio... vediamo...
Sì, ci sono
Potevo attendere
Che fossimo avvolti dalle fiamme
Cantando l'inno di Mameli
Con tono fiero
E mano sul petto
Non ci ho pensato, mi spiace
Ma devo dire che se anche
Questa bizzarra idea mi avesse sfiorato la mente
Alla sua realizzazione ostavano tre essenziali motivi
Il primo
Che volevo sentire gli affetti più veri
E l'italia non è tra questi
Il secondo
Il rispetto per il mio compagno inglese
Il terzo
Non avrei sinceramente colto
La ragione per cui dovevo morire
Fiera di essere italiana
Visto che nonostante la mia laurea con lode
Sono dovuta venire a Londra
Per trovare un'occupazione
E soprattutto
Lavorare potendo sfruttare
Sia la mia laurea
Che le competenze
Che grazie ad essa ho appreso
E visto che
Se oggi muoio qui
È anche un po' colpa del mio Paese
Chissà
Non ci sono controprove
Ma sicuramente non sarei morta oggi qui
Alla Grenfell Tower di Londra
Se avessi avuto questo lavoro in Italia
Certo
Il destino si realizza per infinite vie
E se era destino che morissi così giovane
Sarei magari finita sotto un'auto nella mia città.
Non lo sapremo mai
Penso
Mentre cercando di non singhiozzare
Mando a mia mamma
Al di là del cellulare
Il mio ultimo saluto
Il mio ultimo arrivederci...
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 10 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Travel To Mars"
TRAVEL TO MARS
Passi lenti
Malinconici
Sguardo basso
Fissa i resti di vite perdute
E di calcinacci figli
Di scheletri sventrati di palazzi
Una volta abitati da povera gente.
Passi distesi
Sguardo che prosegue
La carrellata sulla desolazione silenziosa
Di una terra martoriata
Annullata.
La camminata continua
Attraversa un panorama tristemente uguale
E assolutamente immutato
Anche dove risiedono i ricchi
Con le loro ville volgari
Ostentato messaggio di arrogante superiorità
I segni della devastazione si avvertono
E sono ingenti.
Ogni luogo è distrutto
Morti, feriti
Stranamente solo tra le classi più povere
Ospedali rasi al suolo
Assistenza sanitaria inesistente
E gli scheletri di quelle orribili ville
Figlie di un'ostentata apparenza
Mostrano una realtà sconcertante.
Sono scheletri vuoti
Nella loro pancia nulla
Mentre nella pancia degli scheletri
Delle case della povera gente
Trovi i resti di cadaveri di intere famiglie
E sul momento nessuno trova una spiegazione
A questo mistero.
Poi ad un tratto
Tutto torna
Pochi giorni prima
Erano partite in gran segreto
Molte navicelle spaziali
Nessuno ci aveva fatto caso
I media avevano giustificato il fatto
Dicendo che erano viaggi sperimentali
E turistici
Riservati ai più facoltosi e potenti
Su Marte.
La durata del viaggio
Sarebbe stata di due settimane
La notizia generò
Il solito mugugno
Rabbia e lamentele
Tra chi invece viveva in tuguri
Ma non ci furono reazioni particolari
Ora però
Tutto è chiaro
Era un piano di evacuazione in piena regola.
Estinzione di massa
Solo i più ricchi e potenti si sono salvati
E come sola testimonianza di questa nefandezza
Di questo genocidio programmato
Una reporter indipendente
Ovviamente lasciata al suo destino
Su questo pianeta morente,
Sopravvissuta
Che con la sua telecamera ancora intatta
Riprende
Case
Persone
Il paesaggio devastato
I morti sul selciato
E prima di crollare a terra
Vittima di pianto e crampi di sofferenza
Filma gli occhi spalancati ed intrisi di paura e dolore
Di un ragazzo
Con le braccia protese verso la sua lei
Nel vano tentativo di proteggerla
Di salvarla.
Un mancato abbraccio
Fra due innamorati
Resta l'ultima immagine
Impressa nella telecamera
E come colonna sonora
Il pianto singhiozzante della reporter
E poi
Solo un raggelante silenzio.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 7 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "Scusa, Figlio Mio"
SCUSA, FIGLIO MIO
Scusa
Scusa figlio mio
Scusa se sono morta
Morta sul lavoro
Scusa se sono morta
In modo così stupido e banale
Se non sono passata a miglior vita
Magari sventando un tentativo di rapina
Compiendo un'azione che ti facesse sentire fiero di me
E da raccontare un giorno alla tua fidanzata.
E scusa figlio mio
Scusa se muoio ad appena 22 anni
Se a questa età devo lavorare nel tessile
E se mi hanno uccisa.
Io pensavo
Volevo costruirmi un futuro
Un futuro proprio in questo settore
Ma mi sono impigliata nel macchinario
E stranamente
Invece di fermarsi come avrebbe dovuto
Mi ha preso a sè
Trascinandomi con forza
E schiacciandomi
Spegnendo la mia vita.
Scusa figlio mio
Se non potrò vedere il tuo primo giorno di scuola
Se non potrò vedere la tua prima pagella
Se non potrò vedere se andrai all'università un giorno
Se non potrò essere al tuo matrimonio
E se non potrò più rimboccarti le coperte.
Scusa figlio mio
Scusa se mi hanno uccisa
Scusa se non mi sono accorta
Che correvo un serio pericolo
Scusa
Scusa figlio mio
Se ti abbandono così presto
Io che ti ho voluto fortemente
Scusa
Scusa figlio mio
Se sono l'ennesima morte sul lavoro
Ma tu promettimi che crescerai
Ricordando anche i miei sia pur brevi insegnamenti
E promettimi ancora una sola cosa:
Non permettere mai a nessuno di definirmi
Una morte bianca
Perchè di candido
In questa mia morte non c'è nulla
Il bianco io lo associo
Al candore di un abito da sposa
Alla neve che scende dal cielo
Ma cosa ci sia di candido
Nel vedermi risucchiata
Dentro un macchinario
Io non lo capisco
Se proprio vorranno
Dare un colore alla mia morte
Dì loro che è il rosso sangue
Del mio corpo schiacciato senza pietà.
Io non sono e non sarò mai una morte bianca
Basta edulcorare i concetti
Io sono una morta sul lavoro
Ossia in un ambito dove io non dovevo morire
Dove nessuno dovrebbe morire.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 5 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: Mini-Reading Contro La Violenza Sulle Donne (E.I.T.R.D.)
Nuovo appuntamento con il post contro la violenza sulle donne che fa parte
dell'iniziativa E.I.T.R.D. alla quale partecipano i blogger che vedrete segnati in fondo a questo post. Per saperne di più su questa iniziativa vi rimando QUI al primo post che la spiegava in dettaglio. Venendo al post di oggi si tratta di un video con 7 poesie a tema.
UN GRAZIE GIGANTESCO AI SEGUENTI BLOGGER CHE HANNO ADERITO A QUESTA INIZIATIVA IN ATTESA ANCHE DI CHI VOLESSE AGGIUNGERSI: C'È SEMPRE TEMPO :-)))
1) DOREMIFASOL LIBRI E CAFFÈ DI MARIELLA
2) IL BLOG DI GUS DI GUS
3) POSTO DI BLOGGO DI FRANCO BATTAGLIA
4) WEB SUL BLOG DI CAVALIERE OSCURO DEL WEB
5) LILLADORO DI CRISTIANA
6) MYRTILLA'S HOUSE DI PATRICIA MOLL
lunedì 3 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta® : "Perchè Gli Uomini Scrivono Poesie?"
Poesia ispirata da questo post di Caterina sul suo blog Farfalle Libere (A fine poesia trovate il video per chi volesse sentirla e vederla recitata dal sottoscritto)
PERCHÈ GLI UOMINI SCRIVONO POESIE?
Gli uomini scrivono
Perchè scrivono?
E perchè soprattutto gli uomini
Sembrano essere i maggiori artefici
Di prosa e poesia?
Forse il maschilismo imperante per secoli
Potrebbe spiegare questa bizzarra anomalia...
Ma perchè gli uomini scrivono?
Alcuni scrivono senza talento
Solo per dire che compongono poesie
Per far colpo sull'altra metà del cielo
Costoro più che uomini sono solo maschi
Altri scrivono
E credono sinceramente di realizzare poesie
Ma sono solo baci perugina
Leggermente modificati
Purtroppo però non se ne rendono conto.
E poi ci sono gli uomini che scrivono
E scrivono davvero
Sentono quell'impellente necessità
Di riportare ogni sensazione, emozione
Ogni sentimento di rabbia
O di profonda ingiustizia subita
O vista subire.
Questi uomini
Sono poeti prima che uomini
Sono esattamente uguali alle loro colleghe
Poeti e Poetesse
Sono un unico genere
Sono solo grandi menti e profonde anime
Che respirano il mondo
Che assorbono ogni sentimento
Figlio della realtà sociale ed umana
Sono capaci di sentire il dolore altrui
E l'altrui gioia
Li vivono in quell'attimo di trance poetica
E poi scrivono
Scrivono di vita vera.
Quindi la vera domanda è:
Perchè nasce in un vero poeta
Uomo o donna che sia
L'esigenza di scrivere?
Nasce non per colpa loro
Non sono loro a scegliere la poesia
È la poesia a scegliere le loro anime
Forzandole ad un costante bisogno di esprimersi
Riducendole ad una totale dipendenza dai versi
E dal bisogno di raccontare la vita
Quella vera
Dall'amore
Alle ingiustizie sociali
Dai sogni
Alla triste realtà di periferia
E quando si ha la fortuna
Di incontrare una di queste anime
Si rimane incantati al punto
Che non ci si domanda più perchè scrive
Ma che accadrebbe nel mondo se non scrivesse più
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
sabato 1 maggio 2021
L'Angolo del Rockpoeta®: "L'Ultimo Primo Maggio?"
Oggi è il primo maggio, giornata dei lavoratori. Come per il 25 aprile mi riesce davvero difficile parlarne e pensare alla retorica che sentiremo da parte dei nostri politici ed alla ipocrisia dei media. Poi ci ripenso e sento che in qualche modo devo parlarne perchè con l'aria che tira, questo 1° maggio 2021 potrebbe anche essere l'ultimo...
L'ULTIMO PRIMO MAGGIO?
Giornata dei lavoratori
Lavoratori senza salari o stipendi
Lavoratori senza più il lavoro
Disoccupati che restano disoccupati.
Lavoratrici di fatto cancellate
99,000 donne hanno perso la loro occupazione
Su 101,000 lavoratori complessivi
E solo 2.000 uomini.
Locali chiudono
Piccole e medie imprese spariscono
Famiglie intere sono alla fame
Esiste ancora il lavoro oggi?
Il Covid ha cancellato
I pochi diritti rimasti ai lavoratori
Multinazionali annientano la dignità
E la speranza di migliaia di persone.
Oggi giornata dei lavoratori
Forse è anche giusto assaporarne ogni aspetto
Anche il più ipocrita
Perchè potrebbe essere l'ultima
Perchè potrebbe non esserci più
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®